LA GIORNATA
Dazi, la Ue punta all’intesa. Calviño (Bei): la guerra non giova a nessuno
- Cina, von der Leyen: riequilibrare le relazioni economiche
- Bankitalia: nel secondo trimestre imprese meno pessimiste ma il 32% teme i dazi
- Accordo tra Cdp e Assifact: un miliardo per pmi e mid-cap
- Genova, Mit: si va avanti nella realizzazione di Skymetro, i 398 milioni stanziati non possono essere destinati ad altre opere
- Pnrr, al via i lavori per l’impianto di idrogeno verde di Porto Marghera
IN SINTESI
“Finora abbiamo lavorato tenendo conto della scadenza di luglio. Ora che gli Stati Uniti hanno rinviato questa scadenza al 1° agosto, abbiamo più di tempo, ma da parte nostra rimaniamo concentrati a raggiungere una soluzione negoziale per evitare altre tensioni”. Lo ha detto il commissario europeo per l’Economia, Valdis Dombrovskis, parlando nella conferenza stampa al termine dell’Ecofin sul rinvio della data di applicazione dei dazi da parte degli Stati Uniti sull’import dall’Ue. “La scorsa settimana si sono svolti intensi negoziati per l’accordo di principio e sono stati compiuti progressi in tal senso, stiamo proseguendo i negoziati sia politici sia tecnici sulla sostanza”, ha proseguito. “Quanto prima riusciremo a raggiungere gli accordi, tanto meglio sarà, perché questo eliminerà l’incertezza che circonda le questioni tariffarie e che, in effetti, vediamo pesare sull’economia e anche sulle decisioni di investimento delle imprese”, ha aggiunto. La ministra dell’Economia danese, Stephanie Lose, parlando a nome della presidenza di turno del Consiglio Ue, ha affermato che “la Commissione europea ha gestito la questione dei dazi in modo molto intelligente”. Ora, “dobbiamo mantenere aperto il dialogo con gli Stati Uniti, non inasprire i toni e cercare di trovare soluzioni, e sono molto fiduciosa che questo sarà l’approccio anche in futuro”. “Continuiamo a impegnarci, a stretto contatto con le nostre controparti statunitensi, sui dazi imposti sui beni europei. Voglio assicurarvi che stiamo lavorando a pieno regime per garantire soluzioni negoziali eque e reciprocamente vantaggiose. Ma dobbiamo essere preparati per tutti gli esiti ed essere pronti a riequilibrare se necessario”, ha detto il commissario al Commercio Maros Sefcovic , responsabile dei negoziati con gli Usa, in un intervento alla plenaria del Parlamento europeo.
Per la presidente della Banca europea degli Investimenti Nadia Calvino. “il continuo cambiamento di posizione sul rinvio della data in cui le tariffe dovrebbero entrare in vigore conferma che una guerra commerciale non giova a nessuno”. “Da parte dell’Unione europea abbiamo tutto l’interesse a trovare un buon risultato che continui a preservare il libero scambio, che continui a rinsaldare il potere dell’Ue come potenza commerciale in tutto il mondo, che costruisca anche nuovi partenariati in tutto il mondo e che continui a promuovere la competitività, la crescita e la prosperità dell’Ue e dei nostri partner in tutto il mondo, In un contesto geopolitico sempre più volatile e pieno di incertezze, l’Europa è davvero un faro di stabilità, credibilità, calma e fiducia, e questo ci offre un’opportunità unica di attrarre talenti e investimenti”, ha detto ancora Calvino.
Cina, von der Leyen: riequilibrare le relazioni economiche
Occorre “riequilibrare le nostre relazioni economiche con la Cina”. La Cina “sta registrando il più grande surplus commerciale nella storia dell’umanità. L’anno scorso il suo surplus commerciale con l’Unione ha superato i 300 miliardi di euro. E questo mentre per le aziende europee diventa sempre più difficile fare affari in Cina. I nostri prodotti sono sistematicamente discriminati negli appalti pubblici, a causa della politica ‘Buy China’ di Pechino. I beni e i servizi ‘made in China’ ottengono automaticamente un vantaggio di prezzo del 20% nelle gare d’appalto pubbliche. Questo non è affatto giusto. Il sistema è esplicitamente truccato”. Lo ha detto la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, durante il dibattito sulle relazioni con la Cina alla plenaria di Strasburgo. Von der Leyen ha quindi ricordato la contromisura adottata dall’Ue per riequilibrare il mercato degli appalti pubblici per i dispositivi medici. “L’Europa rimane fondamentalmente aperta, ma la maggior parte delle nostre aziende sta rapidamente perdendo quote di mercato in Cina. Vogliamo vedere progressi tangibili sulle nostre richieste di accesso al mercato, avanzate da tempo”, ha detto la presidente della Commissione, che ha poi evidenziato anche come la sovrapproduzione cinese sia un problema che non può essere affrontato attraverso le esportazioni. “È interessante notare che in Cina è iniziato un serio dibattito sulla produzione eccessiva, sulla sottoquotazione disordinata dei prezzi e sulla distorsione del mercato. Hanno capito che una sfida interna non può essere risolta a spese di altri – ha aggiunto von der Leyen -. Voglio essere chiara: se vogliamo che il nostro partenariato vada avanti, abbiamo bisogno di un vero riequilibrio: meno distorsioni del mercato, meno sovraccapacità esportata dalla Cina e un accesso equo e reciproco per le imprese europee in Cina”.
