DENTRO IL CERCHIO - LA VOCE DEI GEOMETRI / 26
La crisi silenziosa dell’Abitare: diritto alla casa e povertà energetica, la proposta di legge 1562
L’Italia si trova a fronteggiare una duplice e crescente emergenza sociale: il disagio abitativo e la povertà energetica. Queste due sfide non sono fenomeni isolati, ma una realtà che sta coinvolgendo un crescente numero di famiglie e che colpisce in particolare le fasce più vulnerabili della popolazione.
La recente proposta di legge 1562 (presentata il 22 novembre 2023) attualmente in discussione presso la VIII Commissione Ambiente della Camera, rappresenta come un tentativo organico di affrontare questa crisi a livello strutturale, mirando a rilanciare l’Edilizia Residenziale Pubblica (ERP) e Sociale, e a fornire strumenti concreti per l’accesso alla locazione, con un occhio di riguardo all’efficienza e alla sostenibilità energetica.
IN SINTESI
La povertà energetica: una fragilità strutturale
Prima di entrare nel merito della proposta legislativa, vale la pena inquadrare il problema. Parliamo di povertà energetica quando una famiglia non riesce ad accedere ai servizi energetici essenziali – riscaldamento, raffrescamento, illuminazione – a costi sostenibili. Nel 2023 il 9% delle famiglie italiane si è trovato in questa condizione, il dato più alto dell’ultimo decennio. In termini pratici: quasi una famiglia su dieci spende più del 10% del proprio reddito solo per le bollette, una percentuale che per chi ha redditi bassi significa dover scegliere tra scaldarsi e mangiare.
Ma il vero nodo è strutturale, e qui entriamo nel nostro campo. Il 17% delle famiglie italiane vive in abitazioni con problemi di insalubrità: perdite, infiltrazioni, muffe, ponti termici. Un patrimonio edilizio vecchio e inefficiente che trasforma la casa da rifugio in fonte di disagio economico e sanitario. Quando rileviamo una dispersione termica del 40% o troviamo caldaie installate trent’anni fa, sappiamo esattamente cosa significa per chi ci vive dentro: bollette insostenibili e condizioni abitative degradate.
È proprio su questo incrocio – qualità dell’abitare e costo dell’energia – che la PDL 1562 concentra il suo intervento più ambizioso.
Rilanciare l’offerta: il programma nazionale Abita
Il cuore della strategia proposta risiede nell’ambizioso progetto di incrementare e riqualificare l’offerta di alloggi pubblici e sociali. Per farlo, la proposta di legge allo stato attuale prevederebbe di istituire:
- Un fondo per il recupero e la riqualificazione del patrimonio ERP: Con una dotazione iniziale di 300 milioni di euro nel 2024, destinati a finanziare la manutenzione e l’ammodernamento del patrimonio esistente.
- Un programma nazionale pluriennale straordinario denominato Abita: un piano di lungo respiro (dal 2024 al 2040) che vuole rappresentare il vero e proprio cambio di passo. Il Programma è finanziato dal relativo Fondo, con stanziamenti che adeguati agli obiettivi.
Il punto di forza del programma “Abita” nell’intento del disegno di legge è la sua filosofia di sviluppo: mira infatti a incrementare l’edilizia sociale e a rigenerare i tessuti socio-economici, ma lo fa con il vincolo del “consumo di suolo zero” in allineamento all’indirizzo oramai consolidato e condiviso di rigenerazione urbana. L’attenzione è rivolta esclusivamente al recupero, alla rifunzionalizzazione e alla trasformazione degli immobili pubblici o privati sfitti, in degrado o non utilizzati, per destinarli all’abitare sociale. Come anzidetto, l’intento è di favorire una politica di rigenerazione urbana in contrasto con l’espansione indiscriminata, attivando la possibilità di assegnare gli alloggi anche tramite contratti di godimento (rent to buy) per favorire l’eventuale acquisto futuro.
