La giornata
Dazi, Usa: c’è molto da DISCUTERE con la Ue sull’accordo ma le basi ci sono
- Anac richiama le Pa: le richieste della Soa devono essere evase senza pagamenti non dovuti
- Indagine Pesaro, per Ricci cinque ore di interrogatorio: molto soddisfatto, ora campagna elettorale tra la gente
- Super poteri per Roma Capitale, ok dal Cdm al ddl di modifica costituzionale
- L’Agenzia del Demanio pubblica la gara per i lavori di Palazzo Carcano, nuova sede del Tribunale di Trani, per quasi 17 milioni
- Iren: investimenti in crescita a 915 milioni nel primo semestre, su ricavi e utili
IN SINTESI
C’è ancora “molto da discutere” tra Stati Uniti e Unione Europea sugli accordi sui dazi. Ad affermarlo è stato ieri il segretario al Commercio Usa, Howard Lutnik, in un’intervista alla tv anericana Cnbc. Lutnik ha riferito di aver parlato con i rappresentanti UE e che “servizi digitali, tasse e dell’attacco alle nostre aziende tecnologiche. Questo sarà sul tavolo delle trattative. Non era sul tavolo oggi”. Il Segretario al Commercio ha continuato spiegando che sul tavolo ci saranno anche “acciaio e alluminio, che non erano inclusi in questo accordo”. Infine, Lutnik ha spiegato che i fondamenti dell’accordo ci sono tutti e ha ribadito: “Noi vendiamo loro senza dazi. Loro vendono a noi al 15%, ma si tutelano sulle auto, si tutelano sui prodotti farmaceutici. Si tutelano sui semiconduttori”. Mal Lutnick ha spiegato che le “protezioni” su automobili, prodotti farmaceutici e semiconduttori sono “fondamentali” per la Commissione europea e ha sostenuto che “chiunque li prende di mira scoprirà nelle prossime due settimane perché sono stati davvero intelligenti a concludere l’accordo con Donald Trump”. Intanto, il presidente Usa ha scritto su Truth Social che “la scadenza del primo agosto è la scadenza del primo agosto: è salda e non verrà prorogata. Un grande giorno per l’America!!!”.
Indagine Pesaro, per Ricci cinque ore di interrogatorio: molto soddisfatto, ora campagna elettorale tra la gente
Cinque ora di interrogatorio per Matteo Ricci, ex sindaco di Pesaro, europarlamentare e candidato presidente di Regione. Ricci è stato ascoltato ieri dalla pm Maria Letizia Fucci, nell’ambito dell’indagine per corruzione sugli affidamenti del Comune a due associazioni no profit, Opera Maestra e Stella Polare, tra il 2019 e il 2024. Nel primo pomeriggio, uscendo dalla caserma del Comando delal Guardia di Finanza di Pesaro, l’ex primo cittadino si è detto “molto soddisfatto”: “ho risposto a ogni domanda e ho raccontato ciò che so rispetto ai fatti contestati e alla mia attività da sindaco”, ha riferito ai cronisti. Dopo oltre cinque ore di interrogatorio davanti alla pm di Pesaro Maria Letizia Fucci, l’ex sindaco di Pesaro Matteo Ricci, europarlamentare e candidato presidente di Regione. “Ho ribadito la mia assoluta estraneità ai fatti – ha aggiunto – e anzi ho apportato un contributo ulteriore per l’accertamento della verità”. “Ringrazio quindi i magistrati per il loro lavoro e sono molto sereno e determinato. Adesso torno a quello che ho sempre fatto, fare campagna elettorale tra la gente e per la gente”, ha aggiunto. Nell’ambito dell’inchiesta, in corso da circa un anno, sono 24 le persone, tra cui anche funzionari comunali, raggiunti da un avviso di garanzia tra cui Stefano Esposto, presidente delle due no profit, e Massimiliano Santini, ex collaboratore di Ricci per la comunicazione e gli eventi, chiamati in causa per un presunto accordo finalizzato a favorire gli affidamenti diretti finiti nel mirino. Questi ultimi due, che hanno scelto di non rispondere finora alle domande della procura, secondo l’accusa, avrebbero ottenuto vantaggi economici mentre Ricci ne avrebbe ottenuto un ritorno in termini di immagine e consenso. L’ex sindaco si è detto estraneo alle accuse e anzi, nel caso ci fosse stato un tradimento della sua fiducia da parte di collaboratori, anche parte lesa nel procedimento. L’indagine ha scosso la campagna elettorale in corso con il M5s che sta alla finestra per seguirne l’evoluzione. Da Giuseppe Conte sono arrivate anche parole di apertura: il leader M5s, che attende l’esito degli interrogatori, ha detto a tutti i gruppi del movimento nelle Marche di valutare la vicenda “senza spirito sanguinario”.
Anac richiama le Pa: le richieste della Soa devono essere evase senza pagamenti non dovuti
Le amministrazioni destinatarie delle richieste degli organismi di attestazione Soa sono chiamate a fornire riscontro senza richiedere alcuna compartecipazione economica del privato, salvo i casi in cui cio’ richieda un’attivita’ di ricerca documentale piu’ gravosa rispetto a quella ordinaria. E’ quanto evidenzia l’Autorita’ nazionale anticorruzione (Anac), ricordando quindi che le richieste avanzate dalle Soa aventi ad oggetto la conferma di veridicita’ e sostanza dei titoli autorizzativi devono essere evase dalle amministrazioni senza oneri, non considerando la richiesta come una procedura di accesso agli atti ne’ richiedendo il pagamento di “diritti di segreteria”. Con attenzione al fatto che l’Autorita’ sta assistendo a un moltiplicarsi delle comunicazioni delle Soa alle amministrazioni per verifiche dei titoli esibiti dagli operatori (permessi di costruire, Cila, concessioni edilizie ecc.) a corredo dei cosiddetti certificati di lavori privati, cioe’ per committenti non tenuti all’applicazione del Codice degli appalti, Anac ribadisce le indicazioni gia’ fornite in passato sul punto sottolineando come non vadano richiesti contributi economici non dovuti. Anche riguardo alle richieste di emissione dei Certificati di esecuzione lavori (Cel), la stazione appaltante e’ chiamata, in qualita’ di committente, ad attestare la corretta esecuzione dei lavori da parte dell’appaltatore mediante emissione del certificato. Le richieste di veridicita’ da parte degli organismi di attestazione Soa sono, infatti, avanzate in funzione della natura pubblicistica pacificatamene ad esse riconosciuta.
Super poteri per Roma Capitale, ok dal Cdm al ddl di modifica costituzionale
Il Consiglio dei ministri, su proposta della premier Giorgia Meloni e del ministro per le Riforme istituzionali e la Semplificazione normativa Maria Elisabetta Alberti Casellati, ha approvato un disegno di legge costituzionale che introduce disposizioni in materia di Roma Capitale.
Il testo individua Roma Capitale quale ulteriore e autonomo ente costitutivo della Repubblica, oltre ai Comuni, alle Province, alle Città metropolitane, alle Regioni e allo Stato. Si riconoscono, quindi, la specificità di Roma e la necessità di rendere più efficace il governo del vasto territorio su cui insiste la capitale.
A questi fini, si prevede l’attribuzione a Roma di funzioni legislative, di tipo sia concorrente sia residuale, nelle seguenti materie: trasporto pubblico locale, polizia amministrativa locale; governo del territorio; commercio; valorizzazione dei beni culturali e ambientali; promozione e organizzazione di attività culturali; turismo; artigianato; servizi e politiche sociali; edilizia residenziale pubblica; organizzazione amministrativa. Rimangono fermi, in tali materie, i limiti previsti dall’articolo 117 della Costituzione. Inoltre, con legge dello Stato adottata a maggioranza assoluta dalle Camere, sentiti il Consiglio della Regione Lazio e l’Assemblea elettiva di Roma Capitale, sarà disciplinato l’ordinamento del nuovo ente, riconoscendo a Roma Capitale condizioni peculiari di autonomia amministrativa e finanziaria e prevedendo forme di decentramento amministrativo. Le nuove funzioni legislative potranno essere esercitate a decorrere dalle prime elezioni dell’Assemblea successive alla data di entrata in vigore della legge costituzionale. Fino all’esercizio della potestà legislativa nelle singole materie, continueranno a essere applicate le leggi della Regione Lazio. Nel caso in cui la Regione acceda a forme di regionalismo differenziato, l’intesa tra lo Stato e la Regione, sentita Roma Capitale, individuerà i modi e le forme di coordinamento ai fini dell’esercizio delle rispettive funzioni. E’ «una buona notizia per Roma e i romani”, commenta il presidente dei costruttori romani, Antonio Ciucci. “Il testo segna una tappa fondamentale nel percorso che porterà Roma ad avere le attribuzioni e le risorse necessarie per l’amministrazione della città, al pari di altre Capitali europee e mondiali, che godono di status particolari». Per Ciucci, è «positivo lo spirito di collaborazione delle Istituzioni nazionali e locali che speriamo possa mantenersi anche durante l’iter parlamentare di approvazione».
Per quanto riguarda le tematiche che seguiamo più da vicino aggiunge il presidente Ance Roma– Acer: «Accogliamo con favore il fatto che Roma potrà agire, grazie a questo nuovo assetto proposto, con più efficacia nel campo del trasporto pubblico locale, del governo del territorio e dell’edilizia residenziale pubblica».
Ance Roma – Acer ha da sempre sostenuto Roma fosse messa nelle condizioni di avere più strumenti che permettano alla città una maggiore competitività sul piano internazionale restituendo ai suoi cittadini e tutti i colori che la visitano migliori servizi e opportunità.
