Il bollettino economico

Bce: incertezza ECCEZIONALE, investimenti delle imprese fermi

L’effetto dazi e le tensioni geopolitiche internazionali mettono l’Europa sotto pressione. L’ultimo Bollettino economico della Bce avverte che l’eccezionale incertezza offusca le prospettive economiche. Nel primo trimestre il Pil ha registrato una lieve accelerazione ma i rischi al ribasso si allungano sui mesi a venire. Elementi di preoccupazione sono gli investimenti delle imprese che mostrano segnali di stagnazione. Debole è l’edilizia residenziale. Anche il mercato del lavoro mostra segnali di raffreddamento.

04 Mag 2025 di Maria Cristina Carlini

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“Le prospettive economiche sono offuscate da eccezionale incertezza”. La Bce ricorre a termini particolarmenti forti per descrivere, nel terzo bollettino economico dell’anno pubblicato nei giorni scorsi, lo scenario dell’economia della zona euro. Non è certo la prima vola che l’Eurotower mette in guardia dai rischi al ribasso innescati dalla nuova guerra commerciale con gli Usa e dalle tensioni geopolitiche internazionali, ormai di più lunga durata. Ma il segnale che il livello di allerta per quello che si prospetta nei prossimi mesi sia ulteriormente salito sta tutto in un aggettivo: “eccezionale”. E’ questa eccezionalità che frena gli investimenti delle imprese ma anche la spesa dei consumatori che diventano più attenti e cauti. Finora, comunque, l’Europa ha potuto contare su alcuni fattori positivi. La Banca centrale europea rimarca che “l’economia dell’area dell’euro ha acquisito una certa capacità di tenuta a fronte degli shock mondiali ed è probabile che sia cresciuta nel primo trimestre del 2025, con il settore manifatturiero che ha mostrato segnali di stabilizzazione”. E, infatti, secondo gli ultimi dati di Eurostat (diffusi il 30 aprile scorso), il Pil dell’eurozona nei primi tre mesi dell’anno è cresciuto dello 0,4% in accelerazione rispetto a +0,2% dell’ultima frazione del 2024. In questo contesto, l’economia italiana, secondo le ultime rilevazioni dell’Istat, ha registrato una crescita dello 0,3% e, considerando il lieve effetto trascinamento dello 0,1% ereditato dall’anno scorso, il dato acquisito per il 2025 è +0,4%.

Altro importante fattore di tenuta arriva, per la Bce, dal “vigore del mercato del lavoro”. La disoccupazione è scesa al 6,1 per cento a febbraio, il livello più basso dall’introduzione dell’euro. Gli ultimi dati di marzo mostrano una lieve risalita al 6,2%. Anche in Italia, secondo i dati dell’Istat diffusi il 2 maggio, aumentano i senza lavoro con il tasso che passa dal 5,9% al 6% con la disoccupazione giovanile che torna a salire di 1,6 punti percentuali a quota 19% (la media dell’eurozona si attesta al 14,2%). Scende anche l’occupazione, -0,1%, soprattutto per donne e over 35. Ora la Bce indica segnali di raffreddamento del mercato del lavoro.

Il primo trimestre dell’anno non sconta ancora l’effetto dazi ed è nei prossimi mesi che si concentrano le principali preoccupazioni. “Le prospettive per il secondo trimestre hanno risentito dei recenti shock avversi a livello mondiale (i nuovi dazi statunitensi e le possibili misure ritorsive, l’aumento dell’incertezza a livello internazionale, una maggiore volatilità nei mercati finanziari), nonché di shock interni più favorevoli, come le nuove politiche nazionali e a livello di Ue relative alla spesa per le infrastrutture e la difesa. A marzo gli indicatori prospettici già mostravano un quadro eterogeneo, molto probabilmente riflettendo le difficoltà derivanti dagli annunci attesi sui dazi statunitensi”, avverte l’istituto di Francoforte. Tanto più che gli aumenti delle spese per le infrastrutture e la difesa, recentemente che, come si è detto, potrebbero sostenere il clima di fiducia e l’attività nel settore manifatturiero,”è improbabile che gli effetti positivi si manifestino già nel secondo trimestre”.

