La giornata

Manovra, crescita +0,5% e deficit al 3%: il Dpfp sul tavolo del Governo

  • Pil, Ey: moderata crescita dello 0,5% nel 2025, 0,7% nel 2026
  • Allarme dell’industria europea: la Ue agisca per aumentare la competitività
  • In Cdm il dl per la proroga dei vertici Arera al 31 dicembre 2025
  • Consiglio di Stato, Chieppa eletto presidente dell’Associazione Magistrati
  • Energia: Pichetto, decreto pronto, approvazione entro ottobre

01 Ott 2025

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Si definisce il quadro macroeconomico all’interno del quale si inscriveranno le misure della prossima legge di bilancio. È pronto per approdare sul tavolo del Consiglio dei ministri il nuovo Documento programmatico di finanza pubblica (Dpfp), che sostituisce la vecchia Nadef. Secondo le prime anticipazioni, i conti fatti al ministero dell’Economia anticiperebbero la discesa del deficit alla soglia del 3%, creando  un piccolo margine per interventi in manovra e consentendo di uscire con un anno di anticipo dalla procedura di infrazione Ue. Tutte le altre risorse – in base alle nuove regole – andranno trovate con tagli o nuove tasse. Il Dpfp conterrà, come concordato nella risoluzione unitaria di maggioranza e opposizione, un aggiornamento delle stime a legislazione vigente del Dfp, le previsioni programmatiche sul triennio, l’aggregato della spesa netta e fornirà per la prima volta anche una prima articolazione delle misure della legge di bilancio. Dal dato sulla spesa primaria netta, che è per Bruxelles il nuovo parametro di riferimento, potrebbe arrivare l’indicazione di un margine di risorse da usare per la manovra. Secondo alcune indiscrezioni ci sarebbero 8 miliardi, ma il dato non trova conferme ufficiali e anzi si invita alla prudenza. Per la crescita il dato tendenziale fissa l’asticella al +0,5% quest’anno (ma dai calcoli in corso non si esclude possa spuntare un decimale in più) e al +0,7% il prossimo. Quanto al debito, il Dfp fissava al 136,6% del Pil quest’anno, per poi salire al 137,6% nel 2026 e scendere al 137,4% nel 2027. Dopo il passaggio di domani in Cdm e il successivo invio al Parlamento, il cantiere della manovra entra nel vivo.  Si parte dal nuovo taglio dell’Irpef, che quest’anno si concentra sul ceto medio: la seconda aliquota dovrebbe passare dal 35% al 33%, ma al momento l’orientamento è di lasciare lo scaglione invariato fino a 50mila, senza un innalzamento a 60mila euro. In cima alle priorità c’è anche il capitolo famiglie, che dovrebbe prevedere tra l’altro un nuovo intervento sulle detrazioni, proseguendo la strada del quoziente familiare iniziata lo scorso anno. Si farà anche la rottamazione delle cartelle, ma con un ridimensionamento rispetto ai 10 anni e 120 rate previsti dal disegno di legge proposto dalla Lega: tra le ipotesi si valuta una durata di 8 anni e 96 rate per i debiti di importo minore.

Pil, Ey: moderata crescita dello 0,5% nel 2025, 0,7% nel 2026

Le nuove proiezioni di EY per l’economia italiana delineano uno scenario di moderatacrescita del PIL reale dello 0,5% nel 2025 e dello 0,7% nel 2026, con il tasso di inflazione che si mantiene stabile all’1,9% sia nel 2025 che nel 2026. Questi i principali dati che emergono dalla nona edizione dell’EY ItalianMacroeconomic Bulletin, analisi trimestrale che – a partire dall’analisi delle principali variabili macroeconomiche e sulla base di un modello macro-econometrico proprietariofornisce previsioni a medio termine per l’economia italiana. Focalizzando l’attenzione sui trend economici di breve periodo, il secondo trimestre del 2025 ha registrato una contrazione congiunturale dello 0,1%, dopo una crescita dello 0,3% del primo trimestre. Questo risultato è dovuto principalmente ad una contrazione delle esportazioni (-1,7%),dopo la significativa crescita registrata nel trimestre precedente del 2,1%. Alla riduzione delle esportazioni si associa, inoltre, una crescita delle importazioni (0,4%) per un contributo complessivo alla crescita del commercio estero pari a -0,7 punti percentuali. I consumi privati si mantengono sostanzialmente stabili mentre risulta positivo il supporto alla crescita degli investimenti (0,2 punti percentuali). Per quanto riguarda l’andamento dei prezzi, le stime di EY prevedono un tasso di inflazione atteso all’1,9% nel 2025 così come nel 2026.