Meloni incontra l’ad di Jp Morgan, focus su investimenti e Piano Mattei
La premier Giorgia Meloni ha ricevuto ieri a Palazzo Chigi Jamie Dimon, presidente e amministratore delegato di JP Morgan Chase. Durante l’incontro, il Presidente del Consiglio ha avuto un approfondito confronto su potenziali investimenti aggiuntivi da parte di JP Morgan Chase in settori strategici per lo sviluppo del Sistema-Italia. Ha inoltre condiviso con l’Ad Dimon le opportunità di investimento nel campo delle infrastrutture e dell’intelligenza artificiale. Nel corso della discussione, il Presidente ha presentato le priorità del Piano Mattei e l’istituzione di nuovi strumenti di finanziamento per progettualità condivise con le Nazioni africane. Ha in particolare posto l’accento sulla possibilità di co finanziare progetti nel continente, con un focus speciale sul settore energetico
Pnrr, il Consiglio Ue approva la modifica di sei Paesi
Il Consiglio Ue ha confermato la valutazione positiva della Commissione sulle modifiche dei piani di ripresa e resilienza (Pnrr) presentate da Austria, Belgio, Repubblica Ceca, Danimarca, Germania e Irlanda. I ministri dell’Economia concordano sul fatto che le modifiche mirate non incidono sulla pertinenza, l’efficacia, l’efficienza e la coerenza dei loro piani di ripresa e resilienza. Le modifiche al piano nazionale dell’Austria – pari a 4,2 miliardi di euro – riguardano 18 misure, la maggior parte delle quali riguarda l’attuazione di alternative migliori rispetto a quelle originariamente previste, con l’obiettivo di ridurre gli oneri amministrativi per le autorità e le imprese. Anche le modifiche a 13 misure del piano del Belgio – che in totale ammonta a 5,2 miliardi – hanno l’obiettivo ridurre gli oneri amministrativi. Le modifiche al piano della Repubblica Ceca – che vale 8,8 miliardi – riguardano 83 misure e sono motivate dalla riduzione degli oneri amministrativi, dall’anticipazione di alcune riforme e dall’aumento dell’ambizione di alcune misure. Nella richiesta si introduce anche una nuova misura per fornire maggiori attrezzature per la gestione dei dati agli uffici edilizi e ai comuni. La modifica al piano danese – che vale 1,8 miliardi – riguarda 15 misure e punta alla riduzione degli oneri amministrativi. Il finanziamento per un intervento legato ai terreni ricchi di carbonio sarà ridotto a causa di ritardi imprevisti. Sarà invece aumentato il finanziamento di un’azione riguardante la tassazione dei veicoli. La modifica di 14 misure del piano tedesco – che ammonta a 31 miliardi – è dovuta al fatto che la Germania ha ritenuto irrealizzabili alcune misure a causa dell’incertezza del mercato e della mancanza di domanda, e dei ritardi nella catena di approvvigionamento. L’Irlanda ha richiesto modifiche a cinque misure nell’ambito del proprio piano nazionale che vale 1,1 miliardi di euro. Riguardano anche in questo caso la riduzione degli oneri amministrativi.
