La giornata

Dombrovskis: la mia priorità completare il Pnrr entro il 2026

  • Von der Leyen: “Auguri a Trump, sui dazi lavoreremo per l’interesse comune”
  • Snam: nei primi nove mesi gli investimenti crescono a 1,8 miliardi (+46,1%), sui ricavi pesa lo stop al Superbonus
  • Leonardo: nei primi nove mesi risultati in crescita, confermata la guidance 2024
  • Mase: A Ecomondo i progetti del Piano Mattei per la formazione di nuovi professionisti delle rinnovabili e il sostegno alla filiera dei biocarburanti in Africa

08 Nov 2024

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Il vicepresidente esecutivo della commissione Ue, Valdis Dombrovskis, ha risposto ieri (per iscritto) alle domande delle commissioni del Parlamento Ue in vista dell’audizione di conferma. “La mia prima priorità – ha detto – sarà continuare a lavorare per garantire l’erogazione completa dei fondi dello Strumento di ripresa e resilienza (Rrf) entro la fine del 2026. In questo modo, continuerò a sostenere attivamente gli Stati membri nella realizzazione di riforme e investimenti. Parallelamente, la Commissione collaborerà con gli Stati membri per accelerare l’assorbimento dei fondi di coesione esistenti, che forniranno risorse pubbliche per gli investimenti oltre il 2026”.

La tempistica dello strumento è molto limitata – ha detto Dombrovskis – ed è quindi importante che l’attuazione acceleri ulteriormente. “La nostra attenzione collettiva dovrebbe quindi concentrarsi sull’attuazione dei Piani nazionali di ripresa e resilienza (Pnrr) nei tempi previsti, assicurando che l’Rrf sia attuato con successo entro la fine del 2026”.

Von der Leyen: “Auguri a Trump, sui dazi lavoreremo per l’interesse comune”

“Mi congratulo vivamente con Donald J. Trump per la sua elezione a 47° Presidente degli Stati Uniti d’America. Sono ansiosa di collaborare nuovamente con il Presidente Trump per portare avanti una forte agenda transatlantica. L’Unione europea e gli Stati Uniti sono più che semplici alleati. Siamo legati da un vero e proprio partenariato tra i nostri popoli, che unisce 800 milioni di cittadini”. A dichiararlo, in una nota, è stata la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen.”Questo legame è profondo e affonda le sue radici nella nostra storia comune, nell’impegno per la libertà e la democrazia e negli obiettivi comuni di sicurezza e opportunità per tutti. Lavoriamo insieme per un partenariato transatlantico che continui a dare risultati ai nostri cittadini. Milioni di posti di lavoro e miliardi di scambi e investimenti su entrambe le sponde dell’Atlantico dipendono dal dinamismo e dalla stabilità delle nostre relazioni economiche”. Von der Leyen ha poi parlato del rischio di possibili nuovi dazi, rispondendo a una domanda a margine della riunione della Comunità politica europea. “Ho esperienza nel lavorare con Trump dal suo pecedente mandato. Dobbiamo vedere quali sono i nostri interessi comuni e lavorare su quello”, ha detto.

Sul tema dei dazi ha parlato anche Valdis Dombrovskis, vicepresidente esecutivo e commissario al Commercio, al suo arrivo alla riunione dell’Eurogruppo. “Prima di tutto è importante che stiamo rafforzando la resilienza dell’economia Ue, e stiamo rafforzando anche le nostre capacità difensive perchè vediamo che in generale stiamo vivendo in una situazione geopolitica più frammentata e più conflittuale. Quindi, c’è molto lavoro da fare per l’Ue per rafforzare sé stessa nelle situazioni geopolitiche conflittuali in corso”.

