Il Meglio di DIAC

IL NUOVO CORRETTIVO

Mazzetti (Forza Italia): “Opportuno ascoltare le indicazioni della filiera. Bisogna andare sempre di più verso una distinzione tra lavori e servizi, ma, fino a quando saranno disciplinati dallo stesso codice, dovranno averne norme comuni e uniformi, senza penalizzazioni”

IL TESTO DEFINITIVO APPROVATO DAL CDM

La franchigia del meccanismo revisionale scende dal 5 al 3%, la rivalutazione sale dall’80 al 90%. Saltano le penali pagate come causa di esclusione dalla gara di un’impresa. Si rafforza il contratto firmato dalle organizzazione più rappresentative ma resta uno spazio per contratti alternativi. L’anticipazione sale per tutti al 20% elevabile al 30% dal bando.

LE NOVITÀ DEL CORRETTIVO APPALTI

L’articolo 15 del codice 36 si arricchisce, al comma 2, di un ulteriore periodo (non previsto nello schema di correttivo) il quale prevede che “Resta in ogni caso ferma la possibilità per le stazioni appaltanti, in caso di accertata carenza nel proprio organico di personale in possesso dei requisiti di cui all’allegato I.2., di nominare il RUP tra i dipendenti di altre amministrazioni pubbliche”.

IL VIA LIBERA DEL SENATO AL DDL BILANCIO

Un testo blindato, un esame lampo ed è arrivato anche dal Senato il via libera definitivo con il voto di fiducia al DDL Bilancio 2025 che ora è legge. Ancora una volta, l’esame del provvedimento è stato appannaggio di un solo ramo del Parlamento, in questo caso della Camera. E per questo l’ultimo atto a Palazzo Madama si è consumato tra le polemiche. La manovra chiude il capitolo Superbonus, prevede risorse aggiuntive – anche se ridimensionate – per il Ponte sullo Stretto.  Come sottolinea Giorgetti, è confermato l’impianto che punta a sostenere i redditi medio-bassi e le imprese.

IL RAPPORTO CITTÀ RIGENERATIVE

Il lavoro affronta il tema del confine fra riqualificazione e rigenerazione ed evidenzia lo sforzo, in gran parte delle esperienze monitorate, di partire dall’obiettivo della rivitalizzazione sociale, economica, culturale e ambientale, senza nascondere le difficoltà legate al persistere di vecchi modelli troppo centrati sugli interventi edilizie, fisici, immobiliari. Presentati con interviste qualitative 15 casi individuati dalla collaborazione con Mecenate 90. Ci sono anche la baraccopoli di Messina, Oltre la strada di Brescia, Lumen di Firenze e Quartiere Libertà di Bari: casi che i lettori di Diario Diac conoscono già e che assurgono ormai a grandi classici italiani della rigenerazione.

Il nuovo piano strategico 2025-2027

Dopo aver raggiunto i target del precedente piano strategico, Cassa Depositi e Prestiti traccia la rotta per il prossimo triennio aumentando il proprio impegno finanziario. Risorse che puntano a sostenere le imprese e i territori, ridurranno i gap infrastrutturali, supporteranno la transizione energetica e l’economia circolare. Una delle priorità è il real asset dove vengono ampliati gli investimenti e viene lanciato il Service housing per dare una risposta alla mobilità lavorativa.

L'EMENDAMENTO IN MANOVRA

Una prima versione proposta prevedeva addirittura un’estensione per un periodo di quarant’anni. Secondo la riformulazione approvata in Commissione alla Camera, i “piani straordinari di investimento pluriennale” avrebbero l’obiettivo di migliorare la resilienza e l’affidabilità del servizio, la capacità di integrare la generazione distribuita, il potenziamento delle infrastrutture, la flessibilità del sistema di distribuzione e il monitoraggio della rete.

Le principali novità introdotte alla nozione di ristrutturazione edilizia dal Dl 76/2020 e prima ancora dal Dl 69/2013 hanno fatto sorgere una serie di dubbi interpretativi ed incertezze applicative, dovuti essenzialmente ad alcune criticità del testo normativo.

Tra le varie problematiche oggetto di aperta discussione, particolare attenzione meritano le questioni inerenti alla esatta delimitazione del perimetro della ristrutturazione c.d. “ricostruttiva”. Ci si è chiesto, invero, quali siano le innovazioni, in termini di volumetria ed area di sedime, che possono essere apportate al patrimonio edilizio esistente affinché si possa ragionevolmente rimanere ancorati ad un concetto di ristrutturazione

Proiezioni macroeconomiche

Secondo le ultime stime della Banca d’Italia, la crescita, corretta per effetti di calendario, non dovrebbe andare oltre il +0,5%. Si tratta di un dato rivisto leggermente al ribasso rispetto alle proiezioni di ottobre – +0,6% – e in linea con le previsioni di Istat e Ocse. Pesa, in particolare, il rallentamento degli investimenti con lo stop degli incentivi all’edilizia che verrebbe solo in parte attenuato dal positivo impatto degli investimenti del Pnrr. E per gli investimenti nelle costruzioni si prospetta un triennio di contrazione.

