Intervento

Un approccio verticistico e indifferente alle situazioni e ai contesti reali potrebbe dare la stura a un giudizio particolarmente severo sulla ulteriore richiesta proveniente dal versante della domanda pubblica di innalzare la soglia di applicazione degli obblighi relativi alla Gestione Informativa Digitale (GID), ricordando che inizialmente, col Dlgs 560/2017, l’adozione era stata prevista come addirittura generalizzata al 2025. Uno sguardo equilibrato sulla questione non può, al contrario, che riconoscere l’esistenza di numerose criticità in merito non solo alla Gestione Informativa Digitale (GID), ma pure all’Approvvigionamento Digitale.

L'ARCHITETTURA VISTA DA LPP

La Biennale di architettura di Venezia è la più importante manifestazione internazionale tra le diverse, dedicate al costruire inteso come arte, che si svolgono in ogni parte del mondo. A riprova del successo, le 285.000 presenze nel 2023, una enormità per una materia che non ha mai attirato un pubblico particolarmente numeroso. La crescita della Biennale di architettura è stata costante a partire dal 1980 e credo che sia stata in larga parte dovuta, oltre che dal fatto che non ci poteva essere una idea migliore di farla nella città di Venezia, all’individuazione dei curatori scelti tra i personaggi più rilevanti del panorama architettonico. A dirigere le varie edizioni sono stati, infatti, chiamati, solo per citarne alcuni, Paolo Portoghesi (1980), Massimiliano Fuksas (2000), Kazuyo Sejima (2010), David Chipperfield (2012), Rem Koolhaas (2014).

L'ARCHITETTURA VISTA DA LPP

Tra le riviste italiane di architettura, Casabella è la più autorevole. Per la sua storia: la pubblicazione nasce nel 1928 e da allora ha seguito attentamente le vicende dell’architettura italiana, annoverando tra i suoi direttori personaggi del calibro di Giuseppe Pagano ed Ernesto Nathan Rogers. Per la sua diffusione: non c’è persona interessata alla materia che non la consulti, anche in questo periodo di crisi della carta stampata. Per la sua esclusività: Casabella pubblica pochi lavori italiani e, quindi, comparire tra le sue pagine è considerato da molti progettisti un importante riconoscimento, un punto di arrivo. Da qui l’interesse per il recente numero 967 che è dedicato interamente alla giovane architettura italiana. È incuriosente saper chi sono i giovani emergenti selezionati e soprattutto se si può individuare attraverso i loro progetti quali potranno essere le direzioni che prenderà l’architettura del prossimo futuro. A rendere il numero ancora più interessante è il fatto che a curarlo non è né il direttore Francesco Dal Co né un critico, ma un progettista quarantacinquenne (e, quindi, considerato, per gli strani criteri dell’architettura, ancora giovane), Michel Carlana, il quale lavora attivamente nel nord est italiano con lo studio Carlana, Mezzalira, Pentimalli.

L'ARCHITETTURA VISTA DA LPP

Renzo Piano è l’architetto più noto e apprezzato in Italia. Era prevedibile che una monografia a lui dedicata inaugurasse la collana di libri sui maestri dell’architettura e del design distribuita con il Corriere della Sera. Ed era ugualmente prevedibile che suscitasse alcuni interrogativi. Per esempio, sulla direzione che sta prendendo la sua opera dopo un primo periodo segnato dall’High Tech e un secondo dal prevalere del metodo sulla forma.

Il primo Renzo Piano era emerso nella ribalta internazionale per il disinvolto uso della tecnologia. Un approccio che aveva sperimentato con il centro Pompidou a Parigi (1971/1977), disegnato in collaborazione con Richard Rogers e Gianfranco Franchini, caratterizzato da tubi. impianti e una scala mobile, messi in vista in facciata.