Snam: nei primi nove mesi investimenti a 1,8 miliardi (+46%), sui ricavi pesa lo stop al Superbonus

Balzo degli investimenti per Snam nei primi nove mesi del 2024. Come emerge da risultati al 30 settembre approvati dal cda del gruppo, gli investimenti totali sono stati pari a 1,8 miliardi di euro,  in crescita del 46,1% rispetto al corrispondente periodo dell’anno precedente (1,232 miliardi).  Una crescita trainata dall’aumento degli investimenti nel business delle infrastrutture gas, principalmente riconducibili agli interventi di realizzazione del terminale di rigassificazione di Ravenna e del suo allacciamento alla rete di trasporto del gas oltre che all’avvio dei lavori della Linea Adriatica. Gli investimenti totali risultano per il 50% e il 30% allineati rispettivamente ai Sustainable Development Goals (SDGs) e alla Tassonomia Europea. Riguardo agli investimenti tecnici per segmento di business, 1,220 miliardi di euro sono relativi al settore del trasporto (757 milioni di euro nei primi nove mesi del 2023; +61,2%), 293 milioni di euro al settore della rigassificazione (151 milioni di euro nei primi nove mesi del 2023; +94%) e 160 milioni di euro al settore dello stoccaggio (148 milioni di euro nei primi nove mesi del 2023; +8,1%). Gli investimenti dei business della transizione energetica ammontano a 88 milioni di euro (73 milioni di euro nei primi nove mesi del 2023; +20%), trainati principalmente del progetto Ravenna CCS per la cattura e stoccaggio della CO2. Snam archivia i primi nove mesi dell’eserczio con ricavi totali in flessione a 2,651 miliardi (-7,4% rispetto ai primi nove mesi del 2023). Se, da un lato, sono cresciuti quelli del segmento business delle infrastrutture gas, si registra +303 milioni di euro; +14,2%), si è invece registrata una riduzione di quelli dei business della transizione energetica (-515 milioni di euro; -70,0%) per il minor contributo dell’efficienza energetica a fronte del termine degli incentivi Superbonus. L’ebitda adjusted è salita a  2,089 miliardi di euro (+12,2%), trainato dalla crescita dei ricavi regolati, e in parte assorbito dal minor contributo dei business della transizione energetica. L’utile netto adjusted di gruppo è pari a 996 milioni di euro (+5,7%),
L’indebitamento finanziario netto si attesta a 15,934 miliardi di euro (+664 milioni di euro rispetto al 31 dicembre 2023), in aumento principalmente per gli investimenti realizzati nel periodo e per il pagamento del dividendo 2023, e in parte assorbiti dagli effetti dell’emissione dello strumento ibrido. Snam conferma gli obiettivi finanziari per il 2024, già rivisti al rialzo alla chiusura del primo trimestre. “I risultati dei primi nove mesi sono molto positivi e confermano l’andamento registrato nel corso dei trimestri precedenti, con gli investimenti e i principali indicatori in decisa crescita, pienamente coerenti con la nostra guidance”, ha commentato l’amministratore delegato di Snam, Stefano Venier. “Proseguiamo  – ha aggiunto – nel nostro percorso di rafforzamento della sicurezza del sistema con l’obiettivo di una transizione energetica sostenibile nel lungo periodo, come delineato nel Transition Plan presentato ad ottobre ai nostri stakeholder: il 50% dei nostri investimenti è allineato ai Sustainable Development Goals (SDGs) e il 30% alla Tassonomia Europea”. Il gruppo, ha detto ancora Venier, continua a “valutare opportunità di acquizioni come quella di Edison Stoccaggi”. Procedono i lavori del terminal di Ravenna: “li abbiamo completati per circa l’80%. Possiamo confermare che per l’operatività dovremmo essere pronti entro il primo trimestre del 2025”.

