La giornata
Ue-Mercosur, da Bruxelles via libera all’accordo globale di libero scambio
- Dazi, Sefcovic: “l’accordo con gli Usa unica via responsabile per andare avanti”
- Pil, Bankitalia: nuovo rialzo ad agosto per l’indice euro-coin
- Manovra, la Lega fissa le priorità: dalla rottamazione all’estensione della flat tax al 15% e al contributo delle banche
- Sicurezza sul lavoro, Inail: nei primi sette mesi in calo dell’1,2% le denunce di infortuni, 432 morti
- Ponte sullo Stretto, gli Usa: “no a conteggi creativi”. Mit: “L’opera è già finanziata, non sono previsti fondi Nato”
IN SINTESI
Via libera della Commissione all’accordo tra Ue e Mercosur, che sarà quindi presentato ai 27 Paesi membri e all’Eurocamera. L’accordo è stato approvato assieme all’aggiornamento dell’intesa tra Ue e Messico. “Questi accordi storici costituiscono una parte fondamentale della strategia dell’Ue volta a diversificare le sue relazioni commerciali”, spiega la Commissione. “L’accordo – si sottolinea – garantisce una protezione completa e globale per ogni aspetto sensibile nel settore agricolo”. Secondo le stime, porterà ad un aumento del “39%” dell’export Ue verso i Paesi Mercosur e sosterrà “440mila posti di lavoro in tutta Europa”. L’accordo tra Ue e Mercosur, spiega l’esecutivo comunitario, “ridurrà i dazi spesso proibitivi del Mercosur sulle esportazioni dell’Ue, compresi quelli sui prodotti industriali chiave, come le automobili (attualmente al 35%), i macchinari (14-20%) e i prodotti farmaceutici (fino al 14%). L’accordo faciliterà gli investimenti delle imprese dell’Ue nelle catene di approvvigionamento chiave, comprese quelle relative alle materie prime essenziali e ai beni correlati, il tutto con un elevato livello di protezione ambientale e del lavoro. Ciò può svolgere un ruolo fondamentale nel promuovere la trasformazione economica verde e digitale di entrambe le regioni, garantendo al contempo catene di approvvigionamento prevedibili e stabili”.
“L’accordo riduce le elevate tariffe doganali sui principali prodotti agroalimentari dell’Ue, in particolare vino e bevande spiritose (fino al 35%), cioccolato (20%) e olio d’oliva (10%). L’accordo sosterrà inoltre la crescita delle esportazioni di prodotti agroalimentari tradizionali e di alta qualità dell’Ue e porrà fine alla concorrenza sleale dei prodotti del Mercosur che imitano i prodotti originali europei, proteggendo 344 indicazioni geografiche dell’Ue”, sottolinea ancora la Commissione. Dal punto di vista delle salvaguardie, “le importazioni preferenziali di prodotti agroalimentari dal Mercosur sono limitate a una frazione della produzione dell’Ue (ad esempio, l’1,5% per le carni bovine e l’1,3% per il pollame). In secondo luogo, l’intesa istituisce solide misure di salvaguardia che proteggono i prodotti europei sensibili da qualsiasi aumento dannoso delle importazioni dal Mercosur. In tal senso, la Commissione propone di integrare l’accordo con un atto giuridico che renda operativo il capitolo sulle misure di salvaguardia bilaterali dell’intesa Ue-Mercosur”, si legge nella nota di Palazzo Berlaymont. Il Governo italiano ha fatto sapere di accogliere con favore l’inserimento di un pacchetto di salvaguardie aggiuntive a tutela degli agricoltori europei. “Tali salvaguardie aggiuntive prevedono, come attivamente chiesto negli scorsi mesi dall’Italia, un meccanismo di monitoraggio e intervento rapido in caso di perturbazioni nei prezzi, anche a livello di singolo Stato membro, il rafforzamento dei controlli fito-sanitari sulle merci in ingresso per assicurarne il pieno rispetto di standard e regolamentazioni UE e l’impegno a prevedere compensazioni adeguate per le filiere agricole eventualmente danneggiate. In vista dei prossimi passaggi di approvazione formale dell’Accordo a Bruxelles, l’Italia valuterà, anche attraverso il coinvolgimento delle rilevanti associazioni di categoria, l’efficacia delle garanzie aggiuntive previste e la conseguente possibilità di sostenere o meno l’approvazione finale dell’Accordo UE-Mercosur”.
