IL DECRETO di revisione del codice 36 la prossima settimana
Correttivo: ora la risoluzione unificata, la prossima settimana il testo. Procedure, Bim, Ppp: prime certezze
In corso gli ultimi confronti per arrivare a un documento unico della commissione Ambiente e Lavori pubblici della Camera: si parte dal testo di Forza Italia e FdI, ma Salvini tiene duro e le richieste parlamentari saranno alleggerite. Si cerca di imbarcare le opposizioni sul testo, ma la rigidità del governo rende complicata l’operazione. Fra le novità del decreto del governo il rinvio della riduzione della soglia Bim a giugno 2025 o la correzione della stessa soglia a due milioni anziché uno, il partenariato con dialogo competitivo per rispondere alle obiezioni della Ue sulla concorrenza senza cancellare la prelazione, l’obbligo di avviso pubblico per le procedure negoziate fra 3 e 5,5 milioni, il Pfte sdoppiato in “di base” e “plus” per attenuare gli effetti dei due livelli di progettazione, incentivi più facili ai Rup e soluzione “bilanciata” all’equo compenso.
Il film del decreto correttivo al codice 36 sugli appalti pubblici – durato oltre un anno – entra ora nella fase finale e già la prosisma settimana potrebbe esserci il testo da portare al Consiglio dei ministri. Questa settimana si dovrebbe invece mettere a punto il testo unificato della risoluzione parlamentare cui stanno lavorando soprattutto Erica Mazzetti (FI) e Massimo Milani (FdI), con l’obiettivo di unire le forze, certo, ma anche di dar vita a un documento più realistico di quanto fossero le prime edizioni, molto ambiziose.
Il muro di Matteo Salvini e il rifiuto della Lega di partecipare a una risoluzione di maggioranza induce le altre forze politiche del centro-destra a fare professione di realismo e a ridimensionare le pretese. Ne uscirà un testo alleggerito che proverà a mettersi maggiormente in sintonia con le intenzioni del governo, sia per evitare lacerazioni nello schieramento che sostiene il governo, sia per evitare ai proponenti di tornare con risultati magri rispetto al punto di partenza.
Sembra vincere ancora la linea “minimalista” del ministro delle Infrastrutture e della sua capa dell’ufficio legislativo, Elena Griglio, che almeno sui pilastri non hanno mai mollato, continuando a ripetere che nel suo impianti fondamentale il codice funziona e non ha bisogno di revisioni profonde. Salvini e Griglio hanno però accettato di buon grado di modificare un certo numero di normette, molti allegati (anche nuovi) e di introdurre (o di completare) qualche riforma più seria, come sono la revisione prezzi e il partenariato pubblico-privato. Mentre sul primo aspetto il tavolo tecnico deve ultimare i lavori con la parte più interessante, le simulazioni che spieghino gli effetti prodotti dalle varie ipotesi in campo, soprattutto sul tema della soglia al 5% (soglia di attivazione, alea all’attuale misura o con possibile riduzione al 3%), sul secondo si vede qualche barlume sulla soluzione finale.
Quello che è chiaro è che la commissione Ue non gradisce affatto il diritto di prelazione mantenuto in capo al promotore privato del progetto, nonostante il braccio di ferro duri ormai da anni, ma Roma ha usato una contromossa che per ora ha vinto le obiezioni europee: il 70% dei Ppp aggiudicati sono stati al promotore in base al diritto di prelazione. Che significa che da una parte questa grande voglia di concorrenza non c’è e, dall’altra, che smontare la prelazione equivarrebbe probabilmente a smontare lo strumento. Ecco allora la trovata di mettere in campo un istituto che in Italia non ha mai avuto successo, il dialogo competitivo, vale a dire una sorta di sondaggio di mercato svolto non dopo, ma prima del bando, per favorire una maggiore partecipazione alle gare. Resterebbe quindi la possibilità per un promotore di presentare un’offerta e anche il diritto di prelazione, ma con la possibilità per l’amministrazione concedente di modificare le condizioni del bando di gara recependo le indicazioni che vengono dal mercato. Se la concorrenza non si può fare sul prezzo, si può fare su altre condizioni al contorno e sullo stesso progetto.
Un’altra modifica rilevante riguarderà la progettazione in Bim che dal 1° gennaio 2025 dovrebbe essere applicata a tutti i progetti di importo superiore al milione con un salto considerevole rispetto alla soglia europea attuale (5,5 milioni). La maggioranza è intenzionata a raccogliere le grida di panico della gran parte delle stazioni appaltanti, impreparate al passaggio verso la progettazione in Bim, prevedendo – dirà la risoluzione unitaria – o un rinvio di almeno sei mesi della scadenza oppure una riduzione più contenuta della soglia, a due milioni anziché uno. Sarebbe esentato, in termini di numeri di procedure, il 70% di quelle che dovrebbero entrare nel nuovo regime.
Altre due novità sembrano ormai consolidate: l’obbligo di avviso piubblico per le procedure negoziate di importo compreso fra 3 e 5,5 milioni, pur senza toccare le soglie generali che consentono alle amministrazioni di fare ricorso alla procedura negoziata fino alla soglia Ue; una ridefinizione dei contenuti dei diversi livelli progettuali con un’articolazione del progetto di fattibilità tecnico-economica (Pfte) in due tipologie differenti, il Pfte di base (che servirebbe negli appalti semplici e nella presentazione della proposta del promotore) e il Pfte “plus” (che sarebbe usato per mettere a gara un appalto integrato progettazione-lavori). Un’altra trovata per cambiare senza cambiare: questo escamotage consentirebbe infatti, con una semplice linea guida del Consiglio superiore dei lavori pubblici recepita in un allegato, di attenuare fortemente i tanti disagi prodotti dalla riduzione dei livelli di progettazione a due.
Si attende di conoscere anche la soluzione per l’equo compenso: per ora si sa solo – anche queste sono parlle di Elena Griglio al convegno Ance di Vico – che sarà una soluzione “bilanciata”.
Governo al lavoro anche sugli incentivi ai Rup, che non dovranno più essere aleatori ma certi: la promessa è arrivata direttamente da Salvini al congresso Assorup. Sulle modalità, però, per ora il ministro e il suo entourage non si sbilanciano. Novità a stretto giro, nei prossimi giorni.