La giornata
Le borse reggono l’urto dei dazi, SCONGIURATO il lunedì nero
- Dazi, Consiglio Ue Commercio: lavorare a soluzione negoziata. Sefcovic: identificata una seconda lista con contromisure da 72 miliardi
- Dazi, stop di Fdi e Fi alla Lega: tratta la Ue. L’opposizione chiede a Meloni un’informativa urgente
- Lavoro, 575 mila entrate previste dalle imprese a luglio e oltre 1,5 milioni a settembre. 45,4% dei profili difficili da trovare
- Pmi, accordo Bei-Mediobanca su 100 milioni di accesso al credito
- Enel Foundation si trasforma: nasce l’hub globale per la ricerca e la formazione nel settore energetico
IN SINTESI
Non c’è stato il temuto ‘lunedì nero’ delle borse mondiali. Dopo l’annuncio di sabato da parte del presidente Usa di dazi al 30% a Unione europea e Messico, le piazze finanziarie internazionali hanno mantenuto i nervi saldi. A scongiurare il tracollo è stata, probabilmente, l’idea degli investitori che, nonostante la quota annunciata rappresenti una pesante stangata, quella di Trump possa essere una mossa tattica e che la trattativa possa portare a livelli tariffari più contenuti. Milano ha chiuso a ridosso della parità con un +0,20% a 40 mila punti. Più deboli le altre principali piazze europee che hanno visto Parigi chiudere con il CAC 40 a -0,36% di Parigi, e Francoforte con il Dax a -0,48%. Nervi saldi anche a Wall Street dove la seduta ha registrato un andamento piuttosto piatto e senza scossoni, chiudendo in terreno positivo con il Dow Jones che ha guadagnato lo 0,20% e il Nasdaq lo 0,27%. I primi responsi dei mercati erano arrivati ieri mattina dalla borse asiatiche che hanno chiuso in cauto rialzo, tranne Tokyo. Positivi i mercati cinesi grazie ai dati commerciali positivi di giugno. Gli indici di Shanghai e di Hong Kong realizzato un progresso dello 0,3%. La bilancia commerciale della Cina e’ cresciuta piu’ del previsto a giugno, come mostrato dai dati doganali di ieri, sostenuta principalmente da una ripresa della crescita delle esportazioni. Pechino e Washington hanno concordato di ridurre i rispettivi dazi commerciali all’inizio dell’anno. I dati commerciali di giugno hanno indicato una forza sostenuta nell’economia cinese durante il secondo trimestre, preparando il terreno per un dato potenzialmente positivo del prodotto interno lordo del secondo trimestre oggi. Ma hanno mostrato che le importazioni della Cina sono cresciute meno del previsto a giugno, suggerendo che la domanda locale e’ rimasta debole. La Borsa di Tokyo ha chiuso in calo appesantita dai timori di nuovi dazi dopo che Trump ha colpito Tokyo con una tariffa del 25%. L’indice di riferimento Nikkei ha chiuso con una flessione dello 0,27% a 39.459,62 punti e l’indice piu’ ampio Topix archivia la seduta quasi invariato (-0,02% a 2.822,81 punti).
Dazi, Consiglio Ue Commercio: lavorare a soluzione negoziata. Sefcovic: identificata una seconda lista con contromisure da 72 miliardi
“Ci rammarichiamo e siamo sorpresi della lettera inviata dal presidente Usa, specialmente considerando lo stato avanzato dei negoziati. Siamo onesti: l’idea di dazi al 30% rende proibitivo il commercio reciproco. Le relazioni Ue-Usa meritano una soluzione negoziata”: il commissario europeo al Commercio, Maros Sefcovic, ieri al Consiglio Ue Commercio, ha rilanciato la carta della trattativa e del dialogo con gli Usa. La priorità, ha ribadito, è quella della soluzione negoziata. Al centro delle discussioni del Consiglio ci sono stati gli sviluppi delle relazioni con gli Usa, dopo che questo fine settimana il presidente Donald Trump ha inviato all’Ue una lettera con la quale minaccia l’Unione europea di portare i dazi al 30% dal 1 agosto, nonostante la Commissione europea fosse sicura di raggiungere un accordo di principio. “Ci dobbiamo preparare a tutti i risultati, incluse, se necessario, contromisure proporzionate per ripristinare l’equilibrio”, ha ribadito Sefcovic. Intanto, le contromisure sulle importazioni su acciaio e alluminio americani rimangono sospese ma “abbiamo gia’ identificato una seconda lista di beni americani per 72 miliardi”, ha annunciato poi in conferenza stampa a Bruxelles. Questo s riprova che “ogni strumento rimane sul tavolo”. Ma “nonostante la lettera, sento che la controparte Usa, è pronta a negoziare”, ha detto Sefcovic. Da oltreoceano, Trump ha detto che “l’Europa sta venendo da noi, vuole parlare. Io sono sempre aperto al dialogo, anche con l’Europa”. E, ha sottolineato, “avere un’Europa forte e’ una cosa molto importante”.