Dazi, Sefcovic: “l’accordo con gli Usa unica via responsabile per andare avanti”
“Nonostante commenti contrari, l’accordo Ue-Usa è l’unica via responsabile per andare avanti”. Una “escalation beneficerebbe solo i nostri rivali”. Lo ha detto il commissario europeo al Commercio Maros Sefcovic, durante la conferenza stampa di presentazione della proposta di ratifica dell’accordo Ue-Mercosur. Proprio ieri il presidente della commissione Commercio internazionale (Inta) del Parlamento Ue, Bernd Lange, ha criticato duramente l’accordo. Sefcovic ha ribadito che l’accordo raggiunto è solo un primo passo e che “salvaguardia l’enorme scala del commercio transatlantico”. Il commissario ha poi evidenziato i lavoratori che avrebbero un impatto negativo da un mancato accordo: “L’occupazione non è negoziabile. Quando discutiamo di politica dovremmo avere in testa anche le persone. Parliamo di imprese, lavoratori e consumatori, tutti legati insieme”. “Mi aspetto che un minimo di partecipazione democratica e controllo siano garantiti. Ho alcuni dubbi sull’accordo. La presidente von der Leyen ha detto che l’accordo non è il migliore possibile ma darà sicurezza e prevedibilità. Tuttavia, guardando indietro al mese di agosto, vedo che non c’è sicurezza e prevedibilità”, ha dichiarato Lange nel corso di una conferenza stampa a Bruxelles sullo stato delle relazioni commerciali Ue-Usa. Per Lange, poi, “non è realistico comprare tutta questa energia dagli Stati Uniti, con 250 miliardi di dollari di energia aggiuntiva l’anno. Non è possibile imporre alle imprese di acquistare obbligatoriamente energia Usa”.
Pil, Bankitalia: nuovo rialzo ad agosto per l’indice euro-coin
Manovra, la Lega fissa le priorità: dalla rottamazione all’estensione della flat tax al 15% e al contributo delle banche
Difesa del reddito delle famiglie, anche con un maggior contributo da parte delle banche, una pace fiscale definitiva con la rottamazione delle cartelle esattoriali, l’estensione della Flat Tax al 15%. Sono le priorità che la Lega ha messo ieri nero su bianco in vista della predisposizione della nuova legge di Bilancio. L’agenda della prossima manovra è stata affrontata ieri in una riunione del Carroccio, presieduta da Matteo Salvini e alla presenza di esponenti di governo tra cui il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti. “E’ stata l’occasione per definire le priorità a cui sta lavorando il movimento” per raggiungere gli obiettivi prefissati. La Lega chiede, dunque, “un maggiore contributo (da destinare a famiglie e imprese) da parte di realtà finanziarie che stanno facendo decine di miliardi di euro di profitti”. Avanti poi con “l’applicazione dell’autonomia e del federalismo fiscale” e “maggiori investimenti per garantire la sicurezza nazionale e la protezione di cittadini e confini, a partire dalla frontiera Sud”.