Bankitalia: nel secondo trimestre imprese meno pessimiste ma il 32% teme i dazi
I giudizi delle imprese sulla situazione economica generale nel secondo trimestre dell’anno sono rimasti nel complesso sfavorevoli, ma si è ridotto sensibilmente il saldo negativo fra i giudizi di miglioramento e peggioramento. Rispetto al trimestre precedente sono migliorate sia le valutazioni sull’andamento delle vendite correnti, soprattutto sul mercato interno, sia le prospettive sulle condizioni operative a breve termine; queste
risentono, tuttavia, degli effetti negativi dei dazi imposti dagli Stati Uniti. E’ quanto emerge dall’indagine condotta dalla Banca d’Italia tra il 19 maggio e il 12 giugno 2025 presso le imprese italiane dell’industria e dei servizi con almeno 50 addetti. A temere l’impatto dei dazi è il 32 per cento delle imprese della manifattura e il 12 per cento di quelle dei servizi hanno segnalato ripercussioni negative riconducibili agli annunci e all’applicazione dei dazi statunitensi. Per il terzo trimestre le imprese si attendono una crescita dell’occupazione in tutti i comparti. Anche le valutazioni sulle condizioni per investire sono state meno sfavorevoli. Le imprese hanno riportato attese di una crescita degli investimenti nel 2025 lievemente più sostenuta rispetto a quanto rilevato nella scorsa primavera. Il saldo tra i giudizi favorevoli e quelli sfavorevoli sulle condizioni per investire è migliorato a -12 punti percentuali, da -17, riportandosi sui valori della fine dello scorso, restando negativo in tutti i comparti di attività. Il miglioramento ha riguardato in misura maggiore le imprese dei servizi, dove il saldo è risalito a -10 punti da -17, e quelle più piccole. Nel complesso la spesa per investimenti fissi è prevista in espansione nel 2025, con un saldo tra valutazioni di aumento e di diminuzione salito a 17 punti percentuali da 13 in marzo. Nelle costruzioni l’incremento del saldo è stato di 8 punti (a 18), mentre miglioramenti più contenuti si sono registrati tra le aziende dei servizi (a 18, da 14) e dell’industria in senso stretto (a 13, da 11). I giudizi riguardanti l’accesso al credito nel secondo trimestre sono marginalmente migliorati. Rispetto all’indagine precedente i prezzi praticati dalle imprese negli ultimi 12 mesi sono saliti a un ritmo contenuto e pressoché invariato, sia nell’industria sia nei servizi; nei prossimi 12 mesi i prezzi rallenterebbero in tutti i comparti. Le aspettative delle imprese sull’inflazione al consumo sono aumentate di poco su tutti gli orizzonti di previsione, collocandosi al 2,0 per cento sugli orizzonti a 6, 12 e 24 mesi.
Accordo tra Cdp e Assifact: un miliardo per pmi e mid-cap
Un miliardo di euro per sostenere il sistema produttivo italiano favorendo l’accesso al credito e il rafforzamento della liquidità delle imprese più piccole. È quanto previsto dalla nuova Convenzione sottoscritta tra Cassa Depositi e Prestiti e Assifact, l’Associazione Italiana per il Factoring. Grazie all’accordo annunciato oggi, Cdp metterà a disposizione un plafond dedicato al factoring a cui potranno accedere banche e intermediari finanziari per acquisire i crediti commerciali dalle imprese, potendo così erogare tramite la provvista Cdp un finanziamento a fronte del credito ceduto. L’iniziativa consentirà in questo modo a PMI e Mid-Cap di ottenere nuova finanza per esigenze di breve periodo ma anche per avviare nuove attività. L’impegno di Cdp e Assifact a supporto del mercato del factoring rappresenta una modalità concreta per rispondere efficacemente alle esigenze di capitale circolante delle aziende e dare un sostegno reale allo sviluppo economico del Paese. L’operazione è in linea con gli obiettivi del Piano Strategico 2025-2027 di Cdp che puntano a favorire la competitività delle imprese italiane attraverso strumenti a supporto dei fabbisogni finanziari di breve termine e un miglioramento dell’accesso al credito, in particolare per le PMI. Dal 2009, grazie ai “Plafond di liquidità”, CDP ha messo a disposizione delle banche e degli intermediari finanziari 30 miliardi per favorire la crescita e gli investimenti di oltre 75.000 aziende. Livio Schmid, Responsabile Istituzioni Finanziarie di Cdp, ha dichiarato: “La convenzione siglata oggi rappresenta un ulteriore elemento a conferma del ruolo di Cassa Depositi e Prestiti sempre più orientato verso lo sviluppo delle imprese di minori dimensioni, che costituiscono una componente essenziale del sistema produttivo italiano. Attraverso strumenti come il Plafond Factoring, CDP, grazie alla collaborazione con Assifact, faciliterà l’accesso a nuove risorse finanziarie, promuovendo competitività, innovazione e capacità di investimento delle imprese, con l’obiettivo di contribuire in maniera sempre più incisiva allo sviluppo sostenibile e duraturo del Paese”. “Il factoring – sottolinea Alessandro Carretta, Segretario Generale Assifact – rappresenta uno straordinario strumento di gestione finanziaria per le imprese, che ha saputo mantenere negli anni, anche nelle fasi congiunturali più complesse, un impegno costante per il finanziamento e la gestione del capitale circolante delle imprese. Grazie allo smobilizzo dei crediti commerciali, le imprese possono fruire di liquidità immediata, migliorare il cash flow e concentrarsi sulla crescita, riducendo il rischio legato ai ritardi nei pagamenti e alle insolvenze. Questa convenzione con Cdp rappresenta un ulteriore passo avanti per valorizzare il ruolo strategico del factoring a sostegno della crescita delle imprese italiane, in particolare quelle di minori dimensioni, favorendo l’accesso al credito”.
