Il Forum di Conftrasporto

La logistica VALE l’8,9% del Pil ma le infrastrutture sono sature

Passa dal 7,2% del 2019 a quasi il 9% il valore della logistica nell’economia italiana. Ma la filiera deve affrontare l’impatto di diversi fattori critici sia a livello nazionale che internazionale. Si va dalla saturazione dei nodi ferroviari e dell’infrastruttura autostradale alle ripercussioni della crisi del Mar Rosso. Intanto, le aziende del settore si riducono mentre si consolidano quelle più strutturate

13 Nov 2024 di Maria Cristina Carlini

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Cresce il peso della logistica nell’economia italiana, che oggi vale l’8,9% del Pil contro il 7,2% del 2019, e aumentano anche le criticità che il settore deve fronteggiare sia sul versante interno che quello internazionale. La saturazione dei principali nodi ferroviari del Paese e dell’infrastruttura autostradale, le inefficienze del sistema portuale e l’impatto della crisi del Mar Rosso, con i tempi di navigazione tra Asia e Mediterraneo aumentati del 39%, mettono a dura prova la filiera. Sono questi i punti chiave messi a fuoco dal primo studio realizzato dall’Osservatorio Freight Insights, sviluppato dal Centro Nazionale per la Mobilità Sostenibile (MOST) e dalla Fondazione Centro Studi Economia della Logistica e delle Infrastrutture (CSELI), presentato ieri al nono Forum Conftrasporto – Confcommercio, dal titolo “Deep uncertainty e cambiamenti strutturali di sistema: analisi della trasformazione delle supply chains e del trasporto merci”.

Si riducono le imprese ma si consolidano quelle più strutturate

Lo studio evidenzia come il settore dei trasporti abbia subito le conseguenze delle ondate di “disruption”, sia a livello internazionale, sia a livello nazionale; la combinazione tra aumento delle scorte di sicurezza delle aziende e incremento dei costi logistici hanno inferto un duro colpo alla tenuta economica delle aziende del settore. Inoltre, negli ultimi cinque anni si è registrato un aumento significativo del prezzo dell’energia (+31%) e dei canoni di locazione (+26%). Si è assistito, infine, al “boom” del costo del denaro (+163% nel 2023 e +182% negli ultimi cinque anni), con conseguenti aumenti nei costi di investimento e di mantenimento a scorta. La crescente complessità e l’incertezza del contesto hanno messo in evidenza l’importanza strategica della logistica per l’economia nel suo complesso – una priorità per il 65% delle imprese –  considerando che, come si è detto, in Italia il valore del settore rispetto al PIL è aumentato dal 7,2% del 2019 all’8,9% di oggi. La tendenza è stata confermata dall’analisi delle startup logistiche internazionali, che negli ultimi cinque anni hanno raccolto complessivamente 10,3 miliardi di dollari in finanziamenti, segnando un aumento del +7,5% rispetto al 2020. Osservando le dinamiche che caratterizzano la filiera dei servizi logistici, risulta evidente che la crescente domanda di fornitori in grado di gestire alti livelli di complessità favorisce le aziende già strutturate. Questa tendenza è evidenziata dal continuo consolidamento in atto nella filiera che ha visto una riduzione di circa 35.000 aziende dal 2009 ad oggi, interessando in particolar modo gli autotrasportatori (-31.400 circa dal 2009 ad oggi) e i gestori di magazzino (-2.900 circa). Il trend è confermato inoltre dagli sviluppi recenti nelle attività di fusioni e acquisizioni (M&A), che sono diventate sempre più rilevanti sia in termini di numero che di valore economico. Dal 2015 sono state mappate 214 operazioni che hanno riguardato aziende italiane di logistica, finalizzate in particolare al consolidamento del network logistico (88 operazioni) e allo sviluppo di terminal portuali (41 operazioni). Tra le aziende committenti e fornitrici di servizi logistici si registra una consapevolezza crescente della necessità di implementare una strategia green. Il lavoro delle aziende in chiave di riduzione dell’impatto ambientale si articola in quattro aree principali: trasporto, magazzino, network design e packaging, con un forte impegno nel rinnovamento delle flotte di veicoli e una maggiore attenzione alle modalità di trasporto utilizzate.