Tornando a Bruxelles, “non credo nell’idea di una escalation per una descalation. Credo che dvremmo essere pronti a rispondere, se necessario. Non vogliamo una guerra commerciale con gli Usa”, ha detto il ministro danese degli Affari esteri e presidente di turno del Consiglio Ue, Lars Lokke Rasmussen, durante la conferenza stampa al termine del Consiglio Ue Commercio. I ministri hanno anche esaminaro lo stato di avanzamento dei negoziati commerciali, compresi gli accordi già negoziati e ancora in sospeso. Proprio ieri la Commissione ha annunciato la chiusura dei negoziati di un accordo di libero scambio con l’Indonesia. Last but not least, altro tema crucialeè quello delle relazioni commerciali Ue-Cina, anche in vista del vertice che si terrà in Cina più avanti nel mese di luglio.
Dazi, stop di Fdi e Fi alla Lega: tratta la Ue. L’opposizione chiede a Meloni un’informativa urgente
Nessun negoziato diretto bilaterale tra Italia e Usa. Fratelli d’Italia e Forza Italia tracciano la linea di demarcazione e respingono il pressing della Lega che continua ad attaccare l’Unione Europea. Le imposte Usa e sono “sciagurate” ma “burocrazia e vincoli” di Bruxelles Lo sono “altrettanto”, attacca il vicepremier Matteo Salvini mentre il senatore del Carroccio Claudio Borghi propone di “avviare trattative bilaterali e provare così a mettersi in salvo”. Proposta rinviata la mittente dal Fdi e Fi: “La competenza sul commercio internazionale è di competenza esclusiva europea”. Una linea, quest’ultima, di certo sposata dal capo dello Stato Sergio Mattarella, che ha sempre richiamato all’unità d’intenti dell’Europa. Nei confronti della premier Giorgia Meloni si intensificano gli attacchi delle opposizioni. In apertura dei lavori settimanali dell’aula di Montecitorio, il Pd e il M5s hanno chiesto un’informativa urgente nell’aula della Camera da parte della presidente del Consiglio sul tema dei dazi, anche alla luce “delle minacce che il presidente Trump ha rinnovato”, ha dichiarato in aula il deputato del Pd Claudio Stefanazzi. “Meloni prova ancora a giocare un ruolo di mediatore privilegiato”, ha aggiunto, ma vogliamo conoscere “lo stato dell’arte della trattativa e in che modo intende associarsi alla posizione che ci auguriamo l’Ue intenda assumere, di contrasto rispetto a quella americana, e come intenda operare qualora i dazi diventino realtà e si abbattano come una mannaia sul Pil”. Alla richiesta si è unito il M5s, con l’intervento della deputata Enrica Alifano, che ha parlato di “due anni di crisi industriali” e di settore “boccheggiante” in riferimento all’automotive. Al tempo stesso, Alifano ha sollecitato a intervenire sull’imposta sui servizi digitali e sulla Global minimum tax. Vogliamo conoscere “quale sarà la sua postura in materia di dazi che, qualora si attestassero nella misura paventata, finirebbero per sferrare un colpo decisivo alla nostra economia. La aspettiamo con urgenza”, ha concluso riferendosi alla presidente Meloni.
Caro materiali, Mit: pagati oltre 700 milioni di istanze negli ultimi 15 giorni
Grazie all’assegnazione straordinaria di cassa disposta dal ministro delle Infrastrutture e Trasporti Matteo Salvini il 25 giugno scorso, gli Uffici del Ministero, in poco più di quindici giorni, hanno provveduto al pagamento delle ultime istanze relative alla II finestra 2024 del “Fondo prosecuzione opere pubbliche” per un importo complessivo di più di 400 milioni euro (432.296.429,29 euro per la precisione). Sempre il ministero ha provveduto, inoltre, al pagamento della somma di 271.350.000 euro relativa al caro materiali per i general contractor, così come previsto dal “decreto asset” (art. 18, co. 2, del decreto-legge n. 104 del 2023).
In tutto, oltre 700 milioni. Le liquidazioni disposte consentiranno alle stazioni appaltanti beneficiarie di pagare quanto dovuto alle imprese appaltatrici, un segnale che, sottolinea il Mit in una nota, conferma la massima attenzione del Vicepremier e Ministro Matteo Salvini.
Rfi attiva il primo sistema nazionale di Early Warning Sismico
Rete Ferroviaria Italiana, società del Gruppo FS, ha attivato il primo sistema nazionale di Early Warning Sismico (EWS) lungo la linea ad Alta Velocità Roma–Napoli. Grazie a una rete di sensori di ultima generazione, il sistema è in grado di rilevare le primissime onde sismiche e, in pochi secondi, attivare automaticamente protocolli di sicurezza per rallentare o fermare i treni in avvicinamento alla zona colpita. Cuore del sistema sono le stazioni accelerometriche installate lungo la linea, collegate tra loro da una rete in fibra ottica. I dati rilevati vengono trasmessi in tempo reale e, grazie a un’intelligenza software avanzata, vengono analizzati immediatamente, determinando con precisione l’area da mettere in sicurezza. L’Early Warning Sismico dialoga quindi con gli apparati di segnalamento ferroviario, attivando automaticamente il rallentamento o l’arresto dei treni. Dopo l’evento, il personale RFI potrà effettuare le verifiche necessarie e ripristinare la circolazione attraverso una dashboard di controllo dedicata. L’iniziativa rappresenta la prima applicazione operativa di un EWS su una linea ferroviaria italiana. Rientra nel piano di innovazione e digitalizzazione di RFI, che prevede l’implementazione progressiva di tecnologie analoghe su altre tratte AV e convenzionali dotate di ERTMS. Lo sviluppo del sistema è stato realizzato in collaborazione con il Dipartimento di Fisica dell’Università degli Studi di Napoli Federico II e con il supporto tecnico-scientifico del JR RTRI (Railway Technical Research Institute), istituto di ricerca delle ferrovie giapponesi.