L’Agenzia del Demanio pubblica la gara per i lavori di Palazzo Carcano, nuova sede del Tribunale di Trani, per quasi 17 milioni
L’Agenzia del Demanio pubblica la gara per la riqualificazione di Palazzo Carcano a Trani, in Puglia: un progetto di rigenerazione urbana all’insegna della sostenibilità e della valorizzazione architettonica. Il bando riguarda l’affidamento dei lavori di recupero e ampliamento dell’edifico destinato a diventare la nuova sede degli uffici giudiziari del Tribunale della città. L’intervento si inserisce in una più ampia strategia di rigenerazione urbana, mirata alla riorganizzazione funzionale delle sedi giudiziarie e all’abbattimento dei costi da locazioni passive, contribuendo al miglioramento dell’efficienza amministrativa e alla valorizzazione del patrimonio immobiliare dello Stato. Il progetto è concepito secondo criteri di qualità architettonica, con particolare attenzione alla sostenibilità energetica e ambientale, e si propone di restituire alla città un bene storico in una veste rinnovata, rispettosa del contesto paesaggistico e culturale. L’ampliamento previsto sarà armonicamente integrato con l’esistente, in un dialogo tra antico e contemporaneo. L’elemento distintivo dell’intervento è, infatti, il recupero e la valorizzazione dell’area archeologica all’interno dell’immobile che sarà resa accessibile e visitabile, offrendo un’esperienza culturale e storica unica. L’importo complessivo dell’intervento è di circa 16 milioni e 900 mila euro. L’avvio dei lavori è previsto per l’inizio del 2026 e la durata stimata del cantiere è di 912 giorni.
Federalismo culturale: Villa Sciarra trasferita a Roma Capitale
L’Agenzia del Demanio ha siglato l’atto di trasferimento di Villa Sciarra in proprietà a Roma Capitale, grazie alle procedure del Federalismo culturale. La storica villa romana, che si trova nel quartiere Monteverde Vecchio, tra via Dandolo e via delle Mura Gianicolensi, sarà riqualificata e gestita secondo quanto proposto dal Comune nel Programma di Valorizzazione firmato lo scorso 15 maggio con il Ministero della Cultura e l’Agenzia del Demanio.
Il trasferimento si inserisce in un più ampio progetto di riqualificazione e tutela della villa, con l’obiettivo prioritario di preservare l’attuale uso pubblico del parco e garantirne la piena fruibilità ai cittadini. Il programma è articolato su un orizzonte temporale pluriannuale e mira a valorizzare il complesso affinché venga restituito pienamente alla città nel suo valore storico, artistico e ambientale e torni ad essere un luogo di accoglienza sociale.
Terra dei fuochi, dal Cdm ok a sanzioni più severe per chi inquina. Stanziati 15 milioni per la rimozione rifiuti
Il Consiglio dei ministri, su proposta del Presidente Giorgia Meloni, del Ministro della giustizia Carlo Nordio, del Ministro dell’ambiente e della sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin e del Ministro dell’interno Matteo Piantedosi, ha approvato un decreto-legge che introduce disposizioni urgenti per il contrasto alle attività illecite in materia di rifiuti e per la bonifica dell’area denominata Terra dei fuochi. Il provvedimento mira a contrastare i reati ambientali e a tutelare maggiormente la salute pubblica e l’ambiente. Si introduce la possibilità di arresto in flagranza differita anche per i reati ambientali più gravi, come disastro ambientale e traffico illecito di rifiuti. Vengono rafforzate le pene per l’abbandono e la gestione non autorizzata di rifiuti, con misure accessorie come la sospensione della patente, il fermo del veicolo e l’esclusione dall’Albo dei gestori ambientali per le imprese non in regola. Per contrastare l’abbandono di rifiuti da veicoli sarà possibile utilizzare anche immagini di videosorveglianza. Inoltre, si prevede l’amministrazione giudiziaria delle aziende coinvolte in attività inquinanti, soprattutto se legate alla criminalità organizzata.Sono stanziati 15 milioni di euro per il 2025 per la rimozione dei rifiuti e l’avvio delle attività di bonifica, che saranno successivamente integrati con ulteriori risorse per bonifiche e messa in sicurezza.
Iren: investimenti in crescita a 915 milioni nel primo semestre, su ricavi e utili
Iren archivia il primo semestre all’insegna di risultati in crescita. I ricavi registrano un incremento del 29%, rispetto allo stesso periodo del 2024, e sono pari a 3.486 milioni di euro. Un aumento che riflette l’aumento dei prezzi delle commodities e i maggiori volumi energetici venduti. Cresce la redditività con l’ebitda pari a 726 milioni di euro, +14%. L’incremento è supportato dal consolidamento di Egea Holding, dai maggiori margini e volumi di produzione energetica (BU Energia) e dalla crescita organica dei business regolati (BU Reti e Ambiente), L’utile netto di gruppo attribuibile agli azionisti sale a 184 milioni di euro, +24%. L’andamento positivo è sostenuto dalla crescita dell’ebitda e dal minore utile netto di terzi per effetto dell’acquisto della quota di minoranza della società Iren Acqua. In lieve salita l’indebitamento finanziario netto pari a 4.228 milioni di euro (+4% vs. 31/12/2024), attribuibile principalmente al pagamento dei dividendi. Nel primo semestre crescono gli investimenti che complessivamente toccano quota 915 milioni. Nel dettaglio, gli investimenti tecnici sono pari a 393 milioni di euro (+14%) e sono destinati principalmente all’ammodernamento delle reti di distribuzione elettrica (+31%), allo sviluppo della filiera dei rifiuti e all’estensione della rete di teleriscaldamento. Gli investimenti del periodo sono stati più che coperti dal flusso di cassa operativo. Gli nvestimenti finanziari ammontano a 522 milioni di euro. L’acquisto della quota di minoranza di Iren Acqua per 283 milioni di euro, l’esercizio della call e il consolidamento dell’indebitamento finanziario netto di Egea Holding, per circa 238 milioni di euro complessivamente, sono stati finanziati con l’emissione, a gennaio 2025, di un bond ibrido. In un contesto macroeconomico complesso e molto incerto causato da tensioni geopolitiche, i rischi principali con potenziale impatto sui risultati del Gruppo sono due: l’andamento dei tassi di interesse legati alle dinamiche macroeconomiche e la volatilità del prezzo delle commodity. La seconda parte dell’anno sarà caratterizzata dal proseguimento degli investimenti previsti dal piano industriale destinati primariamente all’efficientamento delle reti di distribuzione energetiche e idriche, allo sviluppo dell’attività di raccolta dei rifiuti e di capacità digenerazione da fonte rinnovabile.Nei prossimi mesi, Iren si attende l’incremento dei ricavi tariffari legati ai business regolati sostenuti dagli investimenti ed un recupero della marginalità degli impianti di trattamento rifiuti. Le aspettative relativa alla filiera energetica sono per una minore produzione idroelettrica rispetto agli straordinari volumi registrati l’anno scorso in parte compensata da un incremento delle produzioni termoelettriche. I margini della BU Mercato sono attesi stabili, pur in un contesto competitivo molto sfidante, al quale il gruppo risponde con una strategia di fidelizzazione dei clienti ad alto valore. I risultati complessivi del gruppo sono attesi in linea con le previsioni già comunicate con la presentazione dei risultati del primo trimestre 2025.Luca Dal Fabbro, Presidente del Gruppo, ha dichiarato:
“Approviamo oggi dei risultati molto positivi con ricavi pari a 3.486 milioni di euro (+29%) ed un utile netto pari a 184 milioni di euro (+24%) rispetto allo scorso anno; in particolare la crescita dell’utile netto è frutto del positivo contributo gestionale di tutte le business unit e delle due operazioni straordinarie Iren Acqua ed Egea Holding”, commenta il presidente del gruppo Luca Dal Fabbro. “La diversificazione della nostra struttura industriale ci consente di intercettare diverse opportunità di crescita sia organica che inorganica e così incrementare l’ebitda di 90 milioni di euro rispetto allo scorso anno, di cui 34 milioni derivanti dal consolidamento di Egea Holding. Solidi della crescita già raggiunta che anticipa parte di quella attesa sul fine anno confermiamo la guidance con un ebitda
2025 stimato tra 1.340-1.360 milioni di euro, un utile netto tra 300-310 milioni di euro e investimenti tecnici superiori ai 900 milioni di euro”.
“Il primo semestre si è chiuso con una performance operativa molto solida, caratterizzata da una crescita a doppia cifra di tutti i principali indicatori, in miglioramento ancora rispetto al primo trimestre: l’ebitda a 726 milioni di euro (+14%) riflette l’efficacia da un lato dell’execution delle nostre scelte strategiche e dei continui investimenti tecnici di sviluppo, complessivamente pari a quasi 400 milioni di euro nel semestre e più che coperti dal flusso di cassa operativo, e dall’altro della rinnovata ottimizzazione dei processi interni con attenzione ai costi. Alla luce dell’attuale andamento, guardiamo al secondo semestre con fiducia, confermando la guidance”, dichiara l’amministratore delegato Gianluca Bufo.