IL DOCUMENTO PRESENTATO AD ASSOIMMOBILIARE

La direttrice dell’Agenzia, Alessandra dal Verme, ha spiegato a un incontro con Assoimmobiliare la volontà di coinvolgere i privati nello sviluppo di progetti e ha indicato le quattro tematiche su cui si vogliono costruire pilot: cultura, turismo e ambiente; nuove forme dell’abitare; logistica; energia e sviluppo sostenibile. Trentasette immobili per progetti di cultura e turismo, sette per l’housing, 18 per lo student housing. Focus su sei aree romane e sul Real Polverificio Borbonico di Scafati (SA).

OGGI BELLICINI PRESENTA LA CONGIUNTURALE

Nella “due giorni milanese” organizzata dall’istituto di ricerca, ieri sono state presentate le previsioni di Euroconstruct per i 27 paesi europei che aderiscono all’organizzazione: alla caduta di quest’anno contribuisce fortemente la continuazione della forte flessione del mercato residenziale (-4,8%) mentre la spinta delle opere pubbliche si affievolisce (+1,1%) per riprendere nel 2025 (+2,5%). Anche il settore non residenziale che quest’anno è negativo (-0,9%), il prossimo dovrebbe fare +1,1%. Per l’Italia la caduta del rinnovo residenziale per l’effetto Superbonus (-16,9% nel 2024 e -21,1% nel 2025). Bene le opere pubbliche (+13,7% nel 2024 e +7,5%), spinte anche dal Pnrr.

I VOTI AL DECRETO IN SENATO

Sull’acqua pubblica esultano le opposizioni ma il ministro Ciriani rilancia: “Andrà in Manovra”. Rafforzato all’ultimo, con un nuovo emendamento dei relatori, il Piano Mattei: i 500 milioni di Cdp, infatti, dovranno essere mobilitati entro il 2025. No del governo all’eccezione per i pannelli fotovoltaici su suolo agricolo per le imprese. Per le istanze di valutazione di impatto ambientale, via libera all’emendamento riformulato che chiede “per i progetti di produzione energetica da fonte fotovoltaica, solare termodinamica, a biomassa, a biogas, nonché di produzione di biometano” che “il proponente del provvedimento di Via sarà chiamato ad allegare una dichiarazione attestante la legittima disponibilità, a qualunque titolo, della superficie su cui realizzare l’impianto, ferme restando la pubblica utilità e le procedure conseguenti per le opere connesse”

RIGENERAZIONE UMANA

Ringraziamo Angela per averci ispirato, e commosso con i suoi pensieri. La storia prende spunto dall’intervista a lei e ad altri cittadini messinesi.

La notte stasera mi dondola, come fossi una barca nel porto. Seduta su una sedia mia, solo mia, guardo il triangolo di mare che si vede dal mio balcone. Il mare visto da qui luccica come mai avevo notato prima, il cielo tintinna di stelle e rischiara i miei occhi. Non c’è più il grigio sopra la mia testa. Che bella Messina vista da qui. Che bella la mia vita vista da qui. È solo un triangolo d’acqua ma per me è tutto il mare. Mare, mare, pieno d’acqua, l’acqua… che mi ha fatto tremare tante volte.

Quando sono arrivata in questa casa, ho realizzato il sogno che avevo da bambina, quando mi sono accorta che quella dove vivevo non era una casa, ma una baracca.

Erano gli anni ‘80 e una mia compagna di classe mi aveva invitato a casa sua. Visti da fuori i palazzi erano solo muri più alti dei nostri, ma dentro? Saranno state tutte uguali, pensavo, o forse in cuor mio ci speravo, e invece no.

Ricordo la luce dalle finestre, mi scaldava. Le tende bianche. La lavatrice che girava soltanto per loro. Le lampadine senza fili sparsi ovunque. I dieci bicchieri d’acqua di fila, li avevo bevuti dal rubinetto solo per guardare l’acqua scorrere. E poi… Poi l’odore di buono, buonissimo… Il mastro lindo di casa sua funzionava allora, perché il nostro no? Forse l’acqua del secchio nostro era diversa?

Con la recente delibera 497 del 29 ottobre 2024, l’ANAC ha richiamato l’attenzione delle stazioni appaltanti sulla necessità di monitorare in maniera effettiva ed efficace l’esecuzione contrattuale, fornendo indicazioni-guida ed invitando ad utilizzare a tal fine le piattaforme di approvvigionamento digitale. Tuttavia, sono ancori molti i dubbi e gli interrogativi che si pongono stazioni appaltanti, RUP e responsabili di fase, allorquando bisogna compilare le schede relative all’appalto, da trasmettere alla PCP dell’ANAC, nonostante l’Orchestratore. Abbiamo, pertanto, pensato di illustrare le schede da compilare per l’affidamento e per la successiva fase esecutiva delle tipologie di appalti più utilizzate o che suscitano più frequentemente i dubbi, cominciando dall’affidamento diretto ex articolo 50 del Codice.

