GREEN CITIES

Finiamola con le polemiche politiche su Case green e studiamo cosa CONVIENE per efficientare abitazioni e uffici

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L’aspetto più interessante è senz’altro la velocità dell’innovazione in corso nei diversi ambiti tecnologici con risposte sempre più efficienti alle domande di riscaldamento, raffrescamento, produzione elettrica all’interno e a servizio degli edifici, di controllo digitale e integrazione dei dati a servizio delle prestazioni di consumo, emissioni, comfort.

Come è evidente ci troviamo di fronte a una vera e propria rivoluzione legata alla domanda di cambiamento, perchè dagli edifici provengono oltre la metà delle emissioni in ambito urbano, ma che mostra anche opportunità impensabili solo pochi anni fa di autoconsumo e condivisione con la rete di energia prodotta da impianti solari integrati con pompe di calore e sistemi geotermici.

Una questione deve essere al centro del confronto pubblico: dove sta l’interesse di un Paese come l’Italia in una transizione che potrà solo accelerare, perché tutto il mondo è alla ricerca di sistemi energetici sempre più efficienti e a basso costo, meno dipendenti dalle fonti fossili e capaci di garantire comfort in edifici dove il problema più rilevante sarà sempre di più il caldo, per le sempre più intense e prolungate ondate di calore? Perdere altro tempo, rinviare l’approvazione della programmazione prevista dalla Direttiva sarebbe un errore enorme, che metterebbe in difficoltà innanzi tutto le imprese delle costruzioni e le PMI che sono ancora protagoniste in tante filiere tecnologiche e quelle che hanno investito in ricerca e competenze. Sapere in quale direzione vuole andare il nostro Paese è fondamentale per ottenere i risultati maggiori a minor costo e resistere alla concorrenza internazionale, scommettendo sul futuro.

Proviamo a ragionare di cosa vuol dire l’interesse di un Paese come l’Italia in questo contesto. Sicuramente vuol dire promuovere interventi che riducano i costi di gestione energetica degli edifici, che spingano soluzioni capaci di far rimanere quanto più possibile nel nostro Paese la cattura del valore degli investimenti, creando occupazione. Per questo sarebbe quanto mai interessante un’analisi dei risultati del Superbonus, per vedere la spesa e i risultati con i diversi interventi in termini di kWh e CO2 ridotta, tra sistemi di isolamento, interventi sull’impiantistica, integrazione del fotovoltaico e della domotica. In modo da verificare dove si ottengono i migliori risultati, ma anche dove in Italia si possono avere le maggiori ricadute occupazionali e industriali, i maggiori margini di crescita.

Mentre tutta l’attenzione in questi mesi si è concentrata sulle case, poco si è ragionato delle altre categorie di edifici, che hanno caratteri e dinamiche di consumi molto diversi. Un esempio sono gli edifici pubblici con funzioni istituzionali, le sedi di Ministeri, uffici regionali e comunali, istituzioni e enti di ricerca. L’andamento dei consumi e delle emissioni vale la pena approfondirlo guardando a quanto avvenuto nel Comune di Roma, dove si concentra la più grande parte di questi edifici. I dati dicono che i consumi elettrici tra il 2015 e il 2022 sono cresciuti, a differenza che nel residenziale e nel commerciale dove sono calati, e rappresentano il 15% delle emissioni della città. La spiegazione più semplice sta nel fatto che è in corso un processo di elettrificazione dei sistemi di riscaldamento e di completamento o sostituzione dei sistemi di raffrescamento per la crescita del caldo nella Capitale, messa in evidenza dalla Strategia di adattamento climatico della città.

Dunque, ci troviamo di fronte a un settore interessante di intervento perché al di là degli obiettivi europei, ridurre i consumi vuol dire intervenire sulla spesa corrente delle amministrazioni, che è quella più delicata per le PA e che ha subito rilevanti tagli nel corso degli anni. Sono diversi gli esempi positivi di riqualificazioni realizzare attraverso partenariati pubblico-privati e di riduzione dei consumi attraverso gare Consip o guidate da manifestazioni di interesse. Non solo, proprio per le caratteristiche della domanda di questi edifici – concentrata nelle ore diurne – sono possibili modelli di intervento con Energy Performance Contract dove elettrificazione e autoconsumo da solare fotovoltaico, contratti di acquisto da rinnovabili possono generare risultati molto interessanti. Inoltre, si parla poco dell’incentivo che potrebbe essere il volano per questi interventi, ossia il Conto Termico. Che non è generoso come il Superbonus, arriva fino al 65% di rimborso delle spese per gli interventi di efficientamento energetico, ma continuerà nei prossimi anni ed è in fase di revisione con alcune modifiche. In un Paese che vuole guardare al futuro, aiutare il proprio sistema di imprese e cogliere i benefici dall’innovazione in corso, si dovrebbe innanzi tutto discutere della revisione in corso del Conto Termico, perché ci sono margini per renderlo più efficace. E poi si dovrebbe ragionare di come supportare gli Enti Locali, i Ministeri e tutti i soggetti pubblici a intraprendere questa strada. Magari coinvolgendo le strutture dello Stato che potrebbero fare da volano a una grande operazione di riqualificazione energetica: Enea, Cdp, Invitalia, GSE.

Edoardo Zanchini
di Edoardo Zanchini

Ecologista

Edoardo Zanchini è direttore dell’ufficio clima del Comune di Roma. È stato vicepresidente nazionale di Legambiente dal 2011 al 2022. Architetto, PhD in pianificazione urbanistica, ha insegnato nelle Università di Roma, Ferrara e Pescara (dove è stato ricercatore). È stato nei board dei network ambientalisti Transport and Environment, Renewables Grid Initiative, Worldwide carbon price, e di diversi comitati scientifici. Autore di saggi in materia di energia, clima, sostenibilità urbana.

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