Leonardo: nei primi nove mesi risultati in crescita, confermata la guidance 2024

Leonardo chiude i primi nove mesi dell’esercizio con tutti i principali indicatori in crescita. I risultati commerciali mostrano ordini pari a 14,8 miliardi di euro con un incremento del 7,8% rispetto al corrispondente periodo del 2023, con una perfomance particolarmente positiva nei business dell’elettronica della difesa e sicurezza, e degli elicotteri, in ambito governativo e commerciale. In crescita anche Cyber&Security Solutions e Aerostrutture. Il portafoglio ordini è pari a 43,6 miliardi e assicura una copertura in termini di produzione superiore a 2,5 anni. L’andamento economico del gruppo (secondo i dati proforma che includonoil contributo di Telespazio, consolidato integralmente a partire dsl primo gennaio scorso)  mostra ricavi pari a 12,1 miliardi, +12,4%,  in crescita in quasi tutti i settori di business, con un significativo apporto
da parte dell’elettronica per la difesa e sicurezza e degli elicotteri. L’ebita risulta pari a 766 milioni di euro, +15%. Il risultato netto ordinario è pari a 364 milioni di euro, (298 nel dato proforma) e beneficia del miglioramento dell’ebit e dei minori oneri finanziari netti, parzialmente compensato dal maggior carico fiscale del periodo. Il risultato netto si attesta a 73o milioni ( 309 milioni nel dato proforma nel periodo a confronto) include, oltre al risultato netto ordinario, la plusvalenza – pari a 366 milioni – rilevata a seguito della valutazione al fair value del Gruppo Telespazio, effettuata ai fini del suo consolidamento integrale. Il gruppo, alla luce dei risultati ottenuti, conferma le guidance per l’intero 2024. “L’andamento economico-finanziario del periodo, con lo sviluppo del business e il rafforzamento degli indicatori finanziari, grazie anche all’attuazione del programma di efficientamento in essere, sta confermando la bontà del percorso intrapreso nel perseguimento degli obiettivi indicati nel piano industriale.” ha dichiarato Roberto Cingolani, Amministratore Delegato e Direttore Generale di
Leonardo. “Il consolidamento del core business della difesa procede in linea con gli obiettivi che ci siamo prefissati grazie all’accelerazione del processo di digitalizzazione e alla razionalizzazione del portafoglio. Dopo la creazione della nuova Divisione Spazio, volta a posizionarsi in nuovi segmenti di business a maggior valore aggiunto, la cessione di Underwater Armaments & Systems a Fincantieri, e l’uscita da business
non-core quali Industria Italiana Autobus e Skydweller, Leonardo ha perfezionato l’acquisizione, nel settore dei radar, del controllo di GEM Elettronica. Il percorso delle alleanze internazionali ha visto la nascita della Joint Venture con Rheinmetall, che consente all’azienda di giocare un ruolo centrale, a livello internazionale, nei programmi del nuovo Main Battle Tank (MBT) e della nuova piattaforma Lynx
per il programma Armoured Infantry Combat System (AICS). Tale conseguimento, raggiunto in meno di sei mesi, dimostra l’importanza strategica di muoversi con agilità e determinazione nello scenario competitivo internazionale. Abbiamo definito, insieme ai nostri Clienti e partner, gli elementi principali del programma GCAP che verranno sanciti nella firma formale di un accordo industriale entro fine anno
e che prevedono per Leonardo attività strategiche nello sviluppo di sistemi di sistemi. Continua la valutazione di opportunità di crescita e sviluppo nel settore cyber e spazio”, ha concluso Cingolani.

Mase: A Ecomondo i progetti del Piano Mattei per la formazione di nuovi professionisti delle rinnovabili e il sostegno alla filiera dei biocarburanti in Africa

Formare nuovi professionisti delle rinnovabili e delle infrastrutture elettriche nel Continente africano e sostenere la filiera dei biocarburanti in Kenya: sono questi i due obiettivi di altrettanti progetti supportati dal Piano Mattei per l’Africa. Dei loro sviluppi si è parlato nella terza giornata di Ecomondo, in occasione dell’edizione 2024 dell’“Africa Green Growth Forum”, organizzato da Ecomondo e dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, in collaborazione con la Struttura di Missione della Presidenza del Consiglio dei Ministri per il Piano Mattei. L’evento ha portato alla luce anche nuove opportunità di cooperazione nei settori dell’economia circolare che possano coinvolgere l’Italia con il continente africano. Diversi gli interlocutori nazionali e internazionali presenti, a vario titolo coinvolti nella realizzazione dei progetti. Oltre ai rappresentanti di Ecomondo, MASE e della Struttura di Missione per l’attuazione del Piano Mattei della Presidenza del Consiglio, hanno partecipato il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, l’Ambasciata del Marocco, Cassa Depositi e Prestiti in qualità di partner finanziario del Piano e gestore del Fondo Italiano per il Clima per il sostegno a iniziative di mitigazione e adattamento climatico. Presenti ai lavori i gruppi Enel ed Eni, che nel quadro del Piano Mattei realizzano le progettualità sul territorio, e rappresentanti della Fondazione RES4Africa, che organizza il “training” per formare le nuove professionalità nel settore energetico.