Manovra, Orsini: “la crescita non si fa con l’Irpef ma con l’aumento della produttività”
“La crescita non si fa migliorando l’Irpef. Si fa con una visione a lungo termine mettendo al centro l’industria, lottando contro i contratti pirata e puntando sull’aumento della produttività”. Ad affermarlo è stato il presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, parlando ieri a margine della 12esima edizione di Farete, promossa e organizzata da Confindustria Emilia a BolognaFiere. “Noi stiamo dicendo una cosa chiara: il reddito dei lavoratori e i salari non si incrementano facendo un taglio dell’Irpef e con una misura fatta una volta all’anno. I salari si aumentano facendo i contratti di produttivita’”, ha detto. “Noi siamo bravi a innovare e credo si debba ripartire da questo. Sembra che stiamo facendo di tutto per non fare ricerca e sviluppo, invece e’ questo il punto su cui dobbiamo insistere. Io credo che sia fondamentale pensare a quello che dovra’ avvenire con la nuove Leggi di Bilancio, penso a quello che dobbiamo costruire, penso alle sfide che abbiamo davanti”, ha detto Orsini. “L’innovazione ci consente anche di essere competitivi. Questo si aggiunge al tema della demografia e delle competenze, dobbiamo fare un passo avanti. Se vogliamo continuare a essere un grande Paese, visto anche tutto quello che abbiamo saputo fare in passato, bisogna rimettere al centro l’innovazione, le tecnologie e gli investimenti”, ha detto. Sul versante internazionale, Orsini ha rimarcato come tra Stati Uniti e Cina l’Europa sia “evaporata”: “non sta facendo politiche economiche, non riusciamo neanche a essere attrattivi per quei capitali che vogliono venire in Europa. La politica di attrazione va messa al centro”, ha detto Orsini. “La produzione industriale non cala perche’ siamo meno bravi, cala perche’ i piccoli non si sanno aggregare e perche’ non riusciamo a essere competitivi a causa di una serie di problemi, come la burocrazia. Per questo bisogna sostenere gli investimenti e mettere al centro l’industria”. Altro tema caldo il costo dell’energia: “Abbiamo cercato di essere chiari e netti, trovando un equilibrio anche in casa nostra. Una decisione va presa, il costo dell’energia e’ insostenibile, in Italia lo paghiamo il 30%-40% in piu’ di altri Paesi. Abbiamo proposto il disaccoppiamento (dei prezzi dell’energia elettrica da quelli del gas), prima non se ne parlava, ora e’ entrato nel vocabolario del Governo e ci fa piacere, ma si faccia presto”, ha sottolineato.
Sicurezza sul lavoro, Inail: nei primi sette mesi in calo dell’1,2% le denunce di infortuni, 432 morti, tre vittime in meno
Le denunce di infortunio in occasione di lavoro (al netto degli studenti) presentate all’Inail nei primi sette mesi del 2025 sono state 244.495, in diminuzione dell’1,2% rispetto alle 247.389 del pari periodo 2024, del 2,2% rispetto al 2023, del 31,1% rispetto al 2022, del 3,7% sul 2021, del 10,2% sul 2019, anno che precede la crisi pandemica, e in aumento del 2,2% sul 2020. Tenuto conto dei dati sul mercato del lavoro rilevati mensilmente dall’Istat nei vari anni, con ultimo aggiornamento luglio 2025, e rapportato il numero degli infortuni denunciati in occasione di lavoro (al netto degli studenti) a quello degli occupati (dati provvisori), si evidenzia un’incidenza infortunistica che passa dalle 1.176 denunce di infortunio in occasione di lavoro ogni 100mila occupati Istat di luglio 2019 alle 1.010 del 2025, con un calo del 14,1%. Rispetto a luglio 2024 la riduzione è del 2,0% (da 1.031 a 1.010). L’incidenza delle denunce di infortunio in occasione di lavoro sul totale delle denunce presentate (al netto degli studenti) è passata dall’83,1% del 2019 all’81,6% del 2025. A luglio di quest’anno il numero delle denunce di infortuni sul lavoro ha segnato un -1,1% nella gestione Industria e servizi (dai 222.244 casi del 2024 ai 219.756 del 2025), un -2,5% in agricoltura (da 14.066 a 13.718) e un -0,5% nel Conto Stato (da 11.079 a 11.021). Tra i settori con più infortuni avvenuti in occasione di lavoro si evidenziano per i decrementi i servizi di supporto alle imprese (-4,7%), il comparto manifatturiero (-3,9%) e il trasporto e magazzinaggio (-2,6%) e per gli incrementi le costruzioni (+1,7%), il commercio (+1,1%), la sanità e assistenza sociale (+1,0%) e le attività dei servizi di alloggio e di ristorazione (+0,5%). La diminuzione delle denunce di infortunio che emerge dal confronto tra il 2024 e il 2025 è legata solo alla componente maschile, che registra un -2,1% (da 170.071 a 166.522 casi) contro un +0,8% di quella femminile (da 77.318 a 77.973). In flessione le denunce dei lavoratori italiani (-2,1%) al contrario di quelle degli stranieri (+1,8%). L’analisi per classi di età mostra un calo nella fascia che va dai 15 ai 59 anni (-2,3%) e aumenti per gli over 59enni (+6,5%).