Il mercato del lavoro si conferma particolarmente solido secondo le stime, con il tasso di disoccupazione che scende al 6,4% nel 2025, con una leggera risalita stimata al 6,8% nel 2026. La crescita dell’occupazione è trainata principalmente dalle fasce di età più alte, in particolare dagli over-55, che hanno guadagnato circa 5 punti percentuali nella quota totale degli occupati tra il 2018 e il 2024. Negli ultimi dieci anni, ad eccezione del 2020, si è registrata una diminuzione consistente del numero di disoccupati (-50%) e di inattivi (-15%) nella fascia di età dei 20-64 anni. Il settore dei servizi ha consolidato la sua centralità nel mercato del lavoro, rappresentando circa il 70% dell’occupazione totale e con una quota crescente negli ultimi vent’anni rispetto alla totalità degli occupati.

Inflazione, Eurostat: a settembre sale a +2,2%

I prezzi al consumo nell’area dell’euro hanno segnato un aumento del 2,2% a settembre 2025 su base annua, in aumento rispetto al 2% di agosto. Lo rileva  Eurostat nella stima preliminare diffusa ieri. Su base mensile l’inflazione ha segnato una variazione pari al +0,1 per cento. Il dato è in linea con il consensus, la media delle previsioni degli analisti. “Considerando le principali componenti dell’inflazione nell’area dell’euro – afferma Eurostat – si prevede che i servizi registreranno il tasso annuo più elevato a settembre (3,2%, rispetto al 3,1% di agosto), seguiti da alimentari, alcol e tabacco (3,0%, rispetto al 3,2% di agosto), beni industriali non energetici (0,8%, stabile rispetto ad agosto) ed energia (-0,4%, rispetto al -2,0% di agosto).

Allarme dell’industria europea: la Ue agisca per aumentare la competitività

L’industria europea suona l’allarme e chiede con forza all’Ue di agire senza indugi. All’appello lanciato al Copenaghen Piedge, da 28 colossi industriali del continente – da Airbus a Siemens, da Asml a Maresk – che si sono impegnati ad aumentare del 50% i propri investimenti entro il 2030, in cambio di un’Europa “più snella, competitiva e integrata”, ha fatto eco, da Madrid, il coro degli industriali italiani e spagnoli: “E’ il momento di passare ai fatti”. La voce è quella dei presidenti di Confindustria e Ceoe, Emanuele Orsini e Antonio Garamendi, riuniti per il terzo vertice bilaterale tra le due principali organizzazioni imprenditoriali del sud Europa. Una dichiarazione congiunta, al termine del summit, suona la sveglia all’Ue e chiede “di agire ora per un’Europa più competitiva, coesa e sicura”. “Serve più unità d’intenti e, soprattutto, più attenzione alla competitività delle imprese europee”, ha detto Orsini. “Oggi manca un senso condiviso di urgenza, dalle capitali fino a Bruxelles. Eppure, solo agendo in fretta possiamo garantire la prosperità dell’Europa, fondata sulla forza del suo settore privato”. L’asse industriale Italia-Spagna chiede alla Ue di avviare una vera politica industriale europea, sostenuta da strumenti di debito comune, in grado di finanziare grandi progetti strategici e rilanciare gli investimenti privati. “Con i colleghi spagnoli – ha dichiarato Orsini – abbiamo trovato un’intesa su tra priorità strategiche: neutralità tecnologica, riduzione del costo dell’energia e revisione urgente del green Deal”. “Siamo convinti europeisti – ha proseguito – ma la lentezza delle risposte europee è oggi un problema serio. L’Europa deve reagire subito: non c’è più tempo da perdere”. Tra le priorità centrali del documento emerge con forza la richiesta di abbattere le barriere interne al mercato unico – i ‘dazi interni’ evocati anche da Mario Draghi. – per completare il mercato unico, “vero motore della crescita europea”.. Il testo sottolinea, inoltre, l’importanza del nuovo fondo europeo per la competitività, previsto nel prossimo quadro finanziario pluriennale 2028-2034, ma ne reclama una chiara destinazione a favore delle imprese. Oltre alla salvaguardia della politica di coesione multilivello, indispensabile per ridurre i divari territoriali. “Bisogna riportato al centro l’industria e l’impresa – ha insistito Orsini – sia nei singoli Paesi che a livello europeo. Rafforzare l’asse mediterraneo sarà fondamentale per il futuro del sistema industriale del continente”, ha aggiunto. Gli industriali evidenziano anche la necessità di ratificare rapidamente gli accordi con Mercosur e Messico, dare piena attuazione a quello con l’Indonesia e concludere i negoziati con Australia e India.