Saturi gli impianti ferroviari di Roma e Milano: il 14% delle direttrici rilevanti per le merci sature per 4 ore al giorno

Per il  trasporto merci nazionale, le analisi mostrano una difficoltà del trasporto ferroviario nel 2023 e nei primi mesi del 2024, rispetto alla crescita significativa osservata fino al 2023, al netto cioè del periodo pandemico. Nel 2024 emerge un sensibile calo dei treni merci transitati sull’infrastruttura ferroviaria nazionale (-8,6%) rispetto al 2021, che si riflette in forma molto depotenziata sulle tonnellateXchilometro di merce trasportata (-2,1%), a causa di un’importante crescita delle percorrenze medie (+6,5%) necessarie sulle medesime
O/D, spesso causate da cantieri e interruzioni di linea. Prendendo come riferimento le percorrenze “ordinarie” del 2018, i dati ufficiali espressi in treniXchilometro andrebbero ridotti del 6% per tenere conto di tali deviazioni. Su alcune direttrici merci le percorrenze resesi necessarie per i cantieri sulla rete sono aumentate addirittura di oltre il 60% rispetto a condizioni ordinarie (Livorno-Alessandria). L’aumento del traffico merci è causato, evidenzia lo studio, dall’inefficienza della rete e non da una reale maggiore domanda. Gli impianti di Roma Termini e di Milano Centrale sono dichiarati in saturazione tecnica. Le tratte ferroviarie sature per almeno 8 ore nel corso della giornata sono il 6% del totale, mentre quelle sature in almeno 4 ore raggiungono il 14%. La saturazione, inoltre, coinvolge la maggior parte delle direttrici rilevanti per il trasporto merci.

Autostrade e trasporto marittimo in crescita

Quanto alla strada, sul 50% della rete autostradale i mezzi pesanti costituiscono più del 30% dei veicoli complessivamente in transito e l’incidenza del traffico pesante è cresciuta complessivamente di oltre 5 punti percentuali, nel passaggio dal 2013 al 2019. Per il trasporto marittimo, nel confronto tra il 2024 e il 2018 emerge una significativa crescita dei traffici intermodali (Unità di traffico intermodale UTI-container, casse mobili e rimorchi), di fatto superiore al 5% con una dinamica particolarmente positiva per i traffici carrabili RO-RO.
I traffici diversi, invece, (non UTI) registrano un netto calo (-12,3%). Andamento positivo invece per i traffici container per Sud e isole spinto dalla performance di Gioia Tauro, mentre risultati più preoccupanti caratterizzano il centro Tirreno e il Nord Adriatico. Di rilievo, inoltre, la buona pratica nazionale dei traffici RO-RO (navi carrabili solo merci) e RO-Pax (traghetti passeggeri e merci): tra il 2018 e il 2024 la
frequenza dei servizi RO-RO è cresciuta del 60% e quella dei Ro-Pax del 38%. Il cargo aereo, infine, pur avendo recuperato nel 2022 i traffici pre-pandemia, lo scorso anno ha chiuso con una flessione, totalizzando complessivamente un -5,1% rispetto al 2017. Si conferma comunque la specificità dell’aereo come trasporto ad alto valore della merce.

