Ecco la manovra, alle imprese 8 mld. Meloni: leggera, seria ed equilibrata

17 Ott 2025 di Maria Cristina Carlini

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Una manovra che sale ancora, anche se di poco,  a 18, 7 miliardi. E’ questo il valore complessivo con il quale la legge di bilancio esce da Palazzo Chigi, dopo il varo del Consiglio dei ministri, per intrapendere il percorso parlamentare. “Molto seria ed equilibrata” e “leggera”:  sono gli  aggettivi con i quali la premier Giorgia Meloni ha voluto connotarla nel corso della conferenza stampa seguita alla riunione del Governo. Vanno rilevati subito il sollievo e la soddisfazione con il quale la stessa premier l’ha presentata considerando che praticamente fino al giorno prima la tensione tra Forza Italia e Lega era salita alle stelle sul nodo, poi sciolto nel vertice di maggioranza convocato da Meloni, del contributo di banche e assicurazioni. E, forse, proprio per questo, a sorpresa  è voluta scendere in sala stampa a presentare la manovra ( Palazzo Chigi aveva annunciato la conferenza stampa con gli esponenti di governo interessati  dai provvedimenti assunti)  e intestandosi il risultato. L’impianto della quarta legge di bilancio del Governo Meloni è incentrato sulla scia delle precedenti finaziarie su un’ulteriore riduzione del prelievo delle imposte dirette per le fasce di reddito finora escluse da interventi simili, sul rafforzamento del sostegno alle famiglie più numerose. Misure dalle quali l’esecutivo si attende “un graduale impulso favorevole sui consumi rispetto al quadro tendenziale”. In particolare, per il 2026 il tasso di crescita del Pil è confermato allo 0,7 per cento, mentre nel 2027 l’espansione dell’attività economica raggiungerebbe lo 0,8 per cento, superando quanto previsto a legislazione vigente. A proposito di proiezioni di crescita, proprio ieri la Banca d’Italia ha pubblicato il nuovo bollettino economico che conferma la crescita del Pil 2025 a +0,6% mentre taglia le stime del 2026 dal precedente +0,8% a +0,6%. Crescita piatta, dunque, che vedrebbe un lieve rialzo nel 2027 con +0,7%.

Come ha spiegato Meloni, illustrando alla stampa le misure, questa manovra, nel rispetto dei vincoli della traiettoria di spesa – e quindi nessun intervento in deficit – vuole dare risposta “ai bisogni, ai problemi concreti delle famiglie, delle imprese, dei lavoratori”. Ma quali sono le voci che assicureranno la copertura dei 18,7 miliardi. Come indica il Dpb varato dal Governo e inviato a Bruxelles, “oltre agli effetti di miglioramento del quadro di finanza pubblica dovuti alla
rimodulazione del PNRR, concorrono al finanziamento della manovra, sul versante delle entrate, in particolare, le risorse reperite a carico del settore finanziario e assicurativo e, dal lato della spesa, specifici interventi sugli stanziamenti del bilancio dello Stato”.

Cifre dettagliate su queste voci non sono, però, state fornite in conferenza stampa. I numeri circolati nelle ultime attendono conferme: si parla di 4,4 miliardi, 11,5 miliardi in tre anni, da parte di banche e assicurazioni  (che non sono quegli extraprofitti sui quali si era alzato il muro di Forza Italia), mentre dalla rimodulazione del Pnrr potrebbe arrivare qualcosa in più dei 5 miliardi accreditati dalla stampa. Qui si partiva da un obiettivo iniziale di 12 miliardi, poi ridotto a 10, quando lo ha intercettato Diario DIAC in anteprima assoluta con l’articolo sull’ingresso nel Pnrr dei progetti sponda. Quell’obiettivo, però, che richiedeva l’inserimento nel Pnrr di opere e programmi finanziati con fondi nazionali e spesi nell’arco di tempo fra il 2022 e il 2025, è rimasto lontano perché – giusto per fare due esempi – non avevano i requisiti richiesti dalla commissione Ue né opere infrastrutturali come le metropolitane di Roma e Milano né programmi di incentivazione come Industria 4.0.