Fs, Tanzilli: negli investimenti per 100 miliardi del Piano rigenerazione urbana e valorizzazione dei territori
«Il piano strategico del Gruppi Fs prevede investimenti di 100 miliardi in cinque anni. Questi investimenti sono stati pianificati nel Piano Strategico 2025-2029 poiché la realizzazione di infrastrutture di questo tipo richiede tempi maggiori. Allo sviluppo infrastrutturale del Paese si affiancano necessari interventi di rigenerazione urbana e progetti per la valorizzazione dei territori». A sottolinearlo è stato il presidente del gruppo Fs Tommaso Tanzilli intervenuto ieri a L’italia che abiteremo, evento di Remind ideato con lo scopo di definire linee guida e pratiche per il benessere e la sicurezza di famiglie e imprese. «L’Italia deve affrontare la necessità di rigenerazione degli immobili, soprattutto nelle grandi realtà urbane, principalmente a causa della loro età – ha dichiarato Tanzilli – inoltre, il Paese necessita di un impulso significativo sulle infrastrutture ferroviarie specialmente per via della sua orografia montuosa e della storica prevalenza del trasporto su gomma rispetto al ferro». Il Gruppo FS è costantemente impegnato nella rigenerazione urbana delle città attraverso la società Fs Sistemi Urbani che «gestisce immobili nelle città, trasformando spazi inutilizzati come lo scalo Farini di Milano in luoghi di attrazione e servizi, contribuendo alla rigenerazione urbana e al sostegno a eventi come le Olimpiadi e le Paralimpiadi invernali Milano Cortina 2026”, ha spiegato. “Attualmente sono attivi circa 1200 cantieri, con 500 dedicati alla manutenzione ordinaria e il resto a nuove infrastrutture, inclusi lavori per l’upgrade tecnologico», ha detto. “Tra i progetti di alta velocità in corso e in progettazione, ci sono la Napoli-Bari, la Salerno-Reggio Calabria e il miglioramento del passaggio a Firenze, che ridurranno notevolmente i tempi di viaggio tra le principali città italiane». Inoltre, “è in atto un progetto del Gruppo FS per valorizzare le stazioni ferroviarie di piccoli centri con meno di 15 mila abitanti, trasformandole in poli multifunzionali con servizi come farmacie, ambulatori e spazi di coworking per contrastare lo spopolamento».
Bankitalia: le aziende più inquinanti sempre più a rischio fallimento
L’Accordo di Parigi del 2015 ha rappresentato un punto di svolta nella relazione tra emissioni e rischio di credito: successivamente a quell’accordo la correlazione statisticamente tra livelli delle emissioni ed EDFs è divenuta positiva e statisticamente significativa. In questo contesto, le aziende più inquinanti sono sempre di più a maggior rischio di fallimento e la probabilità è cresciuta proprio a valle di quella intesa. E’ quanto emerge da uno studio della Banca d’Italia. Scomponendo le EDFs nelle loro componenti fondamentali, la maggiore volatilità degli attivi viene identificato come il principale canale attraverso cui il rischio di transizione incide sul rischio di credito per le imprese ad alte emissioni. L’analisi contribuisce a chiarire i meccanismi che collegano il rischio climatico di transizione al rischio finanziario. I risultati si mostrano robusti rispetto a diverse specificazioni del modello, variabili di controllo e aree geografiche, e indicano che i rischi finanziari legati al clima hanno assunto una crescente rilevanza per i mercati del credito. “Le aziende con maggiori emissioni hanno aumentato le probabilità di default rispetto ad altre con lo stesso rating creditizio”, rendendo così più importanti le misure per la transizione adottate dalle stesse imprese. Secondo l’analisi, un fattore importante è dato anche dalle normative locali con differenze fra Europa e Usa ad esempio, dove incidono le regole più stringenti nell’Unione. Lo studio conclude come al momento non sia possibile dare una “precisa quantificazione” della magnitudo degli effetti sul credito, calcolo che forse sarà possibile nei prossimi anni l lavoro analizza la relazione tra rischio di transizione climatica e rischio di credito esaminando le emissioni di carbonio delle imprese e le Expected Default Frequencies (EDFs) stimate da Moody’s.