Pedemontana Lombarda, Fontana: segna la fine del Milanocentrismo. Salvini: in Lombardia cantieri aperti per 26 miliardi
“Questa infrastruttura è tra le più attese del nostro territorio, non ci sono dubbi. Sono almeno 50 anni che si parla della Pedemontana come di un’infrastruttura che servirà innanzitutto a eliminare il milanocentrismo di tutte le infrastrutture. Finalmente non si dovrà andare a Milano per andare in qualunque altra parte della Lombardia o dell’Italia”. Lo ha dichiarato Attilio Fontana, presidente Regione Lombardia, nel suo intervento ieri durante l’incontro dal titolo “Autostrada Pedemontana Lombarda, l’opera e il territorio” a Palazzo Lombardia a Milano. “Collega territori di grandissima rilevanza, raccoglie tutto il traffico della produttiva Brianza e riuscirà a collegare più rapidamente il più grande hub aeroportuale di questo Paese, ovvero l’aeroporto di Malpensa” ha continuato il presidente della Regione Lombardia. “Un’infrastruttura fondamentale per il futuro del nostro territorio e del Paese. Ma le infrastrutture sono anche un mezzo per sviluppare le economie. La crescita delle economie è strettamente legata alla crescita delle infrastrutture”. “La prima parte di questa grande infrastruttura viene costantemente apprezzata dagli utilizzatori e considerata una delle migliori che gli stessi percorrono. Sarà un’infrastruttura assolutamente sostenibile: terranno conto delle esigenze del territorio e dell’ambiente, del tentativo di essere meno impattante possibile, ma anche degli aspetti economici e sociali che non possono prescindere quando si parla di sostenibilità” ha concluso Fontana.”Da lombardo accompagno il percorso della Pedemontana da anni con tutto il sostegno possibile e immaginabile. Il governo ha cantieri aperti o di prossima apertura per 26 miliardi in Lombardia: strade, autostrade, tangenziali, ponti, Olimpiadi”, ha dichiarato Matteo Salvini, vicepresidente del Consiglio e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, presente all’incontro. “Un investimento così in Lombardia non c’è mai stato da parte di nessun governo. La Pedemontana farà risparmiare tempo, denaro, code e ridurrà l’inquinamento quindi è un altro di questi asset che accompagno da lombardo con entusiasmo.” ha concluso
Ad Ancona inaugurato il nuovo studentato ‘Libertas’, pronti i primi 20 posti letto su 90
Un nuovo studentato da 90 posti letto per gli universitari che frequenteranno l’ateneo di Ancona. Con una parte (il 30%) riservata ai titolari di borse di studio e la restante aperta al mercato libero, ma con prezzi calmierati che vanno (utenze comprese) dai 300 euro per un posto in doppia ai 400 per un posto in singola. È stato presentato ieri mattina, in piazzale della Libertà ad Ancona, lo studentato “Libertas” pronto sin da subito con 20 posti letto, mentre i restanti saranno pronti dopo l’estate per l’inizio dell’anno accademico 2025/2026. Il progetto vede la partecipazione dell’Ente regionale per il diritto allo studio (Erdis), la Regione Marche, il Comune di Ancona e l’azienda Dhomeus, nell’ambito del bando Pnrr e del decreto del ministero dell’Università, varato nel 2024, sull’edilizia universitaria. L’obiettivo dell’Erdis, insieme alla Regione e al Comune di Ancona, è di realizzare entro il 2028 studentati tali da garantire, insieme a quello appena presentato, mille posti letto in tutto il capoluogo dorico, il cui ateneo è frequentato da circa 17mila studenti. “L’inaugurazione dello studentato ‘Libertas’ ad Ancona rappresenta un passo concreto e significativo verso l’attuazione piena del diritto allo studio. Si tratta di un risultato che si inserisce nel più ampio percorso di potenziamento dell’offerta abitativa destinata alle studentesse e agli studenti universitari in tutto il Paese, in particolare meritevoli anche se con minori disponibilità economiche”, ha dichiarato il ministro dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, in merito all’inaugurazione dello studentato ‘Libertas’ ad Ancona. “Garantire spazi moderni e funzionali non è soltanto una risposta alla crescente domanda di alloggi – continua il Ministro – ma una condizione fondamentale per promuovere un accesso davvero equo e inclusivo all’istruzione universitaria”.
Olimpiadi Milano-Cortina, inaugurato il trampolino di Predazzo. Dal Mit 10 milioni di finanziamenti
Atleti e atlete di salto e combinata nordica hanno testato per la prima volta il Trampolino di Predazzo, opera strategica per i Giochi invernali di Milano-Cortina 2026. L’infrastruttura, composta da due trampolini, lunghi 260 e 290 metri, è stata finanziata anche dal Mit con 10 milioni di euro. Ad annunciarlo è il ministero delle Infrastrutture e Trasporti che riferisce della “soddisfazione del vicepresidente del Consiglio e ministro, Matteo Salvini, per questo traguardo che conferma l’impegno per infrastrutture moderne e innovative al servizio dello sport e del Paese.
