CONSIGLIO INFORMALE EUROPEO
Affordable energy, parte il piano Ue. Ecco i primi due contratti tripartiti
Primi settori coinvolti l’eolico offshore e le reti elettriche da un lato, lo stoccaggio dall’altro. “Le aziende europee hanno bisogno di energia affidabile e conveniente per rimanere competitive, soprattutto nel contesto delle attuali sfide economiche globali”, ha ricordato il commissario Dan Jorgensen.
Avanza il piano europeo per l’energia accessibile. In occasione della due giorni di Consiglio informale, il commissario per l’energia e l’edilizia abitativa Dan Jørgensen ha annunciato i primi due contratti tripartiti settoriali: quello per l’eolico offshore e le reti elettriche e quello per lo stoccaggio nell’ambito del Piano d’azione per l’energia a prezzi accessibili pubblicato a febbraio scorso. Un programma fatto di otto azioni chiave quali la riduzione delle bollette, il costo della fornitura energetica, garantire il funzionamento del mercato gas, risparmi energetici, completamento dell’Unione energetica, prezzi accessibili via contratti tripartiti, la sicurezza degli approvvigionamenti e l’accessibilità economica in caso di crisi dei prezzi.
“Le aziende europee hanno bisogno di energia affidabile e conveniente per rimanere competitive, soprattutto nel contesto delle attuali sfide economiche globali”, ha ricordato Jorgensen durante una visita alla centrale elettrica di Avedøre a margine del Consiglio informale sull’energia tenutosi a Copenaghen giovedì e venerdì scorsi. “L’implementazione di progetti nazionali di energia pulita è insufficiente – ha aggiunto il commissario -. Per invertire questa tendenza, i produttori di energia pulita necessitano di una domanda stabile in grado di sostenere i loro investimenti”. Di qui i contratti tripartiti per riunire il settore pubblico, i produttori di energia e le industrie che consumano energia per contrastare gli elevati prezzi dell’energia e l’incertezza del mercato e creare così un clima favorevole agli investimenti, facilitando la competitività industriale dell’Ue e garantendo al contempo il mantenimento e la creazione di posti di lavoro di qualità. “Un approccio combinato e collaborativo” lo ha definito Jorgensen. Per cui opereranno insieme gli sviluppatori e la catena di fornitura; i consumatori industriali; e infine il settore pubblico, con il supporto di istituzioni finanziarie come la Bei.
Andando nel dettaglio dei due contratti, per quello su eolico offshore e reti Jorgensen ha ribadito l’obiettivo di 88 gigawatt al 2030 di energia ventosa in mare e 360 GW entro il 2050. “Per dare un’idea, ciò equivale all’attuale capacità di generazione installata in Germania, Polonia e Grecia messe insieme”, ha esemplificato il commissario. Come noto, però, la sfida delle rinnovabili implica un lavoro strutturale su reti e stoccaggio. Al 2030, l’Ue dovrà raggiungere una capacità di accumulo di 200 gigawatt. Ecco il perché del secondo contratto dedicato proprio al potenziamento delle riserve continentali.
“Ma non saranno gli ultimi contratti”, ha preannunciato Jorgensen. “Pensiamo, ad esempio, al biometano, all’efficienza energetica, all’energia nucleare, all’integrazione energetica dei data center, per citarne solo alcuni”. Anche in questi altri casi l’obiettivo sarà “stimolare gli investimenti”, “far crescere le nostre industrie”. E “promuovere la nostra indipendenza, come Europa forte e sostenibile”.
Intanto, prosegue la strada di abbandono dal gas russo. “Per noi l’obiettivo è molto chiaro. Vogliamo fermare le importazioni il più rapidamente possibile. E anche in futuro, anche quando ci sarà la pace, ritengo che non dovremmo importare energia russa. Quindi questa non è una sanzione temporanea. E’ qualcosa che rimarrà”, ha detto Dan Jorgensen arrivando al Consiglio informale. “Dobbiamo trovare urgentemente una soluzione alla sfida che ci troviamo ad affrontare continuando a dipendere dall’energia russa – ha ribadito – Mesi fa, ho presentato una proposta per vietare di fatto l’importazione di gas. Tale proposta è ora in fase di negoziazione al Parlamento europeo e tra gli Stati membri. E’ importante raggiungere un accordo perché dobbiamo inviare un segnale molto chiaro alla Russia: non accetteremo più il ricatto del Cremlino, non accetteremo più la militarizzazione dell’energia da parte della Russia. E, naturalmente, non accetteremo di rischiare indirettamente di finanziare, contribuendo a finanziare, la guerra della Russia”. Su questo, insomma, non si torna indietro.