IL CONVEGNO FI-ASSISTAL

Il Mase: detrazioni graduate, premiare gli interventi con maggiore efficacia

L’Onorevole Erica Mazzetti spinge per intervenire sulla manovra e tornare almeno al 65% di detrazioni sulle prime case, alle detrazioni sui mutui per gli Under 36 e fondi specifici per la gestione idrica. “Prima ancora dell’efficientamento energetico dobbiamo pensare a quello sismico”. Poi rilancia sulla necessità di un testo unico che riunisca case green, edilizia e rigenerazione urbana. I dati sugli edifici pubblici di Federcasa, intervenuta con il presidente Marco Buttieri: solo il 3% del patrimonio è stato riqualificato con il Superbonus

17 Nov 2024 di Mauro Giansante

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Forza Italia e le imprese mettono pressione sul tema della casa. Ma non solo loro. Nel convegno svolto alla Camera dei Deputati venerdì scorso il capo dipartimento energia del Mase Federico Boschi ha annunciato l’individuazione di “ipotesi di modifica delle detrazioni fiscali” che garantirebbero un sensibile risparmio rispetto ai regimi attuali” per arrivare “a perseguire ben più dell’80% degli obiettivi al 2030”.

Anche da Alessandro Cattaneo, capo dei dipartimenti di Forza Italia, e Erica Mazzetti, Onorevole numero uno anche dell’Intergruppo Progetto Italia, sono arrivate indicazioni importanti su come intervenire per modificare la Legge di Bilancio in discussione. Dalla necessità di far ripartire la cessione del credito alle risorse che dovranno arrivare dall’Ue per rispettare la direttica Case green.

Boschi: con ritocchi alle detrazioni raggiungeremo l’80% dei target 2030

Nel dettaglio, Federico Boschi, capo dipartimento energia del Mase, ha spiegato che “su indicazione del ministero, nell’elaborazione del Pniec, abbiamo istituito uno specifico tavolo. Questo tavolo ha anche prodotto una serie di misure attuabili, i cui effetti sono misurabili, in termini di modifica del sistema delle detrazioni fiscali. Noi abbiamo individuato ipotesi di modifica delle detrazioni fiscali. C’è una soluzione che consente di coniugare, grazie all’efficacia attesa, risparmio per le casse dello Stato con il perseguimento degli obiettivi. Queste misure chiaramente prevedono degli interventi prevalentemente rivolti alla classi energetiche peggiori, e prevedono delle differenziazioni delle percentuali delle detrazioni in ragione della diversa efficacia degli interventi, anche scontando l’orizzonte temporale”. Per Boschi, “dobbiamo premiare gli interventi che hanno un’efficacia che si raggiunge in tempi più rapidi, senza escludere gli altri. Avendo, quindi, una gradazione dell’aliquota che sconta l’efficacia, sulla base delle nostre stime, con un sensibile risparmio rispetto ai regimi attuali, si riuscirebbe a perseguire ben più dell’80% degli obiettivi al 2030”. Sul confronto europeo, ha invece spiegato che “noi crediamo che sia stato fatto il massimo” e che “sono stati raggiunti dei risultati significativi, perché il passaggio per quanto riguarda il residenziale da obblighi puntuali a obblighi medi ha tanti risvolti positivi”.

Infine, ha chiosato: è “chiaro che questo non basta. Dobbiamo mettere in campo altri strumenti accompagnati da altre risorse che possono derivare da altre fonti, non necessariamente in via fiscale. E ci stiamo lavorando sia rinnovando gli strumenti classici – come il conto termico – ma anche immaginando cos’altro si può fare”.

Cattaneo: servono le nuove tecnologie ma deve ripartire la cessione del credito

Aprendo i lavori del convegno, Alessandro Cattaneo ha spiegato che “il tema della casa, dell’edilizia in generale è sempre stato e continua a essere cruciale per Forza Italia”. E che la strada da percorrere è quella di “bonus almeno decennali, da mettere nel punto giusto per equilibrare i piani di investimento delle famiglie”. La strada dell’efficientamento passa, per Cattaneo, anche dal ricorso alle nuove tecnologie. A livello fiscale, invece, “oggi è bloccato – perché non si poteva fare altrimenti – ma la cessione del credito deve ripartire, altrimenti i condomini come si fa a farli?”. Altrimenti chi non ha capienza fiscale, ha aggiunto, “blocca i lavori per tutti”.

“Molti hanno la tentazione di vincolare il bonus al reddito Isee e altri indicatori: attenzione, perché la cara vecchia classe media è quella che può metter mano ai lavori della propria casa.  Attenzione a mettere un’asticella troppo bassa altrimenti rischiamo che il beneficio fiscale nei fatti non lo utilizzerà nessuno”. Quello dell’Isee e quoziente familiare, ha aggiunto Cattaneo, “è un filtro impreciso”.

Infine: “Non voglio demonizzare nessuno – ha concluso Cattaneo – ma se filtri con questi standard, sono le famiglie di extracomunitari; con tutto il rispetto che abbiamo, guardiamo solo alle graduatorie delle case popolari. Questo come elemento oggettivo, senza dare giudizi di merito”.