Lavoro, 575 mila entrate previste dalle imprese a luglio e oltre 1,5 milioni a settembre. 45,4% dei profili difficili da trovare
Sono 575mila le opportunità lavorative offerte dalle imprese a luglio e salgono a oltre 1,5 milioni nel trimestre luglio-settembre. Concorrono a esprimere questa domanda di lavoro le imprese dei settori industria, servizi e primario (agricoltura, silvicoltura, caccia e pesca). Al netto delle previsioni delle imprese del comparto primario, la domanda di lavoro delle imprese dei settori industria e servizi mostra una dinamica espansiva con +30mila assunzioni programmate nel mese rispetto a luglio 2024 (+6%) e +85mila assunzioni rispetto al trimestre luglio-settembre dello scorso anno (+6,4%). A delineare questo scenario è il Bollettino del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere e Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, grazie al Programma nazionale Giovani, donne e lavoro cofinanziato dall’Unione europea, che elabora le previsioni occupazionali per il mese di luglio. L’industria nel suo complesso ricerca a luglio quasi 139mila lavoratori che salgono a oltre 374mila nel trimestre luglio-settembre. Per il manifatturiero, che è alla ricerca di oltre 91mila lavoratori nel mese e di circa 242mila nel trimestre, le maggiori opportunità di lavoro sono offerte dalle industrie alimentari, bevande e tabacco (26mila nel mese e 59mila nel trimestre), seguite dalle industrie della meccatronica (20mila nel mese e 54mila nel trimestre) e da quelle metallurgiche e dei prodotti in metallo (14mila nel mese e 42mila nel trimestre). La domanda di lavoro del comparto delle costruzioni si attesta su 47mila assunzioni nel mese e 133mila nel trimestre. Nel mese, le imprese dei servizi programmano circa 400mila contratti che salgono a oltre 1 milione per l’intero trimestre luglio-settembre. Il settore turistico continua ad offrire le maggiori opportunità di impiego con 136mila lavoratori ricercati nel mese e circa 301mila nel trimestre, seguito dal commercio (76mila nel mese e 195mila nel trimestre) e dai servizi alle persone (65mila nel mese e 207mila nel trimestre). Sono invece circa 37mila i lavoratori ricercati nel mese dalle imprese del settore primario e salgono a circa 113mila con riferimento all’interno trimestre luglio-settembre. A luglio i contratti a tempo determinato sono la tipologia contrattuale maggiormente diffusa viene proposta a circa 370mila posizioni lavorative pari al 64,3% delle entrate programmate; seguono poi i contratti a tempo indeterminato (89mila pari al 15,5%) e i contratti in somministrazione (47mila pari all’8,2%).
Nel mese sono difficili da reperire circa 261mila profili pari al 45,4% delle figure professionali da inserire in azienda, soprattutto a causa della mancanza di candidati per ricoprire le posizioni lavorative aperte. A risentire maggiormente del mismatch sono le industrie metallurgiche e metallifere (65,5% dei profili ricercati dalle imprese è di difficile reperimento), le imprese del comparto costruzioni (63,1%), le industrie tessili, abbigliamento e calzature (59,1%), le imprese del legno-mobile (57,0%) e della meccatronica (55,9%). Tra i profili di più difficile reperimento, il Borsino delle professioni segnala per le professioni intellettuali, gli ingegneri (57,0%); tra i tecnici si registrano elevati livelli di mismatch per tecnici in campo ingegneristico (65,9%), tecnici della salute (65,2%) e tecnici della gestione dei processi produttivi (63,3%). Per le professioni qualificate nelle attività commerciali e dei servizi, elevati livelli di mismatch si registrano per gli operatori per la cura estetica (63,5%) e per le professioni qualificate nei servizi sanitari e sociali (59,8%).
Fonditori, saldatori, lattonieri, calderai, montatori di carpenteria metallica (73,3%) e operai specializzati addetti alle rifiniture delle costruzioni (71,8%) sono tra i profili di più difficile reperimento tra gli operai specializzati. Difficili da reperire sul mercato anche gli operai di macchine automatiche e semiautomatiche per lavorazioni metalliche (61%) e i conduttori macchine movimento terra, sollevamento e maneggio materiali (60,1%). La quota di assunzioni che le imprese prevedono di ricoprire ricorrendo a lavoratori stranieri è pari al 20,3% delle entrate complessive. Nel mese, faranno un maggiore ricorso a manodopera straniera le imprese del settore agricoltura, silvicoltura, caccia e pesca (34,5% del fabbisogno lavorativo sarà coperto da manodopera straniera), le imprese dei servizi operativi di supporto alle imprese e alle persone (32,5%), le industrie alimentari, bevande e tabacco (30,9%), le imprese dei servizi di trasporto, logistica e magazzinaggio (28,2%). A livello territoriale, le imprese della macroarea Sud e Isole sono alla ricerca di circa 194mila lavoratori nel mese e oltre 475mila nel trimestre. Seguono le imprese del Nord Ovest con oltre 139mila assunzioni nel mese e 393mila nel trimestre, le imprese del Nord Est (circa 134 assunzioni nel mese e 360mila nel trimestre) ed infine le imprese del Centro (circa 109 assunzioni nel mese e 291mila nel trimestre).
