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Rinnovabili, procedura Ue sulle AUTORIZZAZIONI. Espropri, Dila, progetti in corso: altre critiche al Tu

La Commissione europea ha inviato una lettera di messa in mora all’Italia e ad altri 25 Stati membri per non aver recepito integralmente nel diritto nazionale le disposizioni della direttiva sulle energie rinnovabili relativa alla semplificazione e all’accelerazione delle procedure di autorizzazione. Dal giro di audizioni alla Camera, intanto, le associazioni delle imprese, gli ambientalisti e anche Terna hanno ribadito e ampliato le critiche al riordino normativo: espropri, revamping e retroattività le questioni più dirimenti tra quelle sollevate

27 Set 2024 di Mauro Giansante

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Rinnovabili, procedura Ue sulle AUTORIZZAZIONI. Espropri, Dila, progetti in corso: altre critiche al Tu

Una procedura d’infrazione e tante critiche. Il Testo unico sulla semplificazione e l’accelerazione delle procedure autorizzative per gli impianti da fonti rinnovabili continua ad essere bersagliato, in attesa del parere delle commissioni congiunte Ambiente e Attività produttive slittato a metà ottobre. La procedura d’infrazione è quella avviata ieri dalla Commissione europea, le critiche sono quelle ribadite e rimpinguate dalle associazioni di imprese in audizione alla Camera.

La procedura d’infrazione avviata dalla Commissione Ue

Partiamo da quanto deciso a Palazzo Berlaymont a Bruxelles. La Commissione europea ha deciso di avviare procedure di infrazione inviando una lettera di costituzione in mora a 26 Stati membri per non aver recepito integralmente nel diritto nazionale le disposizioni della direttiva sulle energie rinnovabili riveduta relative alla semplificazione e all’accelerazione delle procedure di autorizzazione. Tra questi, appunto, c’è anche l’Italia. La direttiva di riferimento cui doversi adeguare per alcune disposizioni entro il primo luglio scorso è la Red 2023/2413, che a sua volta modificava la 2018/2001. Entrata in vigore a novembre 2023, contiene misure volte a semplificare e accelerare le procedure di autorizzazione sia per i progetti di energia rinnovabile sia per i progetti infrastrutturali necessari a integrare l’energia rinnovabile aggiuntiva nel sistema elettrico. Non solo: nella direttiva si stabiliscono limiti temporali chiari per le procedure di rilascio delle autorizzazioni mirate a tecnologie o tipologie specifiche di progetti; si definisce il rafforzamento del ruolo dello sportello unico per le domande e la presunzione che i progetti di energia rinnovabile e la relativa infrastruttura di rete siano di interesse pubblico prevalente.

Tra i Paesi membri, l’unica ad esser stata promossa è la Danimarca. La Commissione ha quindi fatto sapere che gli Stati messi in mora hanno due mesi per rispondere e completare il recepimento. In assenza di una risposta soddisfacente, la Commissione potrà decidere di emettere un parere motivato.

Terna: includere le opere connesse e i progetti in corso, garantire la pubblica utilità

Venendo al decorso parlamentare del Testo unico che riordina le norme proprio su autorizzazioni e semplificazioni degli impianti Fer, ieri alla Camera si sono svolte le audizioni delle associazioni di imprese che hanno ribadito e ampliato le critiche già mosse la scorsa settimana in Senato. Sulle opere necessarie per connettere un impianto alla rete “chiediamo di riportare nell’articolo 4 dello schema di decreto legislativo la definizione di opere connesse riportata negli allegati e di integrarla anche per includere gli interventi di riassetto di sviluppo e di potenziamento della rete di trasmissione Nazionale come individuati dal gestore della soluzione di connessione in quanto tutte queste opere sono funzionali all’esercizio dell’impianto per il quale si richiede la connessione alla rete”. A dirlo, Enrico Maria Carlini, Responsabile Pianificazione del Sistema Elettrico e Autorizzazioni di Terna. Per il gruppo, però, ci sono anche altre questioni su cui va modificato il Testo unico. “Abbiamo poi notato che nello schema di decreto legislativo viene abrogato l’articolo 12 del decreto legislativo 387 del 2013 il procedimento di autorizzazione unica e abrogando quindi questo articolo viene anche abrogato il comma 4 bis in base al quale si può richiedere al momento della presentazione dell’istanza di autorizzazione unica la dichiarazione di pubblica utilità e la posizione del vincolo preordinato all’esproprio della rete in cui realizzare le opere connesse”. In sintesi, l’attuale norma “sembrerebbe imporre al produttore di avere già al momento della presentazione dell’istanza di autorizzazione unica la disponibilità dei suoli per la realizzazione delle opere connesse diversamente da quanto accade oggi”. Tradotto: “maggiore onere a carico proprio del proponente – ha spiegato Carlini –.

