IL RAPPORTO SUL 2024

Digitalizzazione delle imprese, Eurostat: FLOP Italia al 27,2%

In tutta l’Ue, l’intelligenza artificiale è presente nel 13,5% delle aziende. Ai primi tre posti, sopra la media, ci sono Danimarca, Svezia e Belgio. Il nostro Paese è fermo all’8,2%. A livello di singoli cittadini, rispetto all’obiettivo 2030 dell’80% di popolazione con competenze digitali di base ad oggi siamo fermi al 56%. L’Italia è al 45,8%, male anche sul fronte degli specialisti Ict impiegati (4% contro una media del 5%).

29 Apr 2025 di Mauro Giansante

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La transizione digitale europea continua ma presenta ancora un quadro disomogeneo tra i Paesi membri. A fare la fotografia dello stato delle cose su aziende, cittadini e attività online è Eurostat con il rapporto appena uscito e relativo al 2024.

Al 2030, infatti, l’80% della popolazione comunitaria dovrebbe registrare competenze digitali di base, riuscendo a svolgere almeno un’attività nel campo dei dati, comunicazione online, creazione di contenuti digitali, sicurezza e risoluzione di problemi tecnici. Ad oggi, il tasso di competenze è fermo al 56% con oltre il 90% di persone europee che usano internet. Al top ci sono i Paesi Bassi con l’83%, la Finlandia (82%), davanti a Irlanda (73%), Danimarca (70%) e Repubblica Ceca (69%). L’Italia, invece, è ferma al 45,8%.

Anche sul fronte degli specialisti Ict (Information and communication technology), rispetto all’obiettivo di almeno 20 milioni al 2030 nell’Ue la media attuale è di oltre 10 milioni, pari al 5% delle persone occupate. Dal 2014, il livello è aumentato dell1,6%. Al top ci sono Svezia (9%), Lussemburgo e Finlandia (8%). Male su tutte Grecia e Romania, al 3%, mentre l’Italia è ferma al 4%.

Guardando alle aziende, una su cinque in Ue è attiva nella formazione di personale per sviluppare competenze Ict. Secondo Eurostat, nel 2024 il 22% delle imprese dell’Ue ha fornito formazione al proprio personale per sviluppare o migliorare queste capacità. Considerando le dimensioni aziendali, questa quota raggiunge il 73% per le grandi imprese, rispetto al 21% per le piccole e medie imprese. Finlandia (38%), Belgio (37%) e Danimarca (35%) sono i Paesi all’avanguardia. Male l’Italia, ferma al 17,9%. Sempre nelle imprese, poi, l’Ue ha posto due obiettivi principali per la trasformazione digitale entro il 2030: oltre il 90% delle pmi dovrebbe raggiungere almeno un livello base di intensità digitale e il 75% dovrebbe utilizzare servizi di cloud computing, effettuare analisi di big data o ricorrere all’intelligenza artificiale. Ad oggi, il 74% delle imprese ha un’intensita digitale di base, le pmi sono al 73% sotto di 20 punti percentuali all’obiettivi 2030, mentre le grandi imprese sono al 98%. In Italia, le percentuali deludono: per il 29,3% sono ad un livello molto basso; 43,5% ad un livello basso; il 23,3% sono ad un livello alto e solo il 3,9% sono ad un tasso molto alto. 

In termini di servizi cloud, invece, in Ue il 45% delle aziende li acquista per accedere a risorse informatiche ospitate da terze parti su Internet, anziché dover costruire o espandere la propria infrastruttura It. Ciò – spiega Eurostat – rappresenta un vantaggio significativo per le imprese, poiché la creazione di un’infrastruttura propria comporterebbe lo sviluppo di hardware e software. Anche qui, il 78% delle grandi aziende ha acquistato servizi cloud mentre tra le pmi la percentuale scende al 44%. Nel nostro Paese, la percentuale è ben oltre la media attestandosi al 61,4%.

Capitolo intelligenza artificiale. Secondo il report, oltre il 13% delle aziende dell’Ue utilizza tecnologie di Ia per migliorare le proprie operazioni. Nel 2023 la percentuale comunitaria era ferma all’8%. Come per il cloud computing, il suo utilizzo è stato più diffuso nelle grandi aziende (41%) che nelle pmi (13%). Più nel dettaglio, la tecnologia di intelligenza artificiale più utilizzata è stata l’analisi del linguaggio scritto (7% delle aziende dell’Ue), seguita dalla generazione del linguaggio scritto o parlato (5%) e dalla conversione del linguaggio parlato in un formato leggibile dalla macchina (5%). Tra i paesi dell’Ue, l’utilizzo delle tecnologie di intelligenza artificiale è stato più elevato in Danimarca (28%), seguita da Svezia e Belgio (entrambi al 25%). Al contrario, è stato più basso in Romania (3%), Polonia e Bulgaria (entrambi al 6%). L’Italia è ferma all’8,2%.

Insomma, il quadro tracciato da Eurostat è chiaro. La digitalizzazione aziendale italiana va ancora troppo piano.

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