Il Pnrr resta comunque uno dei piatti forti della manovra e una delle novità di maggiore rilievo. “Il Pnrr non è denaro caduto dal cielo, ma un prestito che dobbiamo rimborsare a un tasso di interesse più favorevole. Sono comunque spese a carico del bilancio italiano, come tutte le altre. Le spese di investimento del Pnrr si sarebbero potute fare anche con debito ordinario, pagandolo leggermente di più: non sono gratis, questo dev’essere chiaro”, ha detto il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti rispondendo a una domanda in conferenza stampa. Inoltre, altre coperture sono assicurate dai tagli alle spese dei ministeri e della Presidenza del Consiglio si attesterebbero intorno ai 2,3 miliardi di euro e da altre entrate.

Le misure per le imprese, Meloni: “8 miliardi sui 18 complessivi”

Tra le misure, sulle quali ha posto l’accento la premier Meloni ci sono quelle a sostegno delle imprese per circa 8 miliardi. “So che le imprese si aspettavano qualcosa di più” ma sono “8 miliardi sui 18 complessivi”. E, soprattutto, “sono risorse che io punto ad aumentare”, segnatamente “quelle che riguardano iperammortamento e superammortamento. Lo posso fare con altre risorse, è già nei nostri intendimenti. Chiaramente c’è un tema di interlocuzioni che vanno fatte a un altro livello ma penso che ci sia comunque uno sforzo significativo che si concentra sulle priorità che sono state richieste per quello che riguarda le aziende”. Una leva è quella delle revisione dei fondi di coesione.

Nel dettaglio, come ha spiegato Meloni,  finora il Governo aveva rifinanziato  i contratti di sviluppo di industria e turismo,  la nuova Sabatini per gli investimenti nei beni strumentali. “Avevamo portato avanti transizione 4.0, avevamo poi affiancato transizione 5.0 con 6,3 miliardi di euro di risorse. Abbiamo costituito la Zes unica del Mezzogiorno e abbiamo allargato la Zes anche a Marche e Umbria, introdotto per il 2025 l’Ires premiale per le imprese che investono e assumono dal 24 al 20%. Per favorire le assunzioni, oltre a diverse decontribuzioni per le nuove assunzioni, abbiamo introdotto e confermato per il triennio 2025-2027 la superdeduzione al 120% del costo del lavoro, che sale fino al 130% per alcune categorie di soggetti più fragili. In particolare, con questa legge di bilancio rifinanziamo il credito d’imposta per la Zes portandola a 2,3 miliardi. Rifinanziamo con 100 milioni le zone logistiche semplificate, rifinanziamo la nuova Sabatini, proroghiamo la sterilizzazione di plastic e sugar tax a tutto il 2026 ma soprattutto reintroduciamo la maggiorazione del costo di acquisizione dei beni ai fini del loro ammortamento, cioè quella che viene conosciuta come super e iperammortamento con investimenti ammessi pari complessivamente a 4 miliardi di euro. Anche se qui vi dico – ha annunciato – che stiamo valutando la possibilità di utilizzare la revisione di medio termine della politica di coesione, che ha tra le sue priorità anche il tema della competitività, per aumentare sensibilmente queste risorse. Quindi parliamo per le imprese di circa 8 miliardi di investimenti”.

Ai fini delle imposte sui redditi, le imprese che acquistano beni strumentali nuovi potranno beneficiare della maggiorazione del costo di acquisizione per calcolare ammortamenti e canoni di leasing nella misura del 180% per gli investimenti fino a 2,5 milioni di euro, del 100% per gli investimenti oltre 2,5 milioni di euro e fino a 10 milioni di euro e del 50% per gli investimenti oltre 10 milioni di euro e fino a 20 milioni di euro. Nel caso di investimenti green si applica nella misura del 220% per gli investimenti fino a 2,5 milioni di euro, del 140% per gli investimenti oltre 2,5 milioni di euro e fino a 10 milioni di euro e del 90% per gli investimenti oltre 10 milioni di euro e fino a 20 milioni di euro

