investimenti su piattaforme web

Crowdinvesting: battuta d’arresto nel 2024, ma cresce l’IMMOBILIARE

Soffre il comparto equity che si riduce di un quarto, -25,5%, si salvano il comparto dei minibond (+34,5%) e quello immobiliare (+7,2%). Due le cause del calo dell’offerta secondo Giancarlo Giudici

23 luglio

23 Lug 2024 di Giusy Iorlano

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Crowdinvesting: battuta d’arresto nel 2024, ma cresce l’IMMOBILIARE

Nuova battuta d’arresto per l’industria del crowdinvesting in Italia negli ultimi dodici mesi: questa forma di investimento su piattaforme online ha registrato, per il secondo anno consecutivo, un nuovo passo indietro, con 302,35 milioni di euro raccolti (-5,3%, dopo il -1% già registrato nell’anno precedente). A segnare un brusco calo la parte equity che si riduce di un quarto, -25,5%, con un -32,6% per i progetti non immobiliari, con le campagne equity che hanno raccolto sul mercato 106,53 milioni di euro. Si salvano il comparto dei minibond (+34,5%), che addirittura supera il segmento del lending non immobiliare, e quello immobiliare (+7,2%). Il valore cumulato da quando esiste il crowdinvesting in Italia è oggi di 1,3 miliardi( escludendo le piattaforme che raccolgono prevalentemente non da Internet e quelle che prestano a persone fisiche). La fotografia del settore, con dati aggiornati al 30 giugno 2024, è emersa dal nono Report italiano sul Crowdinvesting della School of Management del Politecnico di Milano che ha evidenziato un valore medio del target di raccolta per i progetti non immobiliari nei primi sei mesi del 2024 pari a 194.233 euro e quello dei progetti immobiliari a 1.1184.833 euro. Nettamente in calo, per via del nuovo iter autorizzativo europeo che in pochi hanno già completato, il numero complessivo delle piattaforme autorizzate: a fine giugno ne risultavano 33 contro 66 dell’anno precedente, e tuttavia il secondo numero più alto in Europa dopo la Francia (56).

“Le cause del calo nella raccolta sono essenzialmente due – ha spiegato Giancarlo Giudici, direttore dell’Osservatorio Crowdinvesting – La prima è il processo autorizzativo previsto dal nuovo Regolamento Ecps (European Crowdfunding Service Providers): al 30 giugno c’erano importanti player ancora in attesa, mentre altri operatori hanno rinunciato. La seconda è il nuovo equilibrio di mercato sui tassi di interesse che ha prodotto gli effetti più evidenti nel 2023, portando gli investitori a chiedere rendimenti più elevati non sempre accettati dagli imprenditori. Vi sono però – ha aggiunto l’esperto – tutte le condizioni per un rilancio del crowdinvesting in Italia approfittando del nuovo contesto autorizzativo che vede le piattaforme equity e lending finalmente sullo stesso piano, con uno standard di requisiti e controlli più severi che gioverà al mercato e che probabilmente porterà a una ulteriore concentrazione, con un maggiore ruolo dei portali esteri in Italia e dei portali italiani all’estero”, ha concluso.

I portali autorizzati

Al 30 giugno risultavano autorizzate 33 piattaforme italiane, più una autorizzata in Spagna, contro le 66 censite l’anno precedente (molte però inattive), e tuttavia si tratta, come detto, del numero più alto in Europa dopo la Francia (56): molti player o hanno chiuso l’attività o sono ancora in attesa dell’autorizzazione necessaria per proseguire. Fra quelli autorizzati, due sono nuovi, 18 hanno chiesto di operare nel collocamento di titoli mobiliari, 9 in quello di prestiti diretti e 6 in entrambi i segmenti. Negli ultimi 12 mesi le campagne equity hanno raccolto sul mercato 106,53 milioni di euro, con un calo del 25,5% rispetto al periodo precedente (-32,6% per i progetti non immobiliari), portando la raccolta totale di capitale di rischio a 678,09 milioni di euro. Le nuove campagne sono state 161, in netta diminuzione rispetto al passato, ma il tasso di successo tendenziale è rimasto elevato, attorno al 90%. Mediamente per i progetti non immobiliari viene offerto in cambio il 4,78% del capitale e si conferma la prassi di proporre titoli senza diritto di voto sotto una certa soglia di investimento (e votanti sopra la soglia), nelle campagne immobiliari prevale invece l’offerta di quote non votanti. Fra le emittenti (che come in passato operano prevalentemente in Lombardia, seguita nel numero complessivo da Lazio, Emilia Romagna, Piemonte e Veneto, mentre al Sud le regioni più rappresentate sono la Campania e la Puglia; quanto ai settori, a svettare sono sempre i servizi di informazione e comunicazione) le pmi innovative e non, e soprattutto i veicoli di investimento, hanno guadagnato ulteriore spazio e, dato inedito, le startup innovative sono scese sotto il 50% (43%). Sono 53 le imprese che hanno fatto una campagna di equity crowdfunding per la prima volta negli ultimi 12 mesi.