Genova, Mit: si va avanti nella realizzazione di Skymetro, i 398 milioni stanziati non possono essere destinati ad altre opere
Il ministero delle Infrastrutture e Trasporti ribadisce l’importanza di proseguire con l’iter della realizzazione del progetto Skymetro in Valbisagno, rispettando i tempi previsti dal cronoprogramma. E’ quanto è stato ribadito nel corso dell’incontro tra gli uffici tecnici del Mit e una delegazione del Comune di Genova guidata dal vice sindaco Alessandro Terrile. Durante il colloquio, riferisce il Mit, è stato sottolineato che i 398 milioni di euro stanziati sono vincolati esclusivamente a questo specifico intervento e non possono essere destinati ad altre opere. Il progetto, approvato all’unanimità dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, risponde a criteri di compatibilità ambientale e sostenibilità. Il completamento dell’iter autorizzativo e la successiva assegnazione dell’appalto entro la fine del 2025 sono passaggi cruciali per evitare il rischio di perdere il finanziamento. Il Mit conferma che modifiche alla progettazione potrebbero compromettere la disponibilità dei fondi, con conseguente riassegnazione delle risorse a progetti alternativi a livello nazionale. L’obiettivo resta quello di garantire la realizzazione di un’opera che risponda ai massimi standard di sicurezza. Si invita, pertanto, l’amministrazione comunale di Genova a rispettare gli impegni presi, affinché il progetto possa proseguire senza indugi. Il Mit proseguirà nell’operare in stretta collaborazione con le autorità locali per garantire il rispetto delle prescrizioni tecniche e ambientali necessarie, nell’ambito di un processo che è pronto per entrare nella fase operativa.
Infrastrutture, Morelli: bene l’approvazione dell’emendamento sul Monitoraggio Grandi Opere
“Grande soddisfazione per l’approvazione dell’emendamento a prima firma Raimondo al Decreto-Legge Infrastrutture, che assicura la continuità operativa e funzionale del Sistema di Monitoraggio Grandi Opere (MGO), uno strumento fondamentale per il controllo finanziario e la trasparenza nella realizzazione delle infrastrutture strategiche del Paese”. Lo dichiara il Sottosegretario di Stato con delega al Cipess, Alessandro Morelli, commenta l’approvazione in Parlamento del provvedimento che “garantisce al Dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica (DIPE) le risorse necessarie per subentrare nella conduzione informatica e nella manutenzione della piattaforma”.
“Il Sistema MGO rappresenta un presidio essenziale di legalità e tracciabilità lungo tutta la filiera delle grandi opere – prosegue il senatore – consentendo un monitoraggio in tempo reale dei flussi finanziari e dei soggetti coinvolti nei progetti strategici, come quelli del PNRR e, più recentemente, degli interventi legati ai Giochi Olimpici e Paralimpici Invernali Milano-Cortina 2026. L’approvazione dell’emendamento rappresenta dunque un passaggio fondamentale per salvaguardare l’efficienza e la continuità di questa infrastruttura digitale, ampliandone ulteriormente le funzioni e rafforzando il ruolo di coordinamento della Presidenza del Consiglio dei ministri nella supervisione delle opere pubbliche più rilevanti per il futuro del Paese”, conclude Morelli.
Pnrr, al via i lavori per l’impianto di idrogeno verde di Porto Marghera
“Al via i lavori per l’impianto di idrogeno verde della Hydrogen Valley di Porto Marghera realizzato dal Gruppo Sapio. Finanziato con 17,4 milioni di euro PNRR”. Lo annuncia su X il ministro per gli Affari Ue, Tommaso Foti. “Questa è la transizione ecologica che ci piace: crea posti di lavoro e tecnologie pulite. Il PNRR prende vita, l’Italia cresce”, afferma.
Porti, verso la nomina di Cuccaro a nuovo presidente dell’AdSP del Mar Tirreno Centrale
Il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha avviato l’iter conclusivo per la nomina del nuovo presidente dell’Autorità di sistema portuale del Mar Tirreno Centrale, che comprende gli scali di Napoli, Salerno e Castellammare di Stabia. Con una comunicazione formale inviata al presidente della Regione Campania, il MIT ha proposto la designazione di Eliseo Cuccaro. La lettera, firmata dal ministro Matteo Salvini, rappresenta una tappa decisiva nel procedimento: la Regione dovrà ora esprimere il proprio parere sulla proposta, che sarà successivamente trasmessa alle competenti Commissioni parlamentari per il parere finale.