Sulle misure per le imprese, è arrivato il commento a caldo del presidente di Confindustria , Emanuele Orsini. “Stiamo lavorando col governo, abbiamo lavorato. Sugli 8 miliardi il presidente del Consiglio dice che ci saranno, non abbiamo capito come ma siamo qua, dobbiamo leggere. Alla fine è importante che ci siano, così come i fondi sul rifinanziamento delle Zes. Anche il lavoro sulla defiscalizzazione dei contratti lo abbiamo fatto insieme con i sindacati, è un approccio nuovo”, ha detto. “Quello che noi crediamo è che serve una visione a tre anni”

Irpef, 2,8 miliardi per il taglio dell’aliquota al 33% per i redditi tra 28 mila e 50 mila euro

Due miliardi sui salari e quasi 3,5 in tre anni sulla famiglia e per la lotta alla povertà. E ancora 9 miliardi nel triennio per l’abbassamento del secondo scaglione Irpef dal 35 al 33% oltre a nuovi fondi sulla sanità e alla proroga dello stop alla plastic e alla sugar tax. “Con la legge di bilancio per il 2026 interveniamo ancora sull’Irpef come era ampiamente stato annunciato. Ci concentriamo sul ceto medio, tagliamo dal 35 al 33 per cento l’aliquota per i redditi tra 28 e 50mila euro, è una misura che costa circa 2,8 miliardi di euro”, ha detto Meloni. Ci sarà un taglio “dal 5% all’1% alla tassazione dei premi di produttività, elevando la soglia dei premi soggetti ad aliquota sostitutiva da 3 a 5mila euro, detassando le componenti del salario dei turni notturni e festivi”. C’è poi un fondo per il rinnovo dei contratti nel pubblico impiego, la cui competenza è del ministro Zangrillo. La priorità per il Governo è il rinnovo del contratto degli enti locali. Accorciamo anche i tempi per ottenere il Tfs nel pubblico impiego come da sentenza della Corte Costituzionale. Rifinanziamo la carta Dedicata a te, che è una misura che vale 500 milioni ma che poi con il contributo del mondo produttivo, delle associazioni agricole e della grande distribuzione cuba molto di più”.

Viene sterilizzato l’aumento di tre mesi dell’età pensionabile, a partire dal 2027, per i lavoratori impegnati in attività usuranti e gravose. Per le restanti categorie di lavoratori l’aumento sarà di un solo mese nel 2027 e di due mesi nel 2028. Previsto l’incremento di 260 euro all’anno per le pensioni dei soggetti in condizioni disagiate. Per il 2026 rispetto al 2025 è rafforzato il bonus mamme, che passa da 40 a 60 euro mensili a favore delle lavoratrici con almeno due figli e reddito fino a 40.000 euro. Potenziati anche il congedo parentale e il congedo per malattia dei figli minori.

Casa, Salvini: “Agevolazioni per genitori separati”

Sul Piano Casa, annunciato ad agosto da Meloni, “si sta lavorando” ma, intanto, nella manovra “ci sarà un contributo fiscale, tangibile per i genitori separati che hanno difficoltà con la casa, sono centinaia di migliaia, genitori quindi donne e uomini”. E’ questo l’annuncio del viceministro e ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Matteo Salvini, nel corso della conferenza stampa.  “Sappiamo che molto spesso sono soprattutto i padri a dormire in macchina, alla Caritas, a tornare dai genitori e quindi dare un contributo economico ai genitori separati per tornare nel circuito della casa è qualcosa che in questa legge di bilancio c’è e mi rende molto orgoglioso di questa mossa di equità sociale”, ha sottolineato Salvini. Sul fronte casa, non se n’è parlato in conferenza stampa, ma la manovra conferma i bonus fiscali al 50% sulle ristrutturazioni per la prima casa. Inoltre, per favorire l’accesso a determinate prestazioni agevolate, si introduce una revisione della disciplina per il calcolo dell’ISEE, prevedendo maggiorazioni delle scale di equivalenza per i nuclei familiari con due o più figli e l’innalzamento della
soglia di esclusione della casa di abitazione.  “La casa è sacra”, ha detto Meloni.