Hera: nei primi sei mesi ricavi in crescita a 6,8 miliardi, investimenti +20,2% a 414 milioni
Hera chiude il primo semestre con una performance strutturale positiva con una crescita dell’utile netto e degli investimenti. Lo riferisce il gruppo il cui cda ha approvato i risultati consolidati al 30 giugno. Risultati che mostrano un incremento dei ricavi 6.786,2 milioni di euro che si confrontano con i 5.716,5 milioni al 30 giugno 2024 (+18,7%), prevalentemente per l’aumento dei prezzi delle commodity energetiche e il maggior valore delle attività di intermediazione. Il margine operativo lordo del primo semestre 2025 si attesta a 721,7 milioni di euro, in calo di 11 milioni rispetto ai 732,7 milioni dello stesso periodo del 2024. Il confronto va letto alla luce del fatto che il risultato del primo semestre 2024 includeva circa 56 milioni di euro derivanti da opportunità temporanee non
ricorrenti (prevalentemente per effetto dei mercati di ultima istanza e del super ecobonus), che sono venute meno nel 2025. Al netto di questi fattori temporanei, il risultato 2025 evidenzia una crescita organica del 7%, in linea con il tasso medio annuo (CAGR) del portafoglio di business previsto dal Piano industriale al 2028. I risultati del semestre sono quindi pienamente coerenti con il percorso di crescita delineato nel Piano. Il risultato operativo netto al 30 giugno 2025 si attesta a 383,2 milioni di euro, rispetto ai 385,1 milioni del primo semestre 2024, per effetto dei minori accantonamenti prevalentemente legati ai mercati di ultima istanza che hanno più che compensato i maggiori ammortamenti per i consistenti investimenti di sviluppo, soprattutto nei settori regolati. Prosegue il percorso di miglioramento della gestione finanziaria, in calo di circa 23 milioni di euro, grazie alla riduzione dei tassi di interesse e all’attività di razionalizzazione della struttura finanziaria, anche a seguito della progressiva e ulteriore normalizzazione del mercato energetico. L’efficace gestione operativa e finanziaria ha consentito al risultato ante-imposte di salire a 351,2 milioni di euro (+6,6%) rispetto ai 329,6 milioni al 30 giugno 2024. Nonostante l’incremento del tax rate, pari al 29% rispetto al 28% del primo semestre 2024, l’utile netto al 30 giugno 2025 sale a 249,4 milioni di euro, in crescita (+5,1%) rispetto ai 237,3 milioni dell’analogo periodo 2024. Parimenti cresce anche l’utile netto di pertinenza degli azionisti del gruppo, pari a 229,3 milioni di euro (+5%), rispetto ai 218,4 milioni al 30 giugno 2024. Questi risultati confermano quindi ancora una volta la creazione di valore per tutti gli stakeholder, perfettamente in linea con le attese del piano industriale. Gli investimenti operativi, al lordo dei contributi in conto capitale, nel primo semestre 2025 sono pari a 414,0 milioni di euro (+20,2%) rispetto ai 344,4 milioni al 30 giugno 2024; tale incremento è riconducibile principalmente alle filiere idrico e ambiente. L’indebitamento finanziario netto si attesta a 3.927,1 milioni di euro, in miglioramento sia rispetto ai 3.963,7 milioni al 31 dicembre 2024 sia ai 4.063,5 milioni del primo semestre 2024, grazie alla positiva generazione di cassa che ha coperto integralmente i maggiori investimenti e il pagamento dei dividendi. Si riconferma, pertanto, la solidità finanziaria del Gruppo, che, sottolinea la società, garantisce alla multiutility la flessibilità necessaria per poter continuare a cogliere ulteriori opportunità di crescita, sia organica che per linee esterne. In miglioramento anche il rapporto debito netto/MOL che scende a 2,5x (-7,5% rispetto alla chiusura di giugno 2024), nonché gli indicatori di redditività degli investimenti, con il ROI salito dal 9,6% del primo semestre 2024 a 10,3% e il ROE da 11,3 a 11,5 per cento.
“Nel primo semestre abbiamo continuato a incrementare la creazione di valore facendo leva sulla crescita industriale e sulla solidità finanziaria del Gruppo. La generazione di cassa ha permesso di finanziare investimenti per oltre 400 milioni di euro, in crescita del 20%, con l’accelerazione maggiore per lo sviluppo impiantistico dell’area ambiente e la resilienza del ciclo idrico. La solidità del nostro equilibrato portafoglio di business si riflette nella crescita del rendimento del capitale proprio che si attesta all’11,5%. Questi risultati evidenziano che stiamo rispettando il percorso previsto dal nostro Piano industriale”, commenta il presidente esecutivo Cristian Fabbri. “Le buone performance operative e le ottimizzazioni finanziarie hanno sostenuto un incremento del 5% dell’utile netto di pertinenza degli azionisti, che è salito a 229,3 milioni di euro. Risultati che confermano la nostra capacità di proseguire il percorso di crescita, anche in uno scenario macroeconomico complesso, mantenendo al centro resilienza, sostenibilità e innovazione. La positiva generazione di cassa ha contribuito a ridurre ulteriormente l’indebitamento netto, portando il rapporto debito netto/MOL a 2,49x, un notevole punto di forza per indirizzare le future opportunità di crescita”, dichiara l’amministratore delegato, Orazio Iacono.
Fincantieri: nel primo semestre ricavi +24% a 4,5 miliardi, ordini acquisiti +93% a 14,7 miliardi. Accelera sull’underwater
Nel primo semestre Fincantieri registra ricavi, redditività e utili in crescita e un boom di nuovi ordini acquisiti. I ricavi registrano un aumento del 24% a 4.576 milioni, rispetto allo stesso periodo del 2024. In forte aumento l’ebitda, +45%, a 311 miloni , trainato dalla crescita in tutti i segmenti di business, con l’ebitda margin al 6,8%, in progresso rispetto al 5,8% del primo semestre 2024 e al 6,3% dell’intero esercizio 2024. L’utile netto nei primi sei mesi del 2025 a euro 35 milioni, a conferma del consolidato ritorno all’utile già raggiunto a fine 2024 (utile netto pari a euro 27 milioni) e in significativo miglioramento rispetto alla perdita di euro 27 milioni del primo semestre 2024; il risultato d’esercizio adjusted, al netto dei proventi e oneri estranei alla gestione ordinaria o non ricorrenti, è pari a euro 48 milioni, rispetto al risultato netto negativo per euro 10 milioni. La posizione finanziaria netta a debito per euro 1.644 milioni è in miglioramento rispetto al dato di fine 2024, pari a euro 1.668 milioni escludendo l’effetto temporaneo dell’aumento di capitale finalizzato all’acquisizione di WASS. La performance commerciale mostra nuovi ordini acquisiti pari a euro 14,7 miliardi, in crescita del 93% rispetto al primo semestre dello scorso anno (euro 7,6 miliardi) e pari al 96%del valore record registrato in tutto il 2024, con un book to bill pari a 3,2x, a conferma della forte domanda registrata nei business core del gruppo. Il backlog ammonta a 41,9 miliardi, in crescita del 35% rispetto al dato di fine 2024, con carico di lavoro complessivo a livelli record, pari a euro 57,7 miliardi, circa 7,1 volte i ricavi del 2024. Tredici le navi consegnate da 8 stabilimenti e 100 navi in portafoglio con consegne previste fino al 2036. Alla luce di queti risultati, Fincantieri conferma i target di ricavi ed ebitda margin per il 2025 e migliora la guidance sul rapporto di indebitamento: ricavi a circa euro 9 miliardi, ebitda margin oltre il 7%, rapporto di indebitamento (PFN/EBITDA) tra 2,7x e 3,0x, in miglioramento rispetto alla precedente guidance “in linea con il 2024”. “I risultati che presentiamo oggi non sono solo numeri, ma la fotografia di un’azienda che sta trasformando la complessità del contesto globale in un motore di crescita e di creazione di valore”, commenta l’amministratore delegato di Fincantieri Pierroberto Folgiero. “L’incremento positivo di tutti gli indicatori principali rispetto a un anno fa, dai ricavi (+24%) all’ebitda (+45%) al miglioramento della posizione finanziaria netta, è la conseguenza di una disciplina operativa e finanziaria che raccoglie i frutti delle azioni implementate negli ultimi 3 anni e che hanno consentito il consolidamento degli utili conseguiti a fine 2024. Continua la generazione di valore nel lungo periodo, anche a beneficio delle comunità e delle filiere in cui operiamo con un carico di lavoro a livelli record, pari a 57,7 miliardi di euro, che non rappresenta solo una solida base per la crescita futura, ma è la testimonianza della fiducia che i clienti ripongono nella nostra capacità di essere partner strategici nei loro percorsi di trasformazione”.
Nello specifico, il segmento Shipbuilding evidenzia una crescita dell’ebitda del 40% rispetto al primo semestre 2024 e un ebitda margin al 6,5% (5,9% nel primo semestre 2024), a conferma della redditività di questo business, anche per effetto delle iniziative di efficientamento operativo intraprese dal Gruppo in linea con il Piano Industriale 2023-27. Significativo l’apporto del nuovo segmento Underwater ai risultati del semestre con un ebitda margin al 17,0%, così come il contributo del segmento Sistemi, Componenti e Infrastrutture, che registra un incremento annuo dell’ebitda del 42%, con un ebitda margin del 6,9% (5,3% nel primo semestre 2024), grazie soprattutto alle performance del Polo dei Sistemi e Componenti Meccanici (ebitda margin al 10,6% vs 8,5% nel primo semestre 2024) e del Polo Infrastrutture (ebitda margin al 7,4% vs 5,0% nel primo semestre 2024). Nel corso del semestre, Fincantieri ha avviato l’implementazione della propria strategia nel settore subacqueo, con la creazione del nuovo segmento operativo dell’Underwater. Il segmento integra competenze avanzate in ambito civile, militare e dual use, posizionando Fincantieri come attore guida in un mercato globale di riferimento stimato in circa 50 miliardi di euro all’anno, con una componente accessibile per Fincantieri pari a circa 22 miliardi di euro annui, che si prevede possa tradursi in un raddoppio del peso sui ricavi del Gruppo al 2027 rispetto al 2024. Nel corso del semestre, il Gruppo ha ampliato la propria rete di partnership in questo settore, con nuovi accordi di collaborazione strategici che si aggiungono alle numerose intese già siglate in precedenza. Tra questi, il Memorandum of Understanding tra IDS (Gruppo Fincantieri) e Graal Tech, firmato il 19 maggio, segna l’avvio di attività di co-sviluppo tecnologico in esclusiva di veicoli underwater unmanned di medie e piccole dimensioni oltre ai relativi sistemi di controllo, modelli dinamici, piattaforme di simulazione, carichi paganti ed equipaggiamenti dedicati di monitoraggio, misura e intervento. Nel mese di aprile Fincantieri ha inoltre formalizzato un investimento in WSense, eccellenza italiana all’avanguardia nello sviluppo di soluzioni innovative per le reti wireless e i sistemi di monitoraggio e sorveglianza sottomarini. L’operazione è un ulteriore tassello nella strategia di Fincantieri nell’Underwater, che rafforza in particolare il presidio delle tecnologie critiche per la comunicazione subacquea, un segmento sempre più rilevante anche in chiave duale.
