IL CONVEGNO DEI GIOVANI ANCE/2

Brancaccio attacca: “Una manovra preoccupante. Siamo senza cassa, ora intervenga il Parlamento”

Dal palco di Sorrento, la presidente dell’Ance rilancia l’allarme per le mancate risposte all’emergenza caro materiali. La politica pensa, forse, a una manovra più ricca pre-elettorale il prossimo anno ma bisogna vedere come ci arrivano le imprese. L’auspicio è che con gli emendamenti si trovi una soluzione in Parlamento.

03 Nov 2025 di Maria Cristina Carlini

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Brancaccio attacca: “Una manovra preoccupante. Siamo senza cassa, ora intervenga il Parlamento”

“E’ una legge di bilancio preoccupante, probabilmente è una legge che conserva i soldi per una legge di bilancio molto ricca l’anno prossimo. Ma questo ci sta, è politica. E’ chiaro che la legge di bilancio dell’anno elettorale in genere è una legge che dà più risorse. Però bisogna arrivarci bene all’anno prossimo”. La stoccata finale di Federica Brancaccio, presidente di Ance, arriva al termine di una giornata intensa di interventi e di dibattiti al xxv convegno dei Giovani imprenditori di Ance, a Sorrento. Sul tavolo tanti temi: in primis la legge di bilancio, gli  investimenti e scenari post Pnrr,  le grandi infrastrutture e il Ponte sullo Stretto di Messina, la casa. Una giornata che ha fotografato  molte ombre e registrato forti preoccupazioni come quelle espresse nella sua relazione d’apertura – l’ultima del suo mandato- dalla presidente dei costruttori edili under 40, Angelica Kristle Donati.

Ma ad affondare il colpo è la presidente Brancaccio, tirando le conclusioni dell’evento. Nel mirino c’è il piatto povero della legge di Bilancio, che sembra rispondere a logiche elettorali per presentare un menù più ricco per il 2027. Di qui l’attacco per le mancate risposte alle grandi emergenze che le imprese del settore stanno vivendo, come il caro materiali. “Ci troviamo non solo senza cassa ma senza copertura per i costi che abbiamo già affrontato e ci auguriamo che si trovi una soluzione a questo con emendamenti nel corso dell’esame parlamentare”, è l’auspicio espresso da Brancaccio. Un’emergenza denunciata anche da Donati, che ha ricordato il peso dei 2,5 miliardi di extracosti. Inoltre, nella legge di bilancio 2026 “appare del tutto irrazionale il divieto di compensare i crediti di imposta con i contributi previdenziali e assicurativi, colpendo, con effetto retroattivo, soprattutto le imprese serie, che hanno fruito legittimamente di incentivi che la legge prevedeva come recuperabili solo in compensazione. Tra questi anche i crediti acquisiti con lo sconto in fattura. Il nostro appello e’ che possa essere modificata nell’iter legislativo. Ne va del futuro di migliaia di aziende”, ha avvertito Donati. E parlando poi del Superbonus ricorda che i giovani Ance ne hanno “sostenuto gli obiettivi, ma abbiamo anche segnalato le distorsioni. Oggi la proroga solo per il 2026 dei bonus edilizi al 50% per l’abitazione principale prevista nel Ddl bilancio 2026 appare del tutto insufficiente per raggiungere gli obiettivi imposti dall’Europa”.

Sul fronte casa ci sono segnali che vanno nella giusta direzione. “Con la manovra appena varata, il Governo ha accolto il suggerimento dell’Ance di destinare parte dei fondi europei del Fondo Sociale per il Clima, stimati in circa 3 miliardi di euro, a misure per la casa e il disagio abitativo. La direzione giusta che il nostro gruppo auspica: costruire per rigenerare”, ha osservato Donati. Insomma, in attesa di quello che l’Ance illustrerà nell’audizione in Parlamento domani, il convegno  di Sorrento ha ben anticipato il mood e giudizi degli imprenditori edili.

Brancaccio, Isi e Gemme: avanti con il Ponte

Tema caldo, molto caldo, quello del Ponte sullo Stretto che, alla luce degli ultimi sviluppi e polemiche, è immediatamente rimbalzato, nella discussione a Sorrento, tanto più che, come si è detto, che Donati ha posto la questione degli investimenti infrastrutturali tra i punti centrali della relazione. Sul Ponte  “bisogna andare avanti”, è in sintesi il messaggio lanciato. “Ora si aspetteranno i rilievi o le osservazioni della Corte dei Conti e noi siamo certi che si daranno le risposte necessarie. Il tema delle infrastrutture e’ un tema troppo importante in questo Paese, troppo centrale e in piu’ c’e’ anche un tema reputazionale rispetto all’Europa, rispetto al mondo intero. E’ un impegno che il Paese ha preso, e’ un impegno che si deve portare avanti”, ha sottolineato Brancaccio. Il progetto dovra’ proseguire “ovviamente con tutte le regole, con le risposte agli eventuali osservazioni o rilievi della Corte dei Conti in questo caso, di altri poteri dello Stato”. “Pero’ le infrastrutture sono la colonna portante, devono essere la colonna portante del futuro di questo Paese, quindi bisogna andare avanti”. 