Nella fase iniziale di interventi istituzionali, moderata dal Capo Segreteria tecnica del Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Francesca Salvemini e aperta dal ceo di Italia Exhibition Group Corrado Peraboni, hanno portato il loro contributo in termini di visione generale Fabio Massimo Ballerini, Consigliere per l’Africa Sub-Sahariana dell’Ufficio del Consigliere Diplomatico del Presidente del Consiglio dei Ministri, Alessandra Pastorelli (Direzione Generale per la Promozione del Sistema Paese, Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale), il Capo Dipartimento amministrazione generale, pianificazione e patrimonio naturale del MASE Loredana Gulino e il Ministro Plenipotenziario dell’Ambasciata del Marocco in Italia, Khalid Atlassi. Due interventi introduttivi di Antonio Montanari (Vicepresidente Confindustria Assafrica & Mediterraneo) e Paolo Cutrone (Area Manager di RES4Africa Foundation) hanno aperto le sessioni tematiche di lavoro.

Il Piano Mattei sta sostenendo la costituzione in Marocco di un Centro di eccellenza per la formazione nel settore delle rinnovabili e dell’efficienza energetica, rivolto a tutto il continente africano. Il Centro formerà esperti, amministratori e tecnici nei settori delle rinnovabili e delle infrastrutture elettriche, promuovendo nello spirito del Piano Mattei uno sviluppo energetico sostenibile attraverso il rafforzamento delle capacità manageriali e professionali “in loco”. Il funzionamento e gli avanzamenti del progetto, sviluppato sotto l’egida dei governi italiano e marocchino, sono stati esposti dal Managing Director della Fondazione Enel Giulia Genuardi, da Abdessamad Faik dell’Università Politecnica Mohammed VI, da Mirco Torquati (Responsabile commerciale impianti di larga scala di 3SUN Gigafactory) e da Simone Pasquini, Area Manager Africa di CESI SpA. Sono intervenuti inoltre Mouhcine Benmeziane, Responsabile del Dipartimento Cooperazione, Monitoraggio e Comunicazione di IRESEN (Marocco) e Sharon Wachuka Kinyua, Membro del Consiglio di Amministrazione del Settore Energia ed Estrattivo di ESAK (Kenya). In Kenya, invece, il Piano Mattei sostiene attraverso un finanziamento del Fondo Italiano per il Clima lo sviluppo della filiera dei biocarburanti, attraverso la produzione di olio vegetale, da utilizzare come materia prima per le bioraffinerie: si parte da coltivazioni su terreni degradati o abbandonati, da colture di secondo raccolto, non in competizione ma in sinergia con la produzione agricola alimentare. Il progetto prevede anche la valorizzazione di scarti e residui forestali ed agro-industriali, supportando processi di economia circolare. Caratterizzata da una forte valenza socioeconomica, l’iniziativa già coinvolge oltre 100.000 piccoli coltivatori locali in 16 contee, con l’obiettivo di arrivare a 200.000 nei prossimi anni, garantendo la creazione di reddito rurale, l’accesso al mercato per gli agricoltori, il recupero di aree marginali e contribuendo, al contempo, la decarbonizzazione globale nei trasporti attraverso la produzione di biocarburanti avanzati. Ne hanno discusso il Direttore CCUS, Forestry & Agri-Feedstock di Eni Luigi Ciarrocchi, Francesco Masera di Cassa Depositi e Prestiti (Responsabile Promozione Business, Governance e Partnership, Cooperazione Internazionale allo Sviluppo) e Laetitia Dumas della International Labour Organization (Programma e operazioni di gestione del Team, ramo sicurezza e salute sul lavoro). Sono stati inoltre proiettati video-contributi con testimonianze dirette dei beneficiari del progetto in Kenya. Nella seconda sessione del convegno, moderato dal Presidente del Comitato Tecnico scientifico di Ecomondo Fabio Fava, sono stati sviluppati, a cura di Confindustria Assafrica & Mediterraneo e attraverso il contributo di aziende e consorzi di imprese, alcuni “case history” che possano rappresentare esempi per prospettive future di cooperazione nei settori dell’economia circolare, applicato ai settori del tessile, di RAEE, packaging e bioenergie.