Iveco a Tata, la difesa a Leonardo. A Exor 1,5 miliardi
Iveco Group, l’azienda di furgoni, camion e autobus del gruppo Agnelli, diventa indiana: l’acquisterà per 3,8 miliardi di euro Tata Motors che s’impegna a non chiudere stabilimenti e a non tagliare la forza lavoro. L’Opa concordata è subordinata alla separazione delle attività di Iveco Defence, che passeranno entro marzo 2026 al gruppo Leonardo in cambio di 1,7 miliardi. Il valore complessivo delle due operazioni è di 5,5 miliardi: per Exor, la holding della famiglia, che detiene poco più del 27% di Iveco, significa un incasso di 1,5 miliardi. L’acquisizione da parte degli indiani, prevista entro la metà del prossimo anno, sarà totale e Iveco, che manterrà la sede principale in Italia, a Torino, lascerà la Borsa di Milano. Dall’unione nascerà “un gruppo di veicoli commerciali con la portata, il portafoglio prodotti e la capacità industriale necessari per affermarsi come leader globale in questo settore dinamico”.
Insieme avranno vendite superiori alle 540.000 unità all’anno e ricavi pari a circa 22 miliardi di euro, suddivisi tra Europa (circa 50%), India (circa 35%) e Americhe (circa 15%) con posizioni interessanti nei mercati emergenti in Asia e Africa. L’Opa volontaria per 3,8 miliardi di euro sarà promossa da una nuova società di diritto olandese interamente controllata da Tata. Nella cessione sono state escluse le attività di difesa e i proventi netti derivanti da tali attività. L’offerta sarà lanciata dopo la conclusione della vendita della divisione Difesa, cioè i marchi Idv e Astra, a Leonardo, che – spiega Iveco – darà vita a un campione nazionale nel settore della difesa terrestre a livello europeo, con le dimensioni e le competenze necessarie per competere anche a livello globale.
Con questa operazione, Leonardo, spiega il gruppo, compie un ulteriore passo per il consolidamento della propria posizione di riferimento nel settore della difesa terreste e rafforza il proprio ruolo di OEM (Original Equipment Manufacturer) integrato, con un portafoglio di soluzioni complete per la difesa e la sicurezza, su piattaforme cingolate e ruotate. “L’acquisizione di Iveco Defence è un tassello fondamentale nello sviluppo della nostra strategia di crescita
inorganica a supporto della piena attuazione del Piano Industriale”, afferma Roberto Cingolani, amministratore delegato e direttore generale di Leonardo. “L’operazione consolida la nostra posizione di attore di riferimento nel settore della Difesa terrestre europea, mercato caratterizzato da forti prospettive
di crescita future”, conclude Cingolani. L’acquisizione di Iveco Defence consentirà inoltre di aumentare il posizionamento commerciale congiuntograzie alla complementarità delle reti di vendita e alla possibilità di proporre soluzioni integrate su specifici mercati ad alto potenziale. L’integrazione tra i sistemi elettronici di Leonardo – inclusa una suite completa di sensori per l’elettronica di combattimento e torrette di nuova generazione – e i veicoli di Iveco Defence sarà in grado di garantire la massima efficacia delle soluzioni operative proposte. Le competenze altamente specializzate nei rispettivi verticali di riferimento, unite alla forte capacità logistica e produttiva, favoriranno maggiore efficienza operativa e accelereranno lo sviluppo tecnologico congiunto, creando al contempo anche nuove opportunità di sviluppo ed evoluzione delle competenze professionali e di valorizzazione delle persone. Leonardo verificherà insieme al partner Rheinmetall l’opportunità di valorizzare il perimetro dei veicoli pesanti. Il closing dell’operazione è previsto nel primo trimestre del 2026, subordinato all’approvazione da parte delle autorità regolatorie. Il cda di Leonardo ha approvato ieri i risultati al 30 giugno. Nel primo semestre 2025 gli ordini raggiungono gli 11,2 miliardi (+8,9% rispetto al dato del periodo comparativo, +9,7% rispetto al dato isoperimetro), a conferma del continuo rafforzamento dei «core business» In incremento anche i ricavi, pari a 8,9 miliardi (+11,7% rispetto al dato del periodo comparativo, +12,9% rispetto al dato isoperimetro) e il risultato operativo (EBITA), pari a € 581 mil. (+10,9% rispetto al dato restated del periodo comparativo, +15,0% rispetto al dato isoperimetro), in linea con le aspettative e con il percorso di crescita sostenibile previsto dal Piano industriale di Leonardo. Il risultato netto, pari a 542 milioni si riduce in quanto il dato del periodo comparativo ( 555 mil.) includeva la plusvalenza – pari a 366 milioni– rilevata a seguito della valutazione al fair value del Gruppo Telespazio, effettuata ai fini del consolidamento integrale dello stesso.
Piano Mattei, Saggio: Paesi coinvolti saliti a 14, investimenti anche da Emirati Arabi
“L’approccio incrementale del Piano Mattei ha portato, nel 2025, all’aumento del numero di nazioni coinvolte: siamo passati dai 9 Paesi iniziali ai 14 attuali”. Lo ha dichiarato ieri il coordinatore della Struttura di Missione per l’attuazione del Piano Mattei, ambasciatore Fabrizio Saggio, durante un’audizione dinanzi alle commissioni Esteri riunite di Senato e Camera riguardo alla relazione sullo stato di attuazione del Piano Mattei, aggiornata al 30 giugno 2025. I Paesi che si sono aggiunti, spiega, sono “Angola, Ghana, Mauritania, Senegal e Tanzania”. Saggio cita “la delibera del cofinanziamento, insieme a Ifad, di un programma di rafforzamento della sovranità alimentare in Senegal da 90 milioni di euro; il programma su cui stiamo lavorando in Tanzania col progetto Ascent, per il rafforzamento delle capacità istituzionali del governo tanzano per la produzione e la distribuzione di energia, nell’ambito dell’iniziativa Mission 300 della Banca mondiale; in Mauritania abbiamo attivato contatti con le autorità locali per rafforzare le infrastrutture di elettrificazione per raggiungere 170 villaggi che, ad oggi, non godono dell’allaccio alla rete elettrica”.
“Il Mattei Plan and Rome Process Financing Facility è un fondo speciale multilaterale istituito presso la Banca africana di sviluppo (…) e ha un importante effetto-leva: a ogni euro messo su un progetto promosso dal governo italiano corrisponde un euro messo dalla Banca africana di sviluppo”. “Il fondo – specifica – è già funzionante e ha attirato fondi da altri Paesi a partire dagli Emirati arabi uniti, che hanno fatto un finanziamento da 25 milioni col quale abbiamo attivato 2 progetti concreti, recentemente firmati: uno in Costa D’Avorio nell’ambito agricolo, uno in Etiopia nell’ambito della filiera del caffè”.
Come struttura di missione del Piano Mattei “abbiamo un’ottima collaborazione con la Banca Mondiale, lo dimostrano le numerose visite e partecipazioni del presidente della Banca a tutti i vertici che stiamo organizzando come Italia”. Saggio ha sottolineato “l’aumento del contributo italiano, sempre nell’ambito della Banca mondiale, al rifinanziamento triennale dell’Associazione internazionale per lo sviluppo (Ida – International development association), che è il ‘braccio finanziario della Banca mondiale: si parla di più di 700 milioni, un aumento del 25%”. Questo, ha spiegato, “sta consentendo di aumentare il numero di progetti e di collaborazioni che la Struttura e l’Italia nel suo complesso sta mettendo in piedi con la Banca mondiale. Abbiamo approvato, nella seduta del Comitato tecnico del Fondo clima del 4 luglio, un progetto da 100 milioni di euro, con cui […] sosteniamo Mission 30 dando la possibilità a 4 milioni di persone in Mozambico di avere accesso all’energia elettrica”.
“La misura ‘Africa’, costruita insieme a Simest, permette di sostenere le imprese che vogliono, anche in questo caso, investire in Africa: nell’ambito di essa sono stati approvati progetti per 57 milioni e altri 31 sono in corso di istruttoria”. Saggio ha poi precisato che la misura è in particolar modo concentrata sulle piccole e medie imprese. Nel corso del vertice bilaterale Global Gateway-Italia dello scorso giugno “sono state sottoscritte 11 intese ed è stato annunciato un finanziamento complessivo di oltre un miliardo di euro”, ha quindi ricordato il coordinatore in audizione. Tra queste misure, Saggio cita “l’adesione dell’Italia al progetto del Corridoio Lobito (un corridoio infrastrutturale che dal porto di Lobito, in Angola, arriva fino in Zambia attraverso il Congo, e in prospettiva arriverà anche in Tanzania), tramite un finanziamento di Cdp e Sace di 250 milioni; il progetto Terra, con una garanzia di 100 milioni dell’Unione europea a sostegno delle iniziative italiane per il ripristino della filiera del caffè, su cui moltissimi Paesi africani ci chiedono un sostegno; un’intesa, annunciata a margine del vertice, in materia di infrastrutture digitali, che permetterà a Sparkle [società del gruppo Tim; NdR] di avere un contributo di 37 milioni di euro per poter estendere orientalmente il collegamento digitale Blue & Raman” verso l’Africa orientale. “Il Global Gateway – aveva spiegato Saggio in precedenza – sono 150 miliardi che l’Unione europea ha a disposizione per il Continente africano: nel mese di giugno, per la prima volta, si è tenuto un vertice bilaterale del Global Gateway con un Paese membro dell’Ue, e si è iniziato a farlo con l’Italia, anche alla presenza del presidente von der Leyen”. Il Piano Mattei ha attirato “un grosso interesse, negli ultimi 12 mesi, dalle monarchie del Golfo, che ci chiedono di triangolare progetti, in primis gli Emirati, l’Arabia Saudita e il Qatar”, ha dichiarato ieri il coordinatore della Struttura di Missione per l’attuazione del Piano Mattei, ambasciatore Fabrizio Saggio, in audizione. “La Struttura di missione ha costantemente lavorato per iniziative con questi Paesi in progetti comuni […] e tutto ciò si è concretamente tramutato in intese nel corso delle due visite in Arabia Saudita di gennaio e della visita di Stato dell’Emiro degli Emirati Arabi Uniti in Italia a febbraio, con la firma di intese e progetti concreti comuni in Africa”. Infine: riguardo all'”apertura ai Paesi del Golfo” del Piano Mattei, oltre a Emirati, Arabia Saudita e Qatar già citati, “c’è anche un fortissimo interesse da parte del Bahrein”, ha aggiunto il coordinatore, rispondendo alle domande del senatore Roberto Menia (FdI). “Sono – ha spiegato Saggio – interessi concreti, in cui stiamo mettendo a terra progetti triangolando con le autorità del Golfo, soprattutto in due settori: quello dell’acqua e quello dell’agricoltura”. “Stiamo cercando di entrare insieme – ha precisato ancora – sulla base delle richieste che ci arrivano dai Paesi africani, rispettando gli equilibri geopolitici del continente e anche le priorità che ognuno dei Paesi del Piano Mattei” esprime. In ogni caso, “il Piano Mattei non intende sostituirsi alla cooperazione allo sviluppo; sono due mestieri diversi e complementari”.