Quale scheda ANAC va compilata?
Per l’affidamento diretto di cui all’articolo 50 del Codice sono utilizzabili due schede:
– la scheda AD5, in caso di affidamento diretto di importo inferiore a 5mila euro (i cosiddetti microaffidamenti);
– la scheda AD3, in caso di affidamento diretto di importo pari/superiore a 5mila euro e fino a 140mila euro, per i beni e servizi, e a 150mila euro, per i lavori.

OK AL TESTO IN CDM

Come anticipato ieri su Diario Diac, dai pareri delle commissioni parlamentari e la Conferenza Unificata vengono accolte le clausole per il pubblico interesse degli impianti, il modello unico e le procedure di esproprio. Disciplinate le zone di accelerazione per rispettare gli obiettivi Pniec al 2030. Il testo finale del decreto legislativo approvato ieri pomeriggio

Appalti Istruzioni per l’uso / 40

di Gabriella Sparano

La procedura di autorizzazione di subappalto da una SA e il suo RUP: come funziona e come si è arricchita con le nuove schede ANAC

Quando ad una Stazione Appaltante ed al suo RUP giunge una richiesta di subappalto si apre una procedura valutativa e autorizzativa della richiesta, che l’articolo 119 del Codice scandisce in maniera puntuale attraverso una serie di verifiche e adempimenti da compiere entro tempistiche prefissate. Una procedura che, con la digitalizzazione degli appalti, si è arricchita dell’ulteriore fase di compilazione delle schede ANAC di riferimento, secondo la successione prevista dall’Orchestratore.

Vediamo insieme, quindi, le tappe e gli adempimenti di questo iter procedurale.

Dentro il cerchio/17

La Voce dei Geometri

di Marco Vignali

La proposta Mazzetti buon punto di partenza per la riforma del TU edilizia, norme urbanistiche da separare se rallentano l’iter

Avviato in Commissione VIII ambiente, territorio, lavori pubblici della Camera dei Deputati, l’esame della proposta di legge delega al Governo “per l’aggiornamento, il riordino e il coordinamento della disciplina legislativa in materia edilizia” (AC-2332), che vede come relatrice e prima firmataria l’Onorevole Erica Mazzetti.

L’obiettivo – si legge – è quello di “superare le molteplici e disorganiche leggi che fino a oggi hanno regolato il settore delle costruzioni, da ultimo, il testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia di cui al decreto del Presidente della Repubblica 6 giugno 2001, n. 380.”.

Di fatto la proposta, per finalità e obiettivi, ripercorre in gran parte lo stesso binario avviato il primo febbraio 2025 dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, attraverso la consultazione sul riordino e la semplificazione della disciplina in materia di edilizia e costruzioni.

Il mondo delle professioni da tempo sostiene la necessità di una revisione complessiva delle norme edilizie ed urbanistiche, attraverso testi unici che mettano ordine a materie stratificate e complesse, che mostrano evidenti difficoltà interpretative ed importanti carenze di coordinamento.

Progetto Corale/11

di Maria Cristina Fregni

A breve inaugurerà a Modena, nelle aree ex Fonderie Corni, una residenza temporanea collettiva – leggasi studentato privato – che si configura come uno degli ultimi tasselli della Riqualificazione Urbana pianificata con il PRUSST Fascia Ferroviaria (e con altri strumenti di pianificazione e finanziamento, quali PSA, PREU, PRU, CQ II, PIPERS) sul finire degli anni ’90.

Alla costruzione dell’edificio si sono accompagnate le realizzazioni delle opere di urbanizzazione correlate, ovvero un parco pubblico attrezzato di 6.000 mq, parcheggi pubblici, piste ciclabili e riqualificazione degli attraversamenti pedonali, per connettere funzionalmente e percettivamente l’area dello studentato al contesto urbano circostante.

Ciò che però ci interessa è che il giorno dell’inaugurazione, ad un osservatore anche non troppo attento non sfuggirà che, tra il nuovo edificio e i parcheggi, permarrà un’ampia area recintata, non accessibile e non visibile, a delimitare un “pezzo” di comparto non finito.

Si tratta dell’area che, già nel Piano Particolareggiato del 2006, e poi nella sua variante del 2021, doveva ospitare il cosiddetto commercio di vicinato, quelle piccole attività di vendita al dettaglio e ristorazione, che chiunque “del mestiere”, oggi più che mai, ritiene essenziali per la vitalità, il presidio e il buon carattere urbano di un comparto rigenerato.

Il commercio di vicinato ritorna, come elemento strategico, in ogni pianificazione della Città dei 15 minuti, ritorna nelle visioni di riattivazione delle periferie, negli studi sulla mobilità urbana sostenibile e sulla sicurezza delle città.

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