GREEN CITIES

La recente lettera della Soprintendenza di Roma con le valutazioni e prescrizioni di modifica delle Norme Tecniche di piano regolatore, approvate lo scorso dicembre dall’Assemblea Capitolina, merita attenzione non solo perché si tratta della Capitale ma per come l’ufficio territoriale del Ministero dei Beni Culturali ha deciso di segnare il proprio campo di poteri su un ambito ampissimo di decisioni che riguardano il governo del territorio. Un esempio, tra tanti, riguarda l’installazione di impianti solari sui tetti degli edifici. Qui la richiesta è secca: si deve stralciare quanto approvato dall’organo elettivo della città. Ed è interessante approfondire il tema, perché riguarda una decisione al di fuori del perimetro dei poteri della Soprintendenza.

La finanziarizzazione dello sviluppo urbano, nella forma della cosiddetta rigenerazione urbana, è un tema assai rilevante, che fa sì che la questione spinosa attinente all’interpretazione autentica di disposti legislativi e normativi relativi a ciò che si definisce gergalmente come il «Salva Milano» possa essere considerato solo un epifenomeno di un contesto più ampio che, nello specifico, concerne il «Modello Milano» e la sua pretesa «invenzione».

Viviamo un momento storico in cui il nesso tra sviluppo economico e sostenibilità sembra entrato in crisi. Prima le critiche al Green Deal dell’Unione Europea che sono venute da ampi settori delle rappresentanze dell’economia e da una parte politica (la destra ma anche lo stesso Partito Popolare Europeo), poi soprattutto con l’accelerazione seguita all’elezione di Trump in Usa. Ma siccome i fatti hanno la testa dura e la crisi climatica, il consumo eccessivo delle risorse naturali e l’impatto ambientale delle attività umane richiedono azioni concrete, e le imprese ne sono sempre più consapevoli e sanno quanto il loro approccio pesi e conti anche la reputation, i comportamenti reali non sembrano seguire questa apparente onda di riflusso. O almeno ci sono importanti segnali che vanno in questa direzione. Un caso emblematico può diventare nel delicatissimo settore delle infrastrutture, la recente definizione di una prassi di riferimento UNI/PdR 172 “Cantiere sostenibile per le opere infrastrutturali – Strategie, indicatori e buone pratiche”, messa a punto in collaborazione con AIS (Associazione Infrastrutture Sostenibili): un passo molto importante nella direzione della trasformazione ecologica del settore delle costruzioni.

Il tema del Passaporto Digitale del Prodotto, o Digital Product Passport, noto anche come DPP, inizia a essere trattato anche nella pubblicistica di settore, oltre che nella letteratura specialistica. Esso è restituito, però, specialmente nella veste più convenzionale di dispositivo di condivisione selettiva lungo la catena di fornitura di strutture normalizzate di dati.

Questa finalità è stata resa esplicita orizzontalmente dal regolamento Ue 2024/1781 e verticalmente dal regolamento Ue 2024/3110 ed è prevista dalle Nazioni Unite (UNECE) in termini complementari a quelli comunitari, anche attraverso la redazione di una apposita norma ISO, a cui contribuiscono significativamente e ovviamente anche delegati di paesi extraeuropei, come, tra gli altri, la Repubblica Popolare Cinese, a testimonianza della portata globale del tema.

USATO SOLO IL 9% DEI RICAVI ETS

L’Italia spende poco e male i fondi per il clima. L’allarme arriva dal think tank Ecco che, ieri, ha presentato uno studio per monitorare le rendicontazioni pubbliche presentate dall’Italia alla Commissione Europea tra il 2014 e il 2024 e capire come vengono utilizzati i proventi generati dalle aste dell’Eu Emissions Trading System (Eu Ets), il sistema europeo per lo scambio di quote di emissione di gas serra introdotto nel 2005 che stabilisce un prezzo alle emissioni di CO2 mediante l’attribuzione di permessi ad emettere che diminuiscono nel tempo.