Le denunce di infortunio in occasione di lavoro con esito mortale (al netto degli studenti) presentate entro il mese di luglio 2025, pur nella provvisorietà dei numeri, sono state 432, tre in meno rispetto alle 435 registrate nel 2024, 111 in meno sul 2021 e 169 in meno sul 2020, quattro in più rispetto al 2023, 21 in più rispetto al 2022 e uguali al 2019. Rapportando il numero dei casi mortali in occasione di lavoro (al netto degli studenti) agli occupati Istat nei vari periodi (dati provvisori), si nota come l’incidenza passi da 1,87 decessi denunciati ogni 100mila occupati Istat di luglio 2019 a 1,78 del 2025 (-4,8%) e diminuisca dell’1,7% rispetto a luglio 2024 (da 1,81 a 1,78). L’incidenza delle denunce di infortunio mortale in occasione di lavoro sul totale dei decessi denunciati (al netto degli studenti) è passata dal 72,2% del 2019 al 72,0% del 2025 (è stata del 76,3% nel 2024). Il calo ha riguardato la gestione industria e servizi, che passa da 370 a 365 denunce mortali, e il Conto Stato, da sei a tre, mentre l’agricoltura passa da 59 a 64 casi. Il calo rilevato nel confronto dei periodi gennaio-luglio 2024 e 2025 è legato solo alla componente femminile, le cui denunce mortali in occasione di lavoro sono passate da 27 a 23, mentre quella maschile sale da 408 a 409. Aumentano le denunce dei lavoratori italiani (da 333 a 339) e diminuiscono quelle degli stranieri (da 102 a 93).
Aumentano gli infortuni in itinere, occorsi cioè nel tragitto di andata e ritorno tra l’abitazione e il posto di lavoro (al netto degli studenti), pari 54.979, in aumento dello 0,9% rispetto ai 54.490 del 2024, dell’8,0% rispetto al 2023, del 15,0% sul 2022, del 41,6% sul 2021, del 67,7% sul 2020, e in calo dell’1,1% rispetto al 2019. L’incidenza di tale tipologia di denunce sul complesso degli infortuni (al netto degli studenti) è passata dal 16,9% del 2019 al 18,4% del 2025. A luglio di quest’anno il numero delle denunce di infortuni ha segnato un +1,1% nella gestione industria e servizi (dai 48.678 casi del 2024 ai 49.234 del 2025), un +10,2% in agricoltura (da 856 a 943) e un -3,1% nel Conto Stato (da 4.956 a 4.802). L’incremento delle denunce di infortunio che emerge dal confronto tra il 2024 e il 2025 è legata sia alla componente femminile, che registra un +1,1% (da 26.279 a 26.578 casi), sia a quella maschile, con un +0,7% (da 28.211 a 28.401). Aumentano le denunce dei lavoratori stranieri (+4,3%), sostanzialmente stabili quelle degli italiani (+0,03%). L’analisi per classi di età mostra decrementi nella fascia 40-49 anni (-3,6%) e per gli over 69 anni (-13,0%) e incrementi per gli under 40 anni (+1,7%) e tra i 50-69enni (+2,7%). Le denunce di infortuni in itinere con esito mortale (al netto degli studenti) presentate nel 2025, pur nella provvisorietà dei numeri, sono state 168, 33 in più rispetto alle 135 registrate nel 2024 (+24,4%), e due in più rispetto al 2019 (166). L’incidenza di tale tipologia di denunce sul complesso degli infortuni mortali (al netto degli studenti) è passata dal 27,8% del 2019 al 28,0% del 2025 (è stata del 23,7% nel 2024). L’incremento ha riguardato solo la gestione Industria e servizi, che passa da 115 a 159 denunce mortali, mentre l’agricoltura scende da 12 a otto e il Conto Stato da otto a una. Dall’analisi territoriale emergono incrementi nel Nord-Est (da 31 a 45 denunce), al Centro (da 23 a 38), al Sud (da 25 a 29) e nelle Isole (da 15 a 17), e un calo nel Nord-Ovest (da 41 a 39).