In Cdm il dl per la proroga dei vertici Arera al 31 dicembre 2025

Arriva in Consiglio dei ministri il decreto legge per la proroga dei componenti di Arera, scaduto ad agosto. All’ordine del giorno del pre-Consiglio convocato per ieri pomeriggio, infatti, figurava  lo “schema di decreto legge recante misure urgenti per assicurare la continuità delle funzioni dell’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente”. Nella bozza si legge che “i componenti l’Arera nominati con decreto del presidente della Repubblica il 9 agosto 2018 continuano a esercitare le proprie funzioni, limitatamente agli atti di ordinaria amministrazione e a quelli indifferibili e urgenti, fino alla nomina dei nuovi componenti e comunque non oltre il 31 dicembre 2025”. Si prevede inoltre che Arera, durante questo periodo, trasmetta alle Camere, ogni 45 giorni una relazione sugli atti adottati. Il pre-Consiglio esaminerà anche in via definitiva il disegno di legge delega sull’energia nucleare sostenibile.

Consiglio di Stato, Chieppa eletto presidente dell’Associazione Magistrati

Si è ieri tenuta la prima riunione del neoletto Direttivo dell’Associazione dei Magistrati del Consiglio di Stato. Sono stati eletti all’unanimità:  Roberto Chieppa quale presidente dell’Associazione, Stefano Filippini quale Vice Presidente, Michele Pizzi quale Segretario Generale e Angela Rotondano quale Segretario Generale Vicario. Il Direttivo, si legge in una nota,  “ritiene prioritario delineare e discutere le linee programmatiche della propria attività, al fine di individuare gli interventi idonei a implementare ulteriormente l’efficienza della Giustizia amministrativa. L’azione del Direttivo sarà ispirata anche a evitare chiusure corporative e autoreferenziali e a coltivare una cultura della giurisdizione, fondata sull’etica pubblica. I tempi della Giustizia amministrativa italiana sono già oggi migliori o comunque competitivi rispetto a quelli di altri Paesi europei specie nelle materie di maggior impatto su società ed economia, nonché gli obiettivi di smaltimento dell’arretrato previsti dal PNRR sono stati raggiunti con due anni di anticipo rispetto alle scadenze del Piano. Tali importanti risultati non affievoliscono l’esigenza di fare ancora meglio per garantire a cittadini e imprese risposte certe e chiare in tempi rapidi e il Direttivo della Associazione tra i magistrati del Consiglio di Stato si impegnerà in tale direzione nella convinzione che il Consiglio di Stato, anche grazie all’arricchimento che deriva dalle differenti modalità di accesso e dalle diverse professionalità che lo compongono, possa costituire per l’intera magistratura amministrativa e per il Paese un modello capace di orientare la pubblica amministrazione verso un servizio sempre più efficiente, e di intervenire a difesa del cittadino al fine di evitare che il potere si possa trasformare in arbitrio”.

Energia: Pichetto, decreto pronto, approvazione entro ottobre

“Il decreto energia è pronto e quando qualcosa è pronta viene sempre voglia di aggiungere un vagone, come a un treno”. Lo ha detto, all’Italian Energy summit 2025, il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, spiegando che in questa fase “stiamo definendo per portare una norma primaria sulla questione delle aree idonee, oggetto di diverse sentenze da parte del sistema giudiziario per saltare tutte le discussioni di interpretazione”. Sull’approvazione il ministro ha detto di sperare di arrivarci “entro ottobre”, in quanto “non possiamo sovrapporci alla manovra di bilancio, ci sono ancora un paio di questioni sulle aree idonee”.