La piattaforma che ha finalizzato e raccolto più capitale di rischio dall’inizio dell’attività è Mamacrowd, con 176,67 mln (46,02mln nell’ultimo anno), seguita da Walliance con 113,48mln. Quella che ha pubblicato più campagne in totale è CrowdFundMe (257), ma negli ultimi dodici mesi il record spetta a Mamacrowd (51). Per quanto riguarda il collocamento di minibond leader è Fundera e tra giugno 2023 e giugno 2024 a sono state concluse 19 campagne con una raccolta pari a 28mln. Tra le piattaforme crowd che prestano a persone fisiche rimane attiva in Italia solo Talents Venture.

Le piattaforme attive sui prestiti diretti alle imprese hanno raccolto negli ultimi mesi 167,82 milioni di euro (+7,7% rispetto all’anno precedente) con un ottimo incremento dei progetti immobiliari, portando la raccolta complessiva a 504,65 milioni. Le campagne chiuse negli ultimi 12 mesi sono 515, con un tasso di insuccesso dell’1%. Il valore medio del target di raccolta è di 282.212 euro, il taglio minimo di investimento è più basso rispetto alle campagne equity. La scadenza del prestito richiesto è in media intorno a 15 mesi con rimborso quasi sempre bullet. Il tasso di interesse medio annuo è salito nel primo semestre 2024 al 9,82%. Leader di mercato negli ultimi 12 mesi è senza dubbio Recrowd con 73,60 milioni di euro raccolti (e un cumulato di 158,25 milioni), ma Trusters è la piattaforma che ha pubblicato più campagne, 82.

L’industria del real estate sale a oltre 190 milioni

L’industria del real estate crowdfunding negli ultimi 12 mesi è stata fondamentale nel sostenere il mercato del crowdinvesting in Italia. Tipicamente si tratta di progetti di breve-medio termine che mirano a riqualificare, o realizzare ex novo, e successivamente cedere proprietà immobiliari: il crowdfunding ha un importante ruolo di boost nel finanziamento iniziale grazie alla rapidità di raccolta e all’assenza di garanzie reali. I progetti finanziati nell’ultimo anno in questo comparto hanno raccolto 191,56 milioni di euro, +7,2% rispetto al periodo precedente. Viaggia a buon ritmo la parte dei progetti lending (143,41 milioni, +20,9%) mentre soffre la parte dei progetti equity (48,15 milioni, -14,7%). Il primo semestre 2024 ha fatto registrare il record storico di raccolta. Il rendimento medio annuale offerto è stabile nel primo semestre 2024 al 13,22% per le offerte equity ed è invece leggermente salito per le offerte lending (10,01%).

Una possibile spiegazione per i ricercatori potrebbe essere legata al fatto che gli imprenditori non sono disposti a sopportare un costo del capitale ‘troppo’ elevato; in un contesto in cui comunque l’offerta di capitale sul mercato è buona (anche se non ai livelli di entusiasmo del passato) è possibile trovare investitori che si accontentano di rendimenti non molto più alti rispetto a quelli del 2021. Dall’altra le piattaforme hanno introdotto modalità più favorevoli per gli investitori senza gravare sul costo del capitale direttamente, come il pagamento anticipato degli interessi in rate mensili o trimestrali per il lending, o clausole di liquidation preference per l’equity.

La Figura 5.4 riporta le durate attese dei progetti. Per il lending crowdfunding immobiliare si osserva un lento incremento della durata media a preventivo dei progetti che ha superato i 13 mesi nella prima metà del 2024. L’equity immobiliare, al contrario, ha visto una riduzione in termini di durata media attesa dei progetti, che si è assestata negli ultimi anni intorno ai 21 mesi e mezzo. Per quanto riguarda i rendimenti a consuntivo, alcune piattaforme sono molto trasparenti e riportano anche per i non-investitori le informazioni dettagliate su ritardi nei rimborsi, insolvenze e rendimenti a consuntivo; altre invece sono meno solerti. Negli ultimi 12 mesi gli episodi di negatività sono incrementati, anche per le difficoltà che i cantieri hanno registrato nel 2022 e nel 2023 a causa dell’aumento inatteso dei costi e dei problemi di approvvigionamento dei materiali legati al Superbonus.

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