RIGENERAZIONE URBANA

Genova-Diamante, rinascono le Dighe di Begato: con 40mln 155 unità abitative. Scajola (Liguria): “Demolita anche una vecchia mentalità”

31 Ott 2025 di Nicola Pini

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Genova-Diamante, rinascono le Dighe di Begato: con 40mln 155 unità abitative. Scajola (Liguria): “Demolita anche una vecchia mentalità”

I 22 piani delle vecchie “Dighe” scendono ai 7 o 8 delle nuove palazzine, la densità abitativa si riduce lasciando spazio a una piazza al centro del quartiere, a percorsi nel verde, aree sportive e a una caserma dei carabinieri. E’ entrata nella fase finale la riqualificazione del quartiere di Diamante a Genova, una delle maggiori opere di rigenerazione urbana in corso in Liguria. Dopo l’abbattimento nel 2021 delle famose, o per meglio dire famigerate, Dighe di Begato sono in corso di ultimazione le nuove 60 unità abitative, suddivise tra tre nuovi edifici, e la riqualificazione dell’unica parte del vecchio complesso rimasta in piedi, che ospiterà altri 55 appartamenti rimessi in sesto. Si tratta di lavori per oltre 40 milioni di euro (arrivano in buona parte da progetti Pinqua assorbiti nel Pnrr e poi da fondi europei, regionali e comunali) che dovrebbero terminare, ha assicurato nei giorni scorsi l’assessore all’Urbanistica della Regione Mario Scajola, tra la fine del 2025 e il marzo del prossimo anno.

I due vecchi mastodontici edifici da qualche lustro erano al centro dell’attenzione degli amministratori liguri, vuoi per l’acuirsi dei fenomeni di disagio sociale, abitativo e di abusivismo che si erano manifestati fin dall’inizio, vuoi per il progressivo degrado edilizio. Grande complesso residenziale pubblico di Genova, realizzato a metà degli anni Ottanta, il quartiere era diventato in città un simbolo di ghettizzazione urbana di cui le due Dighe (così chiamate perché tagliavano in due la vallata del Polvecera, alle spalle del centro urbano) erano il simbolo più vistoso, con il loro aspetto da case-alveare.

“La riqualificazione ci sarebbe costata 33 milioni di euro, ma era una follia spenderli per quegli edifici, che erano una bruttura. Così ci siano orientati per la demolizione accompagnando gli abitanti nella scelta di dove andare ad abitare, potevano scegliere tra tre alloggi e non ci sono state proteste – ha osservato Scajola parlando la settimana scorsa a Torino a un convegno di Forza sul tema dell’abitare – . Ed è stata la demolizione anche di una mentalità e di vecchie concezioni abitative. Abbiano deciso di dire stop ai ghetti – ha aggiunto l’assessore – e di puntare su un’edilizia diffusa sul territorio, con più spazio e più verde per migliorare il benessere di chi ci vive”.

L’intero quartiere di Diamante era composto da oltre 1400 alloggi, di cui 523 nei due complessi denominati Dighe. Il progetto di rigenerazione è passato attraverso la totale demolizione della Diga Rossa mentre per la Diga Bianca si è deciso di mantenere in piedi una porzione di edificio, abbattendo così 476 alloggi (alcuni dei quali non più abitati) sul totale dei 523. L’operazione è stata resa possibile perché nel 2019, erano stati recuperati 630 alloggi sfitti in diverse zone della città, con un investimento di circa 12,7 milioni di euro permettendo nel 2020, insieme al recupero del patrimonio di Arte (l’azienda pubblica ligure che gestisce l’edilizia popolare), la ricollocazione di 374 nuclei familiari (776 persone) di Begato. Nel 2021 si è quindi proceduto all’abbattimento dei vecchi edifici. Operazione non semplice per la quale è stata impiegata una gru alta 60 metri, la stessa impiegata anche per buttare giù le cosiddette “Vele” di Scampia, a Napoli.

La nuova urbanizzazione prevede al posto degli edifici abbattuti, senza consumo di suolo, la realizzazione di 3 nuove palazzine ad elevata efficienza energetica. Un totale di 60 alloggi di cui 40 destinati all’Edilizia residenziale pubblica e 20 all’Edilizia residenziale sociale. Allo stato – informa la Regione – sono completate le strutture degli edifici e sono in corso di realizzazione le tramezzature interne e degli impianti. In fase avanzata anche le lavorazioni sulle parti comuni della parte non demolita della Diga Bianca. Attraverso il frazionamento degli appartamenti duplex, ed il recupero degli spazi una volta adibiti a camminamenti pubblici, verranno realizzati complessivamente altri 55 alloggi. Sulla copertura piana dell’edificio, rifatta e coibentata, verranno installatati sia un impianto fotovoltaico, sia un impianto mini eolico. La chiusura di questi cantieri è prevista per il marzo 2026.

Procedono i contestuali lavori sugli spazi all’aperto, che saranno determinanti per porre le condizioni di un miglioramento della vivibilità ambientale e sociale del quartiere e dunque di una sua reale rigenerazione.

La nuova piazza di Begato, realizzata con materiali drenanti, sarà caratterizzata da ampi spazi pedonali, panchine, alberature e illuminazioni artistiche che valorizzeranno vie e aiuole. Un belvedere-Teatro all’aperto sorgerà sull’area dell’ex Diga Rossa, in prossimità della Casetta Ambientale, in via di ristrutturazione. Il progetto include vasche verdi, che potranno essere utilizzate anche come orti urbani e una zona pedonale. Infine, ci saranno nuovi percorsi nel verde, aree sportive e verrà realizzato uno skatepark. Nel complesso troverà posto anche la stazione dei carabinieri.

Sempre nello stesso quartiere sono in corso lavori di miglioramento sismico e riqualificazione energetica sugli immobili di proprietà del Comune di Genova ed in gestione di Arte, in via Brocchi 13-16-18 e Via Sbarbaro 7-9-11. Quest’ultimo intervento è inserito nel Fondo Complementare al Pnrr, che prevede un finanziamento complessivo di circa 6 milioni di euro e coinvolge complessivamente 179 alloggi. I lavori dovrebbero concludersi entro dicembre. Se i tempi saranno rispettati, nel corso del 2026 il quartiere Diamante potrà ripartire con un volto molto diverso da un tempo, dopo una impegnativa “rivoluzione” durata sei anni.

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