Aeroporti, Save presenta ai parlamentari i piani di sviluppo di Brescia Montichiari
Un approfondimento sulle attività e i progetti di sviluppo dell’aeroporto di Brescia Montichiari: è stato questo l’obiettivo della visita della delegazione parlamentare guidata dal presidente della Commissione Trasporti della Camera, Salvatore Deidda, che si è svolta il 7 luglio presso lo scalo. Il management del Gruppo Saveme di Catullo, alla presenza di una rappresentanza dell’associazione nazionale Aeroporti 2030 e della Direzione Territoriale di ENAC, ha presentato agli ospiti il piano di sviluppo delineato nel Master Plan al 2030 dal valore complessivo stimato di 100 milioni di euro, approvato in via definita il 29 maggio 2025, al termine di un lungo iter burocratico durato circa dieci anni. Presenti il sindaco di Montichiari, rappresentanti della Provincia e della Regione e delle categorie economiche. Alla presentazione è seguita una visita all’infrastruttura comprendente sia gli spazi operativi e logistici, che il piazzale aeromobili. Posizionato al centro di un bacino industriale tra Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna che genera oltre il 50% dell’export italiano, Montichiari è l’unico scalo nazionale individuato nel Piano Nazionale degli Aeroporti in via d’approvazione come aeroporto totalmente dedicato all’attività cargo. Hub di Poste Italiane e gateway di DHL, con un mix di spedizioni composto principalmente da beni industriali e macchinari, agroalimentare, aerospace e difesa, nel 2024 l’aeroporto ha gestito complessivamente 38.500 tonnellate di merce. Con l’approvazione del Master Plan, il gestore dello scalo potrà finalmente realizzare appieno le infrastrutture necessarie all’ulteriore sviluppo del traffico cargo, intercettando anche quei flussi oggi diretti via strada su aeroporti del Nord Europa, a favore della crescita economica del territorio servito e dell’intero Paese. La proiezione di crescita al termine del Master Plan è di un raddoppio dei volumi ad oggi trasportati. Nel frattempo, a partire dal 2015, in attesa del via libera al piano di sviluppo, il Gruppo ha già realizzato investimenti per circa 20 milioni di euro, destinati principalmente alla riqualifica della pavimentazione di pista, alla realizzazione del magazzino e-commerce, dell’hangar e magazzini. In questa stessa ottica di anticipazione, ove possibile, delle opere previste nel Master Plan, sono attualmente in corso i lavori di un nuovo magazzino di circa 4.500 mq, disponibile entro la prima metà del 2026, e di un secondo magazzino di 10.000 mq, utilizzabile dai primi mesi del 2027. In tutto l’arco del Master Plan saranno inoltre eseguiti tutti i lavori a supporto dell’operatività, relativi a illuminazione, impianti, manutenzioni straordinarie, ponendo un’attenzione trasversale alla sostenibilità.
Accordo tra Saipem e Luiss per ricerca e formazione sul futuro dell’energia
Saipem e l’Università Luiss Guido Carli hanno siglato un accordo di collaborazione triennale per promuovere iniziative congiunte nei campi della ricerca, della formazione e dell’avvicinamento dei giovani al mondo del lavoro. L’accordo è stato annunciato ieri a Roma, presso il campus Luiss di viale Pola, in occasione di un incontro tra il Rettore dell’Ateneo, Paolo Boccardelli, il Presidente di Saipem, Elisabetta Serafin e Massimiliano Branchi, Chief People, HSEQ and Sustainability Officer di Saipem. L’intesa si propone di consolidare il legame tra mondo accademico e quello aziendale, con particolare attenzione ai temi legati al futuro dell’energia, allo sviluppo sostenibile e al mondo del lavoro. Sono previsti, infatti, progetti di ricerca congiunti, laboratori, visite e tirocini formativi messi a disposizione da Saipem agli studenti Luiss per consentire loro di svolgere prime esperienze professionali di alto livello. L’accordo prevede, inoltre, il coinvolgimento diretto dei professionisti dell’azienda con testimonianze e interventi mirati all’interno dell’attività accademica, nonché la possibilità, per le risorse Saipem di partecipare a corsi di alta formazione erogati dalle School della Luiss e dalla Luiss Business School.
