L'ANNUNCIO DI SALVINI, LE RICHIESTE DELLE IMPRESE

Codice appalti, la cabina di regia per il CORRETTIVO. Da Ance 63 proposte,18 prioritarie

Priorità assoluta all’introduzione di un regolamento generale per i lavori, alla riforma delle varianti, a una maggiore concorrenza nelle gare sottosoglia e nei settori speciali, all’attuazione della revisione prezzi

19 giugno

19 Giu 2024 di Giorgio Santilli

Condividi:
Codice appalti, la cabina di regia per il CORRETTIVO. Da Ance 63 proposte,18 prioritarie

Si apre ufficialmente la partita del correttivo al codice degli appalti 36 a un anno esatto dall’entrata in vigore del 1° luglio 2023. Il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, ha infatti dato notizia all’assemblea dell’Ance che il 25 giugno si terrà la prima riunione della cabina di regia di Palazzo Chigi sul codice degli appalti dedicata appunto al tema di quelle che il ministro chiama “migliorie” del codice. Fra i temi, non trattati ieri, ci sarà certamente la disciplina dell’equo compenso applicato agli appalti.

Documento Ance di 46 pagine e 63 proposte (18 prioritarie)

Pronto il documento dell’Ance che contempla 63 proposte di modifica o integrazione alle norme di legge finalizzate alla migliore attuazione del codice. Di queste 18 proposte vengono definite dall’Ance “prioritarie”, mentre cinque sono relative al periodo transitorio e una è un focus sulla digitalizzazione che è ancora in corso di aggiornamento.

Le priorità di Brancaccio

Le tre priorità fra le 18 priorità le indica la stessa presidente di Ance, Federica Brancaccio, nel suo intervento all’assemblea:

  • “superare il tabù delle varianti”;
  • introdurre un regolamento generale per i soli lavori pubblici che funzioni come manuale d’uso;
  • garantire maggiore concorrenza soprattutto in quel 90% di appalti (il 33% del mercato in valori economici)  in cui la concorrenza è mutilata da affidamenti diretti e procedure negoziate senza bandi o avvisi sia nei settori ordinari sottosoglia che nei settori speciali.

Per le procedure negoziate senza bando di gara, il documento di Ance propone di ridurre il limite da quelle attuale, coincidente con la soglia europea di 5,5 milioni di euro, a un limite più basso compreso fra 2 e 3 milioni.

La riforma delle varianti in corso d’opera

Riferimenti che puntualmente trovano riscontro nelle 46 pagine del libro bianco messo a punto dall’associazione. La riforma delle varianti in corso d’opera sta via via diventando il tema più citato nelle riunioni Ance, anche perché il codice 36 si è limitato a riproporre pari pari le disposizioni del codice 50 del 2016. “In particolare – dice il documento Ance – sarebbe opportuno richiamare esplicitamente, come causa di varianti, rinvenimenti imprevisti o non prevedibili, quali quelli di carattere geologico e archeologico”.

Le altre priorità

Oltre alle tre già indicate la carrellata delle priorità Ance prevede:

  • un chiarimento ancora più esplicito che per i lavori sottosoglia il metodo di calcolo dell’anomalia delle offerte debba obbligatoriamente portare all‘esclusione automatica dell’offerta anomala, senza margini di discrezionalità per l’amministrazione;
  • la riduzione dal 30% attuale al 10% del peso massimo del prezzo nel criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa (a Vicenza lo scorso novembre l’Ance si era attestata su una posizione più morbida proponendo il 20%);
  • introduzione di misure idonee per tutelare le imprese dalla disciplina della sospensione dei lavori con il riconoscimento “non solo dei tempi, ma anche degli oneri diretti e indiretti” in caso di sospensione per circostanze non prevedibili, ragioni di necessità o di pubblico interesse;
  • la riforma dell’articolo 98 che disciplina la “fattispecie escludente dell’illecito professionale” nel senso del “pieno rispetto del principio costituzionale della presunzione di innocenza”;
  • introduzione anche nei settori speciali dell’obbligo per il concessionario che abbia avuto l’affidamento della concessione senza gara dell’obbligo di esternalizzare i lavori per una quota compresa fra il 50 e il 60%, come già avviene per i settori ordinari:
  • introduzione anche nei settori speciali di un obbligo per il committente di applicare l’istituto dell’anticipazione del prezzo;
  • per l’articolo 60 sulla revisione prezzi, per cui si sta lavorando in sede attuativa, Ance propone che si abbassi al 2% la soglia di variazione dei prezzi (in alto o in basso) oltre la quale scatta la revisione e che poi sia riconosciuto all’impresa il 90% dell’intera variazione;
  • definire meglio l’obbligo di suddivisione di un’opera in lotti su base quantitativa (e non solo funzionale e prestazionale) per favorire la partecipazione di micro, piccole e medie imprese agli appalti pubblici;
  • eliminazione della possibilità lasciata alle imprese pubbliche e ai soggetti titolari di diritti esclusivi nei settori speciali di stabilire preventivamente con propri atti cosa sia illecito professionale;
  • ripristinare la piena valenza contrattuale del computo metrico anche nel caso di appalti a corpo;
  • garantire un maggiore equilibrio negli accordi quadro fra committente e appaltatore perché spesso, a fronte di ingenti importi di lavori contenuti negli accordi, non vi è poi alcun impegno da parte del committente ad affidare effettivamente questi lavori (l’ipotesi è di fissare una percentuale minima di lavori che devono essere effettivamente affidati);
  • chiarimento che i soggetti privati che realizzano opere pubbliche a scomputo di oneri di urbanizzazione non devono essere sottoposti ad alcun obbligo di qualificazione da parte delle stazioni appaltanti;
  • aumento del range di incidenza delle spese generali sul totale (oggi 13-17%) al 20-25%;
  • regolare i consorzi stabili in chiave concorrenziale non solo confermando il divieto di avvalimento per i requisiti non maturati direttamente dal consorzio, ma introduzione di ulteriori vincoli come limite massimo di partecipanti, limitazione al principio del “cumulo alla rinfusa”, obbligo per l’impresa consorziata esecutrice di possedere requisiti proporzionati al lavoro da eseguire;
  • eliminazione dell’avvalimento “premiale” in cui il prestito delle risorse è finalizzato non a completare i requisiti richiesti per la partecipazione alla gara, ma per ottenere un punteggio più elevato.

Argomenti

Argomenti

Accedi