Inclusione e ricreazione, da Genova a Sassari
I progetti presentati ieri a Città in scena al Maxxi di Roma

Genova
IN SINTESI
Lo spazio pubblico dei Giardini Luzzati, nel centro storico di Genova, sono stati riqualificati dal punto di vista edilizio già da una quindicina di anni. Ma erano rimasti vuoti e silenziosi e anche per questo area di disagio, spaccio e microcriminalità. La svolta è arrivata quando il Comune di Genova ha deciso di investire su questo spazio (come anche su altri nella città) puntando a un patto di comunità con le associazioni che comprenda interventi di cura dello spazio pubblico, rigenerazione dei legami sociali tra i cittadini e gestione dei beni comuni in forma condivisa.
Dopo un bando pubblico il nuovo spazio ha aperto nel 2022 come progetto dell’associazione Ce.Sto. Si tratta di un centro polivalente di incontro e scambio con attività culturali e di formazione aperto a tutto il quartiere. C’è un bar ristorante aperto dalla mattina fino a notte fonda e c’è l’Emporio solidale, un’attività di distribuzione alimentare rivolta famiglie del centro storico in difficoltà economica, con l’obiettivo di andare oltre il puro assistenzialismo valorizzando l’inclusione sociale delle persone e convolgendole nelle attività.
I giardini Luzzati sono uno spazio ibrido con attività commerciali e sociali, che ha contribuito a rigenerare anche le aree circostanti. C’è una “fioristeria”, un orto sociale, una biblioteca di quartiere che è presidio culturale ma anche luogo dove stare in compagnia. C’è uno spazio espositivo che propone mostre legate al territorio e Momart, centro che punta a creare sinergie tra artiste e artisti. “Mettiamo insieme agio e disagio”, afferma la presidente dell’associazione Federica Scibetta, “e cerchiamo di tirare fuori il meglio dagli spazi e dalle persone che li frequentano”.
Porto Torres, realizzazione di parchi urbani e aree sportive e ricreative
Nella cittadina di circa 20 mila abitanti nel nord ovest della Sardegna è in fase di progettazione esecutiva il progetto di riqualificazione e rigenerazione dei due ambiti urbani più marginali, i quartieri Serra Li Pozzi e Villaggio Satellite. L’obiettivo è quello di rivitalizzare gli spazi pubblici della città promuovendo l’inclusione sociale, la sostenibilità ambientale e l’accessibilità a queste aree periferiche. Il Comune di Porto Torres ha intercettato un finanziamento regionale da 1,5 milioni di euro per spazi pubblici, socialità e sostenibilità del bando “Rigenerazione urbana in quartieri degradati”.
L’intervento punta a rivitalizzare due quartieri vicini tra loro e storicamente marginali nella città, restituendo loro spazi pubblici moderni, inclusivi, accessibili e sostenibili. Le aree oggetto dell’intervento oggi sono isolate e senza funzioni urbane, “non luoghi”. L’intervento di rigenerazione punta a risanarle facendone al contrario un soggetto di ricucitura del tessuto urbano.
A Villaggio Satellite, l’ex campetto da calcio sarà trasformato in un impianto sportivo polivalente per una spesa di quasi 400mila euro, con aree dedicate a calcio, basket, street sport, fitness e gioco libero. A Serra Li Pozzi, sarà riqualificata l’area in via dell’Asfodelo, dove sorgerà una piazza polifunzionale, pensata come luogo di socialità, relax e incontro intergenerazionale.
I due interventi saranno collegati da una pista ciclabile, creando un percorso verde sicuro che unirà fisicamente e simbolicamente le due comunità. L’obiettivo è quello di creare una nuova grande piazza urbana all’aperto per migliorare la vita dei due quartieri ma anche per far riscoprire quest’area al resto della città.
Sermoneta riconverte una vecchia area industriale.
L’area industriale ex Mistral, una vecchia fabbrica di transistor chr aveva oltre 1mille dipendenti è stata dismessa alla fine degli anni Novanta, e da allora è rimasta abbandonata. Ora con un intervento pubblico-privato il Comune di Sermoneta (Latina) ha dato il via libera a un intervento di ampia portata. Il progetto esecutivo è stato appena inviato alla Regione Lazio per il necessario ok, che deve arrivare entro tre mesi.
Il Programma di Rigenerazione urbana prevede la bonifica del sito industriale dismesso per realizzare un nuovo quartiere smart green rispondente alle nuove concezioni di Città Verde, con edifici residenziali energeticamente indipendenti , edilizia abitativa con il 20% di housing sociale, area commerciale, un parco urbano, un percorso ciclopedonale alberato e servizi per la comunità: una nuova piazza e un nuovo polo didattico.