Ey: Italia più attrattiva per gli investimenti esteri, +5% nel 2024
Crescono del 5% degli investimenti diretti esteri (IDE) in Italia nel 2024, rispetto al 2023, con 224 progetti di IDE annunciati nel 2024, rispetto ai 214 dell’anno precedente. E’ quanto risulta dalla nuova edizione dellìEy Attractiveness Survey Italy. Questo dato rappresenta una controtendenza rispetto al contesto europeo, dove si è registrato un calo del 5% per il 2024, dopo un analogo dato registrato nel 2023, ad evidenziare le difficoltà del nostro Continente a
rimanere attrattivo per localizzazione di IDE. La quota di mercato cresce al 4,2%, posizionando l’Italia al settimo posto della graduatoria europea, avanzando di due posizioni rispetto all’anno precedente. Le prime tre economie europee, Francia, Regno Unito e Germania, sebbene le rispettive riduzioni in termini di IDE del -14%, -13% e -17%, continuano ad attrarre la maggior parte dei flussi di IDE, rappresentando quasi la metà, il 46%, del totale europeo. Seppure gli Stati Uniti rappresentino ancora il primo paese di provenienza di investimenti diretti esteri in Italia, la loro quota di mercato è scesa dal 19% del 2023 al 16% del 2024; si rafforza la provenienza europea degli operatori che investono in Italia, con un notevole incremento dei flussi dalla Germania, la cui quota ha raggiunto il 14% del totale. Seguono la Francia (13%), il Regno Unito (11%) e la Svizzera (9%). Anche in Europa continua l’incremento degli investimenti da parte di capitali regionali, con una crescita della quota di mercato del 5% dal 2015, mentre la quota di investimenti provenienti dagli Stati Uniti è diminuita del 6% nello stesso periodo. Questa tendenza si è ulteriormente accentuata dall’inizio della guerra in Ucraina, dal momento che l’incertezza globale e le nuove priorità hanno rimodellato i modelli di investimento transfrontaliero. Per quanto riguarda le funzioni aziendali coinvolte nei processi di investimento mappati nel 2024, i servizi B2B sono in crescita, mentre gli investimenti in ricerca e sviluppo e nei processi produttivi rimangono stabili. Al contrario, si registra una diminuzione degli investimenti nella logistica, ma emergono segnali positivi per quanto riguarda i data center e gli headquarter. Per quanto riguarda i settori coinvolti, i principali sono i servizi digitali e IT, prodotti industriali e mobilità, servizi professionali che, complessivamente, coprono circa i due terzi del totale, con un numero di progetti complessivo sostanzialmente in linea con l’anno precedente.
Caro lavoro, energia fossile e burocrazia: il Consiglio Ue boccia il sistema Italia
Partnership tra Grimaldi Immobiliare e Arx Asset per un portafoglio da oltre 18 milioni di euro
Al via la nuova partnership tra Grimaldi Agency, divisione di Grimaldi Immobiliare di portfolio management, gestione e commercializzazione di nuove costruzioni, e ARX Asset Management, il servicer di Torre SGR per il recupero e la valorizzazione di asset immobiliari. Nell’ambito dell’accordo Grimaldi Agency si occupa in particolare della commercializzazione degli immobili derivati da fallimenti o ristrutturazioni aziendali valorizzati da ARX e liberi da ogni gravame e problematiche catastali. Tra i principali asset gestiti da Grimaldi Agency per conto di ARX un immobile da oltre 9 milioni di euro a L’Aquila, attualmente locato a Regione Abruzzo e all’Agenzia delle Entrate. Complessivamente il portafoglio oggetto della collaborazione ha un valore di oltre 18 milioni di euro. Grimaldi Agency è la nuova divisione di Grimaldi Immobiliare che si affianca alla divisione Franchising per rispondere alle nuove esigenze del mercato, sia residenziale sia corporate. L’Agency è in grado di supportare i clienti in tutte le fasi del processo, dalla valorizzazione alla gestione dei cantieri in corso, dalla definizione delle strategie di vendita e locazione alla componente progettuale. L’Agency si occupa in particolare di acquistare e gestire portafogli immobiliari, ottimizzando i ritorni economici, per conto di clienti istituzionali, aziende private e clienti con patrimoni elevati, ed è affiancata da oltre 180 agenzie, che permettono di garantire una presenza capillare e di distribuire gli asset immobiliari acquisiti sull’intera rete. La divisione cura anche la dismissione di asset immobiliari provenienti da società di ReoCO (Real Estate Owned Company), fondi di SGR e società in amministrazione controllata.
Accumuli, accordo Vexuvo-Contourglobal
L’accordo con ContourGlobal, che opera attualmente 5,3 GW di capacità istallata e che possiede circa 10 GW di progetti in fase di sviluppo nel mondo, comprende progetti già autorizzati, che parteciperanno all’asta Macse (Mercato delle Aste di Capacità e Servizi Energetici) in programma il prossimo 30 settembre e ulteriori iniziative in fase di sviluppo su cui le parti lavoreranno insieme nei prossimi mesi.
