IL CONVEGNO CON ANCE
Costruzioni, 20 miliardi di investimenti con il sostegno SACE. Smart building tra i settori chiave del futuro

L'ad di Sace, Alessandra Ricci
IN SINTESI
Un anno e mezzo e quaranta miliardi. Il gruppo Sace, negli ultimi diciotto mesi ha sostenuto, tramite garanzie, copertura di rischi costruzione e non solo, investimenti per 20 miliardi di euro. Altri 20 sono stati destinati alla copertura di polizze assicurative. Il settore edile è centrale per il presente e futuro dell’Italia in termini di investimenti, politiche già implementate e riforme. Lo ha detto chiaramente l’ad di Sace, Alessandra Ricci, aprendo insieme alla presidente Ance Federica Brancaccio (vedasi anche l’articolo di apertura del giornale di oggi) il convegno di ieri mattina dal titolo più che mai azzeccato: “Prospettive e sfide nel settore delle costruzioni”.
Realtà e prospettive delle costruzioni
Alessandro Terzulli – Chief Economist del gruppo Sace – ha ricordato che nel primo semestre di quest’anno le costruzioni hanno registrato un calo del 7,1% rispetto alla prima metà del 2023. Quando su 400 miliardi di investimenti, l’Italia ne aveva destinati la metà alle costruzioni residenziali. Ma l’effetto superbonus sta svanendo definitivamente. Per Terzulli, “le costruzioni di opere pubbliche saranno il nuovo traino verso il 2026”. In prospettiva è questo l’orizzonte a cui guardare, la deadline del Pnrr. E pensare al periodo successivo.
Secondo un recente report di Sace e Ambrosetti, menzionato ieri al convegno, l’integrazione nelle filiere è centrale per la competitività internazionale delle Pmi, grazie all’interconnessione dei processi produttivi e alle economie di scala, e tra le filiere prioritarie del futuro c’è il settore dell’edilizia intelligente (smart building). “Stimiamo che nei prossimi anni la trasformazione del patrimonio edilizio in Italia nella direzione dello “smart building” possa generare oltre 200.000 posti di lavoro qualificati e specializzati”, aveva spiegato Lorenzo Tavazzi, Senior Partner e Responsabile dell’Area Scenari e Intelligence e dello Sviluppo Internazionale di Teha Group, al Forum di Cernobbio di inizio settembre. La filiera delle costruzioni smart, ha ricordato ieri Terzulli, ha generato nel 2022 (dati del 2° Rapporto Strategico della Community Smart Building di The European House – Ambrosetti) 174 miliardi di euro di fatturato a livello nazionale, 38 miliardi di euro di valore aggiunto, fornendo occupazione a circa 515 mila lavoratori.
Cosa fa Sace per le imprese edili
In termini operativi, Sace dispone di diversi strumenti con cui assiste le imprese del settore edile. Nel piano industriale 2023-2025, il gruppo prevede 111 miliardi di euro di investimenti sostenuti, progetti supportati e liquidità garantita, con un incremento annuo atteso del 5%, e un rendimento medio per il Paese sulle risorse allocate nel triennio superiore al 5%. Tutto ciò rivolto a 65mila imprese piccole e medie.
Con gli strumenti di garanzia Archimede, Futuro e Green, Sace si rivolge poi alle grandi aziende, agli istituti bancari e ai progetti per la transizione energetica. Coprendo tra il 70 e l’80% dell’investimento. Esistono poi le polizze contro i rischi da calamità climatiche, consentendo alle aziende di assicurare i beni aziendali da questo tipo di danni.
Altri strumenti sono il Sace Connects, il programma di accompagnamento dedicato alle Pmi italiane per facilitare incontri di business matching con i buyer in paesi e settori ad alto potenziale. Solo nel primo semestra ha realizzato iniziative fisiche e digitali in favore di 43 controparti estere e oltre 3.000 aziende italiane supportate. E Sace Education, l’hub formativo su temi quali export, internazionalizzazione, strategie green, digitali e infrastrutturali. In tutto, attraverso queste iniziative sono state raggiunte più di 22mila Pmi.
I nuovi e vecchi mercati di riferimento
Oltre a guardare dentro i confini, però, il settore edile mira anche all’estero. Nella visione di Sace, i mercati a cui guardare oltre ai pilastri Europa-Usa sono gli Emirati Arabi Uniti, la Cina, le Filippine. E ancora, il Perù e la Serbia. Secondo altri numeri forniti ieri durante il convegno Ance-Sace, al 2028 si assisterà ad una crescita del valore aggiunto delle costruzioni. Africa e Asia faranno da traino e in questo senso è importante il ritorno dell’Italia nel continente nero con il Piano Mattei. Alcuni esempi: Costa d’Avorio, Marocco, Tanzania ma anche l’India e l’Australia. Oltre al tema produttivo, c’è anche quello educativo, di formazione di competenze e sensibilizzazione alla sostenibilità.
Come spiega un focus di Sace sull’Africa, “in Costa d’Avorio, particolare attenzione è stata rivolta allo sviluppo infrastrutturale (tra cui edilizia sociale, smart city, ospedali e infrastrutture di trasporto) e agroalimentare (macchinari agricoli, mezzi di trasporto, catena del freddo, sistemi di irrigazione). Il Paese è tra i più dinamici e politicamente stabili dell’Africa Occidentale, Sace ha supportato alcune aziende italiane in progetti di rafforzamento della filiera avicola locale, con il duplice fine di garantire la sicurezza alimentare e di fornire nuove opportunità lavorative alla popolazione ivoriana, anche a beneficio dell’inclusione delle donne nel mondo del lavoro”.
A giugno, ha ricordato Mariangela Siciliano (Head of Education & Connects Solutions del gruppo) Sace ha comunicato insieme a Smbc e Citibank l’avvio dell’operazione Push da 100 milioni di euro in favore di Trade Development Bank per favorire la crescita sostenibile e l’integrazione regionale africana, aumentando le opportunità di export per le imprese italiane. Un passo definito unico perché “si tratta del primo finanziamento a lungo termine Push garantito da Sace a una banca multilaterale di sviluppo e vede coinvolta Smbc come Mandated Lead Arranger, Bookrunner e Sace Agent, e Citi come Mandated Lead Arranger. Un’operazione simile era avvenuta a febbraio sul mercato saudita: in quel caso è stato garantito un finanziamento di 1 miliardo di euro erogato da un pool banche internazionali per rafforzare le relazioni commerciali e di investimento tra Italia e Arabia Saudita, aumentando le opportunità per le imprese esportatrici italiane nel contesto della cosiddetta strategia Saudi Vision 2030.