Pnrr, Pichetto: obiettivo della misura è 39mila veicoli a zero emissioni al 30 giugno 2026
“In esito alla quinta revisione tecnica del PNRR, e sulla base delle indicazioni presenti nella decisione di esecuzione del Consiglio ECOFIN del 20 giugno 2025, la misura prevede la concessione di incentivi per l’acquisto di un nuovo veicolo elettrico, previa rottamazione di un veicolo termico. L’obiettivo è di conseguire l’acquisto di almeno 39mila veicoli a emissione zero al 30 giugno 2026”. Lo ha dichiarato il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, rispondendo ad un’interrogazione a risposta immediata alla Camera degli onorevoli Luca Squeri ed altri (FI) sulle misure per la diffusione di veicoli a zero emissioni. “Tra i soggetti beneficiari degli incentivi – ha spiegato Pichetto – vi sono sia le persone fisiche residenti in aree urbane funzionali, ossia le città insieme alle relative aree di pendolarismo, per l’acquisto di veicoli privati elettrici della categoria M1, sia le microimprese per l’acquisto di veicoli commerciali elettrici delle categorie N1 e N2. L’importo degli incentivi previsti è pari a un massimo di 11 mila euro, per i privati con ISEE inferiore o pari a 30 mila, oppure a un massimo di 9 mila euro, per ISEE compreso tra i 30 e i 40 mila. Per le microimprese, è invece coperto fino al 30% del prezzo di acquisto, con un massimale di 20 mila euro per veicolo nuovo. Le risorse finanziarie sono complessivamente pari a circa 600 milioni. Al fine di consentire il raggiungimento del target entro i termini indicati, stiamo finalizzando il decreto ministeriale che definirà criteri e modalità di concessione degli incentivi, rendendo possibile l’avvio della misura già dal prossimo mese di settembre. Per facilitare l’accesso, verrà altresì allestita una piattaforma informatica, con cui da un lato i soggetti beneficiari potranno accedere agli incentivi, e dall’altro gli operatori economici potranno offrire veicoli elettrici nuovi, rientranti nelle categorie agevolate”, ha concluso.
Ecogest si rafforza in Nord America, nasce Ecogest Usa
Prosegue l’espansione internazionale di Ecogest, che consolida la propria presenza in Nord America con la nascita di Ecogest Usa, nuova controllata con sede operativa negli Stati Uniti. La nuova controllata, che avrà sede operativa negli Stati Uniti, rappresenta un’evoluzione naturale del percorso iniziato nel 2022 in Canada con Ecogest North America. Fondata nell’ottobre 2021 e operativa dal 2023, la società canadese ha costruito rapidamente una solida presenza grazie a un portafoglio pluriennale strutturato su contratti ricorrenti, oggi pari a 5,3 milioni di dollari. A rafforzare ulteriormente il presidio, nel giugno 2025, Ecogest ha acquisito Greenbrier Landscaping Inc, storica azienda del comparto landscaping in Ontario, con un portafoglio pluriennale aggiuntivo di 9,1 milioni di dollari. L’ingresso sul mercato statunitense mira ora a replicare – su scala ampliata – un modello operativo già validato: Ecogest Usa svilupperà un’infrastruttura industriale autonoma e flessibile, con una proiezione di crescita che prevede 30 milioni di dollari di portafoglio pluriennale entro il 2028, sostenuta da alleanze locali, commesse pubbliche e piani statali di resilienza infrastrutturale. ”Il mercato americano è oggi uno snodo strategico nella lotta agli effetti del cambiamento climatico sulle infrastrutture – afferma Valerio Molinari, presidente e azionista di riferimento del Gruppo -. Dopo il Canada, gli Stati Uniti rappresentano il passo successivo naturale. Il nostro è un modello industriale scalabile, in cui la manutenzione ambientale è leva strategica per la durabilità delle infrastrutture e la riduzione dei rischi ambientali. Siamo pronti a competere con una proposta di valore concreta e replicabile.’
Il cda di ITA Airways approva il Piano Industriale 2026-2030
Il Consiglio di Amministrazione di ITA Airways, nella seduta del 30 luglio 2025, ha approvato il Piano Industriale 2026-2030 della Compagnia. Il Piano si articola su tre direttrici strategiche fondamentali: Rafforzamento della posizione competitiva: ITA Airways intende consolidarsi quale vettore di italiano di riferimento, efficiente e innovativo, garantendo una connettività di elevata qualità in sinergia con i principali settori del turismo e del commercio internazionale. Centrale nella strategia aziendale è l’offerta di un servizio d’eccellenza rivolto a clientela business e leisure, con una costante attenzione alla sostenibilità economica, sociale e ambientale, mediante una gestione responsabile delle risorse. Sviluppo del network e della flotta: Il Piano prevede una crescita soprattutto nel settore di lungo raggio e l’ampliamento delle destinazioni intercontinentali in partenza dall’hub di Roma Fiumicino. L’incremento della connettività sarà garantito anche attraverso accordi commerciali e partnership strategiche con altri vettori. In parallelo, proseguirà il percorso di rinnovo della flotta volto a incrementare l’efficienza energetica e ridurre l’impatto ambientale, in linea con gli impegni di sostenibilità assunti dalla Compagnia e nel rispetto delle disposizioni comunitarie che prevedono, tra le altre cose, la mancata disponibilità di quote ETS gratuite. Al termine del periodo di piano, la flotta sarà composta quasi interamente da aeromobili di nuova generazione. Consolidamento nel gruppo Lufthansa, il quarto al mondo per importanza, come leva strategica per capitalizzare sinergie operative, commerciali e tecnologiche di rilievo, favorendo una maggiore competitività, l’accesso a nuovi mercati e un costante processo di innovazione nei servizi destinati ai passeggeri. “Desidero esprimere l’apprezzamento mio personale e dell’intero Consiglio di Amministrazione a quanti hanno lavorato in queste settimane al Piano Industriale oggi approvato, che garantirà lo sviluppo della Compagnia nel prossimo quinquennio. – ha dichiarato Sandro Pappalardo, Presidente di ITA Airways – Poniamo le basi per continuare ad essere il vettore italiano di riferimento con un ruolo strategico nel sistema Paese e ad incrementare la connettività con il resto del mondo”. Joerg Eberhart, Amministratore Delegato e Direttore Generale di ITA Airways, ha dichiarato: “Oggi è un altro momento storico per la Compagnia. Il Piano Industriale approvato rende possibile uno sviluppo sostenibile di ITA Airways grazie alle sinergie con il Gruppo Lufthansa. Con l’espansione del network, l’adozione di tecnologie di ultima generazione, gli accordi con grandi partner globali e l’impegno verso l’eccellenza del servizio riusciremo a convincere, da qui al 2030, sempre più passeggeri che partono non solo dall’Italia ma anche da altri Paesi per venire in Italia a scegliere ITA Airways, creando opportunità lavorative attraenti e indotto per l’industria del trasporto aereo”.
“Abbiamo appreso con stupore da notizie di stampa che in data odierna il Cda di Ita Airways avrebbe approvato il piano industriale della Compagnia per il periodo 2026-2030, senza che sia mai stato in alcun modo attivato il previsto confronto di merito con le organizzazioni sindacali che rappresentano gli oltre 5000 lavoratori che, con il loro sacrificio e la loro professionalità, hanno permesso all’azienda di decollare”, dichiarano Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Ugl Trasporto Aereo, Anpac e Anp che proseguono: “Riteniamo questa l’ennesima grave mancanza di rispetto da parte del management verso i lavoratori di Ita Airways, che va ad aggiungersi alla lentezza ed inconcludenza con la quale sta procedendo la trattativa sul rinnovo del Ccnl, scaduto il 31 dicembre scorso, nonché gli improduttivi tavoli di confronto sulle innumerevoli criticità gestionali.