Plenitudine è Anfir firmano un accordo per supportare la transizione energetica nei territori

Plenitude e Anfir – Associazione Nazionale delle Finanziarie Regionali – annunciano la firma di un Accordo Quadro per sostenere la realizzazione di impianti di produzione di energia da fonte rinnovabile nei territori di competenza delle Finanziarie Regionali. L’accordo ha l’obiettivo di sostenere, le piccole e medie imprese (PMI), presenti nelle Regioni interessate, nel loro percorso di transizione energetica e tecnologica. Plenitude come partner tecnico si occuperà della progettazione e realizzazione degli impianti fotovoltaici e delle soluzioni di efficientamento energetico dedicate a tali imprese, tramite la formula contrattuale EPC (Energy Performance Contract), che consente ai clienti di consumare energia autoprodotta, senza sostenere investimenti iniziali.

Anfir svolgerà un ruolo di facilitazione e coordinamento tramite le 18 Finanziarie Regionali aderenti all’Associazione, le quali potranno sottoscrivere accordi operativi specifici a livello territoriale, con l’obiettivo di rafforzare il proprio ruolo come strumenti operativi per lo sviluppo economico, l’innovazione e la sostenibilità.

“Questa collaborazione rappresenta un passo concreto per accelerare la transizione energetica, favorendo la diffusione capillare di energia da fonti rinnovabili e contribuendo allo sviluppo del tessuto produttivo locale e dei territori”, ha dichiarato Giorgio Fontana, Amministratore Delegato Plenitude Energy Services. “Con questo Accordo Quadro, Anfir conferma il proprio impegno a supporto della transizione energetica e della competitività del tessuto imprenditoriale locale. Grazie al coinvolgimento attivo delle nostre Finanziarie Regionali, mettiamo a disposizione strumenti concreti per accompagnare le PMI verso modelli di sviluppo più sostenibili, innovativi e resilienti. La collaborazione con Plenitude rappresenta un’opportunità strategica per coniugare crescita economica, innovazione tecnologica e sostenibilità ambientale nei territori”, ha dichiarato Michele Vietti, presidente di Anfir.

Eni acquisisce un nuovo blocco esplorativo nell’offshore ivoriano

 Eni e il Ministero delle Miniere, del Petrolio e dell’Energia della Costa d’Avorio hanno firmato ad Abidjan il contratto di esplorazione relativo al blocco offshore CI-707.  La licenza copre un’area di circa 2.926 chilometri quadrati nel bacino sedimentario ivoriano, a una profondità d’acqua compresa tra 1.000 e 3.000 metri. Il periodo esplorativo previsto ha una durata massima di 9 anni. L’area oggetto della nuova licenza presenta una continuità geologica con il vicino blocco CI-205, dove Eni ha annunciato nel marzo 2024 la scoperta di Calao. Questa prossimità offre un’opportunità strategica per l’identificazione di potenziali strutture analoghe, aprendo la strada a futuri sviluppi sinergici. Con questa nuova approvazione, Eni consolida ulteriormente la propria presenza in Costa d’Avorio, dove opera dal 2017 con una produzione equity attuale di oltre 62.000 barili di petrolio e più di 75 milioni di piedi cubi di gas al giorno, destinata a salire fino a 150.000 barili di olio e 200 milioni di piedi cubi di gas con l’avvio della fase 3. La società è attiva in dieci blocchi offshore nel Paese – CI-101, CI-205, CI-401, CI-501, CI-504, CI-526, CI-706, CI-708, CI-801 e CI-802 – cui si aggiunge il blocco CI-707.

