L'AUDIZIONE DELL'ANCE SUL PSB
“C’è il serio rischio di una nuova austerità basata sul taglio di investimenti, il Pnrr resti aggiuntivo”
La presidente Brancaccio ha espresso “preoccupazione per le possibili conseguenze che l’obiettivo di una progressiva riduzione dell’incidenza della spesa primaria sul Pil possa determinare sulla componente in conto capitale della spesa”. Grande attenzione anche al tema del dopo-2026: non rassicura il fatto che, dopo l’effetto prodotto dal Pnrr fino al 2026, nel 2027 sia prevista una riduzione degli investimenti fissi lordi del 3,9%.
La lettura del Piano strutturale di bilancio (Psb) “non sembra rassicurare sul timore che si apra una stagione di risanamento di bilancio realizzata, come nel passato, tagliando la spesa per investimenti”. E’ la valutazione dell’Ance, l’associazione nazionale dei costruttori edili, che esprime “preoccupazione” per la piega che sta prendendo la politica di bilancio e, in particolare, “per le possibili conseguenze che l’obiettivo di una progressiva riduzione dell’incidenza della spesa primaria sul Pil possa determinare sulla componente in conto capitale della spesa”.
Il cuore della valutazione dei costruttori al Psb è contenuto già nelle primissime parole che la presidente Federica Brancaccio ha pronunciato ieri nel corso dell’audizione presso le commissioni Bilancio di Camera e Senato. L’indicazione di puntare sul taglio della spesa corrente non è affatto corroborata dall’indicazione degli strumenti con cui tagliarla. Una storia già vista. In più c’è, oggi, il Pnrr che dovrebbe mantenere “la sua natura aggiuntiva, rispettando la funzione originaria di aumento della crescita economica e della resilienza del Paese attuale e futura”. Per ottenere questo risultato serve una legge di bilancio 2025 che non penalizzi gli investimenti e anzi li rilanci su scala pluriennale.
In termini numerici, la preoccupazione è data dalla flessione che segnano, nel Psb, gli investimenti fissi lordi nel 2027 (-3,9%), vale a dire quando sarà finito l’effetto della spesa del Pnrr (per il 2025 e 2026 la previsione è rispettivamente +6,3% e +5,3%). Sappiamo che il dopo-2026 è la grande incognita, la vera fonte di preoccupazione non solo dei costruttori, ma di tutto il mondo imprenditoriale legato agli investimenti pubblici. E dal Psb – dominato dalla necessità di contrarre la spesa pubblica in termini reali – non arrivano rassicurazioni che, come accadde in passato, non sarà proprio la spesa in investimenti, meno rigida di quella corrente, la vittima sacrificale della nuova austerità.
Non mancano nella ricca disamina dell’Ance altre sottolineature, a partire da quelle sul le riforme, che l’associazione identifica principalmente in questi settori: giustizia; amministrazione fiscale; gestione responsabile della spesa pubblica; supporto alle imprese e promozione della concorrenza; Pubblica Amministrazione, ivi inclusi i servizi di cura per la prima infanzia. “Pur condividendo l’importanza dei temi posti a base dell’azione pluriennale di governo – commenta Ance – non appaiono sufficienti ad affrontare le questioni più rilevanti in tema di sostegno alla creazione di ricchezza e di adeguamento del Paese alle istanze provenienti dai cittadini”.
Altre sono le priorità individuate dall’Ance che – dice il documento – “richiedono una programmazione pluriennale sostenuta da risorse adeguate e stabili nel tempo”. In particolare ne vengono individuate quattro: casa, città, ambiente e direttiva “case green”. Su quest’ultimo punto, i costruttori ritengono “essenziale ripensare ai bonus fiscali introducendo un incentivo a favore di famiglie e cittadini che si trovano a dover necessariamente intervenire nella riqualificazione del proprio immobile e che devono quindi poter contare su uno strumento, anche di natura fiscale, che sia stabile nel tempo, certo nelle sue regole applicative e sostenibile finanziariamente per tutti gli attori coinvolti”.