Avanti con il Ponte, dicono i due azionisti della società Stretto di Messina, Rfi e Anas. Il Ponte sullo Stretto “sicuramente è un’occasione di sviluppo infrastrutturale di livello mondiale”, ha detto l’amministratore delegato di Anas, Claudio Gemme. “Le nuove tecnologie ci aiuteranno a realizzare un’opera che rimarrà come esempio dell’eccellenza italiana agli occhi del mondo intero”. Per l’ad di Rfi Isi, “Sicilia e Calabria, per un mezzo come il treno, è come se fossero separate di 300km. Dobbiamo immaginare che il ponte ora è tassello del corridoio europeo Scandinavia-Mediterraneo che deve garantire accessibilità di uomini, mezzi, materie prime e merci, ma anche turisti, alla stessa tempestività. Le difficoltà ci sono in tutti i cantieri ma vanno affrontate e superate. Sono certo che i colleghi di Stretto di Messina daranno le risposte necessarie”.

Pnrr, Donati: “Chiederci quale sarà il dopo, essenziale coinvolgere il capitale privato”

Poi c’è il grande interrogativo sul dopo Pnrr, tema posto da Donati nella sua relazione .“Il PNRR è stato un tema centrale per tutto il nostro mandato e ha dato una spinta decisiva all’economia ed al settore. Oggi, dobbiamo chiederci quale sarà il dopo: quando le risorse europee si esauriranno, non potremo semplicemente “resettare”, ma dovremo continuare a costruire, mantenere e rigenerare con una visione di lungo periodo. È il momento di “tracciare la rotta per il futuro”, con una programmazione strategica degli interventi”, ha incalzato Donati. “Dopo la fine del PNRR, sarà essenziale coinvolgere il capitale privato, rendendo più snello e trasparente lo strumento del partenariato pubblico-privato e in particolare della finanza di progetto. Bene, nei partenariati pubblico-privati devono trovare spazio anche le imprese giovani. Ci sono esempi virtuosi già in atto. Ora bisogna moltiplicare gli sforzi”.

Da Roma è intervenuto con un videomessaggio l’amministratore delegato e Dg delle Fs, Stefano Donnarumma,che ha ricordato la mole di investimenti messi in campo con il nuovo piano industriale. Si tratta di “ 100 miliardi di euro di investimenti nei prossimi cinque anni, quindi circa 20 miliardi l’anno. Il 65% di investimenti andrà sull’infrastruttura ferroviaria di cui metà circa su manutenzioni straordinarie e l’altra metà su sviluppo”. E sviluppo significa nuovi collegamenti, come la Salerno-Reggio Calabria, la Napoli-Bari, o il terzo valico alle spalle di Genova. Una parte di questi sono coperti da fondi Pnrr, che ha visto impegnare Ferrovie per 25 miliardi di euro di investimenti, che al momento sono stati eseguiti per circa 18 miliardi. Siamo alla fine e i progetti dovrebbero concludersi entro estate ’26”.

 L’amministratore delegato di Rfi, Isi, ha sottolineato che ‘La rete ferroviaria viaggia al di sopra dei 10 miliardi di euro di investimenti l’anno, questi sono suddivisi in una parte importante legata al mantenimento dell’infrastruttura esistente, 3,5 miliardi, il resto è tutto destinato allo sviluppo della struttura” . In particolare al Sud, “ in Sicilia abbiamo tutti i cantieri aperti per 18 miliardi e dove abbiamo attivato i primi 40 km del nuovo doppio binario tra Palermo e Catania”.

Innovazione e nuove risorse: nei  prossimi anni  ne serviranno 210 mila nelle costruzioni

Il tema degli investimenti si intreccia con l’innovazione. E proprio il tema dell’innovazione è stato il filo conduttore del convegno. “La sfida dell’innovazione e della trasformazione digitale: il mondo sta evolvendo ad un ritmo senza precedenti e il settore edile non può restare indietro. Digitalizzazione, IA, automazione, economia circolare, decarbonizzazione sono i pilastri del nuovo modello industriale”, ha detto Donati nella sua relazione. “L’IA non deve spaventare: innovazione e sostenibilità sono fondamentali per affrontare le sfide del futuro”, perché si declinano con tecnologie abilitanti di nuovi processi e nuove efficienze: la rivoluzione green e digitale ha il potenziale per creare milioni di posti di lavoro”.  Intanto, “nei prossimi anni nel comparto delle costruzioni serviranno circa 210mila nuove risorse’”, ha prospettato Donati.”È un numero straordinario che ci pone una domanda drammatica: dove troveremo queste persone? L’unico modo per contrastare l’invecchiamento del nostro settore, dove l’età media dei lavoratori supera i 50 anni, è investire in formazione, inclusione, immigrazione virtuosa. Vanno intercettati i Neet, che seppure in diminuzione restano sempre troppo numerosi”. ”Istituzioni ed imprese devono lavorare insieme per colmare il divario tra offerta formativa e domanda lavorativa, anche con il coinvolgimento di Its e scuole edili”.

Tutto centrato sull’innovazione e sull’importanza di governarla l’intervento  di Angelo Massimo Deldossi, vicepresidente di Ance. Innovazione che “non può essere delegata, ma trasmessa e condivisa”. Deldossi ha evidenziato come la trasformazione digitale rappresenti non solo una sfida tecnologica, ma soprattutto una responsabilità culturale e strategica, che richiede una visione di sistema capace di coniugare competitività, sostenibilità e formazione delle nuove competenze.

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