Italia importa merci soprattutto via mare per valore il vettore più rilevante è la gomma

Se ci si sofferma sui dati in termini di quantità risulta chiaro che l’Italia importa merci prevalentemente via mare (54,7% del totale); se invece si considerano i valori, il vettore più rilevante resta la gomma con il 34,1% di quota. Sul fronte delle esportazioni, poi, il mare e la gomma occupano rispettivamente il primo e il secondo posto della classifica tra modalità per quantità del trasportato, con quote rispettivamente del 41,3% e del 34,6%; per quanto riguarda i valori, il primato torna alla gomma, con il 41,1% del totale. Rispetto all’articolazione per macroaree, l’import dall’Asia ha registrato una crescita notevole tra il 2019 e il 2023, con un +58,3% per l’Asia centrale. Pesano molto gli effetti geopolitici (guerra Russia-Ucraina) sugli scambi con i Paesi europei non appartenenti all’Unione Europea (nel 2023 le importazioni da questi Paesi si sono più che dimezzate rispetto al 2021). Quanto alle esportazioni, il 2023
si è chiuso con una contrazione del 3,7% rispetto al 2022, con un calo degli scambi verso l’America principalmente centro-meridionale.

Sangalli: “nel futuro dovremo sempre di più fare i conti con le strozzature delle reti”

Come ha avvertito Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio, “la  crisi del Mar Rosso, che ha messo a dura prova la tenuta del sistema logistico globale, con deviazioni, ritardi e costi più alti. Oggi e in futuro dovremo sempre più fare i conti con le “strozzature delle reti” strozzature dicevo, dai canali di Suez e Panama allo stretto di Malacca, attraverso cui passa un quarto del commercio marittimo”. E “in questo contesto di continui cambiamenti, dobbiamo essere capaci, cioè in grado di trovare soluzioni condivise e sicure per restare integrati nei commerci internazionali. Soluzioni condivise e sicure ma anche soluzioni giuste, sulla questione dei valichi alpini, dal Brennero al tunnel del Monte Bianco, per cui si potrebbe riconsiderare l’idea di una seconda galleria, per proteggere la tenuta del sistema economico, a partire da quello di quest’area cruciale. Certo, soluzioni giuste, ma anche soluzioni sostenibili. Sostenibilità che deve essere sia ambientale che economica e sociale, altrimenti non è: non è perché non ha un impatto di lungo periodo e non si trasforma in una reale opportunità per le nostre imprese. Serve la capacità di trovare soluzioni condivise, sicure, giuste, sostenibili, quindi, che ci consentano di rispondere a tutto quello che, magari non possiamo prevedere fino in fondo, ma che certamente dobbiamo, poi, comunque affrontare”.

Russo (Conftrasporto) a Salvini: “no a sconquassi con il videopedaggio”

Per il presidente di Conftrasporto-Confcommercio, e vicepresidente confederale, Pasquale Russo,  “lo studio evidenzia come trasporti e logistica siano settori sempre più globalizzati, sui quali diventa fondamentale intervenire tanto in ambito nazionale quanto con una strategia ad ampio respiro che garantisca la libera circolazione delle merci e la competitività degli operatori. Impatto della geopolitica, transizioni gemelle, accessibilità dei valichi alpini e della rete nazionale, a cui si unisce l’importanza di un sistema portuale che sostenga i nostri traffici: questi temi non riguardano solo le imprese di trasporto ma l’intero sistema economico nazionale”. Russo ha toccato poi la questione del videopedaggio. “Auspichiamo che il MIT avvii un confronto con tutti gli operatori del settore per gestire un percorso ordinato e condiviso, necessario per l’introduzione del videotolling, il videopedaggio, nel nostro Paese”,  è l’appello rivolto dal Presidente di Conftrasporto e Vicepresidente di Confcommercio Pasquale Russo al Ministro dei Trasporti Matteo Salvini. “L’innovazione tecnologica è necessaria e fondamentale, ma i processi che la regoleranno devono essere gestiti tenendo conto delle imprese che fino ad ora hanno garantito servizi efficienti , investimenti e sviluppo per il paese, evitando di creare sconquassi. Noi siamo a disposizione per dialogare e raggiungere soluzioni” ha concluso Russo.

 

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