“Nel merito – proseguono le organizzazioni sindacali – le informazioni di stampa sul piano industriale, qualora confermate, delineano un progetto debole che porterebbe Ita Airways ad avere in flotta circa 100 aeromobili nel 2030, cioè poche unità in più di quanto già in essere oggi. Non si capisce quindi con quali aeromobili sarebbe possibile mantenere le promesse di ampliamento del network di medio e, soprattutto, di lungo raggio. Un piano che sarebbe quindi rinunciatario, con pochi investimenti, poco o nessuno sviluppo, poca crescita dell’occupazione e, soprattutto, nessun coinvolgimento e condivisione da parte del personale che dovrebbe realizzarlo, che attende vanamente e da mesi risposte sul futuro occupazionale e sul rinnovo dei contratti. Ci pare evidente che senza un radicale cambio di passo da parte di azionisti e management, la ripresa delle attività sindacali dopo la franchigia estiva imposta dalla legge sugli scioperi nei servizi essenziali, ci vedremo costretti ad attivare tutte le azioni e iniziative sindacali necessarie che apriranno inevitabilmente, una nuova stagione di conflitto”
Nucleare sostenibile, via libera in Conferenza Unificata alla legge delega. Pichetto: “Ora testo in Parlamento”
La Conferenza Unificata ha espresso parere positivo allo schema di legge delega per lo sviluppo del nuovo nucleare sostenibile. “Con grande soddisfazione – ha dichiarato il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin – prendo atto della valutazione della più autorevole sede di confronto interistituzionale. Ora il testo sarà trasmesso rapidamente al Parlamento, per avviare un percorso molto atteso, che può dare all’Italia l’opportunità di sviluppare un’energia sicura, pulita, innovativa e orientata alla decarbonizzazione. Una strada di futuro su cui oggi facciamo un altro passo avanti”. Il provvedimento punta a definire un quadro normativo organico sull’intero ciclo di vita della nuova tecnologia nucleare, sia a fissione sia a fusione. Il Governo sarà delegato a varare uno o più decreti legislativi per disciplinare la sperimentazione, la localizzazione, la costruzione e l’esercizio dei nuovi moduli, rivedere le competenze istituzionali, promuovere ricerca e formazione e riorganizzare la gestione degli impianti esistenti, dei rifiuti e del combustibile esaurito.
Intesa triennale tra Gse e Unem per la decarbonizzazione dei trasporti
Intesa triennale tra il Gestore dei Servizi Energetici e l’Unione Energie per la Mobilita’ (l’associazione delle imprese della raffinazione, stoccaggio e distribuzione di prodotti petroliferi) per sostenere la decarbonizzazione del settore dei trasporti, promuovendo lo sviluppo e l’utilizzo dei biocarburanti. Il protocollo di intesa prevede la collaborazione nella promozione dell’efficienza energetica e delle fonti rinnovabili, con particolare attenzione ai biocarburanti sostenuti dal Gse, e nello sviluppo della filiera dei biocarburanti, anche attraverso studi, proposte normative e valorizzazione di materie prime come rifiuti urbani e agricoli. Previste anche attivita’ di formazione e sensibilizzazione e organizzazione di eventi e iniziative culturali, a livello locale e nazionale, per promuovere la transizione ecologica nel settore trasporti. Gse e le imprese dell’Unem daranno inoltre vita a un tavolo di confronto sui temi della regolazione energetica e delle regole tecniche per l’accesso ai meccanismi gestiti dal Gse.
Energia: intesa in Conferenza Unificata su Fer X e criteri minimi edifici . Gava, “Spinta concreta alla transizione”
Raggiunta ieri in Conferenza Unificata l’intesa su altri due provvedimenti strategici: il decreto Fer X, che sostiene con incentivi la realizzazione di impianti a fonti rinnovabili come il fotovoltaico, l’eolico, l’idroelettrico e l’utilizzo dei gas di depurazione, favorendo la produzione di energia pulita in modo sostenibile ed economicamente efficiente; quindi, il decreto che aggiorna i criteri minimi di prestazione energetica degli edifici, favorendo l’uso delle rinnovabili e l’integrazione delle infrastrutture di ricarica per veicoli elettrici. «Si tratta di misure attese, che danno certezze agli operatori e rafforzano l’impegno per un sistema energetico più efficiente, sostenibile e moderno» ha dichiarato il viceministro Vannia Gava.
Energia, prestito Bei da 50 milioni a Iberdrola per rete Valencia
La Banca europea per gli investimenti (Bei) ha firmato due prestiti da 25 milioni di euro con Iberdrola per finanziare i lavori di ricostruzione, riprogettazione, adattamento ai cambiamenti climatici e digitalizzazione che la società elettrica sta realizzando sulla rete di distribuzione dell’energia elettrica danneggiata dalle devastanti inondazioni che hanno colpito Valencia nell’ottobre 2024. “Questi investimenti fanno parte del progetto il.lumina di Iberdrola per costruire la rete elettrica del futuro. Le misure comprenderanno la ricostruzione delle infrastrutture danneggiate, l’ampliamento dell’automazione degli impianti, l’installazione di trasformatori intelligenti per migliorare la qualità dell’approvvigionamento, il trasferimento delle linee elettriche aeree nel sottosuolo e l’innalzamento e il ridimensionamento delle sottostazioni di trasformazione”, afferma la Bei con una nota. Secondo la società elettrica, queste operazioni – si legge – dovrebbero andare a beneficio di oltre 650mila clienti, migliorando la sicurezza dell’approvvigionamento elettrico in un contesto caratterizzato da eventi meteorologici estremi e da una crescente integrazione della produzione di energia rinnovabile. Il finanziamento comprende 25 milioni di euro provenienti dalle risorse proprie della Bei e altri 25 milioni di euro provenienti dal Fondo di resilienza regionale creato per facilitare l’accesso ai prestiti NextGenerationEu nell’ambito del Piano di ripresa e resilienza della Spagna.
Aie: la domanda globale di elettricità continuerà a crescere fino al 2026 nonostante le difficoltà economiche
Rinnovabili, gas naturale e nucleare sono destinate a soddisfare la domanda aggiuntiva, mentre l’uso mondiale di elettricità aumenta per l’industria, gli elettrodomestici, l’aria condizionata, i data center, i veicoli elettrici e altro ancora. Secondo un nuovo report dell’AIE (Agenzia Internazionale dell’Energia), la domanda globale di elettricità è destinata a espandersi a uno dei ritmi sostenuti più rapidi da oltre un decennio, nonostante le continue pressioni economiche, con rinnovabili, gas naturale e nucleare che contribuiranno a soddisfare la domanda aggiuntiva. La domanda di elettricità è destinata a salire del 3,3% nel 2025 e del 3,7% nel 2026 – più del doppio della velocità di crescita della domanda totale di energia nello stesso periodo, secondo l’Aggiornamento di Metà Anno sull’Elettricità dell’AIE. Il nuovo report sottolinea la crescente domanda di elettricità per alimentare fabbriche ed elettrodomestici, mantenere freschi gli edifici, gestire flotte crescenti di data center, far funzionare veicoli elettrici e altro ancora. Sebbene le ultime previsioni per la crescita della domanda globale di elettricità per quest’anno e il prossimo rappresentino una decelerazione rispetto all’impennata del 4,4% registrata nel 2024, rimangono ben al di sopra della media del 2,6% del periodo 2015-2023. Si prevede che le energie rinnovabili supereranno il carbone come la più grande fonte mondiale di elettricità già nel 2025 o al più tardi entro il 2026, a seconda delle condizioni meteorologiche e dell’andamento dei prezzi dei combustibili. Allo stesso tempo, si prevede che la produzione di energia nucleare raggiungerà massimi storici, trainata dai riavvii dei reattori in Giappone, dalla robusta produzione negli Stati Uniti e in Francia, e da nuove aggiunte, principalmente in Asia. Il costante aumento della produzione di energia da gas è destinato a continuare a soppiantare il carbone e il petrolio nel settore energetico in molte regioni.
Come risultato di questi sviluppi, si prevede attualmente che le emissioni di anidride carbonica derivanti dalla produzione di elettricità si stabilizzino nel 2025 e registrino un leggero calo nel 2026, sebbene le condizioni meteorologiche ed economiche potrebbero influenzare tale traiettoria. “La crescita della domanda globale di elettricità è destinata a rimanere robusta fino al 2026, nonostante un contesto economico incerto”, ha dichiarato Keisuke Sadamori, Direttore dei Mercati Energetici e della Sicurezza dell’AIE. “La forte espansione delle rinnovabili e del nucleare sta costantemente rimodellando i mercati dell’elettricità in molte regioni. Ma questo deve essere accompagnato da maggiori investimenti in reti, stoccaggio e altre fonti di flessibilità per garantire che i sistemi energetici possano soddisfare la crescente domanda in modo sicuro e conveniente.”
Le economie emergenti in Asia rappresentano la maggior parte della crescita della domanda globale di elettricità. Si prevede che Cina e India guideranno il 60% dell’aumento del consumo globale di elettricità nel 2025 e 2026. Si prevede che la crescita della domanda accelererà al 5,7% in Cina e al 6,6% in India l’anno prossimo, rispettivamente dal 5% e 4% nel 2025. Negli Stati Uniti, la rapida espansione dei data center dovrebbe mantenere la crescita annuale della domanda di elettricità sopra il 2% sia nel 2025 che nel 2026, più del doppio del tasso di crescita medio dell’ultimo decennio. Al contrario, il consumo di elettricità nell’Unione Europea è destinato a crescere più lentamente quest’anno, circa dell’1%, sebbene sia prevista una modesta accelerazione nel 2026, come mostra il report. Nella prima metà del 2025, i prezzi dell’elettricità all’ingrosso nell’Unione Europea e negli Stati Uniti sono aumentati del 30-40% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, in gran parte a causa dei prezzi più alti del gas naturale in un mercato globale del gas più teso. Sebbene i prezzi medi dell’energia siano rimasti al di sotto dei livelli annuali del 2023 in questi mercati, erano superiori ai livelli visti nel 2019. Nel frattempo, la frequenza di prezzi all’ingrosso negativi sta aumentando in vari mercati, sottolineando la necessità di una maggiore flessibilità nell’offerta e nella domanda, dove saranno essenziali quadri normativi e design di mercato appropriati per promuovere una maggiore risposta della domanda e lo stoccaggio di energia.
