SICUREZZA SUL LAVORO

“Gli incidenti sono operaicidi. Stop ai subappalti a cascata, via la patente a crediti, istituire una Procura del lavoro”: le proposte Fillea

30 Ott 2025 di Maria Cristina Carlini

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“Gli incidenti sono operaicidi. Stop ai subappalti a cascata, via la patente a crediti, istituire una Procura del lavoro”: le proposte Fillea

Al nuovo decreto sulla sicurezza sul lavoro la Fillea Cgil ha riservato da subito critiche durissime. “Questo decreto non salverà nessuna vittima” e “non affronta i temi veri come la questione dei subappalti”, ha dichiarato il segretario generale della categoria degli edili della Cgil, Antonio Di Franco. Insomma, una bocciatura senza appello. Secondo i dati diffusi dalla Fillea, il settore delle costruzioni resta tra i più colpiti dagli infortuni mortali: nel primo semestre 2025 si registrano 53 decessi. “Sono vite spezzate – sottolinea il sindacato – di lavoratori che per anni hanno conosciuto solo il sudore dei cantieri e l’assenza di giustizia. È tempo di cambiare paradigma, a partire dalle parole: non si tratta di incidenti, ma di operaicidi”. In nome di questo cambio di paradigma, la Fillea scende in campo con le proprie proposte: quelle che ha presentato ieri in una giornata dedicata alla sicurezza sul lavoro e alla memoria delle vittime dei cantieri, intitolata “La Repubblica delle vittime del dovere”. Un appuntamento, che si è svolto presso la sede di Libera contro le Mafie a Roma. E in cima alle priorità c’è quella riguarda la regolarità e il sistema dei subappalti. “Quando parliamo di sicurezza dobbiamo parlare di contratti collettivi applicati e di collaborazione con gli Enti bilaterali. Molti infortuni avvengono quando si deroga ai Ccnl o si moltiplicano i subappalti a cascata. È necessario limitare i livelli di subappalto a uno solo, anche nel privato, e solo per lavorazioni specialistiche”, è la richiesta della Fillea. Un’altra proposta è l’istituzione di una Procura distrettuale e nazionale del lavoro, sul modello della Procura nazionale antimafia. L’obiettivo è coordinare e specializzare le indagini sugli infortuni mortali, oggi spesso affidate a uffici giudiziari troppo piccoli per affrontare inchieste complesse: “serve una struttura con competenze investigative, tecniche e scientifiche adeguate e consulenti di alto livello che possano condurre indagini rapide e approfondite sulle cause e le responsabilità degli incidenti”. Il sindacato chiede inoltre il riconoscimento del patrocinio gratuito per le vittime del lavoro e per i loro familiari, indipendentemente dal reddito. “Quando un lavoratore non torna a casa – afferma la Fillea – non può restare solo il dolore. Lo Stato deve assumersi la responsabilità di sostenere le spese legali di chi cerca verità e giustizia”.

Contestualmente, la Fillea propone che i familiari delle vittime vengano riconosciuti come “vittime del dovere”, ai sensi della legge 266/2005 e del d.P.R. 243/2006. “Si tratta di un riconoscimento dovuto – spiega il sindacato – a chi è morto adempiendo ai propri doveri di lavoratore. La Costituzione fonda la Repubblica sul lavoro: riconoscere le vittime del lavoro come vittime del dovere significa dare pieno valore a quel principio”. La Fillea chiede anche di abrogare la patente a crediti per le imprese edili, introdotta nel 2024. Secondo il sindacato, “il sistema non ha efficacia preventiva e si riduce a un onere burocratico e costoso. La decurtazione dei crediti, in caso di omicidio o lesioni gravi, avviene solo dopo sentenza definitiva: in media dopo sette o otto anni”. Tra le modifiche legislative proposte, anche l’abrogazione dell’articolo 29 del decreto legge n.19/2024, che introduce l’“immunità ispettiva” per le imprese, e dell’articolo 5 del decreto legislativo n.103/2024, che prevede il “preavviso di ispezione”. Entrambe le norme, secondo la Fillea, “limitano i poteri di controllo e compromettono la prevenzione degli incidenti”. Il sindacato chiede infine di rivedere la normativa sui preposti, che oggi “attribuisce solo responsabilità e nessuna tutela concreta”.