I progetti sono distribuiti su tutto il territorio nazionale, confermando la capacità di vexuvo di operare in maniera capillare con soluzioni tecnologiche innovative e sostenibili e rafforzando la presenza di ContourGlobal nel mercato italiano. Negli ultimi 24 mesi anche la divisione storage di vexuvo ha rafforzato il suo know how a favore di soluzioni in grado di contribuire in maniera significativa allo stoccaggio di energia, favorendo il processo di transizione energetica in Italia. Lo sviluppo di competenze tecnologiche nel campo dei Bess è stato sempre finalizzato alla valorizzazione di asset destinati alla cessione, come previsto dal piano industriale di vexuvo, il cui core business continua ad essere lo sviluppo, la costruzione e la gestione di impianti agrivoltaici. In tale contesto, Greenergy – società appartenente allo stesso gruppo – potrà affiancare i partner anche nelle fasi di progettazione esecutiva e realizzazione degli impianti, garantendo un approccio integrato lungo tutta la filiera.
Immobiliare, accordo Grimaldi-Arx Asset
Nell’ambito dell’accordo Grimaldi Agency si occupa in particolare della commercializzazione degli immobili derivati da fallimenti o ristrutturazioni aziendali valorizzati da Arx e liberi da ogni gravame e problematiche catastali. Tra i principali asset gestiti da Grimaldi Agency per conto di Arx un immobile da oltre 9 milioni di euro a L’Aquila, attualmente locato a Regione Abruzzo e all’Agenzia delle Entrate. Complessivamente il portafoglio oggetto della collaborazione ha un valore di oltre 18 milioni di euro.
Materie prime critiche, Oimce: serve sinergia per la transizione
Digitale, Eurostat: Italia fanalino su specialisti Ict
Nel 2024, le donne rappresentavano il 19,5% degli specialisti Ict impiegati nell’Ue, mentre l’80,5% era costituito da uomini. Le percentuali più basse di donne impiegate come specialisti Ict si sono registrate in Repubblica Ceca (13,0%), Malta (14,7%) e Ungheria (15,2%). D’altro canto, le quote più elevate di donne impiegate come specialiste Ict si registrano in Estonia (27,6%), Romania (27,3%) e Bulgaria (27,0%).
Data center, in Italia oltre 5 miliardi di investimenti in corso
In chiusura dei lavori il messaggio del Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha ribadito che «L’Italia è sempre più al centro dell’interesse internazionale come destinazione strategica per i data center. Con oltre 5 miliardi di euro in nuovi investimenti in corso i data center sono infrastrutture cruciali, non solo quindi, per l’intelligenza artificiale e la transizione digitale. Il Governo è impegnato nel creare un ecosistema competitivo, innovativo e sostenibile per favorirne lo sviluppo.»
Nel suo intervento Urso ha ribadito come la prossima Strategia Nazionale per i Data Center punterà su modernizzazione delle infrastrutture digitali, potenziamento della rete elettrica e sviluppo di poli tecnologici regionali, capaci di sostenere tecnologie avanzate come AI, calcolo quantistico e manifattura di nuova generazione.
Il tema dei data center è dunque centrale per la competitività industriale del Paese. Al fine di superare l’attuale disomogeneità della cornice normativa, il 19 marzo 2025 la IX Commissione Trasporti, Poste e Telecomunicazioni della Camera ha adottato un testo base unico (Delega al Governo in materia di organizzazione e potenziamento e sviluppo tecnologico dei centri di elaborazione dati) che conferisce al governo il potere di emanare specifici decreti legislativi in materia di procedure autorizzative nazionali standardizzate, supporto alle tecnologie per il recupero di energia e calore, incentivi per il riutilizzo di aree industriali dismesse e tempistiche per l’emanazione e l’attuazione dei decreti. Nonostante la complessità del quadro generale, tra il 2023 e il 2025 sono stati comunque registrati importanti progressi: la Regione Lombardia ha adottato una classificazione tecnica dei data center basata sul consumo energetico; il Ministero dell’Ambiente ha pubblicato linee guida fondate su criteri di sostenibilità e riuso di aree dismesse; e nel gennaio 2025 è stato introdotto un nuovo codice Ateco che ne riconosce il carattere strategico, distinguendoli dalle attività immobiliari e industriali tradizionali.
I data center sostengono allora il processo di trasformazione digitale del Paese, rappresentando il fondamento per lo sviluppo dei servizi cloud, alleati strategici in grado di rafforzare capacità, resilienza e sicurezza delle infrastrutture, accompagnando la digitalizzazione delle Pa e di tutto il tessuto industriale italiano.
Maria Cristina Carlini