Lavoro, Calderone: crescono i contratti di produttività, crescono le retribuzioni di risultato
“Continuano a crescere i contratti di produttività, superando quota 80.000 depositi nei primi sei mesi del 2025. A ciascuno degli oltre 3,7 milioni di lavoratori beneficiari, arrivano in media 1.596,50 euro di premio al raggiungimento degli obiettivi. Un trend che cresce costantemente anche grazie al dimezzamento delle tasse sul premio, a dimostrazione della resilienza delle aziende e della buona contrattazione di secondo livello. Cresce la produttività delle aziende e in tal mondo crescono gli stipendi dei lavoratori. Il governo continuerà su questa strada, premiata dai dati, dalla fiducia dei mercati e degli investitori internazionali”. A comunicarlo è il ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Calderone
Pmi, accordo Bei-Mediobanca su 100 milioni di accesso al credito
La Banca europea per gli investimenti (Bei) e Mediobanca hanno firmato un nuovo accordo da 100 milioni di euro volto a migliorare l’accesso al credito per le piccole e medie imprese italiane (Pmi), con una particolare attenzione alle microimprese, all’imprenditoria femminile e alle realtà attive nelle regioni di coesione. Si tratta – evidenzia una nota – del primo accordo in assoluto tra Bei e Mediobanca i cui fondi verranno principalmente intermediati dalla controllata Compass Banca, e si stima che il finanziamento Bei contribuisca a mobilitare fino a 200 milioni di euro di nuova finanza per l’economia reale. Le risorse messe a disposizione dalla Bei saranno erogate da Mediobanca sotto forma di nuovi prestiti a condizioni agevolate, con l’obiettivo di rafforzare la competitività delle imprese beneficiarie e stimolare nuovi investimenti. Del totale finanziato in favore delle Pmi italiane, il 60% dei fondi sarà riservato a microimprese, ossia aziende con meno di 10 dipendenti, mentre il 20% sarà destinato a imprese a guidate da donne o a progetti che promuovono la parità di genere. Un’attenzione particolare sarà inoltre riservata alle aziende operanti nel centro-sud Italia, nelle regioni di coesione.
Mase, 12.400 richieste per reddito energetico nazionale
Sono disponibili a partire da sabato 12 luglio, sul portale del Gse, gli esiti delle valutazioni svolte sulle 12.400 richieste pervenute nel 2025 per l’accesso al Reddito Energetico Nazionale (Ren), la misura che consente ai nuclei familiari a basso reddito di realizzare un impianto fotovoltaico a servizio dell’unità immobiliare di residenza. “Il Reddito Energetico Nazionale rappresenta una misura concreta per sostenere le famiglie in maggiore difficoltà e garantire un accesso equo ai benefici della transizione energetica”, ha dichiarato il ministro Gilberto Pichetto. “I numeri confermano una risposta forte, soprattutto nel Mezzogiorno, dove l’impatto sociale ed economico di questo strumento può essere decisivo. Con oltre 50 MW di nuova potenza fotovoltaica, contribuiamo non solo alla lotta contro la povertà energetica, ma anche alla crescita di un modello energetico più sostenibile e distribuito. Continueremo a rafforzare questi strumenti con l’obiettivo di rendere l’energia pulita un diritto accessibile a tutti”. Le domande ricevute corrispondono a un impegno economico complessivo di oltre 100 milioni di euro, con una distribuzione territoriale che vede circa 20 milioni destinati al Nord e più di 80 milioni al Sud, a conferma della forte adesione nelle aree maggiormente esposte alla povertà energetica. In termini di capacità, le richieste approvate si traducono in oltre 50 MW di nuova potenza fotovoltaica installata. A partire dalla data di pubblicazione degli esiti, i beneficiari hanno 12 mesi di tempo per garantire l’entrata in esercizio degli impianti.
Aiuti di Stato, la Commissione Ue chiede un contributo sulla revisione del regolamento generale di esenzione
La Commissione europea ha lanciato oggi un invito a presentare contributi e una consultazione pubblica per raccogliere contributi sulla portata e il contenuto della sua revisione del Regolamento generale di esenzione per categoria (“Gber”) . L’obiettivo della revisione è ridurre la burocrazia per le imprese e per gli Stati membri e agevolare il necessario sostegno all’industria. Allo stesso tempo, le norme UE in materia di aiuti di Stato dovrebbero continuare a tutelare la parità di condizioni all’interno dell’Ue. Gli interessati possono rispondere al questionario fino al 6 ottobre. Il Regolamento Generale di esenzione per categoria (Rgec) dichiara specifiche categorie di aiuti di Stato compatibili con il mercato interno se soddisfano determinate condizioni, e le esenta dall’obbligo di notifica preventiva alla Commissione e di approvazione da parte di quest’ultima. Ciò consente agli Stati membri di erogare rapidamente gli aiuti, qualora siano soddisfatte le condizioni che limitano la distorsione della concorrenza nel mercato unico. Il Regolamento Generale di Esclusione (Rgec) è entrato in vigore nel 2014. Da allora, è diventato la parte più importante delle norme UE in materia di aiuti di Stato. Nel 2023, gli Stati membri hanno attuato il 69% di tutte le misure di aiuto non legate alla crisi ai sensi del Rgec, ad esempio aiuti per la ricerca e l’innovazione, la connettività a banda larga, l’efficienza energetica o per PMI e start-up. Nel corso del tempo, la Commissione ha costantemente aggiornato il Regolamento Generale di esenzione per categoria. La modifica più recente, del 2023 , ha concesso agli Stati membri maggiore flessibilità nel sostenere i settori chiave per la transizione verso la neutralità climatica e un’industria a zero emissioni nette. Per rimanere aggiornata, la Commissione sta valutando la possibilità di semplificare e aggiornare ulteriormente il Regolamento Generale di Estensione, in linea con la bussola della competitività dell’UE e il Clean Industrial Deal . L’obiettivo dell’invito a presentare contributi e della consultazione pubblica è raccogliere informazioni e opinioni delle parti interessate sull’applicazione e l’interpretazione del Regolamento Generale di Estensione (Rgec). Il feedback aiuterà la Commissione a valutare la possibilità di ridurre gli oneri amministrativi per le imprese, armonizzare le norme sugli aiuti di Stato e accelerare la valutazione delle misure di aiuto . L’obiettivo è facilitare l’accesso al sostegno per tutte le imprese, ma in particolare per le pmi. La Commissione analizzerà le risposte alla consultazione pubblica e pubblicherà una sintesi dei punti principali e delle conclusioni sul portale “Di’ la tua”. La Commissione pubblicherà inoltre i contributi nella lingua in cui sono stati presentati.