A settembre cala la produzione industriale tedesca, cresce quella spagnola

Nel pieno della crisi politica, l’economia tedesca è sempre in affanno. A confermare le difficoltà sono arrivati ieri i dati sulla produzione industriale. A settembre l’industria manifatturiera è diminuita del 2,5% a settembre rispetto ad agosto 2024. Rispetto allo stesso mese del 2023, il calo è stato del 4,6%. I dati negativi seguono l’incremento congiunturale del 2,6% che, secondo i dati definitivi diffusi dall’istituto di statistica Destatis, si era registrato ad agosto. Su base annua, si è invece registrata una flessione del 3%. Cresce invece la produzione industriale spagnola che a settembre e’ salita dello 0,5% su mese e dello 0,6% rispetto allo stesso mese del 2023, secondo il dato destagionalizzato e corretto per il calendario. Il dato grezzo su anno mostra un aumento piu’ limitato pari allo 0,1%.

 Acqua: protocollo tra Confagricoltura e Utilitalia per nuove infrastrutture, manutenzione e riuso per fronteggiare il climate change

Nel nostro Paese ci sono 7.781 impianti di depurazione dotati di sistema di trattamento avanzato, che potrebbero essere potenziati per la produzione di acqua per il riuso: il potenziale è di circa 6,7 miliardi di metri cubi all’anno di acque depurate utilizzabili direttamente
Rispondere ai cambiamenti climatici, garantire la sicurezza dei territori, formare e informare; e ancora diffondere principi e pratiche di circolarità e promuovere ricerca e digitalizzazione. Sono queste le proposte comuni al centro del Protocollo d’intesa tra Confagricoltura, la più antica Organizzazione di tutela e di rappresentanza delle imprese agricole, e Utilitalia, la Federazione delle imprese idriche, ambientali ed energetiche. Oggi, alla Fiera Ecomondo di Rimini, è stato fatto il punto sullo stato di avanzamento dei lavori a un anno di distanza dalla firma del Protocollo, che punta a ripensare la gestione della risorsa idrica in un’ottica di maggiore efficienza e sostenibilità. Per rispondere alle sfide poste dai cambiamenti climatici, Confagricoltura e Utilitalia ribadiscono che servono nuove infrastrutture e un piano straordinario di manutenzione di quelle esistenti. Sul primo fronte bisogna aumentare la percentuale dell’11% di acqua piovana che attualmente viene trattenuta in bacini con funzioni di riserva idrica ed è necessario realizzare bacini medio-grandi ad uso plurimo, pur mantenendo la possibilità, in relazione a specifiche condizioni territoriali, di favorire anche la creazione di piccoli bacini a servizio di una rete di imprese agricole. Sul fronte del piano di manutenzione, l’attenzione va posta ai grandi invasi, che hanno un’età media di 62 anni: delle 350 grandi dighe esistenti, solo la metà è in pieno esercizio e problemi strutturali come l’interramento riducono del 30% la capacità di accumulo. Elevare gli investimenti nel servizio idrico, superando le gestioni comunali in economia, inoltre, contribuirebbe a destinare risorse crescenti per ridurre le perdite di rete: occorre passare dagli attuali 4 miliardi di euro di investimenti annui, a 6 miliardi di euro, il 25% dei quali andrebbe destinato al potenziamento della rete idrica.Confagricoltura e Utilitalia ritengono inoltre che l’utilizzo delle acque reflue depurate per fini irrigui sia una priorità, in linea con le buone pratiche dell’economia circolare. Attualmente, secondo i dati ISPRA, in Italia sono operativi 79 impianti per la produzione di acque di riuso, ma solo 16 sono dotati di una rete per la distribuzione e l’utilizzo dell’acqua affinata per l’irrigazione dei campi. Questi numeri sono ancora troppo ridotti: nel nostro Paese ci sono 7.781 impianti di depurazione dotati di sistema di trattamento avanzato, che potrebbero essere potenziati per la produzione di acqua per il riuso. Se tali progetti dovessero essere realizzati, la percentuale di acque reflue utilizzate in agricoltura potrebbe aumentare significativamente. Il riutilizzo rappresenta una misura immediata, senza costi elevati e con un potenziale enorme: circa 6,7 miliardi di metri cubi all’anno di acque depurate utilizzabili direttamente. Rispetto al riutilizzo dei fanghi, in un’ottica di economia circolare, è necessario riportare nel terreno sostanze nutritive e carbonio organico, spesso carenti. La sfida è passare dalla cultura dello scarto a quella della prevenzione, del riciclo e della valorizzazione economica. L’agricoltura, che è il perno delle nuove strategie europee sulla bioeconomia, può contribuire significativamente al riutilizzo dei fanghi di depurazione come biofertilizzanti. Tuttavia, è essenziale sviluppare certificazioni di qualità degli stessi che garantiscano sicurezza per l’agricoltore e consumatore. In questo primo anno di collaborazione, partendo dalla consapevolezza dell’impatto crescente dei cambiamenti climatici sulla disponibilità idrica che rende necessario ripensare la gestione della risorsa in un’ottica di maggiore efficienza e sostenibilità, Confagricoltura e Utilitalia hanno promosso una serie di iniziative congiunte. Sono stati organizzati momenti di confronto con stakeholder nazionali e internazionali, attività di formazione per tecnici e aziende e sono state messe in campo proposte comuni per infrastrutture idriche più efficienti, con l’obiettivo di favorire un’agricoltura e un servizio idrico integrato sempre più circolari e resilienti, contribuendo alla gestione sostenibile e oculata della risorsa acqua.