L’area è interamente privata, di proprietà della Nuova Carrara s.r.l., soggetto che sarà anche l’attuatore dell’intervento e che resterà proprietario della parti abitative e commerciali. Ma il Comune ha ottenuto una limitazione della densità urbana. Nel progetto, circa 19mila metri quadrati rappresenteranno gli spazi pubblici, oltre la metà del totale, e praticamente il doppio di quanto
richiesto dalle normative in base al numero di abitanti insediati. Con l’obiettivo di incrementare i luoghi di aggregazione e gli spazi collettivi e migliorare la vivibilità dell’intera più borgata. Il nuovo insediamento ospiterà oltre 500 abitanti di cui appunto un quinto in edilizia a canone sociale.
Il soggetto attuatore si farà carico della necessaria bonifica ambientale e poi dei lavori successivi che mirano a una valorizzazione e riqualificazione di un’area degradata con la realizzazione di tutte le opere di urbanizzazione.
Sassari, l’ex tipografia diventerà il polo culturale del centro storico
Il complesso dell’ex Tipografia Chiarella è nel mezzo del centro storico della città di Sassari e ha una superficie importante: 2.400 metri quadrati articolati su più livelli. Ha origini antiche (tredicesimo secolo) ed è stato a lungo nel corso della sua storia il carcere cittadino, poi sede di un mobilificio a a cavallo tra l’ottocento e il novecento, infine della Tipografia «Chiarella» dal secondo dopoguerra alla fine degli anni Novanta.
Ora l’amministrazione comunale di Sassari vuol farne un luogo “del fare e del sapere”, ovvero il nucleo centrale di un nuovo polo della Cultura diffuso, innovativo e inclusivo, integrato con il contesto urbano. Il complesso, in uno dei suoi lati, è direttamente collegato alla Biblioteca centrale ospitata dallo storico Palazzo d’Usini, che si affaccia sulla Piazza Tola e l’intera area è candidata a divenire luogo per eccellenza di performance e programmi culturali, artistici, musicali, teatrali, in un contesto che si vorrà animato da reti di associazioni, istituzioni, piccole imprese, nuova residenzialità, visitatori. Un centro multifunzionale con spazi per attività espositive, performance musicali e recital, laboratori, congressi, mostre, corsi di formazione.
I lavori di riqualificazione principali sono iniziati da diversi anni ma hanno riguardato solo poche parti dell’edificio, come la sistemazione definitiva della copertura e l’abbattimento delle barriere architettoniche. Attualmente è in partenza un intervento finanziato attraverso lo strumento della Programmazione Territoriale, per un importo pari a un milione di euro. Ma il Comune calcola che serviranno in tutto 8 milioni per completare l’opera e candida il complesso dell’ex Tipografia all’utilizzo di “più strumenti finanziari in una logica plurifondo e integrata, tra cui quelli offerti dalla programmazione europea 2021–27, con particolare riferimento agli Investimenti Territoriali Integrati”.
Firenze, una villa e i suoi terreni per l’innovazione e l’inclusione sociale
Nel Comune di Bagno a Ripoli, a poca distanza da Firenze, c’è la tenuta di Mondeggi, una villa tardo medievale di di oltre 4mila metri qudrati di superficie, 157 ettari di terreno disseminati sulle colline toscane con sei casali di 600 m2 l’uno. Di antica proprietà nobiliare negli anni Sessanta è stata acquisita dalla Provincia che l’ha trasformata in azienda agricola, poi fallita nel 2009 e i terreni sono stati abbandonati.
Nel 2013 un collettivo ha occupato alcuni di quei casalicasali e, sebbene in un quadro di illegalità, questo ha permesso di mantenere alcune produzioni agricole e conservare una parte di questi beni puntando su una agricoltura.
Negli anni scorsi grazie ai fondi del Pnrr la Città metropolitana di Firenze, attuale proprietario dell’area, ha deciso di investire 52 milioni di euro per sviluppare e completare un processo di rigenerazione della villa e della tenuta, avvalendosi anche del contributo ideativo dell’Università di Firenze.
Il progetto è legato a una dimensione di innovazione sociale ed ecologico. Ognuno dei sei casali è pensato per essere dato in gestione a un’associazione che avrà spazi per il co-living e servizi destinati all’agricoltura e al sociale anche per il reinserimento al lavoro di soggetti fragili. La villa manterrà un uso pubblico e sarà a sua volta trasformata in un luogo che permetterà di svolgere eventi di varia natura: un museo, un auditorium, un centro di formazione, una foresteria.
Il progetto ha l’ambizione di rappresentare un esempio di innovazione sociale, attraverso l’agricoltura e la cultura, di respiro nazionale. L’appalto è stato assegnato nel 2023, i lavori sono in corso (a inizio estate erano circa al 50%) con l’obbligo di terminare tutto entro il 2026, come da vincolo Pnrr. La governance della struttura sarà affidata a una Fondazione di partecipazione.
Formia collega il waterfront alla città con il Lungomare di Cicerone