Enel Foundation si trasforma: nasce l’hub globale per la ricerca e la formazione nel settore energetico
Si apre un nuovo corso per Enel Foundation. La fondazione di Enel rafforza il suo ruolo di hub di ricerca e formazione nel settore energetico, valorizzando la sua proiezione internazionale e consolidando le relazioni con mondo accademico, enti di ricerca, imprese e istituzioni.
Il nuovo comitato scientifico e i progetti della Fondazione sono stati presentati oggi durante un evento pubblico a cui sono intervenuti il Vicepresidente del Consiglio dei ministri e ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Antonio Tajani, il presidente della Fondazione e AD del Gruppo Enel, Flavio Cattaneo, il Direttore di Enel Grids and Innovation e Consigliere Delegato della Fondazione Enel, Gianni Armani, la Presidente del comitato scientifico della Fondazione, Laura Cozzi, e Lorenzo Ortona, Coordinatore Vicario della Struttura di Missione per il Piano Mattei della Presidenza del Consiglio dei Ministri. “La Fondazione promuove la collaborazione tra ricerca e impresa per favorire l’evoluzione del settore energetico a livello globale” – dichiara Flavio Cattaneo, ad del Gruppo Enel e Presidente di Enel Foundation. “Questa sinergia ci consente di trasformare l’innovazione scientifica in soluzioni concrete, sostenibili e scalabili, potenziando la competitività industriale e contribuendo alla transizione energetica mondiale”.
Nel nuovo comitato scientifico della fondazione figurano personalità del mondo accademico provenienti dalle più prestigiose università italiane e del mondo, tra cui Bocconi, Luiss Guido Carli, Politecnico di Milano, Politecnico di Torino, e tra le altre Mit e Harvard.
Un posizionamento internazionale che trova conferma anche nel respiro globale dei progetti avviati dalla Fondazione, per contribuire a un modello di cooperazione strutturata tra Europa e Africa nell’ambito del Piano Mattei: dai corsi manageriali sulla transizione energetica e le fonti rinnovabili, attivati in Marocco in collaborazione con la Fondazione Res4Africa e l’Università Mohammed VI, che hanno già registrato oltre mille partecipanti, all’apertura di due nuovi centri di formazione in Kenya e Sudafrica. In questa cornice assume particolare rilievo anche il progetto wAtt-Boost in collaborazione con RES4Africa, Strathmore University e con il contributo di Irena, che mira a sostenere lo sviluppo dell’imprenditoria africana nel settore delle energie rinnovabili, accompagnando la crescita di startup locali nel campo della transizione energetica. Gran parte dei progetti sviluppati nell’ambito del piano Mattei intendono realizzare un ecosistema di ricerca e formazione per creare una futura classe dirigente africana in grado di affrontare con successo le sfide del settore energetico. Inoltre, sempre nell’ambito della just transition e del mondo del lavoro, la Fondazione affronterà il tema delle competenze necessarie alla transizione, anche raccogliendo le sfide poste dallo sviluppo dell’intelligenza artificiale. Un altro tema oggetto di studio sarà la resilienza delle reti e l’adattamento ai cambiamenti climatici, con particolare focus su alcune aree geografiche più esposte, come il Sudamerica. Enel Foundation si conferma così un’eccellenza in grado di promuovere un dialogo virtuoso tra istituzioni, imprese e mondo accademico, favorendo scelte strategiche e di lungo termine in campo energetico.
Webuild: nuovi lavori in Arabia Saudita per 600 milioni di dollari per il progetto Diriyah Square
Webuild rafforza la sua presenza in Arabia Saudita con nuovi lavori per circa 600 milioni di dollari (100% Gruppo Webuild) nell’ambito del progetto Diriyah Square. Il valore complessivo delle opere affidate a Webuild dalla Diriyah Company negli ultimi anni per la trasformazione di Diriyah, sale quindi a circa USD 2 miliardi. Diriyah, sede del sito patrimonio dell’UNESCO di At-Turaif, si trova a nord-ovest di Riyadh ed è destinata a diventare uno dei principali poli culturali e commerciali del Regno. “Siamo orgogliosi di contribuire a un progetto di così grande valore simbolico e strategico per l’Arabia Saudita. La nostra presenza nel Regno si rafforza ulteriormente con un’opera che avrà un impatto positivo sul territorio e sulle comunità locali. Guardiamo con entusiasmo alla realizzazione di questa nuova fase del Diriyah Square, un tassello fondamentale di un progetto iconico”, ha dichiarato l’amministratore delegato Webuild, Pietro Salini. “Il Gruppo Webuild è presente in Arabia Saudita dal 1966 e ha realizzato oltre 90 progetti nel Regno. Continuiamo a metterci a disposizione del paese per la realizzazione di alcuni dei progetti più sfidanti al mondo in particolare nei settori dell’edilizia civile, della mobilità sostenibile e della dissalazione”.