Le denunce di infortunio degli studenti di ogni ordine e grado presentate all’Inail entro il mese di luglio 2025 sono state 49.970, in aumento del 2,1% rispetto alle 48.944 del 2024. Delle circa 50mila denunce di infortunio, 1.196 hanno riguardato studenti coinvolti nei percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento (PCTO), in riduzione del 13% rispetto al 2024. Da settembre 2023 è in vigore l’estensione della tutela Inail agli studenti di scuole pubbliche e private di ogni ordine e grado, prevista dal decreto-legge n. 48 del 4 luglio 2023 e confermata anche per l’anno scolastico 2024-2025. L’incidenza degli infortuni occorsi a studenti rappresenta il 14,3% del totale delle denunce registrate nel 2025. Il 42% interessa le studentesse (+1,9% l’incremento tra il 2024 e il 2025), il 58% gli studenti (+2,3%). Tre infortuni su quattro riguardano studenti under 15 anni, un quarto quelli dai 15 anni in poi. La Lombardia è la regione che presenta più denunce (23% del totale nazionale; +3,9% sul 2024), seguita da Veneto (13%; +10,6%), Emilia Romagna (12%; -1,2%) e Piemonte (10%; +4,0%). Il 95% delle denunce riguarda gli studenti delle scuole statali, il restante 5% gli studenti delle scuole non statali e private. I casi mortali denunciati all’Inail entro il mese di luglio 2025 risultano essere sette come nel 2024, ma si ricorda che i dati sono provvisori, soggetti ai tempi di trattazione delle pratiche, soprattutto ai fini del loro riconoscimento.
Immobiliare, Istat: nel 2024 compravendite in crescita dell’1,7%, 960.240 convenzioni notarili
Centro. Le compravendite di immobili a uso economico sono in aumento al Sud (+7,5%) e nelle Isole (+2,1%), sostanzialmente stabili nel Nord-ovest (-0,1%) e in diminuzione nel Centro (-3,9%) e nel Nord-est (-2,8%). Il 93,7% delle convenzioni stipulate riguarda i trasferimenti di proprietà di immobili a uso abitativo
(266.848), il 5,9% quelli a uso economico (16.908) e lo 0,4% quelli a uso speciale e multiproprietà (1.056). Rispetto al quarto trimestre 2023 le transazioni immobiliari crescono nel comparto abitativo (+3,1%) e diminuiscono nel comparto economico (-3,6%). A livello territoriale, su base annua, il settore abitativo
aumenta nel Nord-est e al Sud (entrambi +7,3%), nel Nord-ovest (+4,1%) e nelle Isole (+2,6%), mentre diminuisce nel Centro (-6,9%). Il settore economico è in calo al Centro (-11,6%), nel Nord-est (-5,2%), nelle Isole (-2,9%) e nel Nord-ovest (-2,3%), mentre è in crescita al Sud (+3,7%). Nell’ambito del comparto
abitativo le compravendite restano sostanzialmente stabili nei grandi centri (-0,2%) e aumentano nei piccoli (+5,6%), mentre in quello economico risultano in calo sia nei grandi sia nei piccoli centri (rispettivamente -6,3% e -1,9%). Le convenzioni notarili per mutui, finanziamenti e altre obbligazioni con costituzione di ipoteca immobiliare sono 98.608. Rispetto al trimestre precedente la variazione percentuale è +5,9%, mentre su base annua è +16,9%. L’aumento interessa tutto il territorio nazionale sia su base congiunturale (Isole +9,1%, Sud +8,4%, Nord-est +8,1%, Nord-ovest +4,9% e Centro +1,9%) sia su base annua (Nord-est +21,9%, Isole +20,5%, Sud +18,9%, Nord-ovest +17,7%, Centro +6,4% e piccoli e grandi centri, rispettivamente +19,8% e +13,3%).