Durante l’incontro sono stati presentati la rivista “Sindacato Nuovo”, il libro “Operaicidio” scritto dal magistrato Bruno Giordano e dal giornalista Marco Patucchi, ed è stato anche trasmesso il docu-film “Articolo 1”, diretto da Luca Bianchini e prodotto da Alveare Cinema in collaborazione con Rai Documentari. Sono storie, voci e volti del mondo delle costruzioni che vivono l’amarezza delle grandi questioni irrisolte, di sfruttamento, esclusione e disagio, ma che allo stesso tempo, sottilinea la Fillea, rivendicano e difendono con orgoglio la bellezza e la necessità del proprio lavoro.

A chiudere la giornata è stato il numero uno della Fillea Di Franco. Nel decreto “continuiamo a vedere incentivi per aziende e programmi spot. Si era annunciata una stretta sui subappalti, cosa che non è avvenuta. Valutiamo positivamente soltanto l’introduzione del badge di cantiere, ma è un qualcosa da costruire: non ci sono le risposte vere”.  Rimangono irrisolti i nodi principali del sistema di vigilanza e prevenzione. “È inutile che il governo continui a parlare di numeri e di assunzione di ispettori. Gli ispettori, se i contratti non vengono rinnovati e se non vengono pagati adeguatamente, siccome stiamo parlando di competenze tecniche, non arriveranno mai a fare il concorso, perché in questo momento riescono a trovare collocazioni migliori sul mercato”.  Inoltre, “serve una riforma profonda dell’assetto ispettivo nazionale, oggi frammentato in diversi enti e competenze. Ma bisogna rendere autonomo l’ispettorato nazionale, bisogna coordinare tutti gli enti che fanno ispezioni in questo Paese”. A commentare il nuovo Dl Sicurezza è anche la segretaria confederale della Cgil Francesca Re David, intervenuta all’iniziativa della Fillea. “Nel decreto legge sono state recepite alcune delle osservazioni da noi a lungo sollevate, ma resta, nel complesso, un provvedimento che non incide in alcun modo sul modello di impresa responsabile di stragi continue, basato su precarietà, subappalti a cascata, mancato rispetto dei Ccnl, compressione di costi e di diritti”. Nel  frattempo, ha sottolineato Re David “attraverso una norma della legge annuale per le Pmi, le imprese committenti vengono deresponsabilizzate rispetto alle condizioni di lavoro nella filiera del tessile”. Tra gli interventi definiti “positivi” da Re David vi sono “i contributi in agricoltura e a sostegno del lavoro agricolo di qualità, l’introduzione del badge di cantiere in edilizia e in altri ambiti ad alto rischio. Tuttavia, il sistema è un tesserino di riconoscimento anticontraffazione, ma registra solo il percorso formativo del lavoratore nella piattaforma Siils e non orari di presenza in cantiere e applicazione dei contratti come in importanti accordi sindacali”. Inoltre, ha proseguito  la segretaria confederale “le sanzioni per le imprese sprovviste di patente a crediti sono state inasprite, ma continuiamo a ritenere questo strumento inefficace e a richiedere una vera certificazione sulla qualificazione delle imprese”. “Positiva l’assunzione dei medici Inail ora a tempo determinato, l’ampliamento dell’organico degli ispettori dell’Inl e del nucleo carabinieri per la tutela del lavoro, ma – avverte Re David – i numeri rimangono ridotti e non coinvolgono il sistema delle Asl/Regioni. Bene le borse di studio per i familiari delle vittime del lavoro, ma non c’è il patrocinio gratuito e la procura unica per evitare le prescrizioni. Infine, viene ampliata l’offerta di formazione, ma mancano strumenti di valorizzazione del ruolo dei rappresentanti dei lavoratori alla sicurezza”. “Registriamo alcuni provvedimenti che vanno in una direzione utile, ma – ha concluso  Re David – non c’è il salto di qualità necessario per rimettere le lavoratrici e i lavoratori al centro”.