I prezzi dell’elettricità variano ancora considerevolmente tra le diverse regioni, con implicazioni per i settori industriali. I prezzi medi dell’elettricità per le industrie ad alta intensità energetica nell’Unione Europea sono ancora il doppio di quelli negli Stati Uniti e significativamente più alti che in Cina. Queste differenze di costo continuano a porre sfide alla competitività delle industrie ad alta intensità energetica nell’Unione Europea.
Nave Piombino, Fratoianni (Avs): “Scelta sbagliata, via al più presto”
“Abbiamo sempre detto, fin dall’inizio e per molto tempo da soli, che la nave rigassificatrice nel porto di Piombino, a due passi dalla città era una scelta profondamente sbagliata. Sbagliata dal punto di vista delle politiche energetiche del Paese, ancora una volta legate all’energia fossile e facendo fare vertiginosi profitti alle compagnie energetiche caricando le bollette degli italiani di costi astronomici. Sbagliata dal punto di vista della sicurezza data la sua localizzazione. Ora la questione è che questa nave rigassificatrice deve andare via al più presto, come hanno promesso, nel 2026. Saremo vigili perché questo succeda e tutti siano coerenti con quello che dicevano negli anni che abbiamo alle spalle”. Lo ha affermato Nicola Fratoianni di Avs parlando con i cronisti martedì sera a Piombino a margine della manifestazione conclusiva della festa del locale circolo di Sinistra Italiana.
Ai, Google firma codice condotta Ue mentre Meta no
Google ha annunciato di aver firmato il Codice di condotta dell’Unione europea per i modelli di intelligenza artificiale, a differenza di Meta. ‘Ci uniremo a diverse altre aziende nella firma del Codice di condotta dell’Unione europea per l’Ai di uso generale’, ha dichiarato Kent Walker, presidente degli affari globali di Google. OpenAI, creatore di ChatGPT, e la startup francese Mistral hanno gia’ annunciato che sottoscriveranno questo codice di condotta, mentre Meta (Facebook, Instagram…) ha dichiarato che non lo fara’. Il codice Ue, pubblicato il 10 luglio, pone l’accento in particolare sul diritto d’autore. L’Ue chiede l’esclusione dall’Ai dei siti noti per ripetuti attacchi informatici e chiede ai firmatari di impegnarsi a verificare che i loro modelli non riproducano un linguaggio offensivo o violento. Queste raccomandazioni sono pensate per modelli di Ai generici, come ChatGPT, Grok di X o Gemini di Google.Pnrr,
Mase: parte campagna telerilevamento aerospaziale, per pianificazione, sicurezza idrogeologica e monitoraggio
Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica dà l’avvio ad una campagna nazionale di telerilevamento aerospaziale, fondamentale per la pianificazione territoriale, la sicurezza idrogeologica e il monitoraggio ambientale. È interessato tutto il territorio nazionale, isole maggiori e minori comprese, per oltre 302 mila chilometri quadrati. L’iniziativa rientra nel Progetto SIM – Sistema Integrato di Monitoraggio, uno degli interventi strategici della Missione 2 del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), misura progettata e attuata dal Dipartimento Sviluppo Sostenibile del MASE, con il supporto di Leonardo attraverso la società e-GEOS. L’attività si articola in due obiettivi principali: acquisire modelli digitali del terreno e di superficie ad altissima risoluzione e creare un database gravimetrico aggiornato per l’Italia.
La prima attività prevede l’acquisizione di dati LiDAR (Laser Scanning), che consentiranno analisi di stabilità dei versanti, modellazioni idrauliche e perimetrazione di aree a rischio inondazione. La seconda linea di intervento serve a migliorare la precisione dei sistemi di posizionamento e lo studio del sottosuolo, definendo un nuovo modello di geoide nazionale. “Questo intervento – spiega il ministro Gilberto Pichetto – fornirà al Paese una base conoscitiva aggiornata e integrabile, con dati di altissima qualità, in linea con gli standard europei più avanzati”. “E’ un progetto – aggiunge Pichetto – davvero strategico per la difesa del territorio e la gestione delle risorse naturali, che ci permetterà di colmare le lacune di conoscenza nella morfologia del territorio, a beneficio delle amministrazioni ma anche degli stakeholder pubblici e privati operanti nei settori della protezione civile, dell’urbanistica, della gestione delle risorse naturali, delle infrastrutture e dell’ambiente”.
I risultati del progetto verranno condivisi periodicamente con le amministrazioni coinvolte, che potranno monitorare lo stato di avanzamento, contribuire alla verifica e validazione dei dati, e partecipare attivamente al rafforzamento della cooperazione istituzionale.
Carceri, Nordio: 1 milione per reinserimento detenuti Umbria
Il ministro della Giustizia, Carlo Nordio stanzia circa 1 milione di euro per l’Umbria, “con l’obiettivo di avviare percorsi di orientamento, formazione e housing sociale delle persone sottoposte a misura penale esterna o in uscita dagli istituti penitenziari, e attivare una rete per favorirne il reinserimento socio-lavorativo”. Così una nota del ministero della Giustizia. “L’azione, costruita grazie alla stretta collaborazione con il presidente della Regione Umbria Stefania Proietti, con la conduzione di Gabriella De Stradis, direttore generale per il coordinamento delle politiche di coesione del ministero, creerà un sistema integrato di interventi e nuove sinergie e collaborazioni sui territori. Una parte delle risorse sarà impiegata per l’ampliamento e il miglioramento funzionale di spazi finalizzati allo svolgimento delle attività trattamentali di formazione e inclusione socio-lavorativa; altra per residenzialità assistita e temporanea, idonee a ospitare – per periodi di tempo limitati – i destinatari dei percorsi di reinserimento e formazione privi di soluzione abitativa, altrimenti impossibilitati a fruire di misure alternative o sanzioni sostitutive”.
Il Progetto è finanziato nell’ambito del Piano “Una Giustizia più Inclusiva: Inclusione socio-lavorativa delle persone sottoposte a misura penale anche attraverso la riqualificazione delle aree trattamentali” di cui il ministero della Giustizia è Organismo intermedio per il Piano nazionale “Inclusione e lotta alla povertà 2021-2027”.
Meta nel mirino dell’Antistrust: aperta istruttoria per possibile abuso di posizione dominante
L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, agendo in stretta cooperazione con i competenti uffici della Commissione Europea, ha deliberato l’avvio di un procedimento istruttorio nei confronti di Meta Platforms Inc., Meta Platforms Ireland Limited, WhatsApp Ireland Limited e Facebook Italy S.r.l. – indicate come Meta – per presunto abuso di posizione dominante in violazione dell’articolo 102 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea (TFUE). Meta, che detiene una posizione dominante nel mercato dei servizi di comunicazione via app, a partire da marzo 2025 ha deciso di pre-installare il proprio servizio di intelligenza artificiale, denominato Meta AI, abbinandolo all’app WhatsApp senza che gli utenti lo abbiano chiesto. Peraltro, Meta AI è stato posto sulla schermata in una posizione prominente e integrato nella barra di ricerca. Meta AI rientra tra i servizi di Chatbot o Assistente AI che – sfruttando tecnologie di intelligenza artificiale – rispondono a quesiti generalisti, di varia natura, e consentono forme di interazione simili ai cosiddetti assistenti virtuali. Attraverso l’abbinamento di Meta AI con WhatsApp, Meta appare in grado di trainare la propria base utenti nel nuovo mercato, non attraverso una concorrenza basata sui meriti, ma “imponendo” agli utenti la disponibilità dei due servizi distinti con potenziale pregiudizio dei servizi concorrenti. Secondo l’Autorità esiste dunque il rischio che gli utenti possano restare “bloccati” o funzionalmente dipendenti da Meta AI anche perché tale servizio, utilizzando le informazioni fornite nel tempo, sarebbe in grado di dare risposte sempre più utili e rilevanti. Martedì i funzionari dell’Autorità hanno svolto ispezioni nelle sedi della controllata italiana di Meta, Facebook Italy S.r.l., con l’ausilio del Nucleo Speciale Antitrust della Guardia di Finanza.
Appalti, cooperative e sindacati: urgente adeguare le tariffe nei contratti pubblici alle tabelle ministeriali
E’ urgente procedere all’adeguamento delle tariffe da parte di tutte le programmazioni regionali e delle stazioni appaltanti, in coerenza con le tabelle ministeriali pubblicate con decreto direttoriale n. 30 del 14 giugno 2024. È la sollecitazione che arriva congiuntamente dalle organizzazioni sindacali di categoria Fp Cgil, Cisl Fp, Fisascat Cisl, Uil Fpl, Uiltucs e dalle centrali cooperative Confcooperative Federsolidarietà, Legacoopsociali, Agci Imprese Sociali, firmatarie del contratto collettivo nazionale di lavoro per il settore dei servizi sociali, sociosanitari, educativi e di inserimento lavorativo della cooperazione sociale. Nonostante l’ultimo rinnovo del ccnl 2023/2025, come evidenziato dall’Osservatorio Paritetico Nazionale su appalti e accreditamenti territoriali, continuano a registrarsi casi di mancati adeguamenti delle tariffe che non recepiscono gli incrementi contrattuali previsti, compromettendo la sostenibilità dei servizi e la stabilità occupazionale. Il ccnl per le lavoratrici e i lavoratori delle cooperative del settore socio – sanitario – assistenziale educativo e di inserimento lavorativo 2023/2025, interessa oltre 420.000 lavoratrici e lavoratori del comparto (report del ccnl aggiornato al 30 giugno 2025), includendo oltre 40.000 persone svantaggiate impegnate in percorsi di inserimento lavorativo, un pilastro del modello cooperativo e una leva fondamentale di promozione dell’inclusione al mondo del lavoro. Il Ccnl rappresenta inoltre uno strumento essenziale per garantire la valorizzazione, la salute e sicurezza delle lavoratrici e dei lavoratori coinvolti, la qualità dei servizi alla persona – anziani, minori, famiglie e soggetti fragili – e per promuovere l’inclusione sociale attraverso percorsi di inserimento lavorativo. Per questi motivi, le Parti firmatarie si attiveranno con tutti gli strumenti necessari per sostenere e tutelare l’occupazione e i servizi erogati dalle cooperative sociali, chiedendo il pieno riconoscimento dei costi contrattuali negli accreditamenti, convenzioni e contratti di appalto.