Marche: al via la progettazione per il collegamento stradale Pesaro – Urbino
Ponte sullo Stretto, gli Usa: “no a conteggi creativi”. Mit: “L’opera è già finanziata, non sono previsti fondi Nato”
Energia, il Mase pubblica le regole operative del Fer X Transitorio
E’ stato pubblicato, sul sito del ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, l’aggiornamento delle regole operative del decreto FER X Transitorio, il provvedimento che sostiene la realizzazione di impianti a fonti rinnovabili con costi di generazione vicini alla competitività di mercato: con l’approvazione, avvenuta per decreto direttoriale, può partire la prima asta ‘Net zero industry act’ (NZIA) che incentiva impianti solari fotovoltaici i cui componenti principali non siano originari della Cina”. Lo annuncia il Mase spiegando che “lo scopo è contribuire a migliorare il funzionamento del mercato interno, garantendo l’accesso a un approvvigionamento sicuro e sostenibile di tecnologie rinnovabili a zero emissioni nette, anche incrementandone la capacità produttiva. Per il Ministro Gilberto Pichetto, ‘il provvedimento punta a rafforzare la filiera europea delle rinnovabili, tutelando sicurezza e sostenibilità gli approvvigionamenti’. “Vogliamo – aggiunge il ministro – contribuire a un mercato più competitivo, che valorizzi la qualità e l’innovazione per il futuro della transizione energetica e l’autonomia industriale europea’. Il bando per l’invio delle manifestazioni di interesse viene pubblicato oggi 4 settembre, sul sito del Gestore dei Servizi Energetici (GSE), per avviare la procedura.
Germania, il Governo presenta un pacchetto da 26 miliardi per tagliare i costi dell’energia
Il governo tedesco – guidato dal cancelliere Friedrich Merz – ha presentato due disegni di legge per ridurre i costi energetici di imprese e famiglie, con sgravi fiscali complessivi da 26 miliardi di euro in quattro anni. Il pacchetto prevede la riduzione della tassa sull’elettricita’ da 2,0 a 0,05 centesimi per kilowattora. Si tratta del “prezzo minimo consentito dall’Ue’, ha spiegato la ministra Katherina Reiche. La misura interessera’ oltre 600.000 aziende nei settori manifatturiero, agricolo e forestale, con perdite fiscali stimate in 1,5 miliardi nel 2026 e di circa il doppio dal 2027 in poi. Un secondo intervento ridurra’ il contributo di famiglie e imprese al finanziamento della rete elettrica, coperto con 6,5 miliardi l’anno dal fondo speciale ‘Clima e trasformazione’. Secondo il governo, una famiglia potra’ risparmiare fino a 100 euro l’anno sulla bolletta elettrica, oltre a 50 euro gia’ garantiti dalla cancellazione della tassa sul gas naturale. ‘Con prezzi dell’energia piu’ bassi, garantiamo posti di lavoro in Germania’, ha affermato il ministro delle Finanze Lars Klingbeil. Ma i sindacati e le associazioni industriali giudicano gli interventi insufficienti: ‘Arrivano tardi, ma sono un segnale importante’, ha detto Jurgen Kerner, vice di Ig Metall, mentre la Vda – federazione dell’automotive – ha sottolineato che l’elettricita’ in Germania resta fino a tre volte piu’ cara che in Cina o negli Stati Uniti.