Mazzetti: l’Europa ci dia soldi, puntare prima sull’efficienza sismica

Anche Erica Mazzetti, da tempo in prima linea sul tema della casa, ha ricordato che “l’efficientamento energetico” è “sì fondamentale nel nostro Paese ma ancora prima dobbiamo pensare all’efficientamento sismico degli immobili che non può essere dimenticato. Non possiamo concentrare esclusivamente tutte le risorse sull’efficientamento senza prima mettere in sicurezza la struttura del nostro fabbricato. Questo conoscendo la morfologia del nostro Paese”.

Come procedere? Per Mazzetti “non dobbiamo più parlare di bonus perché per me non sono concepibili, ma di incentivi. Gli incentivi per migliorare il nostro tessuto immobiliare sono necessari non solo perché ce li impone l’Europa ma perché c’è necessità nel nostro Paese. Dobbiamo farli direttamente proporzionali all’aumento delle classi energetiche sismiche che verranno effettuate ma anche indirettamente proporzionali al reddito della persona fisica. Inoltre, la cessione del credito per le famiglie meno abbienti è fondamentale”.

Tra gli emendamenti presentati da Mazzetti alla legge di Bilancio “dopo aver parlato anche con le categorie” c’è il ripristino almeno del 65% di detrazioni sulle prime case. E ancora, un fondo specifico per le abitazioni: va “riproposta la detrazione per i mutui sulla prima casa per gli Under 36, che era stata accantonata, e fondi specifici per il risparmio idrico”. Infine, secondo la deputata va posto rimedio all’eliminazione del diritto di prelazione sul Ppp nel correttivo al codice degli appalti.

I mali del Superbonus e le prossime mosse

Insomma, il tema forte di Forza Italia rimane il dopo-superbonus. Su cui anche Paolo Barelli ha detto che “lo scossone in positivo dall’avvento” e poi quello negativo legato “all’annullamento” adesso “crea disagio, scompensi e anche qualche dramma. Anche questo probabilmente perché i conti non sono stati fatti bene all’inizio, questa è una questione. Quando non si fanno i conti bene all’inizio ci sono problemi conseguenti, al di là che chi ha imbrogliato e si è comportato in maniera scorretta deve essere colpito, ma non bisogna fare di tutta l’erba un fascio. Ci sono aziende e comportamenti in linea con quelle che sono le norme. I conti che ci narra il Mef costantemente, con ripercussioni su anni successivi, anche questi, sono dati che non si prestano ad equivoci”.

Nelle ore del convegno sull’efficientamento energetico, da Bruxelles, intanto, l’ormai uscente commissario Ue Paolo Gentiloni ha detto prorio sul Superbonus che “è uscito fuori controllo e ha avuto un impatto certamente più negativo che positivo”. E per le prossime mosse europee ha spiegato che “una parte della risposta deve essere costituita da nuovi strumenti di finanziamento comuni per i beni pubblici europei”.

“Il Superbonus per me è stato un grande insuccesso, nel senso che è stato un impoverimento dell’Italia come Paese, ma è stato anche un grande successo, perché sono stati fatti tantissimi interventi e nessun italiano ha pagato un euro di tasca sua per gli impianti e l’edilizia. È stata una finestra temporale che è stata quasi una corsa a fare l’intervento perché praticamente ci si poteva rifare casa gratis”, ha rincarato anche il presidente di Assistal, Roberto Rossi, al convegno alla Camera.

Il patrimonio pubblico è stato efficientato solo al 3% con il superbonus

Guardando al quadro odierno, lo stesso Rossi ha ricordato che “con la direttiva Case green, ci sono circa 13 milioni di edifici che sono in classe F-G-H, classi su cui c’è molto da lavorare. Il Politecnico di Milano dice che servirebbero 50 miliardi di euro all’anno: non credo che lo Stato potrà pagare questa cifra e, se dovrà mettere qualcosa il cittadino, secondo me sarà un grande insuccesso”. E non basteranno gli sconti del 60-65%. “Credo sarebbe un grave ostacolo per una direttiva così veloce e improvvisa”.

A livello di patrimonio pubblico, invece, il numero uno di Federcasa, Marco Buttieri, ha ricordato che “il 58% patrimonio è in classe G, ante 1970. Il superbonus è stato uno strumento utile per noi, coinvolgendo Esco private e Ppp. Ma l’esplosione dei prezzi e la mancanza di imprese, i tempi burocratici lunghi, hanno fatto sì che abbiamo efficientato molto meno”. Stando ai dati dell’ultimo osservatorio della federazione, metà 2023, sono stati riqualificati 685 condomini per 1.150 mld, ne avevamo poi 710 che dovevano partire per 2.2 miliardi e la metà andata a buon fine, ma non siamo riusciti a fare piu di 1500 unità, le aziende non se la sono sentita di appaltare per mancanza della cessione credito”. Alla fine “solo il 3% del nostro patrimonio è stato riqualificato, molto lontano dal 58% richiesto”. Una delle cause è il fermo dei canoni: “le nostre aziende stanno in piedi solo con quelli, che pero sono bloccati da anni”. Infine, un plauso al portafoglio energia-casa assegnato al commissario Ue Dan Jorgensen. “Il superbonus è stato una bolla ma servono risorse, molte centinaia di miliardi di euro, perché il sistema deve pensare a come finanziarsi. Gli obiettivi ad oggi non sono raggiungibili”. Contributi a fondo perduto e Ppp sono i due strumenti principali con cui ripartire con certezza.

Gli allarmi sul dopo-superbonus e il dopo-Pnrr arrivano anche da Paola Marone (Federcostruzioni), che ha ribadito anche la necessità di una normativa unica, nazionale.

 

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