Efficienza energetica e lotta al caro bolletta: l’anello di congiunzione
L’intervento più mirato per combattere la povertà energetica è contenuto nel Capo V della richiamata Proposta, che introduce significative agevolazioni fiscali per la riqualificazione del patrimonio pubblico e sociale.
Per gli interventi di recupero edilizio e di riqualificazione energetica negli immobili di Edilizia Residenziale Pubblica (ERP) e Sociale, viene prevista una detrazione fiscale potenziata. L’aliquota ordinaria di detrazione si attesta al 40%, ma si propone possa anche salire fino al 100% per opere cruciali come l’installazione di impianti fotovoltaici/eolici e l’eliminazione delle barriere architettoniche. Inoltre, nell’attuale testo in esame, sono previsti bonus incrementali per l’uso di materiali riciclati o a base vegetale. Questa combinazione di incentivi, con la possibilità di optare anche per la cessione del credito d’imposta che si legge nell’attuale documento, percorribile fino al 2030, è specificamente pensata per permettere agli enti gestori di avviare massicci programmi di efficientamento, riducendo drasticamente le perdite termiche e, di conseguenza, i costi di gestione per gli inquilini, un altro passo che indubbiamente contribuisce anche al raggiungimento degli obiettivi previsti dalla Direttiva EPBD IV.
Un altro elemento di importante innovazione in chiave anti-povertà energetica è l’istituzione di un fondo dedicato a favorire la creazione di Comunità energetiche rinnovabili (CER) negli immobili ERP. Queste comunità consentirebbero agli inquilini di autoprodurre, consumare e condividere energia da fonti rinnovabili. L’obiettivo dichiarato di questa misura è di tutelare i soggetti in condizioni di povertà energetica, trasformando gli inquilini da semplici consumatori passivi in partecipanti attivi del sistema energetico nazionale, con un impatto diretto sulla riduzione della spesa in bolletta e sulla promozione della sostenibilità ambientale.
Garanzie e sostegno alla locazione
Infine, la PDL 1562 non trascura l’emergenza del caro-affitti e degli sfratti. Il Capo VI viene dedicato al sostegno dell’accesso alla locazione con due pilastri fondamentali:
- Un fondo nazionale di garanzia per la locazione: Con una dotazione economica certamente significativa il Fondo vuole essere lo strumento necessario ad offrire una garanzia statale che negli obiettivi dovrebbe arrivare a coprire fino al 50% del canone in caso di inadempienza (fino a 2.000 euro per sei mesi) e fino a 3.000 euro per il deposito cauzionale. Questa misura è ovviamente indirizzata in particolare alle giovani coppie e ai nuclei familiari mono-genitoriali con ISEE contenuto, categorie spesso svantaggiate nell’accesso al mercato libero della locazione.
- La revisione del Fondo inquilini morosi incolpevoli (FIMI): Viene istituito un ulteriore nuovo Fondo anch’esso dotato di adeguate risorse economiche e rivolto a coloro che si possano trovare in condizioni di “morosità incolpevole”, ovvero che non possono pagare l’affitto a causa di una sopravvenuta e grave riduzione del reddito (licenziamento, cassa integrazione, malattia) e che presentino un reddito ISEE contenuto. L’obiettivo è che, attraverso questo Fondo si riesca a prevenire l’esecuzione degli sfratti per quelle famiglie che, interessate da eventi improvvisi e non dipendenti dalla loro volontà, si trovino in condizioni tali da non essere più in grado di far fronte ai propri impegni connessi al pagamento dei canoni locativi
In conclusione, la Proposta di Legge N. 1562 si presenta come un intervento organico e strutturato che possa connettere la necessità di alloggi accessibili alla domanda di sostenibilità e lotta alla povertà energetica. Attraverso importanti investimenti nella riqualificazione e nell’efficienza del patrimonio esistente e affiancando misure di sostegno alla locazione, il provvedimento si pone l’obiettivo ambizioso di riaffermare l’effettività del diritto all’abitazione in un contesto di crescenti disuguaglianze economiche e ambientali.