Marche: al via la progettazione per il collegamento stradale Pesaro – Urbino
Con questo atto, ANAS si impegna a sviluppare la progettazione preliminare dell’itinerario, dando priorità all’adeguamento del tratto compreso tra Morciola e Urbino. Successivamente, ANAS trasmetterà la documentazione al MIT per la pianificazione delle fasi successive, che saranno definite con i prossimi aggiornamenti del Contratto di Programma. Dopo una lunga attesa, con la sottoscrizione di questa convenzione, fortemente voluta dal vicepresidente del Consiglio e ministro, Matteo Salvini, si pongono le basi per la realizzazione di un’opera indispensabile per lo sviluppo e per un miglior collegamento con le reti stradali e autostradali di interesse nazionale.
Veneto, al via i lavori per il completamento di Terraglio Est nel Trevigiano
“Portiamo a compimento il Terraglio Est: avevamo promesso che sarebbe stata una priorità e abbiamo mantenuto l’impegno. Con oltre 38 milioni di euro assegnati dalla Regione al braccio operativo Veneto Strade, diamo il via oggi ai lavori di completamento di un’infrastruttura strategica per la viabilità regionale. Un collegamento fondamentale tra il casello autostradale di Preganziol, sulla A4, e la tangenziale di Treviso, fino al casello di Silea sull’A27, che consentirà di intercettare i mezzi pesanti provenienti dalle aree industriali di Dosson e Casier e il traffico che oggi attraversa l’area a sud di del trevigiano. Grazie all’opera andremo ad alleggerire dal traffico una delle arterie principali per il tessuto produttivo del territorio, quale il Terraglio, con un accesso più fluido all’area dell’ospedale di Treviso e alla futura cittadella, migliorando la viabilità e la qualità della vita di residenti e pendolari e contribuendo, così, ulteriormente alla crescita economica della nostra Regione”. Lo ha detto il presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, ieri alla cerimonia di inaugurazione dell’intervento di completamento del Terraglio Est – 2° stralcio, nel tratto compreso tra viale delle Industrie, nel Comune di Casier, alla connessione con la SR 53 Postumia nel Comune di Treviso. Era presente anche la Vicepresidente e Assessore ai Lavori Pubblici, Infrastrutture e Trasporti, Elisa De Berti, la quale ha ricordato che ” si tratta del completamento di un intervento più ampio, avviato nel 2017 con il primo stralcio realizzato da Veneto Strade e già in esercizio. Dei 3,3 chilometri complessivi, 1,7 saranno ottenuti riqualificando la viabilità esistente da via Alta fino al confine tra Casier e Treviso, mentre 1,6 chilometri saranno costruiti su nuovo tracciato, con una corsia per senso di marcia, fino all’innesto con la SR 53 Tangenziale Sud di Treviso. I lavori avranno una durata di 370 giorni”.
