L’esposizione al Maxxi di Roma

Autostrade in mostra, così hanno plasmato il paesaggio e trasformato il Paese

“Italia in movimento. Autostrade e futuro” è il titolo della mostra inaugurata al Maxxi a inizio dicembre, curata da Pippo Ciorra con Angela Valente, in collaborazione con Aspi. E’ un viaggio che non ripercorre soltanto la storia di opere che hanno trasformato il Paese ma approfondiscono e svelano fondamentali aspetti: l’impatto sul paesaggio, sui processi di urbanizzazione, sui consumi e sul modo di viaggiare. Ma anche le austrade come magnete di opere architettoniche firmate di grandi nomi nazionali e internazionali

 

26 Gen 2025

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Autostrade in mostra, così hanno plasmato il paesaggio e trasformato il Paese

Basta una nuova prospettiva ed ecco che le autostrade possono raccontare tante storie che parlano del Paese. C’è sempre, ovviamente, la loro storia centenaria nota e celebrata. In principio è stata l’Autostrada dei Laghi, la Milano -Varese, la prima autostrada a pedaggio al mondo, che l’anno scorso ha celebrato il primo secolo di vita; poi l’Autostrada del Sole, miracolo nel grande miracolo italiano, degli anni ‘60 , la più grande opera infrastrutturale mai realizzata, spina dorsale e innervatura dei collegamenti tra Nord e Sud. Foto e filmati in bianco e nero di quegli anni fanno parte del vissuto e si sono sedimentate nella memoria collettiva. Ma ci sono altre storie che queste opere raccontano:  perché la costruzione di autostrade non è stata la mera realizzazione di vie di collegamento, ma, nei territori che hanno attraversato, hanno trasformato il paesaggio, hanno creato nuovi centri urbani, hanno attratto insediamenti industriali. E mentre hanno chiamato all’appello i più grandi nomi dell’architettura nazionale e internazionale, hanno trasformato abitudini e costumi degli italiani, dove il viaggio è diventato opportunità e, quindi, consuetudine per tanti.

È su tutto questo che la mostra “Italia in movimento. Autostrade e futuro“, inaugurata al Maxxi il  6 dicembre scorso ( ora verrà prorogata fino a domenica 9 marzo rispetto all’iniziale scadenza del 2 febbraio), dischiude e privilegia nuove prospettive, nuove chiavi di lettura e punti di vista che, forse rischiano di passare in secondo piano quando si parla della mera infrastruttura, o, comunque, ne vengono sovrastati. E’ su tutto questo che ruota il concept della narrazione curata da Pippo Ciorra con Angela Parente, con la collaborazione di Autostrade per l’Italia.

Di storia, negli spazi espositivi creati da Zara Hadid, ovviamente, ce n’è tanta, nè, del resto, poteva mancare. Nella sezione ‘Rete’, la prima delle quatro in cui è articolata la mostra, c’è tutta la cronologia che parte dall’opera di Piero Puricelli, l’ingegnere architetto come amava definirsi, ‘inventore’ delle autostrade con la Milano-Laghi, un secolo fa. Si prosegue negli anni ’30 con lo sviluppo di tratte come la Firenze Mare e la Napoli-Pompei. E poi la fondamentale tappa dell’Autosole, inaugurata nel 1964 dopo otto anni di lavori. La storia prosegue negli anni ’70 con la costruzione di nuove tratte come l’A4 Torino-Trieste. Il processo di completamento della rete autostradale viene qui illustrato dai documenti, le immagini fotografiche e in movimento, mappe, carte turistiche, progetti e disegni reperiti nei ricchi archivi della Società Autostrade, nella collazione MAXXI Architettura e Design Contemporaneo e negli archivi e studi dei numerosi prestatori. Di grande impatto è il plastico originale dell’Autosole che domina la sala: un capolavoro ingegneristico e architettonico che, oltre a raccontare il passato, permette di immaginare la portata visionaria di quest’opera nel suo contesto storico.”

L’autostrada genera architettura, città e paesaggi

Ma, appunto, la narrazione si snoda poi su altri percorsi e riflessioni come quella su ciò che viene offerto allo sguardo del viaggiatore all’interno del percorso e dei servizi autostradali. In una sequenza sempre più curata e consapevole, fatta di microarchitetture, aree di sosta e punti di ristoro. Come le strade romane e medioevali, l’autostrada genera architettura, città e paesaggi. Da Giovanni Michelucci a Jean Nouvel, i grandi nomi  dell’architettura mondiale hanno firmato opere lungo il cammino. Ponti e stazioni ferroviarie, caselli, autogrill, sedi aziendali, campus produttivi  lungo il tracciato autostradale, che diventa una sorta di main street, sono stati disegnati e realizzati da grandi firme dell’architettura. E’ di Giovanni Michelucci la chiesa di San Giovanni Battista, ribattezzata anche chiesac dell’Autostrada del Sole,  alle porte di Firenze, ben visibile dall’autostrada, costruita per ricordare i numerosi caduti sul lavoro durante la costruzione dell’opera.

Ma un’autostrada ha un impatto dirompente sul paesaggio: lo plasma, lo trasforma anche con ferite drammaticamente profonde. E sono queste ferite che nel tempo hanno fatto maturare la consapevolezza che costruire l’autostrada vuol dire, e deve voler dire, prendersene cura, ammodernarla, renderla più efficiente e e sicura. Nella sezione Paesaggio, il racconto è affidato alle visioni fotografiche di Iwan Baan che catturano dall’alto, grazie a una serie di ricognizioni in elicottero, l’essenza del paesaggio autostradale. Baan ha volato per settimane sopra i punti di confronto più interessanti tra la rete e i contesti che la accolgono, siano esse complicatissime morfologie urbane, come Genova, o nei tratti di wilderness altrimenti incontaminata negli angolo più remoti del Paese.

Tecnologia e innovazione per i nuovi progetti green

Poi il salto in un futuro che si sta facendo già presente. Si arriva alla quarta tappa della mostra, ‘Tecnologia e futuro’, appunto, che apre l’orizzonte sulle autostrade intelligenti e progettate per essere sostenibili, immaginate in un mondo in cui la tecnologia avanzata semplifica la guida e trasforma l’esperienza di viaggio. La sfida green viene raccontata dalle proposte  firmate dallo studio di Renzo Piano (RPBW) e dalle visioni oniriche di Emiliano Ponzi.

In questa sezione, in un video registrato Renzo Piano parla della drammatica sfida seguita alla tragedia del Ponte Morandi, una sfida che con il nuovo Ponte San Giorgio si è concretizzata in un “miracolo di coesione”. Un altro progetto che riguarda Genova è il tunnel subportuale. Con Autostrade per l’Italia e Tecne, RPBW sta realizzazione dell”opera che, oltre a potenziare i collegamenti tra la città di Ponente e quella Levante, prevede la ricucitura delle aree di contatto tra il tunnel e la città attraverso tre nuovo parchi pubblici: quello della Lanterna, il Parco delle Mura e l’estensione a nord del Parco della Foce. I progetti di Piano si concentrano anche sulle nuove aree di servizio. I render mostrano  grandi tensostrutture con pannelli solari sul tetto. Sono strutture  leggere a emissioni zero, come un grande parasole sotto il quale si sviluppa la piazza che accoglie i viaggiatori, circondata dal verde. Strutture frutto di ricerca e innovazione che esprimono quel senso di bellezza che si associa al Paese.

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