La ricetta del premier spagnolo

Decolla il Piano Casa: Sanchez trasferisce a una società pubblica 2 milioni di metri quadrati e migliaia di abitazioni

L’emergenza abitativa in Spagna è grave e richiede una “risposta decisa”: è quella che arriva dal premier spagnolo che ha annunciato un piano che, tra i suoi capisaldi, prevede una nuova società pubblica per la costruzione di case popolari accessibili. Stretta sugli airbnb, la cui tassazione verrà equiparata a quella delle attività economiche, e sugli acquisti di case da parte di extracomunitari non residenti in Spagna.

13 Gen 2025 di Maria Cristina Carlini

Condividi:

Troppi aibnb e pochi alloggi. Il premier spagnolo, Pedro Sanchez, prende di petto l’emergenza abitativa con un nuovo piano per l’edilizia pubblica. “I prezzi medi della casa in Europa sono aumentati del 48% nell’ultimo decennio. E’ insopportabile. Quello della casa è diventato il maggior problema delle classi medie e lavoratrici in Spagna e in Europa”, ha detto Sanchez durante un forum economico sull'”Edilizia Abitativa, quinto pilastro del Welfare”. La risposta è un piano con 12 misure che vuole rispondere a tre obiettivi: avere più alloggi, consentire una migliore regolamentazione  e offrire aiuti più significativi. La principale mossa è il trasferimento di 3.300 abitazioni e 2 milioni di metri quadrati all’Impresa pubblica di per l’edilizia abitativa, di recente costituzione, per costruire case popolari con affitti accessibili, destinate ai più giovani. A questa società verranno conferiti 30 mila alloggi di proprietà della Sareb, la ex bad bank per gli attivi provenienti dalla ristrutturazione bancaria, dei quali 13 mila in maniera immediata. Inoltre, Sanchez prevede la definizione di un meccanismo legale affinché l’Impresa pubblica abbia la priorità per l’acquisto di case e terreni e che la proprietà degli alloggi costruiti dallo Stato rimanga in mano pubblica. “Ciò che viene costruito con i soldi degli spagnoli apparterrà sempre agli spagnoli, in modo che non finisca nelle mani di ‘fondi avvoltoio’ e grandi speculatori come è successo con il Partito Popolare”, ha messo in chiaro Sanchez.

Altra iniziativa è il lancio di un nuovo progetto strategico, Perte, basato su una collaborazione pubblico-privata per l’innovazione e la modernizzazione dell’edilizia industrializzata e modulare. Sanchez ha annunciato anche un nuovo programma di ristrutturazione delle case vuote destinate ad affitti accessibili. Il piano punta poi ad arginare la crescita e la diffusione degli airbnb: il governo presenterà al Congresso dei deputati una riforma fiscale che equipari le tasse sugli appartamenti turistici a quelle di altre attività economiche. “Non è giusto che chi possiede tre, quattro, cinque appartamenti per affitti brevi paghi meno tasse degli alberghi”, ha sottolineato il premier che ha anche assicurato un inasprimento della regolazione contro le frodi degli affitti stagionali e la creazione di un fondo perché le autonomie locali possano rafforzare le ispezioni delle case destinate ad alloggi turistici illegali. Il governo proporrà, infine, al Congresso spagnolo un’esenzione fiscale del 100% dell’Irpef per i proprietari che affitteranno le case secondo l’Indice dei prezzi di riferimento, anche se non localizzate in zone residenziali sotto stress per l’elevata domanda.

Nel mirino del Governo di Madrid c’è anche l’acquisto di case da parte di stranieri extracomunitari non residenti in Spagna: l’obiettivo è quello di limitarlo con un drastico giro di vite a livello fiscale con una tassazione che potrà arrivare fino al 100% del valore dell’immobile. “E’ una misura inedita che però si applica già altrove, come in Danimarca e in Canada e che consideriamo adeguata e necessaria”, ha detto Sanchez. Solo nel 2023, ha ricordato, gli stranieri extracomunitari hanno comprato in Spagna 27mila case e appartamenti, “non per viverci ma per speculare”: “le nostre case non possono servire come asset finanziari o come un deposito bancario” ma come alloggi “per gli spagnoli e i migranti che vengono a lavorare” nel Paese, ha detto Sanchez.

“Oggi – ha denunciato il premier spagnolo –  vengono messe sul mercato solo 90.000 case, mentre il Paese registra 300.000 nuove case all’anno. Abbiamo solo il 2,5% di alloggi pubblici. Siamo molto indietro rispetto ad altri Stati membri” dell’Unione europea, “come la Francia, che ha il 14%” di alloggi sociali, “o i Paesi Bassi, che ne hanno 34%”. Siamo di fronte “a problemi gravi e seri che richiedono una risposta decisa”, una netta inversione di marcia rispetto alla “politica nefasta” del Partito Popolare che ha frenato la costruzione di alloggi pubblici aprendo alla speculazione”. 

 

 

 

Argomenti

Argomenti

Accedi