La giornata

Ue: l’accordo porta stabilità. Fmi rialza le stime del Pil: +0,5% nel 2025

  • Fs, nasce la nuova società Fs Energy. Donnarumma: un passo strategico per contribuire alla decarbonizzazione
  • Servizi, si apre al Mit il Tavolo tecnico sulla revisione dei prezzi
  • Edilizia, Mit: presto presentazione del ddl Delega per la riscrittura del Testo unico
  • Genova: l’Agenzia del Demanio pubblica il bando da 18 milioni per la riqualificazione della caserma Nino Bixio
  • Terna accelera sugli investimenti a oltre 1,3 miliardi (+26,6%),  ricavi salgono  1,9 miliardi e l’utile a 586 milioni

29 Lug 2025

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IN SINTESI

Ue e Usa trattano ancora per chiudere la partita dei dazi. Quello raggiunto domenica scorsa è un accordo giuridicamente non vincolante e i testi diffusi da Washington e Bruxelles presentano ancora divergenze e discrepanze. Per questo, la Ue e gli Usa negozieranno ulteriormente, in linea con le rispettive procedure interne, per attuare pienamente l’accordo politico” e quindi formalizzare l’intesa. “Arriverà presto”, ha assicurato un portavoce della Commissione. Ma l’Ue non ha fretta. L’obiettivo prioritario è evitare trappole sui paragrafi ancora aperti, come, ad esempio,  quello dei farmaci e dei chip. L’accordo politico Ue-Usa sui dazi “ripristina la stabilità e la prevedibilità per i cittadini e le imprese su entrambe le sponde dell’Atlantico”, ha affermato la Ue in una nota ieri.  “L’accordo garantisce il mantenimento dell’accesso delle esportazioni dell’Ue al mercato statunitense, preservando catene del valore profondamente integrate – molte delle quali dipendono dalle Pmi – e salvaguardando efficacemente i posti di lavoro. Esso costituisce inoltre la base per una collaborazione continua tra l’Ue e gli Stati Uniti”, aggiunge Bruxelles. “Nell’accordo politico del 27 luglio 2025, i presidenti von der Leyen e Trump hanno concordato i parametri chiave delle relazioni commerciali tra l’Ue e gli Stati Uniti. Si tratta del primo passo di un processo che sarà ulteriormente ampliato nel tempo per coprire altri settori e continuare a migliorare l’accesso al mercato”. Gli impegni chiave di entrambe le parti – si legge – includono: un unico tetto tariffario statunitense onnicomprensivo del 15% per i prodotti dell’Ue. A partire dal 1° agosto, gli Stati Uniti “applicheranno questa tariffa massima alla stragrande maggioranza delle esportazioni dell’Ue. Si tratta di un’aliquota tariffaria onnicomprensiva che rappresenta un tetto massimo, compresa la tariffa della nazione più favorita (Mfn) degli Stati Uniti che in precedenza si aggiungeva alle tariffe aggiuntive introdotte dagli Stati Uniti”. Il limite massimo del 15% – sottolinea Bruxelles – si applica a quasi tutte le esportazioni dell’Ue attualmente soggette a dazi reciproci (ad eccezione dei casi in cui il dazio Mfn degli Stati Uniti supera il 15%, nel qual caso si applica solo il dazio Mfn senza dazi aggiuntivi). “Il limite massimo del 15% si applica anche alle automobili e ai ricambi per automobili, attualmente soggetti a un’aliquota tariffaria fino al 25% con una tariffa Mfn aggiuntiva del 2,5%, garantendo un immediato sgravio tariffario. Il limite massimo del 15% si applicherà anche a eventuali dazi futuri sui prodotti farmaceutici e sui semiconduttori, compresi quelli basati sulla Sezione 232. Fino a quando gli Stati Uniti non decideranno se imporre dazi aggiuntivi su questi prodotti ai sensi della Sezione 232, essi rimarranno soggetti solo ai dazi Mfn statunitensi”, aggiunge la Commissione.

Nell’accordo  è previsto un trattamento speciale per i prodotti. “A partire dal 1° agosto 2025, i dazi statunitensi sugli aeromobili e sui componenti aeronautici dell’Ue, su determinati prodotti chimici, su alcuni farmaci generici o sulle risorse naturali torneranno ai livelli precedenti a gennaio. Ciò garantirà un immediato alleggerimento tariffario per le industrie chiave dell’Unione, mentre l’Ue e gli Stati Uniti hanno convenuto di continuare a lavorare per aggiungere altri prodotti a questo elenco”, sottolinea l’Esecutivo Ue. L’intesa – si legge – prevede anche di “Unire le forze per proteggere i settori dell’acciaio, dell’alluminio e del rame dalla concorrenza sleale e distorsiva”. “La sovraccapacità globale minaccia sia l’industria dell’Ue che quella degli Stati Uniti. Insieme, l’Unione e gli Stati Uniti stabiliranno contingenti tariffari per le esportazioni dell’Ue a livelli storici, riducendo le attuali tariffe del 50%, garantendo al contempo una concorrenza globale leale”, aggiunge Bruxelles. L’accordo prevede la liberalizzazione di alcuni scambi commerciali di reciproco interesse dagli Stati Uniti verso l’Ue. “Gli importatori e i consumatori dell’Ue risparmieranno circa 5 miliardi di euro all’anno in dazi doganali, mentre i settori industriali e agricoli sensibili dell’Ue rimarranno protetti”, sottolinea Bruxelles. Prevista inoltre “l’eliminazione dei dazi già bassi sui prodotti industriali”. Le tariffe Mfn (Nazione più favorita) dell’Ue sui prodotti industriali sono generalmente basse; l’Ue – si legge – eliminerà ora questi dazi residui di basso livello sui prodotti industriali provenienti dagli Stati Uniti.