Due eventi, recentemente organizzati a Roma e a Brescia, sulla digitalizzazione del settore delle costruzioni, a partire dalla Gestione Informativa Digitale per finire con l’Intelligenza Artificiale, permettono di iniziare a ragionare, nel 2025, su quale equilibrio di visione si possa traguardare per il 2030.

Da un lato, infatti, si è ormai esaurita l’onda lunga mediatica del cosiddetto BIM, anche se una serie di acronimi e di locuzioni addizionali, come, in primo luogo, Digital Twin, cercano di protrarne l’effetto; da un altro canto, si è in piena foga per la AI, o IA che dir si voglia, con tutte i portati immaginabili.

Il riordino complessivo del testo unico dell’edilizia privata (Dlgs 380/2001) è, come ben noto, oggetto correntemente di modifiche e di un ampio dibattito intorno alla sua revisione per diversi motivi.

Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti (MIT) ha, peraltro, recentemente promosso una consultazione pubblica inerente alla semplificazione in materia.
Entro questo contesto si situa la digitalizzazione dei processi autorizzativi attinenti al rilascio dei titoli abilitativi.

Questa tematica è pure all’attenzione della commissione europea che, sotto la dizione generale di Digital Building Permit (DBP), l’ha introdotta nelle proprie strategie dedicate al settore dell’ambiente costruito (Transition Pathway for Construction) e che intende utilizzarla entro il programma rivolto a “housing supply by reducing building costs and improving productivity”.

Un recente documento emesso dal Ministero Federale Tedesco (BMDV), intitolato Regelwerksanpassung an BIM: Praxisdokument Version 1.0, cioè adeguamento delle normative al BIM, dedicato alla digitalizzazione delle infrastrutture stradali e autostradali federali, parte di una serie più ampia riconducibile a una strategia, illustra una iniziativa mirata, per lo specifico argomento, a incrementare, appunto, strategicamente e gradualmente le prestazioni dei soggetti coinvolti.

Il documento è curato dal Prof. Markus Köenig, della Ruhr Universität di Bochum (RUB), il massimo esperto di digitalizzazione nel settore della Repubblica Federale tedesca. La finalità ultima dell’iniziativa, che si pone in un contesto che vede la Germania impegnata in un vasto programma di risanamento e di ricostruzione di strade, viadotti e gallerie, è incentrata, in definitiva, sulla gestione del ciclo di vita dell’infrastruttura in condizioni di minore disponibilità di risorse umane, a causa, tra le altre cose, dell’inverno demografico.

Med & Italian Energy Report

In Europa la riduzione della dipendenza energetica è centrale per poter affrontare i temi della competitività e della crescita. In Italia, grazie allo sviluppo delle fonti rinnovabili, si registra un calo della dipendenza, pur restando con una percentuale sopra la media europea. A scattare la fotografia è la sesta edizione dell’analisi Med & Italian Energy Report. Il rapporto, realizzato con il sostegno della Fondazione Compagnia di San Paolo e frutto della sinergia tra Srm, centro studi collegato al gruppo Intesa Sanpaolo, e l’Esl@energycenter Lab del Politecnico di Torino, presentato il 28 gennaio nel corso di una iniziativa al Parlamento europeo.

il comunicato del presidente

Che Anac non abbia del tutto apprezzato i contenuti del correttivo lo si evince da diversi aspetti. Primo fra tutti il fatto che poco dopo la pubblicazione del Dlgs  209/2024, l’Autorità abbia subito tenuto a ricordare a tutto il panorama della contrattualistica pubblica che lei conserva il potere di adottare linee guida, anche vincolanti, per la corretta regolazione del sistema.

