TESTO E PRIME AUDIZIONI
Infrastrutture subacquee, un’Agenzia per la sicurezza delle attività: 16 milioni per 2026 e 2027, poi 6,5 all’anno dal 2028
Il ddl prevede la creazione di otto uffici, personale anche dalla Difesa, tandem con la Marina Militare e il Polo nazionale subacqueo per sviluppare nuove tecnologie.
Un’agenzia per la sicurezza delle attività sottomarine in grado di cooperare con altre istituzioni ed enti per garantire che tutte le attività subacquee vengano svolte in totale conformità, promuovendo anche lo sviluppo e l’applicazione di nuove tecnologie: è quanto prevede un ddl in discussione al Senato in commissione ambiente. E di cui ieri si è tenuto un primo round di audizioni.
Partendo dal testo del disegno di legge, questa agenzia “con sede in Roma” si occuperà in autonomia di coordinare “in raccordo con il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale e il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, la cooperazione internazionale ed europea nella materia subacquea”. E coordinerà e controllerà le attività sottomarine civili, evitando interferenze con quelle di polizia e militari. Concorrendo, tra l’altro, alla “promozione (…) dello sviluppo di competenze e capacità, tecnologiche e scientifiche in materia subacquea”. In questo senso può prescrivere “l’installazione su infrastrutture e mezzi che afferiscono alla dimensione subacquea, di apparati, strumenti di misura e sensori, con riferimento alle migliori tecnologie disponibili, per il monitoraggio sismico, ambientale, di sicurezza e la rilevazione di eventuali minacce, nonché la condivisione di dati e informazioni in tal modo acquisiti”. L’agenzia, poi, si avvarrà di risorse per un ammontare così distribuito: “8.671.449 euro per l’anno 2026, di cui fino ad un massimo di 2.000.000 euro per oneri in conto capitale per l’informatica, di 6.531.449 euro per l’anno 2027 e di 6.458.508 euro annui a decorrere dall’anno 2028. Ai relativi oneri, si provvede mediante corrispondente riduzione del Fondo di cui all’articolo 1, comma 200, della legge 23 dicembre 2014, n. 190“.
Sarà composta nell’organigramma da un direttore generale (ce può essere riconfermato e i cui mandati hanno durata quadriennale) e un Collegio dei revisori dei conti (con compensi annui fino a 60mila euro) e poi “fino ad un numero massimo di due uffici di livello dirigenziale generale, nonché fino ad un numero massimo di sei uffici di livello dirigenziale non generale”.
Quanto alle infrastrutture in sé, poi, l’agenzia opererà in tandem con la Marina militare, le Capitanerie di porto e la Guardia di Finanza. Con il Polo nazionale della dimensione subacquea, poi, verrà promosso lo sviluppo delle nuove tecnologie marine (art. 17). Il testo poi disciplina in dettaglio anche l’attività dei lavoratori subacquei e iperbarici professionali. Nel capitolo dedicato alle imprese del settore, invece, quelle “che svolgono attività subacquee e iperbariche in violazione delle regole tecniche di cui all’articolo 25 sono sottoposte alla sanzione amministrativa pecuniaria del pagamento di una somma da 500 euro a 1.500 euro”.
Intervenendo ieri in audizione, Francesca Massara di Terna ha chiesto “di prevedere che la nuova agenzia per la sicurezza delle attività subacquee concorra a definire con il supporto dei gestori delle infrastrutture interessate il percorso dei cavi da posare sulla piattaforma continentale nazionale, definendo i criteri da osservare già nelle fasi iniziali di studio dei progetti. Inoltre – ha aggiunto – sarebbe auspicabile, per gli interventi di manutenzione necessari all’esercizio in sicurezza del servizio pubblico elettrico, prevedere la possibilità di procedere alle attività in acqua immediatamente dopo la comunicazione all’agenzia in ragione del carattere di urgenza e indifferibilità degli interventi funzionali al mantenimento del servizio”. Terza proposta: “attribuire all’agenzia un ruolo di facilitazione nella definizione di soluzioni tecniche per regolamentare le interferenze tra infrastrutture subacquee quando nuove opere interferiscono con cavi elettrici già autorizzati e le modalità di attraversamento e affiancamento non sono state preventivamente regolamentate”. Per ricordare, a oggi sono sette i collegamenti sottomarini di Terna in esercizio. Il Sa.Co.I. 2 che collega Toscana, Corsica e Sardegna, l’interconnessione tra l’Italia e la Grecia, il Sa.Pe.I tra il Lazio e la Sardegna, il cavo Sorgente-Rizziconi tra la Sicilia e la Calabria, la linea tra Capri e Sorrento, l’interconnessione tra Italia e Montenegro e, in ultimo, il collegamento tra Piombino e l’Isola d’Elba. Il Sa.Pe.I. è il più profondo tra i collegamenti in esercizio, toccando i 1.640 metri di profondità. Una volta operativo, il Tyrrhenian Link supererà questo record, raggiungendo i 2.150 metri di profondità.
Per Pierroberto Folgiero, ad di Fincantieri, “c’è il tema di cosa si può e non si può fare al di fuori dalle acque territoriali, che è un tema di sicurezza molto importante, e il tema di ciò che si può fare dentro le acque territoriali che è un tema di regolamentazione nazionale. Si deve iniziare a inquadrare questo nuovo mondo, a definire le zone che possono essere dedicate a queste attività e a definire gli obblighi di sicurezza di queste infrastrutture di interesse generale”. Mentre per il presidente del Cluster Big (Cluster tecnologico nazionale economia del mare), Giorgio Ricci Maccarini, occorre “inserire tra le funzioni dell’agenzia il supporto alla definizione e all’attuazione di programmi nazionali e regionali di ricerca industriale e sviluppo sperimentale in ambito subacqueo. Inoltre proponiamo di specificare che l’agenzia promuove la partecipazione dell’industria nazionale e degli organismi di ricerca a programmi, anche nell’ambito di bandi nazionali ed europei, favorendo la costituzione di partenariati pubblico-privati per la sperimentazione e la validazione di nuove tecnologie”.