Milano, una petizione al Cio contro la demolizione di San Siro. Sala: “sconto zero sulla vendita, non mi dimetto se non andrà in porto”
I comitati che difendono San Siro e sono contro la vendita dello stadio a Inter e Milan chiamano in causa il Cio, il Comitato olimpico internazionale, perché il Comune “rispetti gli impegni presi” con il dossier olimpico di Milano e Cortina del 2026 e perché impedisca la demolizione dell’impianto. La petizione, che è stata presentata nella sede del Comune, ha raccolto oltre 200 firme, tra i promotori ci sono Duccio Facchini, direttore di Altreconomia, Lucia Tozzi, studiosa di politiche urbanistiche, Luigi Casanova, presidente di MountainWilderness Italia, Silvio La Corte, curatore di “La bolla olimpica”. I promotori della petizione chiedono al Cio se l’operazione di vendita dello stadio ai club, che lo demoliranno quasi totalmente per realizzare un nuovo impianto, è “coerente con quanto scritto e sottoscritto dal sindaco Sala e da altre importantissime cariche di governo, nazionale e locale, in calce al Dossier di Candidatura per le Olimpiadi del 2026 a Voi presentato a gennaio del 2019”. Nella candidatura infatti, sottolineano i promotori, si è parlato di “forte attenzione alla sostenibilità” nelle Olimpiadi Milano Cortina ma “la demolizione dell’attuale stadio Meazza provocherebbe la liberazione nell’atmosfera di 210.000 tonnellate di anidride carbonica”. Nel dossier olimpico si legge, spiegano ancora, “che la cerimonia d’apertura si terrà nel Giuseppe Meazza Stadium, struttura esistente, pubblica, rinnovata nel 2014, che successivamente ai Giochi manterrà la funzione di stadio calcio”. Quindi “come può lo smantellamento di uno stadio classificato Euro4 e la costruzione di un altro stadio che non potrà superare gli standard già riconosciuti al Meazza/San Siro essere un’operazione economica coerente con quanto sottoscritto, e vantaggiosa per la comunità?”. “Ormai quella di San Siro è una questione primaria politica – ha commentato Lucia Tozzi -, perché è l’emblema di come Milano sia stata governata in modo oscuro e opaco, bypassando i processi democratici di una città normale. Questa operazione è un cattivo esempio anche per le politiche urbanistiche di altre città”. Intanto, il sindaco di Milano, Beppe Sala, ha precisato ieri che “lo sconto, come viene chiamato, è pari a zero”. “Non c’è nessuno sconto, c’è una compartecipazione alle spese che deriva o da quello che dice la legge sulle bonifiche o da nostre richieste, come lo spostamento dello stadio. Ma lo sconto è zero”, ha puntualizzato Sala. La delibera in giunta arriverà “se non la settimana prossima quella dopo”, ha affermato il sindaco. “Io spero che arriveremo a un accordo finale con le squadre nei prossimi giorni per poi portarlo in Giunta, alle commissioni e al Consiglio”, ha aggiunto Sala. E, sicuramente, ha assicurato, non si dimetterà se la delibera sulla vendita dello stadio non sarà approvata dal Consiglio comunale. “Non lo dico di pancia, ma in base a elementi razionali. Io non mi arrendo facilmente di fronte alle difficoltà ma di fatto penso che un sindaco si debba dimettere se c’è una decisione che mina il funzionamento dell’amministrazione. Ad esempio, se non viene approvato il bilancio un sindaco va a casa. Ma di fronte a una cosa del genere no. Ognuno si deve prendere le proprie responsabilità. Se il consiglio non dovesse approvare, sarà un problema che si prenderà il prossimo sindaco. Perché non è che le squadre decideranno di fare finta di niente di nuovo con così tanta facilità”.
Taranto: Vestas presenta a Urso un piano per ampliare produzione di pale eoliche
Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha incontrato ieri a Palazzo Piacentini Henrik Andersen, amministratore delegato di Vestas. Nel corso dell’incontro sono stati approfonditi gli ultimi investimenti e le prospettive di crescita in Italia del gruppo multinazionale danese, leader mondiale nella progettazione, produzione e manutenzione di turbine eoliche onshore e offshore. Particolare rilievo, nell’incontro, è stato dato all’investimento di Vestas a Taranto, dove l’azienda è presente dal 1998 e dove, nell’anno in corso, prevede di produrre 150 pale eoliche. Il sito pugliese, inoltre, è in fase di ampliamento con tre progetti che prevedono un investimento complessivo di oltre 200 milioni di euro – due dei quali sostenuti dal Mimit attraverso contratti di sviluppo – con conseguenti ricadute occupazionali positive per il territorio tarantino. Vestas è presente nel nostro Paese da 27 anni attraverso la controllata Vestas Blades Italia. L’azienda impiega circa 2.300 dipendenti e ha realizzato oltre 5,6 GW di capacità eolica, sviluppando una filiera che ha generato commesse a fornitori nazionali per oltre 100 milioni di euro l’anno.
Maria Cristina Carlini