Il correttivo al codice degli appalti (decreto Legislativo 31 dicembre 2024, n. 209) introduce, all’art. 82 del codice 36/2023 l’articolo 82-bis, dedicato all’accordo di collaborazione. Questo accordo plurilaterale dalle origini anglosassoni, pur non sostituendo i contratti pubblici correlati né integrandone i contenuti, nel Regno Unito, ad esempio, ha presentato, negli scorsi anni, una certa prossimità al BIM (Building Information Modelling), dal codice meglio rivisitato nell’ambito della Gestione Informativa Digitale, specialmente a opera della School of Construction Law del King’s College. Il tema era stato poi, recentemente, trasferito nel contesto italiano dal lombardo Centro Interateneo CCLM (Centre of Construction Law and Management), nell’ottica dell’Alliancing.

Il ritorno di Trump alla presidenza degli Stati Uniti solleva interrogativi sulle implicazioni future di un possibile aumento delle tensioni commerciali al livello globale. L’Agenda 47, il programma economico e politico di Donald Trump per il suo secondo mandato, ha come pilastro il ritorno a politiche commerciali protezionistiche, che prevedono l’innalzamento delle tariffe doganali per incentivare la produzione interna e ridurre il deficit commerciale. In un contesto in cui l’Unione Europea è tra i principali partner degli Stati Uniti, le nuove misure tariffarie rischiano di ridurre la competitività delle esportazioni europee verso il mercato americano, aumentando i costi e scoraggiando gli scambi bilaterali. In questo intervento, cercheremo di quantificare l’esposizione delle merci europee e italiane verso il mercato statunitense e di individuare i settori più a rischio.

LA SENTENZA DEL TAR LIGURIA

La controversia analizzata dal tribunale di Genova riguardava l’applicazione della proroga delle concessioni demaniali marittime introdotta dal legislatore, estesa fino al 2027. La ricorrente sosteneva che le recenti modifiche normative e alcune interpretazioni giurisprudenziali avessero inciso sui principi stabiliti dall’Adunanza Plenaria, giustificando così la legittimità della proroga. Tuttavia, il TAR ha respinto tali argomentazioni, sottolineando come le “sopravvenienze” invocate non siano sufficienti a superare i principi consolidati.

UN'ANALISI DELLE CAUSE

Il settore delle costruzioni non è più il motore dell’economia mondiale, e la ragione è la crisi del suo mercato più rappresentativo, quello residenziale. Si tratta di una crisi prolungata e diffusa; basti dire che nell’ultimo biennio quasi la metà dei paesi ha registrato una flessione degli investimenti abitativi, con numeri eccezionali in Nord Europa, Germania, Francia, Stati Uniti, Canada e Cina. Le cause sono molteplici, tra cui sovraproduzione, aumento del costo del credito, crollo del mercato immobiliare, esaurimento dei generosi incentivi pubblici per la riqualificazione energetica. Ma il fattore più significativo, in dimensione e portata, è sicuramente la crisi del mercato residenziale cinese, con implicazioni che travalicano l’ambito settoriale specifico e che coinvolgono molteplici aspetti dell’economia mondiale, dai corsi delle commodity, alla crescita del commercio internazionale. Sullo scenario di medio-breve termine, inoltre, incombe lo spettro del nuovo corso presidenziale di Donald Trump, che propone un mix di politiche espansionistiche e protezionistiche, con implicazioni sul settore delle costruzioni e sullo scenario macroeconomico internazionale.

AL MOMENTO NIENTE PROROGA

Mentre l’attenzione di tutti è concentrata sullo schema di correttivo e sulle modifiche a cui porterà nel prossimo futuro, si sta avvicinando la fine del periodo transitorio disposto dall’ANAC lo scorso giugno per accompagnare le stazioni appaltanti nel processo di piena digitalizzazione dei contratti pubblici a mezzo dell’utilizzo delle piattaforme di approvvigionamento digitale.

A meno di ulteriori proroghe, infatti, il prossimo 31 dicembre scade la proroga prevista dal Comunicato del Presidente ANAC del 28 giugno 2024, con cui, appunto, è stato prorogato alla suddetta data l’originario termine fissato al 30 giugno per l’utilizzo della Piattaforma PCP dell’Autorità a mezzo l’accesso diretto invece che attraverso le Piattaforme Digitali di Approvvigionamento (PAD) esclusivamente in interoperabilità attraverso la Piattaforma Digitale Nazionale dei Dati (PDND).

