CITTA' IN SCENA
Formia collega il waterfront alla città con il Lungomare di Cicerone
Una passeggiata naturalistica e archeologica di un chilometro e mezzo lungo il mare e in alcuni tratti proprio in mare, per rivitalizzare aree abbandonate e degradate e riconnetterle al centro storico. E’ il progetto in corso di esecuzione a Formia del “Lungomare di Cicerone”, dal nome dell’oratore romano di cui la città della provincia di Latina ospita la tomba.
Centro del basso Lazio più vicino a Napoli che a Roma, 35mila abitanti, Formia cerca così di riappropriarsi interamente alla sua dimensione di città di mare, con un nuovo waterfront che promette di essere completato entro il 2027 migliorando la qualità della vita dei residenti e puntando su un upgrade della sua vocazione turistica, non più solo balneare.
Il progetto di rigenerazione urbana – presentato nel recente convegno dell’Ance tenuto a Latina – prevede un sistema di percorsi pedonali tra i vari siti archeologici e naturalistici presenti con l’obiettivo di valorizzare il patrimonio paesaggistico e a creare spari fruibili di svago e aggregazione a disposizione di cittadini e turisti. Un progetto di rigenerazione, come spiegava la richiesta di finanziamento presentata a suo tempo dal Comune, “volto alla riduzione di fenomeni di marginalizzazione e degrado sociale nonché al miglioramento del decoro urbano del tessuto sociale ed ambientale”.
Per chi conosce i luoghi il nuovo itinerario pedonale partirà dalla pineta di Vindicio per arrivare fino al Molo Vespucci, passando per l’area archeologica del porticciolo di Caposele, le grotte di Sant’Erasmo e marina di Castellone. Aree oggi inutilizzate e comunque di difficile accesso. La camminata sarà larga in media 2,2 metri e contornata da alberi, spazi verdi e panchine.
L’intervento in corso di realizzazione riguarda la parte principale dell’opera (da Vindicio fino ai cantieri navali) mentre per l’ultimo tratto verso est è necessario attendere nuovi finanziamenti. Questo primo lotto può contare su un investimento pubblico di 5 milioni di euro. Fondi che erano interamente di derivazione Pnrr ma che recentemente, per il 50%, sono stati definanziati dal piano europeo e messi a carico di risorse nazionali. Per completare la parte rimanente, come spiega l’ingegnere Emanuele D’Avino, dirigente del settore Lavori pubblici del Comune di Formia, serviranno altri 2 milioni di euro: si tratta di risorse già messe a bilancio nazionale con la manovra 2025 che per essere finalizzate attendono, afferma, l’ultimo via libera parlamentare al decreto di assegnazione.
“Lo stato di avanzamento dei lavori di questo primo lotto è intorno al 50% – aggiunge D’Avino – stiamo ultimando le parti sulla terraferma mentre mancano i tratti sospesi in mare, per i quali abbiamo atteso si concludesse la stagione estiva. Per ora siamo comunque nei tempi previsti dal cronoprogramma, con la chiusura dei cantieri attesa entro il prossimo giugno 2026. Se dovessero sorgere imprevisti durante la realizzazione di quella parte di passeggiata costruita in acqua, il parziale definanziamento dal Pnrr potrebbe esimerci dall’obbigo di rispettare il termine fissato dalle regole europee”.
L’opera, suddivisa in quattro tratti, prevede la realizzazione di spazi di aggregazione, in particolare in prossimità dell’ex discoteca Marina di Castellone, un edificio confiscato anni fa alla criminalità e ora acquisito al patrimonio comunale. “L’idea è quella di riqualificare anche questo stabile, racconta il dirigente comunale, che intanto abbiamo bonificato, e inglobarlo nella nuova passeggiata. Vorremmo trasferire lì il museo nazionale di Formia, che attualmente ha una sede molto piccola nel municipio. Vediamo se riusciremo a ricomprendere questa operazione nel secondo lotto da 2 milioni di euro”. L’amministrazione sta cercando comunque di reperire anche ulteriori fondi, con l’accensione di un mutuo o la richiesta di un finanziamento alla Regione Lazio. Per dar vita alla riqualificazione della passeggiata il comune di Formia ha dovuto tra l’altro acquisire alcuni terreni, con una spesa di oltre 100mila euro per le procedure di esproprio.
Del nuovo waterfront a Formia si discute da anni. Dopo l’ottenimento del finanziamento da 5 milioni la fase progettuale è stata lunga e complessa. In conferenza dei servizi il Comune ha dovuto confrontarsi e ottemperare alle prescrizioni dei diversi enti pubblici coinvolti, dal Ministero della Cultura per quando riguarda la tutela dei beni archeologici e paesaggistici all’Agenzia del demanio, dal Provveditorato opere pubbliche alla Capitaneria di porto. Tempi burocratici dilatati che hanno fatto slittare l’avvio dei lavori agli ultimi mesi del 2024. Ora, confidando nell’arrivo dei finanziamenti per il secondo lotto dei lavori, Formia scommette di avere il lungomare interamente rigenerato entro la fine del 2027.
“Mi ha colpito molto la presentazione di questo progetto di rigenerazione urbana– ha commentato il segretario generale di Mecenate 90 Ledo Prato chiudendo i lavori del convegno di Latina insieme alla presidente Ance Federica Brancaccio – perché quello che appare tutto sommato come un intervento semplice, la costruzione di un tratto di lungomare, riesce a ricostruire il rapporto tra la città e il mare, che spesso non solo a Formia ma in tutto il nostro Paese è un rapporto difficile, e riconsegnando spazi inutilizzati migliora la qualità della vita”.