Sicuramente, il quadro globale mette l’Europa sotto pressione. Per questo, è il richiamo della Bce, “è ancora più urgente che le politiche strutturali e di bilancio accrescano la produttività, la competitività e la capacità di tenuta dell’economia dell’area dell’euro. L’iniziativa della Commissione europea denominata Bussola per la competitività rappresenta un piano di azione concreto, le cui proposte, tra cui quelle sulla semplificazione, andrebbero attuate prontamente. In questo contesto rientra il completamento dell’unione dei risparmi e degli investimenti, secondo una tabella di marcia chiara e ambiziosa, al fine di offrire ai risparmiatori, maggiori opportunità di investimento, e alle imprese un miglior accesso al finanziamento, in particolare mediante capitale di rischio. È inoltre importante definire rapidamente il quadro legislativo da applicare in vista della possibile introduzione di un euro digitale. I governi dovrebbero assicurare la sostenibilità delle finanze pubbliche in linea con la governance economica dell’UE e dare priorità alle riforme strutturali e agli investimenti strategici volti a favorire la crescita”.

Ma quale potrà essere l’impatto sul mondo produttivo dalla manifattura all’edilizia? Il Bollettino della Bce dà il termometro della situazione osservando  il trend degli investimenti delle aziende: nel quarto trimestre del 2024 “sono cresciuti  vigorosamente, ma si sono verosimilmente indeboliti nel primo trimestre del 2025”. Nel quarto trimestre del 2024 gli investimenti in beni diversi dalle costruzioni (al netto delle attività immateriali irlandesi) sono aumentati dello 0,7 per cento. A trainare è stata una ripresa degli investimenti in attrezzature per il trasporto, mentre gli investimenti in macchinari e altre attrezzature hanno subito un rallentamento e gli investimenti in attività immateriali sono rimasti invariati. Si stima che gli investimenti abbiano ristagnato nel primo trimestre del 2025 con i beni di investimento, che mostrano una lieve contrazione della produzione industriale.

In controtendenza, invece, nel quarto trimestre del 2024, il  settore dell’edilizia residenziale i cui investimenti sono nuovamente diminuiti, seppure a un ritmo più contenuto rispetto al trimestre precedente. La flessione è stata dello 0,3% rispetto al periodo precedente  dopo un calo dello 0,6 per cento nel terzo trimestre. Per quanto riguarda gli indicatori quantitativi, nel quarto trimestre le concessioni edilizie si sono mantenute su livelli bassi, segnalando il contributo limitato dei nuovi progetti nel breve termine. Più di recente, a gennaio un indicatore composito per il settore delle costruzioni e dei lavori specializzati di costruzione si è collocato a un livello superiore dello 0,8 per cento rispetto al dato registrato nel quarto trimestre. Tuttavia, le misure dell’attività desunte dalle indagini, come il PMI relativo al prodotto nel settore dell’edilizia residenziale e l’indicatore della Commissione europea per l’attività nel settore delle costruzioni e dei lavori specializzati di costruzione negli ultimi tre mesi, sono rimaste modeste per tutto il trimestre, nonostante un lieve miglioramento. Nel complesso ciò suggerisce che gli investimenti in edilizia residenziale abbiano probabilmente mostrato una sostanziale stagnazione nel primo trimestre del 2025. In prospettiva, le recenti indagini della Bce segnalano il protrarsi della dinamica debole degli investimenti nel settore dell’edilizia residenziale nei prossimi trimestri. L’ultima indagine sulle aspettative dei consumatori segnala che le attese delle famiglie riguardanti il mercato degli immobili residenziali, rispecchiate dall’appetibilità degli investimenti in abitazioni, sono rimaste sostanzialmente stabili, collocandosi intorno ai loro livelli medi fino alla fine del trimestre. Dall’edizione di aprile 2025 dell’indagine sul credito bancario condotta dalla BCE si evince che la domanda di mutui per l’acquisto di abitazioni dovrebbe continuare a migliorare, ma i criteri per la concessione del credito potrebbero inasprirsi nel secondo trimestre del 2025.

 

 

 

 

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