Appalti Istruzioni per l’uso / 26

di Gabriella Sparano

Nella Gazzetta Ufficiale n. 102 del 05/05/2025, è stato pubblicato il Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 30 aprile 2025 recante la “Disciplina dei contratti di beni e servizi informatici impiegati in un contesto connesso alla tutela degli interessi nazionali strategici e della sicurezza nazionale”. Il Decreto, adottato in attuazione dell’articolo 14, comma 1, della Legge 28 giugno 2024, n. 90 “Disposizioni in materia di rafforzamento della cybersicurezza nazionale e di reati informatici”, definisce gli elementi essenziali di cybersicurezza che devono essere considerati nell’approvvigionamento di beni e servizi informatici appartenenti a specifiche categorie tecnologiche.

In altre parole, il decreto è finalizzato a rafforzare la cybersicurezza a livello nazionale, in particolare per i soggetti che gestiscono interessi strategici, definendo standard minimi che questi devono osservare negli acquisti di tecnologie informatiche e incentivando l’uso di soluzioni di cybersicurezza provenienti da Paesi considerati affidabili attraverso criteri di premialità negli appalti pubblici.

Vediamo, dunque, cosa prescrive il decreto e come impatta sulle stazioni appaltanti.

Dentro il cerchio/4

La Voce dei Geometri

di Ezio Piantedosi

Vicepresidente Consiglio Nazionale Geometri e Geometri Laureati
Campi Flegrei, il lavoro della Struttura tecnica nazionale fra censimento del danno e rilievo dell’agibilità consente decisioni più solide al governo del territorio

Dietro la fondatezza di ogni decisione politica c’è spesso un dato tecnico. E nel caso di un evento emergenziale, è rappresentato da un rilievo, da una analisi ed una verifica che il professionista mette a disposizione delle autorità istituzionali e, indirettamente, della collettività. Un operato silenzioso e determinante, che si svolge dietro le quinte, quando i riflettori sono ancora puntati sulle conseguenze delle scosse e sul soccorso alla popolazione.

Questo è il cuore della Struttura Tecnica Nazionale (STN), il sistema di supporto alla Protezione Civile costituito dalle professioni tecniche di geometri, ingegneri, architetti e geologi nel 2020 (di recente si sono aggiunti Agronomi e Forestali, Periti agrari e Periti industriali). Un presidio che si caratterizza per la unicità del modello, l’affidabilità del metodo e l’impatto del ruolo svolto.

IL LABIRINTO OSCURO DELL'EDILIZIA / 29

di Salvatore Di Bacco

La riforma contenuta nel Ddl 1372 Senato (Delega al Governo per la revisione del codice dei beni culturali e del paesaggio in materia di procedure di autorizzazione paesaggistica) introduce espressamente il meccanismo del silenzio assenso in caso di decorso del termine assegnato all’ufficio ministeriale periferico. Modifica il vigente articolo 146, che disciplina la procedura di rilascio dell’autorizzazione paesaggistica da parte della Regione/Comune sulla base del parere obbligatorio e vincolante della Soprintendenza da rendersi entro 45 giorni, senza esplicitare cosa accade ove non venga reso il  parere.

Ma che succede se la Soprintendenza non resta silente ma renda il parere oltre il termine previsto, specie se contrario alla realizzazione dell’intervento edilizio proposto?

Sul punto, la giurisprudenza nel tempo ha mutato posizione passando dal considerare il parere tardivo e contrario da semplicemente non vincolante per il Comune (che comunque poteva recepirlo) a inefficace, ai sensi dell’articolo 2, comma 8 bis della legge 241/1990 (con una serie di pronunce del Consiglio di Stato dal 2023 a oggi).

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