LINEE GUIDA DELL'ASSOCIAZIONE DELLE SOCIETà QUOTATE IN BORSA
Assonime: i dati sono beni economici scambiabili, il nuovo fattore di produzione. Decalogo per le imprese
I dati “incorporano un valore che si moltiplica sulla base delle combinazioni e delle analisi a cui vengano sottoposti (anche grazie a tecniche sempre più sofisticate di data automation e data analytics), e dell’uso a cui vengano destinati attraverso le più promettenti tecnologie abilitanti (tra le quali, intelligenza artificiale, modelli di registro distribuito e internet of things)”. L’accesso e lo sfruttamento dei dati, come innesco per la trasformazione tecnologica e digitale, acceleratore di innovazione e condizione necessaria per il recupero della produttività e della competitività aziendale, dell’economia e del sistema Paese sono al centro della Strategia digitale europea e di quella nazionale.
IN SINTESI
I dati sono la risorsa su cui puntare e investire, sono beni economici che possono essere acquistati e scambiati e costituiscono “il nuovo ed indispensabile fattore di produzione”, al pari del capitale e del lavoro. Questo nuovo approccio è al centro della Strategia digitale europea e di quella nazionale che considerano priorità assoluta “l’accesso e lo sfruttamento dei dati, in quanto innesco per la trasformazione tecnologica e digitale, acceleratore di innovazione e soprattutto condizione necessaria per il recupero della produttività e della competitività aziendale, dell’economia e del sistema Paese”.
Questa strategia che sta trasformando il modo di agire dell’impresa viene sistematizzata nelle “Linee guida per la valorizzazione dei dati nelle strategie di impresa”, appena rilasciate da Assonime, l’associazione delle società quotate in Borsa: il documento evidenzia come, indipendentemente dal settore, dalla natura e dall’attività, i dati sono ‘la’ risorsa su cui le imprese devono puntare e investire, “incorporando un valore che si moltiplica sulla base delle combinazioni e delle analisi a cui vengano sottoposti (anche grazie a tecniche sempre più sofisticate di data automation e data analytics), e dell’uso a cui vengano destinati attraverso le più promettenti tecnologie abilitanti (tra le quali, intelligenza artificiale, modelli di registro distribuito e internet of things)”.
Il rapporto è il frutto dell’attività di un gruppo di lavoro della giunta Assonime, guidato da Andrea Pontremoli, amministratore delegato di Dallara Spa, ed evidenzia come “al cuore i nuovi modelli di business nei diversi contesti (B2C, B2B e B2G), i dati esprimono un nuovo ed indispensabile fattore di produzione, di importanza almeno pari a quello tradizionalmente assegnato al lavoro e al capitale”. Una volta che processi e prodotti vengano dematerializzati e digitalizzati sotto forma di bit interoperabili – dicono le Linee guida – i dati “danno impulso alla modernizzazione prima e alla trasformazione poi di ogni fase produttiva e decisionale, con effetti rilevantissimi in termini di organizzazione e performance, cross-fertilization e persino penetrazione e/o creazione di nuovi mercati”.
I dati vengono quindi, in questo modo, “messi al servizio” delle priorità strategiche d’impresa, con l’effetto di condurre a “enormi benefici in termini di produttività ed efficienza nell’utilizzo delle risorse in ogni segmento, compresa la riduzione dell’impronta di carbonio e l’ottimizzazione delle catene di approvvigionamento”. Impatti ci sono anche nella governance delle imprese, dove le nuove responsabilità in materia di cybersecurity e sostenibilità ambientale, “richiedono organi di governo sempre più informati e come tali capaci, all’occorrenza, di esercitare con consapevolezza la business judgment rule e superare un approccio di mera compliance formale, per
aderire al modello del comply or explain”. L’evidenza economica – sostiene ancora il Rapporto di Assonime – “mostra come la circolazione dei dati, all’insegna del paradigma
del free flow of data and information, si stia affermando come motore di competitività
internazionale in un mondo sempre più diviso in blocchi di influenza geopolitica”.
Nelle linee guida Assonime identifica quindi dieci azioni che, facendo leva sul quadro delle regole europee e nazionali in materia di dati, consentono alle “imprese di sfruttare da subito le opportunità offerte dall’innovazione data driven nell’interesse strategico di ciascuna”.
Le dieci azioni – sintetizzate di seguito – “si traducono in altrettante linee guida che consentono alle imprese di sfruttare le opportunità offerte dal nuovo quadro regolatorio europeo e dalle tecnologie data-driven, identificando e riconoscendo prima, e massimizzando poi, il valore derivante dall’uso e dalla condivisione dei dati, attraverso rinnovati modelli e strategie di business.