 

Almaviva sigla una partnership strategica con OVHcloud

Almaviva, gruppo  globale di innovazione digitale, ha siglato una partnership strategica con  Ovhcloud player globale e leader europeo del Cloud, per lo sviluppo di soluzioni tecnologiche in grado di garantire piena compliance e governance del dato, In un contesto in cui la sovranità digitale europea è diventata una questione strategica per le organizzazioni. La collaborazione, nata da una visione comune, ha l’obiettivo di sostenere la trasformazione digitale di imprese e istituzioni, rispondendo alle esigenze di settori regolamentati – Pubblica Amministrazione, Finance, Healthcare, Energy, Utilities e Telecomunicazioni – dove la gestione sicura, resiliente e trasparente dei dati è un requisito imprescindibile. “La partnership con OVHcloud conferma il ruolo di Almaviva come protagonista della trasformazione digitale nello scenario europeo – dichiara Antonio Amati, Deputy CEO di Almaviva –  Il nostro impegno è supportare i clienti nell’affrontare i più stringenti requisiti normativi europei, offrendo soluzioni che assicurino tutela dei dati, residenza sul territorio, autonomia operativa e resilienza. Insieme a OVHcloud rafforziamo la capacità di creare valore e di guidare l’innovazione dei servizi digitali per cittadini e imprese, in Italia e in Europa.” “Con Almaviva – sottolinea John Gazal, Vice Presidente Sud Europa di OVHcloud – condividiamo la stessa ambizione: costruire un Cloud che protegge i dati e garantisce il controllo sui servizi digitali. Questa partnership segna un passo significativo nella creazione di un ecosistema digitale europeo più competitivo e sovrano, a beneficio di imprese, Pubbliche Amministrazioni e cittadini.” L’accordo rafforza il know-how distintivo delle due realtà europee e pone le basi per la creazione di soluzioni ad alto valore aggiunto, capaci di rispondere alle sfide della trasformazione digitale, e di contribuisce allo sviluppo di un’Europa tecnologicamente più autonoma e resiliente.

Terna, conclusa la prima asta Macse, assegnati 10 Gwh di capacità di accumulo

Si è svolta il 30 settembre la prima asta del MACSE (Meccanismo di Approvvigionamento di Capacità di Stoccaggio Elettrico). Sono stati assegnati   10 GWh di capacità di accumulo, nel sud e nelle isole, un valore pari al 100% del fabbisogno richiesto. Gli esiti dell’asta hanno evidenziato un rilevante interesse da parte del mercato, con una offerta pari a oltre quattro volte la domanda ed un prezzo medio ponderato di assegnazione pari a 12.959 €/MWh-anno (14.566 €/MWh-anno per il Centro Sud, 12.146 €/MWh-anno per Sud e Calabria, 15.846 €/MWh-anno per la Sicilia e 15.029 €/MWh-anno per la Sardegna), molto al di sotto del premio di riserva (37.000 €/MWh-anno). “Gli esiti dell’asta evidenziano una grande competizione ed un forte interesse da parte del mercato. Stiamo parlando di un volume di investimenti associato stimabile in circa un miliardo di euro, che permetterà di migliorare l’integrazione delle rinnovabili”, ha dichiarato Giuseppina Di Foggia, Amministratore Delegato e Direttore Generale di Terna. “Le prossime aste seguiranno l’evoluzione della generazione rinnovabile e dello sviluppo della rete: dal 2023 ad oggi sono già entrati in esercizio oltre 17 GW di nuovi impianti FER. Terna è in prima linea per garantire una rete elettrica sempre più resiliente, intelligente e sostenibile”. La disciplina del MACSE, definita da Terna sulla base del d.lgs. 210/2021 e della delibera ARERA 247/23, è stata approvata dal Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica a ottobre 2024, a valle della approvazione della Commissione Europea di dicembre 2023. Gli impianti contrattualizzati nella prima asta del MACSE – batterie agli ioni di litio -entreranno in esercizio nel 2028. La prima asta è stata effettuata per quattro aree distinte: Centro Sud, Sud e Calabria, Sicilia e Sardegna. Per ciascuna delle quattro aree, Terna ha definito i quantitativi minimi e massimi da approvvigionare. Il processo è risultato particolarmente coerente con le previsioni effettuate da Terna rispetto al percorso di maturazione della tecnologia contrattualizzata tramite l’asta 2028 e dei relativi costi, la cui riduzione è stata pienamente intercettata dagli esiti dell’asta. La capacità di stoccaggio approvvigionata tramite il meccanismo avrà un ruolo fondamentale per l’esercizio del sistema elettrico nei prossimi anni, caratterizzati da una crescente diffusione delle fonti di energia rinnovabile non programmabile, permettendone la piena integrazione nel sistema elettrico e contribuendo a fornire i servizi di dispacciamento necessari a garantire la sicurezza e l’adeguatezza del sistema stesso.