Segro lancia anche in Italia il Community Investment Plan (CIP), il primo comune sarà Castel San Giovanni (Pc)

Segro, Società di Investimento Immobiliare Quotata (REIT) del Regno Unito, quotata alla Borsa di Londra e all’Euronext di Parigi, uno dei principali proprietari, gestori e sviluppatori di edifici moderni destinati a magazzini e spazi industriali, ha lanciato anche in Italia il Community Investment Plan: un programma ideato per fornire benefici economici e sociali tangibili alle persone residenti nei territori in cui opera. Il primo Comune a beneficiare del CIP sarà Castel San Giovanni (PC), dove Segro nel corso degli anni ha sviluppato un Polo Logistico di circa 1 milione metri quadrati. Su questo territorio, entro la fine del 2026 verranno realizzati una serie di progetti riguardanti spazi pubblici dedicati alla socialità, il mondo della formazione e quello del lavoro. Nel dettaglio Segro, tramite l’implementazione del CIP, si impegnerà a: riqualificare ed ampliare il parco giochi di Fontana Pradosa; il progetto, che vedrà la sua realizzazione nel corso del 2025, comprende la creazione di un’area giochi accessibile anche ai bambini con motricità ridotta, l’utilizzo di materiali sostenibili e nuove piantumazioni con specie arboree autoctone; avvicinare gli studenti degli istituti scolastici di grado inferiore e superiore al mondo della logistica, fornendo loro gli strumenti per comprendere l’ampio ventaglio di opportunità di carriera presenti nel Polo Logistico e creando opportunità di contatto con gli operatori del Polo stesso;  supportare l’integrazione nel mondo del lavoro di quei giovani che al momento non sono attivamente impegnati né negli studi né nella ricerca di un’occupazione.  “I Community Investment Plan  – ha spiegato Luca Sorbara, Head of Italy di Segro – rappresentano un’applicazione concreta della nostra strategia ESG a lungo termine, denominata Responsabile SEGRO. Attraverso questa iniziativa vogliamo
incrementare ulteriormente il nostro impegno volto a migliorare il benessere dei territori circostanti i nostri asset, in linea con il nostro modello di business orientato alla valorizzazione delle economie locali. In Italia, abbiamo scelto di partire da Castel San Giovanni, un territorio
nevralgico per l’intero comparto della logistica: qui infatti ha sede un Polo Logistico d’eccellenza del Nord Italia, da noi interamente sviluppato, scelto da primari operatori italiani e internazionalincome luogo strategico per le loro attività logistiche”. Segro possiede o gestisce 10,8 milioni di metri quadri di spazio, per un valore di 24,5 miliardi di euro, supportando clienti appartenenti a un’ampia gamma di settori industriali.
Gli immobili della società sono situati all’interno e nei dintorni delle principali città e nei principali snodi logistici del
Regno Unito e di altri sette Paesi europei.

Maria Cristina Carlini

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