Infrastrutture, Salvini: “I ponti sono a posto dallo Stretto ai 100 sul Po”

“In attesa di capire quanto ho a disposizione per autostrade, ferrovie e aeroporti i ponti sono a posto: sia quello sullo Stretto, sia per la ricognizione della sistemazione di tutti i ponti sul Po, che sono 100”: sul versante infrastrutture è questa l’unica indicazione fornita da Salvini in conferenza stampa. “In termini infrastrutturali sono soddisfatto e come Lega non possiamo che essere contenti di quello che è stato approvato”.

Per le banche un mix di interventi, anche un aumento di due punti dell’Irap

Capitolo spinoso, si è detto, quello delle banche. La manovra prevede per le banche un aumento del carico fiscale di due punti dell’Irap, ha spiegato Giorgetti.  “Riteniamo che l’impatto delle misure sul sistema bancario ma non solo, anche sulle assicurazioni, sia assolutamente sopportabile: in parte sono misure suggerite, concordate e in parte, mi riferisco all’aumento di 2 punti dell’Irap, sono misure che banche e assicurazioni accettano ma a malincuore, sappiamo che quando si tassa chi viene tassato non è felice per questo”. Giorgetti ha aggiunto: “Riteniamo che l’impatto complessivo sia assolutamente accettabile, tenuto conto che il sistema bancario è solido e molto profittevole come ha detto il Governatore della Banca d’Italia Panetta ieri al G20 (a Washington, ndr) elogiando la solidità sia del sistema italiano che del sistema bancario”.

Pace fiscale, rottamazione delle cartelle fino a tutto il 2023 in 108 rate

Arriva la pace fiscale. Ad annuciarla è stato Salvini: “Sono molto contento, finalmente riusciamo a mettere in legge di bilancio ossigeno e speranza con la rottamazione di tutte le cartelle esattoriali fino a tutto il 2023, una platea di 16 milioni, escludendo chi non ha mai fatto la dichiarazione dei redditi, senza sanzioni, si paga il capitale con gli interessi, 108 rate tutte uguale, penso che da oggi molti italiani in difficoltà possono vedere la luce”.

Progetto con Amco per la riscossione degli enti locali

Il ministro Giorgetti ne parlava già da tempo ma ora, ha annunciato, “per la riscossione degli enti locali è in fase avanzatissima la formulazione di un progetto di cui stiamo discutendo anche con Anci. Abbiamo l’evidenza che c’è un numero significativo di comuni che tendenzialmente vanno in stato di tensione finanziaria e in dissesto che non è in grado di raggiungere percentuali dignitose di riscossione, e quindi attraverso magari anche attraverso l’utilizzo di una partecipata totalmente dello Stato, di Amco, di migliorare la riscossione”. E ha chiarito: “Non si tratta né di espropriare i comuni della loro facoltà né di creare un doppione nelle società riscossione, ma di approntare in modo efficiente e produttivo un’attività che è fondamentale per l’equilibrio economico finanziario degli enti locali”,

Sulla manovra tira le somme la premier: “E’ una Manovra – ha rimarcato – più leggera delle precedenti, sulla quale chiaramente pesa anche la situazione complessiva. Nel 2026 le casse dello Stato verseranno 40 miliardi di euro per il superbonus che è più del doppio della legge che stiamo varando. È una manovra, dicevo, seria. che si concentra sulle stesse grandi priorità sulle quali abbiamo lavorato con le manovre precedenti, quelle priorità sono famiglia e natalità, riduzione delle tasse salari cioè tutela del potere d’acquisto, sostegno alle imprese particolarmente per quello che riguarda le assunzioni e gli investimenti e la sanità”.

Giorgetti: “Confermiamo le dismissioni, ricognizione in corso sull’attivo pubblico immobiliare”

“Le dismissioni le confermiamo”, hai poi detto Giorgetti. “Abbiamo delle partcipazioni di cui dobbiamo completare la dismissione. Sull’attivo pubblico immobiliare abbiamo costruito un’unità al Mef che sta studiando e fotografando – ahimé non c’è una precisa ricognizione di questo – e pensiamo soprattutto che lo sforzo deve essere fatto a livello di enti locali, che sono sempre molto esigenti nei confronti dello Stato per quanto riguarda i trasferimenti, ma la nostra impressione è che abbiano situazioni che possono mettere a reddito o gestire in modo migliore”

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