Per Terna, dovrebbe valere sempre “il principio della pubblica utilità” per far sì che sia “conservata la facoltà del proponente di richiedere per gli interventi sottoposti ad autorizzazioni unica la posizione del vincolo preordinato all’esproprio e all’asservimento coattivo sulle aree interessate dalle opere connesse”. Infine, ha segnalato Terna, va ripristinata la disposizione “che consente attualmente al gestore di rete di autorizzare con la dichiarazione di inizio lavori asseverata Dila le modifiche alle opere di connessione conseguente al Repowering di impianti esistenti che non comportano l’occupazione di nuove aree”. E chiarire “espressamente nel testo se le disposizioni del decreto legislativo siano applicabili anche ai procedimenti autorizzativi in corso in quanto lo schema del decreto legislativo non sembra contenere una specifica norma di coordinamento con questo determinato”.

Elettricità Futura boccia il Tu perché non semplifica né accelera gli iter

“Da anni Elettricità Futura segnala la necessità di un testo unico per riordinare e rendere organico il quadro autorizzativo per gli impianti di generazione stoccaggio e trasporto dell’energia elettrica, considerati i numerosi interventi di semplificazione avviati attraverso altrettanti atti normativi, che hanno portato ad un quadro frammentario e complesso”, ha dichiarato Agostino Re Rebaudengo, presidente di Elettricità Futura. “Con grande preoccupazione – ha aggiunto Re Rebaudengo –, constatiamo però che la bozza del Testo Unico sulle Rinnovabili, anziché semplificare e accelerare il rilascio delle autorizzazioni – come imporrebbe la delega del Parlamento -, introduce nuove barriere e rallentamenti allo sviluppo delle rinnovabili. La bozza di decreto è in netto contrasto sia con la delega del Parlamento, sia con la direttiva europee RED II e RED III, perché peggiora il quadro normativo vigente, anziché migliorarlo”.

Apporre il vincolo preordinato all’esproprio: i rilievi di Anev e Apf

Per l’Anev, associazione nazionale energia del vento, in testa alle questioni da risolvere c’è quella degli espropri. “Nel testo proposto si modifica il quadro legislativo ma per le opere connesse alle Fer richiediamo che venga assicurato al proponente l’apposizione del vincolo preordinato all’esproprio, necessaria per dare seguito nei tempi previsti alla realizzazione dell’impianto”, ha detto Simone Togni, presidente di Anev. Poi è necessaria una “norma transitoria per far salvi i procedimenti avviati in data antecedente al decreto legislativo” e la previsione “anche per l’eolico di misura di semplificazione come la Dila”. Il repowering “deve essere oggetto di procedure più snelle per impianti negli stessi siti” mentre per le misure di compensazione, “chiediamo che a tutela del proponente la legge vieti qualsiasi forma di compensazione quale condizione per il rilascio del titolo abilitativo tenendo conto che l’esercizio di impianti rinnovabili è attività di impresa soggetta a rilascio di autorizzazione amministrativa”.

Ancora: i progetti Fer in aree idonee, per l’Anev, devono essere “per definizione di interesse pubblico prevalente”. Per quanto riguarda la sospensione dei termini per eventi calamitosi “chiediamo di permettere al soggetto proponente di consentire l’avvio dei lavori con la sospensione nei casi straordinari e imprevedibili e di non far decadere i titoli abilitativi”. Infine, ha concluso Togni, va garantita “la Valutazione di impatto ambientale solo sulle variazioni del progetto proposto” e occorre “inserire l’installazione degli impianti nell’attività libera”.

Le norme del Tu devono essere chiare su quali progetti intervengono, occorre gestire meglio “il [regime] transitorio”, secondo Filippo Fontana, portavoce di Alleanza per il Fotovoltaico. “Auspichiamo che questo chiarimento si applichi anche al tema delle competenze, ai potenziali conflitti tra amministrazioni, qualora a seguito delle modifiche apportate dal Testo Unico l’iter pendente debba proseguire con un’amministrazione diversa da quella con cui aveva iniziato. Ad esempio, un progetto che inizia l’iter presso il Ministero non dovrebbe passare a competenza regionale e viceversa”. Anche per Apf, infine, va chiarita la distinzione tra procedimenti di nuova autorizzazione e quelli su impianti già esistenti. Per Legambiente e Italia Solare i problemi del Testo unico rimangono tanti, dal repowering degli impianti esistenti agli interventi in edilizia libera che ricadono in un iter “importante e oneroso” fino alle aree idonee.

 

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