- Mettere al centro di ogni strategia d’impresa le opportunità della trasformazione tecnologica basata sui dati,nella consapevolezza che non esiste strategia d’impresa senza una strategia sul digitale. Tale responsabilità ricade in primis in capo agli organi di governo societario che potranno valutare se cooptare un data/digital board member e/o creare Comitati interni ad hoc in tema di trasformazione digitale ovvero allargare il perimetro e il mandato di quelli esistenti deputati alla valutazione degli investimenti a supporto delle strategie aziendali.
- Definire una cabina di regia per costruire (grazie ad investimenti significativi in termini di infrastruttura, architettura, servizi e contenuti) un’unicapiattaforma di condivisione dei dati aziendali, nel rispetto del principio dell’unicità del dato, e poi per il management e lo sfruttamento degli stessi.
- Svolgere un assessment sulle possibilità offerte dalla data economy, anche in termini di regole facilitanti, per conseguire gli obiettivi strategici d’impresa, coinvolgendo trasversalmente aree e funzioni diverse, da formare e aggiornare su base continuativa.
- Promuovere la dematerializzazione e la digitalizzazione delle fasi di progettazione, di produzione e organizzazione, e dei relativi processi d’impresa. Si pensi all’utilizzo dei digital twins per la fasi di progettazione dei processi produttivi e del footprint manifatturiero o per le fasi di design del prodotto, o anche all’esigenza di codificazione del know-how per una più funzionale trasferibilità della conoscenza.
- Riorganizzare e razionalizzare i processi di gestione dei dati, superando l’approccio a silos, verticale e per singola direzione/dipartimento,in favore di una piattaforma aperta, in cui i dati possano essere fruiti in modo condiviso ed accessibile, riutilizzabili ed interoperabili, nel rispetto degli standard europei e delle necessarie tutele in materia di cybersecurity.
- Promuovere un approccio consapevole nell’adozione delle nuove tecnologie digitali,ovvero capace di cogliere le molteplici opportunità, senza sottovalutare i rischi connessi all’adozione di soluzioni aperte e disponibili sul mercato. Il ricorso asoluzioni esterne in materia di nuove tecnologie può determinare, infatti, la inconsapevole condivisione e di qui la perdita del controllo su dati sensibili aziendali, invenzioni, know how, contenuti e procedimenti tutelati attraverso diritti di proprietà intellettuale.
- Attrezzare adeguatamente le funzioni legali e di compliance,così da coinvolgerle attivamente e sin dall’inizio nei processi di data quality e data sharing, e rafforzarele procedure interne di controllo e di mitigazione dei rischi e di coordinamento.
- Valutare l’opportunità di richiedere, acquisire e sfruttare i dati pubblicio di terzi all’interno o all’esterno dell’azienda, soppesando di volta in volta i vantaggi delle politiche di condivisione rispetto a quelle di brokeraggio.
- Aprirsi alle nuove tecnologie e all’intelligenza artificiale,addestrando i sistemi con data set sorvegliati e di qualità, garantendo la supervisione umana sul processo e sull’adeguatezza delle soluzioni, anche attraverso policy e procedure interne a salvaguardia del controllo sul patrimonio informativo strategico e sugli output.
- Favorire una cultura imprenditoriale collaborativa,che, attraverso l’uso delle nuove tecnologie digitali, incentivi lo sviluppo di idee imprenditoriali e nuove iniziative in un ambiente aperto e non eccessivamente burocratico.
Assonime fornisce anche un orientamento alle proprie imprese sul come e sino a che punto attuare le Linee guida, ribadendo l’importanza del principio as open as possibile, as closed as necessary. Si tratta, cioè di “promuovere il processo di digitalizzazione secondo schemi modulari e in modo da prediligere la strutturazione dei dati in formato aperto, e da garantirne accessibilità, disponibilità, interoperabilità e riutilizzabilità, senza mai rinunciare ai necessari presidi tecnici, organizzativi e legali a tutela delle esigenze di sicurezza e riservatezza”. In questo modo il decalogo di Assonime permette di “estrarre valore dai dati ogni volta, per ogni uso e alle migliori condizioni possibili, nell’interesse strategico dell’impresa”.
Qui l’intervento di Angelo Ciribini “La centralità del dato nella gestione dell’impresa di costruzioni”
Qui il testo integrale delle Linee guida Assonime
 
				