LA PRIMA BOZZA DELLA LEGGE DI BILANCIO

Nasce il fondo dissesto (250 mln), ad Anas 270 mln per manutenzioni, 4 mld alla Zes. Il Fondo sociale clima finanzia il Piano casa

Cambia nome il fondone Pnrr del Mef che resta in vita oltre il 2026 e diventa un contenitore più ampio con “altre risorse nazionali ed europee”: c’è anche il disagio abitativo. Niente al fondo rigenerazione urbana. Detrazioni casa confermate

19 Ott 2025

Condividi:
Nasce il fondo dissesto (250 mln), ad Anas 270 mln per manutenzioni, 4 mld alla Zes. Il Fondo sociale clima finanzia il Piano casa

GIANCARLO GIORGETTI MINISTRO ECONOMIA

Le sorprese, ancora tutte da decifrare, arrivano al terz’ultimo articolo, il numero 134, della prima parte della bozza circolata ieri (e datata 18 ottobre) del disegno di legge di bilancio. Sono almeno tre: la prima è che la grande cassa di compensazione finanziaria del Pnrr, il Fondo Next Generation-Italia del Mef (istituito dal comma 1038 della legge di bilancio 2021), non ha nessuna intenzione di morire con il Pnrr, ma vive oltre il 2026 e anzi si allarga a nuove risorse e nuove missioni, diventando “Contributi a fondo perduto e altre risorse nazionali ed europee”. Evoluzione dalle potenzialità infinite e misteriose, appunto tutte da scoprire, ma le successive due novità dell’articolo 134 intanto ci danno due delle nuove missioni del “fondone Pnrr”.

La prima nuova missione (corrispondente alla seconda novità del testo) è quella di ospitare le risorse del Fondo sociale per il clima. Il FSC, che finanzia i Piani nazionali sociale e clima, è un fondo europeo, istituito dall’Unione nel maggio 2023 per rendere più digeribile la transizione green alle fasce della popolazione più in difficoltà e combattere la povertà energetica. Ogni Stato presenta un suo piano sulla base delle assegnazioni. Quello dell’Italia ancora deve essere approvato, ma è già deciso che l’Italia riceverà 7 miliardi: una prima formulazione avanzata dal Mase sulla base di una consultazione con gli stakeholder ha assemblato 5,17 miliardi di misure per il settore dell’edilizia e 3,57 miliardi per i trasporti sostenibili.  Non è ancora chiaro se la confluenza nel “fondone Pnrr” possa creare un’osmosi con altri fondi europei e nazionale, rafforzando il finanziamento allo strumento. Il sospetto che l’operazione sia questa, però, sembra abbastanza fondato.

La terza novità – che rafforza ulteriormente il sospetto di un utilizzo futurale trasversale e meno rigido delle risorse del “fondone Pnrr” – è la seconda nuova missione cui saranno destinate le risorse: le azioni di contrasto al disagio abitativo e il Piano Casa Italia. Con un sistema di scatole cinesi, questi due obiettivi vengono collocati ex novo all’interno del Fondo sociale per il clima, dove prima erano contemplati solo gli altri due obiettivi elencati (mobilità sostenibile e povertà energetica). Anche qui l’idea potrebbe essere di finanziare il Piano Casa con ex risorse Pnrr non spese: vecchio “pallino” del MIT che sembrava accantonato e che ora sembra tornare possibile.

Per avere certezze dovremo attendere non solo la versione definitiva della legge di bilancio (con relative relazioni di accompagnamento), ma anche la proposta di revisione definitiva del Pnrr che potrebbe partire per Bruxelles anche oggi. Da lì capiremo anche quante risorse non spese del Pnrr andranno a sostenere la legge di bilancio e la manovra del governo: la somma disponibile dovrebbe ammontare a 12 miliardi, in parte però ridestinati a misure interne al Pnrr e ai nuovi strumenti finanziari che prolungano la spesa oltre il 2026. Per sottrazione potrebbe essere fra 5 e 7 miliardi  il “netto” destinato alla manovra.

Le altre misure in legge di bilancio

Una rapida carrellata consente di individuare le principali poste finanziarie destinate ai settori di riferimento di Diario DIAC. La bozza in alcuni casi non consente di quantificare ancora le risorse effettive, come nel caso dei vari piani di ricostruzione post-calamità, dall’Aquila al Centro Italia all’Emilia (articolo 113). Stesso discorso per una corposa riprogrammazione delle risorse di cassa – su residui e competenze dei periodi 2014-2020 e 2020-2027 – del Fondo sviluppo e coesione (art. 132): le disponibilità di cassa, complessivamente pari a 91,9 miliardi, vengono rispalmate e diluite su un arco di tempo che va dal 2026 (7.134 milioni) al 2039.

Le due certezze più importanti sono l’istituzione del nuovo fondo per il dissesto idrogeologico (articolo 112), una novità assoluta perché riconosce la necessità di investimenti preventivi, con una “carica” di 250 milioni relativi al solo anno 2026, e lo stanziamento complessivo di 270 milioni nel triennio 2026-2028 per l’Anas, “da destinare alle attività di monitoraggio, sorveglianza, gestione, vigilanza, infomobilità e manutenzione delle strade” (articolo 100).

Cospicuo il finanziamento di 4.050 milioni nel triennio 2026-2028 per il credito di imposto relativo agli investimenti nella Zes unica Mezzogiorno e nelle zone logistiche semplificate. Confermati anche 650 milioni di “ricarica” nel 2026-2027 della legge Sabatini  per l’acquisto di macchinari e attrezzature da parte delle Pmi.

Confermata la proroga nel 2026 delle detrazioni per i lavori in casa alle stesse percentuali (36% e 50%) già previste per il 2025 (articolo 9).

Al momento non sono previste ricariche per il fondo rigenerazione urbana previsto dalla legge in discussione al Senato. In compenso viene istituito il fondo per il federalismo museale. Ci sono cinque milioni.

Argomenti

Argomenti

Accedi