NEGATA LA REGISTRAZIONE DELLA DELIBERA CIPESS

Ponte sullo Stretto, il no della Corte conti. Salvini e Meloni: “Gravissimo atto politico, andiamo avanti”

La decisione tornerà al Cdm che darà via libera alla prosecuzione. La reazione di Meloni apre un nuovo scontro politico a tutto campo con la magistratura: “La riforma costituzionale della giustizia e la riforma della Corte dei Conti, prossime all’approvazione, rappresentano la risposta più adeguata a una intollerabile invadenza, che non fermerà l’azione di Governo, sostenuta dal Parlamento”.

30 Ott 2025 di Maria Cristina Carlini

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Ponte sullo Stretto, il no della Corte conti. Salvini e Meloni: “Gravissimo atto politico, andiamo avanti”

PONTE SULLO STRETTO DI MESSINA RENDERING PROGETTO PROGETTI

La Corte dei conti nega al governo la registrazione della delibera Cipess di approvazione del progetto definitivo del Ponte sullo Stretto. Le motivazioni saranno rese note entro trenta giorni, come prevede la legge. Ma il no dei magistrati contabili va oltre la valutazione sull’opera e diventa la nuova occasione per uno scontro frontale fra Governo ed esecutivo, ben oltre lo specifico caso. Il primo a reagire è il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, ma passano pochi minuti e a scendere in campo è la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Le due posizioni sono stavolta coincidenti: quello della Corte dei conti è un atto politico che danneggia il Paese, noi andiamo avanti. Ci sarà una nuova decisione del Consiglio dei ministri per superare l’opposizione della Corte.

Lo scontro politico con la magistratura è evidente dalle politiche di Meloni. “La mancata registrazione da parte della Corte dei conti della delibera CIPESS riguardante il Ponte sullo Stretto – scrive la premier in una nota – è l’ennesimo atto di invasione della giurisdizione sulle scelte del Governo e del Parlamento. Sul piano tecnico, i ministeri interessati e la Presidenza del Consiglio hanno fornito puntuale risposta a tutti i rilievi formulati per l’adunanza di oggi; per avere un’idea della capziosità, una delle censure ha riguardato l’avvenuta trasmissione di atti voluminosi con link, come se i giudici contabili ignorassero l’esistenza dei computer. La riforma costituzionale della giustizia e la riforma della Corte dei Conti, entrambe in discussione al Senato, prossime all’approvazione, rappresentano – conclude Meloni – la risposta più adeguata a una intollerabile invadenza, che non fermerà l’azione di Governo, sostenuta dal Parlamento”.

Va giù duro Salvini commentando la decisione dei magistrati contabili  appena pochi minuti dopo aver appreso  la notizia alle 19,50 di ieri. “La decisione della Corte dei Conti è un grave danno per il Paese e appare una scelta politica  – attacca- più che un sereno giudizio tecnico. In attesa delle motivazioni, chiarisco subito che non mi sono fermato quando dovevo difendere i confini e non mi fermerò ora, visto che parliamo di un progetto auspicato perfino dall’Europa che regalerà sviluppo e migliaia di posti di lavoro da sud a nord. Siamo determinati a percorrere tutte le strade possibili per far partire i lavori. Andiamo avanti”.

Andare avanti, appunto, rispetto a quella che viene giudicata un’invasione di campo della magistratura contabile. È questa la linea che Salvini  intende portare avanti e concordare con il governo. E non ha dubbi il titolare del Mit quando, tra una riunione e l’altra convocate d’urgenza al Mit, arriva e parla a un evento dell’Anceferr, alla vigilia dell’assemblea dell’associazione di oggi. Con tanta rabbia e ira  e anche un po’ di frustrazione, “noi andiamo avanti, noi tiriamo dritto con quello che la legge ci mette a disposizione”, tuona. Ma quale è lo scenario che ora si prospetta? Tecnicamente, anche con il parere negativo della Corte dei Conti il governo può comunque decidere di andare avanti con il progetto. Infatti – viene spiegato dalla stessa Corte – nel caso in cui il controllo riguardi un atto governativo, secondo la legge, l’amministrazione interessata, in caso di rifiuto di registrazione da parte della Corte dei Conti, può chiedere un’apposita deliberazione da parte del Consiglio dei ministri, il quale, a propria volta, può ritenere che l’atto risponda ad interessi pubblici superiori e debba avere comunque corso. In questo caso la Corte, se ancora mantiene la propria contrarietà, è chiamata ad apporre un ‘visto con riserva alla delibera’.

La procedura prevede poi una segnalazione in Parlamento: “L’atto registrato con riserva acquista piena efficacia, ma può dare luogo ad una responsabilità politica del Governo – spiega il sito della Corte – poiché la Corte trasmette periodicamente al Parlamento l’elenco degli atti registrati con riserva”.    Tra i diversi punti finiti sotto la lente dei magistrati le coperture economiche, l’affidabilità delle stime di traffico, la conformità del progetto definitivo alle normative ambientali, antisismiche e alle regole europee sul superamento del 50% del costo iniziale. Le eccezioni sollevate durante l’adunanza della Sezione centrale della Corte, dal consigliere, Carmela Mirabella – secondo quanto si apprende – sarebbero state diverse: tra queste anche quella sulla competenza del Cipess, considerato organo “politico”. La Corte, del resto, valuta gli aspetti economico finanziari e la correttezza dell’iter procedimentale, non esprime quindi un giudizio complessivo sull’opera.

Secondo lo schema indicato da Salvini, il Governo metterà sul tavolo la carta dell’atto politico con una nuova delibera del Consiglio dei ministri per poi tornare in Parlamento, “ facendo quello che la legge ci consente di fare” e “mettendoci la faccia”.

È con “grande sorpresa” che la Società Stretto di Messina ha accolto la decisione della Corte dei Conti. A esprimerla l’amministratore delegato Pietro Ciucci. ““Tutto l’iter seguito è stato sempre svolto nel pieno rispetto delle norme generali e speciali italiane ed europee relative alla realizzazione del ponte. Restiamo in attesa delle motivazioni mantenendo l’impegno – sottolinea-  di portare avanti l’Opera, missione che ci è stata affidata da tutto il Governo e dal Ministero delle infrastrutture in attuazione delle leggi approvate dal Parlamento italiano”.

 

 

 

 

 

 

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