Terna inaugura l’Innovation Zone Torino

Terna ha inaugurato ieri  il Terna Innovation Zone Torino, nuovo polo di innovazione del gruppo, il quarto dopo quelli avviati a San Francisco, a Tunisi e nella regione adriatica. L’annuncio è stato fatto in occasione del Terna Innovation Zone Forum, l’appuntamento che ha riunito a Torino, presso la sede del Collège des Ingénieurs Italia, numerosi partner di Terna e rappresentanti dell’ecosistema italiano e internazionale dell’innovazione. Il nuovo polo di Torino è dedicato alla ricerca e allo sviluppo di soluzioni tecnologiche per affrontare la duplice transizione della rete elettrica, energetica e digitale, e nasce con uno sguardo rivolto in particolare all’Europa; il nostro continente è, infatti, il principale bacino di innovazione nel cleantech, il settore relativo alle tecnologie per la decarbonizzazione. Per accelerare, dunque, la duplice transizione, il Terna Innovation Zone Torino adotta un modello di open innovation, collaborando con centri di ricerca, università, startup e partner industriali in tutta Europa. Il nuovo centro di innovazione situato nel capoluogo piemontese gode inoltre della vicinanza ad alcuni tra i principali laboratori tecnologici di Terna come l’E-mobility Lab, dove si sviluppano soluzioni per l’integrazione dei veicoli elettrici nella rete, e i centri di sperimentazione e addestramento di Viverone e Rondissone, che testano sensori digitali, droni e robot per l’ottimizzazione del monitoraggio e della manutenzione delle infrastrutture elettriche. Il Terna Innovation Zone Torino contribuirà a consolidare un network europeo anche attraverso la partecipazione a programmi internazionali di innovazione, tra cui: Cross-industry Ecosystem, che coinvolge grandi realtà infrastrutturali in progetti di innovazione per la manutenzione degli asset; Deep Tech Alliance, nata dalla collaborazione di diciannove incubatori europei; TSO Innovation Alliance, che riunisce otto dei maggiori operatori europei di rete di trasmissione elettrica. Proprio a Torino si è svolta ieri, 30 settembre, la prima riunione con cui la TSO Innovation Alliance ha avviato il suo programma di innovazione.

Fincantieri: memorandum con Aeronautical Service sui materiali compositi

Memorandum di intesa tra Fincantieri e Aeronautical Service, azienda di Fiumicino di soluzioni aerospaziali avanzate, per una collaborazione che riguarda l’impiedo di materiali compositi a base carbonio e tecnologie innovative nelle applicazioni navali, civili e militari. L’accordo è stato sottoscritto a La Spezia in occasione di Seafuture2025. Fincantieri punta a estendere il perimetro tecnologico del gruppo oltre l’impiego dell’acciaio, “consolidando il proprio ruolo di abilitatore di innovazione anche nei segmenti più avanzati e ad alta intensità tecnologica del mercato” e i materiali a base di carbonio, arricchiti da nanotecnologie e soluzioni ingegneristiche proprietarie hanno particolari proprietà di leggerezza strutturale, riduzione delle firme radar, elevata resistenza meccanica, protezione balistica, ignifugazione e modularità. La collaborazione si concentrerà sullo sviluppo di una nuova unità navale ad alta velocità di tipo CCH (Combatant Craft Heavy), realizzata con materiali compositi in fibra di carbonio potenziati tramite nanotecnologie. “È un cambio di paradigma tecnologico che punta a coniugare innovazione, sicurezza e sostenibilità in tutte le applicazioni strategiche, civili e militari. Siamo felici di collaborare con Aeronautical Service, PMI tecnologicamente all’avanguardia, per progettare insieme la prossima generazione della cantieristica” sottolinea Pierroberto Folgiero, amministratore delegato di Fincantieri. “Questo accordo interamente italiano rafforza la nostra missione di trasferire innovazione a partner industriali di primo piano, valorizzando la nostra competenza nei materiali avanzati e nelle piattaforme di nuova generazione” osserva Kris Bordignon.

 

 

 

 

Maria Cristina Carlini

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