CENTRO ITALIA

Cratere, contributo maggiorato del 10% a chi ricostruisce con il legno

Il commissario straordinario al Cratere sisma 2016 del centro Italia, Guido Castelli, ha firmato un’ordinanza per favorire la realizzazione di strutture portanti in legno, nel caso di demolizione con ricostruzione di edifici di privati con danni gravi e strutturalmente compromessi. L’obiettivo è valorizzare “un materiale sostenibile e antisismico che, in quell’area di otto mila chilometri quadrati, rappresenta la risorsa locale più importante”. Le analisi di Symbola/Ifel sulle potenzialità economiche e occupazionali dei boschi dei comuni del cratere e quelle di FederlegnoArredo sulla filiera. Lo stato della ricostruzione.

20 Mar 2025 di Giorgio Santilli

Condividi:

Il commissario straordinario alla ricostruzione nel Cratere del centro Italia, Guido Castelli, ha firmato un’ordinanza che prevede una maggiorazione del 10%, rispetto al contributo ordinario, per la realizzazione di strutture portanti in legno, nel caso di demolizione con ricostruzione di edifici di privati con stato di danno L4 (danni gravi, strutturalmente compromessi). Questa azione, cui ne seguiranno altre, “è volta a valorizzare un materiale sostenibile e antisismico che, in quell’area di otto mila chilometri quadrati, rappresenta la risorsa locale più importante”. Lo dice un comunicato dello stesso Castelli che ha annunciato questa iniziativa ieri nel corso di una conferenza stampa presso il Masaf alla quale hanno preso parte, oltre allo stesso Castelli,  il ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, il questore anziano della Camera, Paolo Trancassini, il Presidente della Fondazione Symbola, Ermete Realacci, il presidente di FederlegnoArredo, Claudio Feltrin, e la presidente del Cluster Nazionale Italia Foresta Legno, Alessandra Stefani.

“Rilanciare l’area del cratere del centro Italia – ha detto Lollobrigida – significa ricreare una condizione economica di vivibilità, invertendo quello che era un flusso, non esclusivamente legato al terremoto, di spopolamento di quelle zone. L’utilizzo della filiera del legno nella ricostruzione è sostenuto dal Ministero e permette di tornare ad avere una corretta gestione del bosco ed evitarne l’abbandono. Oltre a garantire nuove opportunità economiche è utile a rafforzare il contrasto al dissesto idrogeologico e a valorizzare queste aree.Guardiamo avanti considerando il punto di arrivo di oggi come un punto di partenza per nuovi obiettivi di sviluppo ambientale, economico e produttivo”. Favorire il legno nell’edilizia nell’Appennino centrale è una misura nel solco della Strategia forestale nazionale, rafforzata dal ministro Lolllobrigida con l’obiettivo di far crescere la competitività della filiera del “legno italiano”.

“Accanto all’obiettivo primario della ricostruzione materiale – ha dteto Castelli – il governo Meloni mi ha affidato anche il compito di realizzare la riparazione economica e sociale dell’Appennino centrale. La rinascita di queste comunità deve partire soprattutto dai valori espressi dal territorio, di cui il bosco rappresenta una caratteristica predominante. Valorizzando al meglio questa preziosa risorsa possiamo favorire la creazione di nuova occupazione, uno sviluppo sostenibile e, al contempo, migliorare il controllo del territorio, rendendolo così meno fragile. Crescita e lavoro, inoltre, sono quelle precondizioni essenziali per incentivare le persone a restare nella loro terra. Si tratta di una strategia complessa e articolata, che stiamo adottando grazie al costante sostegno del ministro Lollobrigida e alla fattiva collaborazione di tutti gli attori intervenuti oggi”.

Il cratere del sisma è un’area di ottomila chilometri quadrati compresa tra Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria al cui interno sono compresi 138 comuni. Per la ricostruzione pubblica e privata sono previsti lavori per 28 miliardi di euro e, in questo momento, sono in corso oltre 8 mila cantieri di ricostruzione privata (quelli già conclusi sono più di 12 mila). La ricostruzione pubblica, invece, conta ulteriori 3.537 interventi, il 50% dei quali sono giunti alla fase di progettazione.

Una ricerca realizzata da Fondazione Symbola con Fondazione IFEL ha svolto lo scorso anno un’analisi sulle potenzialità economiche e occupazionali dei boschi dei comuni del cratere del sisma del 2016. I boschi maturi occupano una superficie di 3.600 chilometri quadrati all’interno del cratere, cui vanno aggiunti 2 mila chilometri quadrati di bosco in avanzamento, derivante dall’abbandono di prati e pascoli. In totale circa il 70% degli ottomila chilometri quadrati del cratere sono occupati da una copertura boschiva di varia natura, il 60% dei quali è in stato abbandonato e privi di gestione, mentre solo l’1,6% è certificato. Dieci comuni compresi all’interno di questa area hanno una superfice boscata superiore al 90% del territorio comunale: Accumoli, Acquasanta Terme, Bolognola, Borgo Velino, Crognaleto, Fano Adriano, Micigliano, Montegallo, Polino, Valle Castellana.

La foresta nel cratere produce un valore aggiunto lordo di 18,3 euro per ettaro: una cifra molto bassa dovuta al diffuso abusivismo e all’utilizzo quasi esclusivo della legna per ardere. Questa materia prima, dunque, potrebbe essere indirizzata per creare maggiore valore aggiunto e occupazione nei territori di montagna. Per comprendere l’enorme potenziale non utilizzato, le foreste in Italia producono un valore aggiunto lordo di 40,9 euro/ha, in Francia 168 e in Germania 158. Ipotizzando una gestione certificata della trasformazione del legno, per semilavorati nell’arredo e nelle costruzioni, e intervenendo solo sul 50% dell’accrescimento annuo della biomassa dei boschi maturi del cratere, si potrebbero attivare circa 4 mila posti di lavoro.

Il macrosistema legno in Italia ha chiuso il 2023 con un fatturato alla produzione di 21,6 miliardi di euro. Le imprese italiane operanti nel settore ammontavano a 30.200, mentre gli addetti erano pari a 131.167 unità (dati FederlegnoArredo).. La fiIiera legno-arredo nel nostro Paese fa registrare una carenza di materia prima che ne determina la dipendenza dall’estero per il reperimento di Iegname: neI 2023 iI vaIore deIIe importazioni è stato pari a 5,9 miIiardi di euro. Il fatturato alla produzione del sistema prodotti in legno per l’edilizia nel 2023 ha chiuso in crescita (+2%) rispetto al 2022, per un valore pari a 3,3 miliardi di euro. Le imprese italiane che operano in questo segmento sono 10.580, mentre gli addetti sono 27.915.

Argomenti

Argomenti

Accedi