Saipem: estensione di contratto con Aker BP per attività di perforazione al largo della Norvegia
Saipem annuncia che Aker BP ha esercitato l’opzione di estensione nell’ambito del contratto già in essere per l’unità di perforazione semisommergibile Scarabeo 8, inizialmente aggiudicato a marzo 2022. Questa opzione, in diretta continuità con la precedente estensione contrattuale di un anno, prolunga il contratto fino al 31 dicembre 2027. Durante questo periodo, lo Scarabeo 8 opererà per Aker BP al largo della Norvegia. Lo Scarabeo 8, unità di perforazione di sesta generazione di proprietà di Saipem, è progettato per operare in ambienti offshore complessi. È dotato di un sistema di posizionamento dinamico (DP) e di un avanzato sistema di ormeggio, pienamente conforme agli standard normativi più rigorosi. Vanta un comprovato track record di progetti realizzati per importanti compagnie petrolifere ed è operativo sulla piattaforma continentale norvegese, compreso il Mare di Barents. Questa estensione contrattuale consolida ulteriormente la collaborazione di lunga data tra Saipem e Aker BP. Rappresenta, inoltre, una tappa significativa nell’impegno comune per garantire prestazioni ed eccellenza operativa di livello mondiale, in linea con i più elevati standard di sicurezza ed efficienza del settore.
Pnrr, Mase: parte campagna telerilevamento aerospaziale, per pianificazione, sicurezza idrogeologica e monitoraggio
Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica dà l’avvio ad una campagna nazionale di telerilevamento aerospaziale, fondamentale per la pianificazione territoriale, la sicurezza idrogeologica e il monitoraggio ambientale. È interessato tutto il territorio nazionale, isole maggiori e minori comprese, per oltre 302 mila chilometri quadrati. L’iniziativa rientra nel Progetto SIM – Sistema Integrato di Monitoraggio, uno degli interventi strategici della Missione 2 del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), misura progettata e attuata dal Dipartimento Sviluppo Sostenibile del MASE, con il supporto di Leonardo attraverso la società e-GEOS. L’attività si articola in due obiettivi principali: acquisire modelli digitali del terreno e di superficie ad altissima risoluzione e creare un database gravimetrico aggiornato per l’Italia.
La prima attività prevede l’acquisizione di dati LiDAR (Laser Scanning), che consentiranno analisi di stabilità dei versanti, modellazioni idrauliche e perimetrazione di aree a rischio inondazione. La seconda linea di intervento serve a migliorare la precisione dei sistemi di posizionamento e lo studio del sottosuolo, definendo un nuovo modello di geoide nazionale. “Questo intervento – spiega il ministro Gilberto Pichetto – fornirà al Paese una base conoscitiva aggiornata e integrabile, con dati di altissima qualità, in linea con gli standard europei più avanzati”. “E’ un progetto – aggiunge Pichetto – davvero strategico per la difesa del territorio e la gestione delle risorse naturali, che ci permetterà di colmare le lacune di conoscenza nella morfologia del territorio, a beneficio delle amministrazioni ma anche degli stakeholder pubblici e privati operanti nei settori della protezione civile, dell’urbanistica, della gestione delle risorse naturali, delle infrastrutture e dell’ambiente”.
I risultati del progetto verranno condivisi periodicamente con le amministrazioni coinvolte, che potranno monitorare lo stato di avanzamento, contribuire alla verifica e validazione dei dati, e partecipare attivamente al rafforzamento della cooperazione istituzionale.
Fs, Italferr prima nella classifica OICE 2024 delle società di ingegneria
È Italferr (Gruppo FS) ad aggiudicarsi il primo posto della classifica 2024 di ingegneria di OICE. L’associazione di categoria, aderente a Confindustria, che rappresenta le organizzazioni italiane di ingegneria, architettura e consulenza tecnico-economica, ha presentato le classifiche 2024 delle prime 50 società associate per fatturato nei settori ingegneria, architettura e project management. Ai vertici Italferr, ACPV Architects e RINA Consulting.
Nel settore ingegneristico, è la società del Gruppo FS a confermarsi leader con un fatturato di 419,36 milioni di euro, seguita da RINA Consulting con 308 milioni e da Tecne, società del Gruppo Autostrade per l’Italia, con 220,31 milioni.
Le nuove classifiche OICE 2024 offrono una panoramica dettagliata dello stato di salute e delle performance economiche delle principali società italiane associate a Confindustria. I dati raccolti attraverso l’indagine OICE/CEr sull’andamento del settore (relativi ai bilanci 2024 e alle previsioni per il 2025) forniscono un quadro aggiornato delle realtà più significative nei settori analizzati.
Italferr ha recentemente vinto la terza edizione dei premi OICE 2025 nella categoria “A2” ESG/Sostenibilità, grazie all’integrazione sistematica della sostenibilità nei suoi progetti infrastrutturali. L’azienda si è distinta per iniziative innovative nel sustainable design e nelle strategie ESG, con particolare attenzione a ricerca, sviluppo e corporate sustainability. Sta implementando processi e metodologie dedicate alla sostenibilità, coerenti con le strategie del Gruppo FS e in collaborazione con partner nazionali e internazionali. La gestione sostenibile guida l’interazione tra progetto, infrastruttura e territorio ed è supportata da un sistema di gestione Integrato certificato ISO 14001.
Rinnovabili: nasce Geeco, la Cer solidale di Genova
Si chiama GEECO – acronimo di Genova Energie Condivise – la nuova Comunità Energetica Rinnovabile Solidale (CERS) di Genova, un’iniziativa nata per promuovere energia rinnovabile, coesione sociale e sviluppo sostenibile per la città di Genova a partire dal suo cuore, il centro storico.
Il progetto è stato avviato “dal basso” da un gruppo di soci fondatori che unisce realtà del terzo settore e del mondo cooperativo, tra cui Confcooperative Liguria, Legambiente Liguria, Social Hub Genova, Fratello Sole, Cittadini Sostenibili, le cooperative sociali Gente di Mare e La Cruna e CER Sole, la prima CER costituita a Genova e tra le prime riconosciute in Italia.Il primo impianto della CER sarà un sistema fotovoltaico da circa 70 kW, che sarà installato sul tetto dell’Acquario di Genova, grazie al coinvolgimento di Costa Edutainment, che si è resa disponibile a concedere l’utilizzo della superficie. L’investimento sarà sostenuto dalla CER stessa, beneficiando di contributi nazionali e locali a fondo perduto del 40%.
GEECO è stata costituita nella forma di cooperativa di consumo impresa sociale, e reinvestirà le risorse generate dalla condivisione dell’energia in progetti a impatto sociale e ambientale, destinati alla comunità locale genovese, che saranno selezionati e valutati dagli stessi partner dell’iniziativa. L’adesione alla CER è aperta a tutti coloro che si riconoscono nelle finalità ambientali e di sviluppo della coesione sociale alla base della nascita di GEECO.
Grazie al sistema nazionale di incentivi del Gestore dei Servizi Energetici (GSE), per ogni kWh condiviso tra i membri, la CER riceverà contributi economici garantiti per 20 anni, e potrà accedere a ulteriori finanziamenti a fondo perduto per l’ampliamento degli impianti.
Quella presentata oggi è infatti la prima configurazione di GEECO, che copre l’area servita dalla cabina primaria AC001E01099 (che include tutto il bacino del Porto Vecchio da Ponte Colombo fino all’Acquario e fino oltre il Parco urbano delle Mura e dei Forti) ma è già in programma un’estensione progressiva all’intera città di Genova con la realizzazione di altri impianti.
Il progetto di CERS GEECO si inserisce nel più ampio circuito Enernoi, promosso da EpC Energie per la Comunità, società benefit costituita da CGM – Consorzio Nazionale della Cooperazione Sociale e Fratello Sole, con l’obiettivo di creare valore ambientale, economico e sociale attraverso la produzione e condivisione locale di energia da fonti rinnovabili, integrata con servizi di welfare, mobilità sostenibile e inclusione. Le CERS Enernoi già costituite sono 9, altre 40 configurazioni territoriali sono in corso di attivazione, in tutta Italia.
Trasporti, da InvestEU 875 mln euro per nuova linea ad alta velocità Lisbona-Porto
La Banca Europea per gli Investimenti (BEI) ha firmato un finanziamento da 875 milioni di euro – sostenuto da InvestEU, il programma faro dell’Unione europea a sostegno degli investimenti sostenibili, dell’innovazione e della creazione di posti di lavoro in Europa – con Avan Norte-Gestao De Ferrovia de Alta Velocidade per la costruzione della tratta Porto-Campanhã-Oiã della linea ad alta velocità Lisbona-Porto.
Si tratta della prima tranche di un finanziamento complessivo di 3 miliardi di euro approvato dalla BEI per questo progetto. Una volta completata, la linea ad alta velocità Lisbona-Porto ridurrà i tempi di percorrenza tra le due città a 1 ora e 15 minuti, trasportando quasi 9 milioni di passeggeri all’anno. Questo finanziamento rappresenta il più grande contratto singolo firmato dalla BEI nell’ambito di InvestEU.
“La linea ad alta velocità Lisbona-Porto – ha dichiarato la vicepresidente esecutiva della Commissione europea, Teresa Ribera – è un investimento che riflette la capacità dell’Europa di agire in un momento che richiede coerenza e ambizione. Dimostra come le decisioni infrastrutturali siano strettamente legate ai nostri obiettivi climatici, alla nostra coesione territoriale e alla nostra competitività. Sappiamo che queste transizioni richiedono impegni su larga scala, ma richiedono anche che facciamo scelte coerenti con la nostra responsabilità nei confronti dei cittadini europei, ora e nei decenni a venire”.
Maria Cristina Carlini