Nel corso della giornata di ieri, il Dl è stato al centro di numerosi commenti.  “Riteniamo positivo che il Governo decida di investire in salute e sicurezza, data la situazione drammatica di infortuni sul lavoro e malattie professionali in Italia, in particolare nel comparto delle costruzioni. Attendiamo però di conoscere nel dettaglio i contenuti del Decreto Legge per valutare la portata della nuova normativa”, ha detto il segretario nazionale della Feneal Uil, Stefano Costa. Sicuramente – come abbiamo ripetutamente chiesto all’Esecutivo – sono un’ottima notizia il rafforzamento degli organi ispettivi e il potenziamento della formazione, anche con riferimento alle nuove tecnologie, anche per quanto riguarda i Rls che operano in imprese con meno di 15 dipendenti, in un’ottica di prevenzione. E siamo soddisfatti dell’introduzione del badge di cantiere, più volte caldeggiata dalla FenealUil. Restano comunque ancora da capire l’ambito di applicazione e le modalità operative del badge, così come le attese modifiche in materia di vigilanza nei subappalti e patente a crediti. Sinora la patente non ha avuto un impatto significativo sulla riduzione degli infortuni sul lavoro e sulla qualificazione delle imprese. Ci auguriamo che – anche dopo le proposte che abbiamo lanciato a Roma durante l’ultima edizione degli Stati Generali su Salute e Sicurezza sul Lavoro – ci possano ora essere miglioramenti concreti anche in tema di maggiori controlli, dumping contrattuale, velocizzazzioni dei procedimenti giudiziari e assistenza alle vittime e ai loro familiari.” Sempre in casa Uil, “accogliamo con favore l’approvazione del decreto-legge in materia di salute e sicurezza sul lavoro, che recepisce molte delle proposte avanzate dal Sindacato nel corso degli ultimi anni. Si tratta di un passo significativo verso una maggiore tutela delle lavoratrici e dei lavoratori”, ha dichiarato la segretaria confederale della Uil, Ivana Veronese. Ma “Nonostante questi positivi progressi – ha precisato Veronese – pensiamo sia necessario continuare a lavorare per fermare la strage nei luoghi di lavoro. Restano infatti escluse dal decreto alcune proposte per noi fondamentali, come lo stop ai subappalti a cascata e alle gare al massimo ribasso, l’introduzione del reato di omicidio sul lavoro, l’istituzione di una procura nazionale del lavoro e il patrocinio gratuito alle famiglie delle vittime. Chiediamo che i familiari delle vittime sul lavoro ricevano lo stesso trattamento di chi perde un familiare per mano della mafia. Inoltre, chiediamo un confronto aperto sull’utilizzo delle risorse Inail correnti e dei residui che annualmente finiscono nelle casse dello Stato”.

A parlare sono state anche le imprese.  La CNA apprezza la revisione delle aliquote Inail che risponde alla necessità di restituire alle imprese gli avanzi di gestione dell’istituto. La confederazione ritiene adeguato lo strumento individuato e cioè l’incremento della percentuale di riduzione del premio per andamento infortunistico favorevole (bonus). Per quanto riguarda l’introduzione del badge di cantiere, CNA condivide le finalità di uno strumento pensato per rafforzare tracciabilità e trasparenza nei cantieri. “Tuttavia, la vera sfida sarà la definizione dei decreti attuativi e il confronto che si aprirà tra Ministero e parti sociali. Le scelte operative dovranno tener conto della realtà quotidiana delle imprese, in particolare quelle di piccole dimensioni e pertanto sarà fondamentale che ogni nuovo adempimento si integri con le procedure esistenti, evitando duplicazioni e burocrazia inutile. Giudizio positivo sullo stralcio del capitolo dedicato agli spazi confinati e sulla consultazione gratuita delle norme tecniche rilevanti per la salute e la sicurezza sul lavoro. Perplessità sul tema appalti e subappalti per il quale esiste già una vasta regolamentazione nelle norme in vigore in materia di salute e sicurezza”.

“Il cosiddetto Decreto lavoro sicurezza contiene sicuramente alcuni interventi positivi, ma deve essere accompagnato da un reale coinvolgimento delle parti sociali e calato con attenzione nei contesti produttivi”, ha detto Simone Gamberini, presidente Legacoop. “Sono certamente apprezzabili -osserva Gamberini- il rafforzamento dell’Ispettorato nazionale del lavoro e del Comando Carabinieri per la tutela del lavoro, l’impegno per potenziare la formazione in materia di sicurezza, il sostegno ai dispositivi di protezione innovativi, così come l’estensione delle tutele assicurative INAIL agli studenti dei percorsi scuola-lavoro anche negli infortuni in itinere. Positiva anche la previsione di borse di studio per i superstiti di lavoratori deceduti per infortunio o malattia professionale, una misura certo non in grado di lenire le perdite, ma che risarcisce, almeno in parte, chi ha subito un infortunio o i suoi congiunti”.
“Pensiamo sia necessario approfondire -sottolinea il presidente di Legacoop- alcuni aspetti del provvedimento, in particolare l’introduzione di meccanismi sanzionatori in presenza di procedimenti non definitivi. È evidente, e condivisibile, l’intento di intervenire tempestivamente su una tematica così sensibile come la sicurezza, questa urgenza deve però essere bilanciata con il reale accertamento delle responsabilità affinché la sanzione e di conseguenza l’eliminazione vera del rischio sia efficace”.

 

 

 

 

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