LE PROPOSTE DI AIS
Infrastrutture, SOSTENIBILITA’ con i paletti per bandi e cantieri
Sei proposte che coprono le fasi di gara e assegnazione lavori ma anche tutta la parte di costruzione. A livello economico serve favorire il modello pubblico-privato e coinvolgere gli attori finanziari. Preoccupa l’era post-Pnrr. Più risorse con il PPP
Le vie per la sostenibilità sono infinite. Ma, soprattutto, devono essere concrete per non rivelarsi vicoli ciechi. La mattinata di ieri a via Guattani, sede dell’Ance, si è sviluppata attorno a tutti i temi connessi all’ingegneria verde. Titolo “Infrastrutture sostenibili e sviluppo economico e sociale”, organizzatrice l’Associazione Infrastrutture Sostenibili. Dibattito nutrito e poi, in coda, sei proposte determinare la svolta in tutte le fasi della costruzione edilizia. Dalle gare ai cantieri.
Per quanto riguarda la fase di gara e di affidamento dei lavori, secondo Ais, i disciplinari tecnici delle nuove gare devono anzitutto pretendere il pieno rispetto dei principi della sostenibilità e dei Cam – criteri ambientali minimi – nelle fasi della progettazione esecutiva sia dell’opera che del cantiere, richiamando la piena applicazione e il raggiungimento previsti dagli eventuali protocolli utilizzati nella fase di progettazione. In secundis, in assenza di un indirizzo e di obiettivi previsti dai protocolli di sostenibilità le stazioni appaltanti devono richiedere il mantenimento dei livelli di sostenibilità previsti attraverso il pieno rispetto dei principi del Dnsh, acronimo di Do Not Significant Harm. In poche parole, niente danni all’ambiente dalle opere previste dal Pnrr. In terzo luogo, sempre tra le proposte per migliorare in senso verde i bandi, per Ais occorre prevedere nei bandi clausole di premialità di punteggio per chi opererà sistemi di rating di respiro internazionale, come ad esempio nel caso di Envision o della PdR Uni (parità di genere) sul cantiere sostenibile attualmente in fase di approvazione.
Passando alla fase di cantierizzazione, sono altre tre le idee portate in dote dall’associazione delle infrastrutture sostenibili. Va favorito il ricorso a una direzione lavori integrata con competenze multidisciplinari o attraverso l’affiancamento di una figura dedicata alla verifica degli obiettivi di sostenibilità. Poi, diventa essenziale dotarsi di monitoraggi continuativi di verifica che debbono essere gestiti direttamente dalle stazioni appaltanti o da società certificate terze, indipendenti dalle imprese. Infine, dal lato delle stazioni appaltanti, vanno portati in dote gli strumenti di controllo di tipo tecnico essenziali per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità durante il processo di realizzazione. Obiettivo finale, insomma, garantire e controllare in tutte le fasi l’applicazione dei parametri Esg per ridurre i rischi e ottimizzare i costi.
In termini economici, a proposito, al convegno è stata ribadita la necessità di far fede al modello pubblico-privato. Strutturalmente, infatti, le risorse non sono molte e facendo sinergia tra tutti gli operatori, finanza inclusa, si può superare lo scoglio. A livello programmatico, invece, se mancano ancora due anni alla scadenza del Pnrr, l’incertezza espressa da tutte le voci presenti all’Ance ieri riguarda il post-2026. Ma la sostenibilità, hanno spiegato in coro i relatori, dev’essere applicata anche in termini sociali, economici e istituzionali. Solo così è possibile trasferire a pieno la consapevolezza del ruolo delle infrastrutture, in quanto cambiano l’accessibilità ai fattori cambiando il mercato, la collettività.