I-COM E MICROSOFT
Data center: in Italia 15,1 miliardi al 2026. Crescono le startup IA
Secondo le elaborazioni dell’istituto guidato da Stefano da Empoli, la crescita degli investimenti nei data center si tradurrà in un aumento complessivo pari a 5,8 miliardi di euro di indotto economico per la filiera italiana e 790 milioni di euro in entrate fiscali. A livello settoriale, i comparti che beneficeranno della realizzazione delle nuove infrastrutture sono numerosi. La maggior parte delle risorse ricadrà però sulla “Fabbricazione di computer e prodotti di elettronica e ottica” (3,9 miliardi di euro).
Un’Italia sempre più artificiale. A dirlo, i dati snocciolati da I-Com, l’istituto per la competitività in uno studio realizzato con Microsoft. Nel 2024, le nuove aperture di data center hanno portato la potenza energetica complessiva a 513 MW IT, registrando un incremento del 17% rispetto al 2023. A questo si affianca una crescita consistente degli investimenti, con 5 miliardi di euro già impiegati e ulteriori 10,1 miliardi previsti nel biennio 2025-2026. Numeri positivi che testimoniano quanto si stia puntando su una catena tecnologica sempre più completa, tale da garantire la scalabilità, l’automazione del flusso di lavoro e la modularità, caratteristiche che permettono alle organizzazioni di personalizzare le soluzioni in base alle proprie esigenze specifiche.
Sempre secondo le elaborazioni I-Com, la crescita degli investimenti nei data center si tradurrà in un aumento complessivo pari a 5,8 miliardi di euro di indotto economico per la filiera italiana e 790 milioni di euro in entrate fiscali. A livello settoriale, i comparti che beneficeranno della realizzazione delle nuove infrastrutture sono numerosi. La maggior parte delle risorse ricadrà però sulla “Fabbricazione di computer e prodotti di elettronica e ottica” (3,9 miliardi di euro). Inoltre, lo studio evidenzia una forte correlazione (vicina al 90%) tra il numero di start-up innovative attive nel campo dell’intelligenza artificiale e data center presenti sul territorio nazionale, indicando possibili effetti benefici delle infrastrutture digitali sul dinamismo imprenditoriale italiano nelle tecnologie avanzate. Proprio sulle infrastrutture, I-Com avverta che l’Italia deve superare le attuali fragilità strutturali attraverso investimenti mirati che riguardino anche ricerca, formazione e politiche di supporto all’innovazione. Un ruolo chiave potrebbe essere svolto da partenariati pubblico-privati, incentivi fiscali e il potenziamento dei Digital Innovation Hub, strumenti utili ad accompagnare soprattutto le pmi verso una piena integrazione delle tecnologie Ia. Ecco perché va sviluppata una governance solida e una sinergia tra istituzioni, industria e ricerca.
Quanto all’impatto ambientale dei data center, nel 2024 hanno rappresentato circa il 3% del fabbisogno elettrico complessivo dell’Unione europea. Il consumo energetico di queste strutture si distribuisce principalmente tra apparecchiature informatiche (40-50%), sistemi di raffreddamento (30-40%) e componenti ausiliari (10-30%). Un ulteriore elemento da considerare è il consumo idrico, legato sia alla produzione di energia elettrica sia ai sistemi di raffreddamento. Come sottolinea la ricerca, paradossalmente, è oggi l’Ia stessa ad offrire una potente serie di applicazioni che possono migliorare in modo significativo gli sforzi di sostenibilità delle aziende.
Quali scenari? A livello governativo è in fase di discussione parlamentare il ddl sull’Ia che porterà all’adeguamento nazionale rispetto alle normative europee. In più, sarà finalizzata la nuova politica industriale attraverso la trasformazione del Libro Verde “Made in Italy 2030” nel Libro Bianco. Su quest’ultimo aspetto, come evidenziato nello studio, l’intelligenza artificiale può offrire un contributo significativo al raggiungimento degli obiettivi strategici individuati, a patto che tale ruolo venga pienamente riconosciuto e integrato in una visione di rafforzamento ed evoluzione del sistema imprenditoriale italiano. Sul fronte europeo, invece, secondo un nuovo rapporto scientifico del Centro Comune di Ricerca (JRC) della Commissione Europea, l’Ia Generativa (GenAI) potrebbe dare un impulso significativo all’innovazione e alla produttività in settori chiave dell’Ue, dalla sanità all’istruzione e alle industrie culturali e creative. Il rapporto di previsione evidenzia il potenziale trasformativo dell’Ia Generativa per l’innovazione, la produttività e il cambiamento sociale. Tuttavia, sottolinea anche che il suo rapido sviluppo comporta rischi trasversali, tra cui l’amplificazione della disinformazione, la distorsione algoritmica, l’interruzione del lavoro e le preoccupazioni sulla privacy, che richiedono un’attenzione urgente. Ecco perché per sfruttare i benefici di GenAI e tutelare al contempo i diritti fondamentali, è necessario un approccio politico multidisciplinare e strategico. Richiede uno stretto allineamento con le normative dell’Ue, come la legge sull’intelligenza artificiale (Ai Act) e la legislazione sui dati, nonché con le politiche di innovazione dell’Ue in materia di Ia, per garantire che GenAI rimanga affidabile, inclusiva e pienamente allineata ai valori democratici e alle normative dell’Ue.
Per Ekaterina Zaharieva , Commissaria per le Startup, la Ricerca e l’Innovazione, ”L’Europa ha il potenziale per svolgere un ruolo guida nell’Ia generativa. Con le politiche e gli investimenti giusti, possiamo stimolare la competitività e l’innovazione. La consulenza scientifica indipendente aiuta l’Ue a trarre vantaggio da una tecnologia complessa e in rapida evoluzione come l’Ia generativa”. In termini di investimenti l’impegno europeo non manca: “la Commissione – ha ricordato Zaharieva – ha lanciato una prima ondata di opportunità di finanziamento Ue con quasi 700 milioni di euro di finanziamenti per integrare l’Intelligenza Artificiale generativa in settori strategici europei come la produzione, la robotica, la salute o l’energia. Ricercatori, innovatori, aziende industriali e altri soggetti interessati entreranno a far parte di GenAI4EU, l’iniziativa faro della Commissione per promuovere l’IA generativa “made in Europe”.