I lavori aggiudicati, identificati come “Package 3 Finishing and MEP”, prevedono la costruzione di oltre 70 edifici e spazi pubblici progettati in linea con i principi dell’architettura Nadji per creare una destinazione retail & lifestyle unica, tutta pedonale, all’interno di Diriyah Square, su una superficie di circa 365.000 metri quadrati. Webuild è già attiva nel progetto con la realizzazione di un su più livelli da 10.500 posti auto, aggiudicato nel 2022 e attualmente completato al 55%, a cui si aggiungono opere strutturali già in corso, riferite ai Package 3, 6 e 7. Il Gruppo Webuild è oggi protagonista di alcune delle opere più ambiziose del Regno Saudita: dalla linea ad alta velocità, al sistema di tre dighe e un lago d’acqua dolce per Trojena, fino al piano di urbanizzazione a Riyadh. Un’eredità costruita nel tempo, che include progetti iconici come la
della Metro di Riyadh, la più lunga linea metropolitana della nuova rete inaugurata a novembre scorso, il celebre – premiato come miglior grattacielo al mondo per il design –, oltre 70 strutture sanitarie e l’impianto di dissalazione , firmato da Fisia Italimpianti, la società del Gruppo specializzata nel trattamento delle acque e nella dissalazione.
A2A: oltre 72 milioni di euro l’anno destinati a welfare e premi per i dipendenti
Sono oltre 72 milioni di euro le risorse messe a disposizione ogni anno da A2A per le proprie persone. Questi i numeri del Gruppo relativi ai servizi di welfare, ai Premi di produttività, oltre al nuovo piano di azionariato diffuso presentati oggi a Milano: un sistema ampio e articolato che tiene conto delle diverse dimensioni che concorrono a favorire il benessere di un individuo, tra le quali la famiglia, il risparmio, la salute, il tempo libero. Le ricerche svolte da Percorsi di secondo welfare (laboratorio che studia i cambiamenti in atto legato al Dipartimento di Scienze Sociali e Politiche dell’Università degli Studi di Milano) indicano che nel 2023 le imprese italiane hanno investito nel welfare aziendale circa 3,2 miliardi di euro. Un dato in crescita di oltre il 6% rispetto all’anno precedente, che conferma un trend positivo che negli ultimi 10 anni ha visto il consolidamento della cultura delle organizzazioni sui temi sociali. Tra le aziende, infatti, continua a crescere la consapevolezza di come queste policy siano in grado di migliorare il benessere di chi lavora, incidendo positivamente su clima interno, produttività e attrattività delle organizzazioni. Gli effetti dei cambiamenti demografici e sociali richiedono interventi per rispondere ai nuovi bisogni dei cittadini: in questo contesto le prestazioni erogate dalle aziende, affiancandosi e integrandosi al welfare pubblico, possono contribuire a generare un impatto positivo nella creazione di valore per il territorio e per le comunità. Gli elementi distintivi dei due piani (Life Caring e Life Sharing) risiedono anche nella condivisione con le organizzazioni sindacali. In particolare, il Piano di Azionariato Diffuso è stato sottoscritto e supportato dalla maggior parte delle sigle presenti nel Gruppo, un unicum nel panorama imprenditoriale (recenti analoghe iniziative di altre aziende sono state definite in modo unilaterale). Alla prima fase ha aderito oltre l’86% degli aventi diritto; in autunno partirà la seconda fase nella quale tutti i dipendenti potranno acquistare azioni di A2A ricevendone ulteriori gratuitamente con una premialità inversa rispetto al proprio inquadramento contrattuale per favorire i colleghi con le retribuzioni più basse: 1 azione gratuita ogni azione acquistata per gli operai, 1 azione gratuita ogni 3 per quadri e impiegati, 1 azione gratuita ogni 5 acquistate per i dirigenti. Diciotto milioni di euro sono inoltre previsti per altri servizi (tra i quali il progetto “Case ai lavoratori”, l’assistenza sanitaria integrativa, assistenza psicologica, iniziative di wellbeing e lotta alle dipendenze, convenzioni attive) a cui si aggiungono ulteriori 39 milioni per i Premi di produttività, che i dipendenti possono scegliere di destinare in tutto o in parte ai fondi di previdenza complementare, usufruendo di un contributo aggiuntivo da parte di A2A sull’importo convertito (di circa il 15%).
