Dati, non mattoni: il nuovo capitale dell’edilizia
Per secoli, il valore dell’edilizia è stato misurato in metri cubi di calcestruzzo, in chilogrammi d’acciaio, in tonnellate di materiali. Oggi, il vero capitale dell’ambiente costruito non è fatto di mattoni, ma di dati. In un settore che vale il 13% del PIL mondiale ma che resta uno dei meno digitalizzati, questa affermazione può sembrare provocatoria. Eppure, è già realtà.
Dal progetto all’opera: un patrimonio invisibile
Ogni edificio, ogni infrastruttura, è la somma di scelte progettuali, analisi strutturali, simulazioni energetiche, computi metrici, revisioni, modifiche, e dati di esercizio. Eppure, troppo spesso questi dati vivono in silos, su fogli Excel o in cartelle di difficile accesso. Un patrimonio invisibile e frammentato.
La trasformazione in atto nel settore delle costruzioni è profonda: stiamo passando da un’industria basata sull’opera a un’industria basata sull’informazione. Un cambio di paradigma che coinvolge committenti pubblici e privati, progettisti, produttori, imprese di costruzioni e gestori immobiliari.
Dalla quantità alla qualità: la sfida dei dati
Ma non basta “avere” i dati. Serve che siano di qualità, interoperabili e ben governati. In questo senso, il vero salto non è solo tecnologico, ma culturale. Serve una nuova consapevolezza: un dato affidabile e ben strutturato vale più di un’intera pila di documenti tecnici.
La governance dei dati diventa così il nuovo cantiere strategico: definire ruoli, responsabilità, processi e strumenti per assicurare la coerenza e l’affidabilità delle informazioni in ogni fase del ciclo di vita dell’opera. L’obiettivo? Ridurre errori, abbattere i costi di gestione, migliorare la sostenibilità e, soprattutto, creare valore duraturo.
Piattaforme digitali: il ponte tra reale e virtuale
In questo scenario, le piattaforme digitali giocano un ruolo cruciale. Metodi e strumenti di gestione informativa come il BIM (Building Information Modeling), i CDE (Common Data Environment) e i digital twin non sono più tecnologie emergenti, ma infrastrutture abilitanti. Permettono di costruire, gestire e monitorare un gemello digitale dell’ambiente costruito: un modello informativo dinamico che evolve insieme all’opera reale.
È su questo gemello che si giocano oggi le sfide più avanzate: dalla manutenzione predittiva alla simulazione di scenari, dalla gestione energetica alla resilienza urbana. È qui che il dato si fa decisione, strategia, valore.
l futuro dell’edilizia non si costruisce solo con mattoni, ma con dati affidabili, condivisi e intelligenti. In un settore sempre più complesso, la capacità di strutturare, governare e valorizzare questi dati rappresenta una leva strategica per affrontare le sfide dell’urbanizzazione, della transizione ecologica e dell’innovazione industriale. In questo scenario, l’evoluzione delle policy europee e nazionali – dai requisiti di interoperabilità al principio del digital by default – impone un cambio di passo strutturale.
L’edilizia del futuro si baserà non solo sul terreno della costruzione fisica, ma su quello – meno visibile ma decisivo – della conoscenza condivisa e regolata.
Luca Ferrari è ingegnere, Co-Founder & CEO di Harpaceas