“Il welfare aziendale ha una lunga tradizione nella storia di A2A: le prime forme di supporto ai dipendenti attivate negli Anni ‘60 per fronteggiare fenomeni come l’emarginazione sociale, tipica di quel periodo, erano già strumenti di attenzione alle persone e inclusione”, commenta Roberto Tasca, presidente di A2A. “Questo percorso è proseguito negli anni con numerose iniziative, l’ultima delle quali in ordine di tempo è il Piano di Azionariato Diffuso. Oggi il Gruppo è tra le prime aziende del Paese e la prima che opera anche nell’ambito dell’economia circolare ad avere attivato questo programma con 5,3 milioni di euro che cresceranno ancora nella fase successiva. Oltre a coinvolgere i nostri colleghi nel percorso di crescita della società condividendo con loro i risultati raggiunti insieme, rappresenta anche una leva di educazione finanziaria per favorire la conoscenza rispetto all’impiego delle proprie risorse economiche. Con questo Piano testimoniamo il senso di responsabilità che abbiamo nei loro confronti. Le quasi 11mila adesioni ci confermano l’importanza dell’investimento fatto e l’elevato livello di affiliazione dei nostri dipendenti”. Per l’amministratore delegato di A2A, Renato Mazzoncini, “la disponibilità e l’accessibilità dei servizi incidono sempre di più sulla qualità della vita. L’impegno del Gruppo per il benessere dei dipendenti è cresciuto negli anni ed è diventato centrale nella nostra strategia. Per le nostre persone abbiamo previsto oltre 72 milioni di euro all’anno attraverso un sistema strutturato che si è evoluto e rafforzato nel tempo fino a diventare un modello di riferimento nel nostro ambito industriale. Ne è esempio il piano da 120 milioni al 2035 per sostenere i nostri colleghi nei loro progetti di genitorialità. Di fronte ai cambiamenti socio-demografici in atto i sistemi di welfare possono diventare laboratori di innovazione in grado di attivare alleanze tra pubblico e privato e mettere a sistema azioni orientate a garantire maggiore benessere per le comunità.”
Il gruppo Hera per la prima volta nella ‘ClimateA List’ di Cdp
Il Gruppo Hera è stato inserito per la prima volta nella prestigiosa “Climate A List” di CDP (ex Carbon Disclosure Project), tra le più autorevoli organizzazioni internazionali indipendenti di misurazione e rendicontazione ambientale. Grazie a questo importante riconoscimento, la
multiutility può confermare ulteriormente il proprio posizionamento tra le imprese più virtuose al mondo, nel Top 2%, sul fronte della decarbonizzazione e della trasparenza nella rendicontazione relativa al cambiamento climatico. Questo risultato è inoltre al di sopra della media del settore (B) e della media europea e mondiale (entrambe pari a C). CDP ha riconosciuto a Hera ottimi risultati in praticamente tutte le categorie di valutazione, con un miglioramento ulteriore in molte aree chiave rispetto all’anno precedente e la conferma dell’eccellenza nelle restanti, a riprova di un approccio solido, strutturato, allineato alle migliori pratiche internazionali nella gestione delle sfide climatiche.
L’inclusione nella A List riflette l’elevato livello di impegno e di ambizione climatica del Gruppo Hera, a partire dal perseguimento della neutralità di carbonio, inserito nel purpose del Gruppo Hera con la modifica dello Statuto sociale già nel 2021. Un obiettivo declinato nel Piano di Transizione Climatica presentato nel 2024, che prevede il Net Zero entro il 2050. In particolare, il Piano definisce le traiettorie e le leve di riduzione delle emissioni dirette e indirette (Scope 1, 2 e 3), evidenziando azioni concrete per la riduzione delle emissioni climalteranti, e prevede meccanismi governance volti ad integrare i rischi climatici nei processi decisionali e finanziari aziendali.
UniCredit supporta il piano di crescita green di SCL Italia, erogato un finanziamento di 6,5 milioni con Garanzia Growth di Sace
UniCredit ha erogato in favore di Scl Italia un finanziamento Esg Sostenibile Plus di 6,5 milioni assistito da Garanzia Growth di Sace. L’operazione è finalizzata a sostenere l’investimento dell’azienda in un impianto 5.0 in Italia per la fabbricazione di ZHS (Zinco Stannato Idrossido), prodotto chimico green con eccellente carbon footprint destinato ad applicazioni industriali high-tech. Lo ZHS trova applicazione quale antifiamma in materiali quali il PVC e il Nylon. Presenta un profilo di non tossicità e un considerevole vantaggio ambientale a fine vita poiché il materiale plastico additivato è riciclato senza problemi. Grazie alla particolare composizione chimica, lo ZHS è inoltre in grado di ridurre la quantità di fumi che si sprigionano in caso d’incendio. SCL, che produce lo ZHS dal 2011 presso lo stabilimento italiano, ha deciso di investire nella realizzazione di un nuovo impianto che garantisca il raddoppio della produzione riducendo al contempo i consumi energetici per unità di prodotto (energia elettrica e vapore). Scl è capogruppo di Larderello Group che, con oltre 200 anni di esperienza nel settore del boro, oggi sviluppa, produce e distribuisce soluzioni innovative attraverso due business unit: Specialty Chemicals Larderello, con prodotti chimici altamente specializzati in grado di garantire affidabilità a lungo termine a clienti che operano in settori ad alta tecnologia; FertiGlobal®, con soluzioni di bioattivazione innovative ed ecocompatibili progettate per migliorare sia la qualità che la resa delle colture. SCL ha sede a Milano e uno stabilimento in Toscana, a Larderello (Pisa), composto da due unità produttive: una interamente dedicata ai prodotti chimici speciali e l’altra alla produzione di bioattivatori. Gli impianti si estendono su un’area di circa 5 ettari, che ospita anche il centro di Ricerca e Sviluppo FertiGlobal® di Gruppo.
Maria Cristina Carlini