La Commissione ha, intanto, aggiornato i Rappresentanti Permanenti dei 27 sull’ultimo stato dei negoziati con gli Stati Uniti per la finalizzazione della dichiarazione congiunta, compresa la pubblicazione di schede informative da entrambe le parti. Si prevede che gli Stati Uniti daranno attuazione ai propri impegni prevalentemente mediante decreti esecutivi. La Commissione presenterà una panoramica delle modalità con cui l’Ue potrà dare attuazione ai propri impegni in conformità delle norme e delle procedure pertinenti.

Fmi: la  crescita globale al 3% nel 2025, la stima del Pil italiano sale a +0,5%

Il Fondo Monetario Internazionale prevede che la crescita globale si attestera’ al 3,0% per il 2025 e al 3,1% nel 2026. La previsione per il 2025 e’ superiore di 0,2 punti percentuali rispetto a quella contenuta nel World Economic Outlook di aprile 2025 e di 0,1 punti percentuali superiore per il 2026. “Questo riflette un’anticipazione piu’ marcata del previsto degli scambi commerciali in previsione di tariffe piu’ elevate – si legge nell’aggiornamento previsionale diffuso ieri – tariffe medie effettive statunitensi inferiori rispetto a quanto annunciato in aprile, un miglioramento delle condizioni finanziarie, anche grazie a un indebolimento del dollaro Usa e un’espansione fiscale in alcune grandi economie’. L’inflazione globale complessiva e’ attesa in calo al 4,2% nel 2025 e al 3,6% nel 2026, un andamento simile a quello previsto in aprile. Tuttavia, il quadro generale cela differenze significative tra paesi, con previsioni che indicano che l’inflazione rimarra’ al di sopra del target negli Stati Uniti e sara’ piu’ contenuta in altre grandi economie. Il Fmi ha poi alzato di due decimi la stima di crescita del pil dell’area euro per il 2025 all’1% mentre ha confermato la previsione per il 2026 a +1,2%. Secondo l’aggiornamento al World Economic Outlook pubblicato oggi, l’istituzione di Washington prevede inoltre una crescita dell’economia degli Stati Uniti pari all’1,9% nel 2025 e al 2% nel 2026. Le due stime sono state alzate rispettivamente di 1 e 3 decimi. E’ stata inoltre alzata significativamente la stima di crescita della Cina al 4,8%, otto decimi in piu’ di aprile, mentre la previsione per il 2026 e’ aumentata di 2 decimi al 4,2%. Tagliata invece la stima sul ritmo di crescita della Russia per il 2025 allo 0,9% (dal +1,5% previsto ad aprile) mentre e’ stata alzata di un decimo all’1% la previsione per il 2026. Tornando all’eurozona, l’Fmi vede la Germania in crescita dello 0,1% quest’anno (dalla crescita nulla attesa tre mesi fa) e dello 0.9% il prossimo. Invariate allo 0,6% e all’1% le stime per il biennio della Francia. Confermate anche le proiezioni per la Spagna rispettivamente al 2,5% e all’1,8%. Il Fmi ha alzato di un decimo di punto la stima di crescita del pil italiano per il 2025 allo 0,5% mentre ha confermato la previsione per il 2026 allo 0,8%. Ad aprile il Fondo aveva ridotto la stima per l’anno in corso di tre decimi allo 0,4% rispetto al +0,7% previsto a gennaio. Per il Fmi, i rischi per lo scenario macroeconomico globale restano orientati al ribasso. ‘Un ritorno a livelli tariffari effettivi piu’ alti potrebbe indebolire la crescita – si legge nel rapporto -. L’incertezza elevata potrebbe iniziare a pesare maggiormente sull’attivita’ economica, soprattutto se le scadenze per nuove tariffe supplementari arriveranno senza progressi su accordi sostanziali e permanenti. Le tensioni geopolitiche potrebbero interrompere le catene di approvvigionamento globali e spingere al rialzo i prezzi delle materie prime. Deficit fiscali piu’ ampi o un aumento dell’avversione al rischio potrebbero far salire i tassi d’interesse a lungo termine e inasprire le condizioni finanziarie globali. Insieme alle preoccupazioni legate alla frammentazione, cio’ potrebbe riaccendere la volatilita’ nei mercati finanziari’. ‘Sul versante positivo, la crescita globale potrebbe beneficiare se i negoziati commerciali portassero a un quadro prevedibile e a una riduzione delle tariffe. Le politiche devono offrire fiducia, prevedibilita’ e sostenibilita’, calmando le tensioni, preservando la stabilita’ dei prezzi e quella finanziaria, ripristinando i margini di bilancio e attuando riforme strutturali tanto necessarie’.

Dazi, FederlegnoArredo: per la filiera confermati dazi al 15% sui prodotti finiti di arredamento

“L’incontro con il ministro degli Esteri Tajani è stato molto puntuale e proficuo per cercare di definire con maggiore chiarezza un accordo i cui contorni sono ancora in via di definizione. Per quanto riguarda la nostra filiera sono confermati i dazi al 15% sui prodotti finiti di arredamento, mentre siamo in attesa di delineare le misure previste sulla materia prima legnosa, anche se risulta probabile l’introduzione di un tetto massimo del 15%“. Lo afferma il presidente di FederlegnoArredo, Claudio Feltrin, commentando l’esito del vertice alla Farnesina sui dazi, che si è svolto lunedì.  “Ho chiesto al ministro Tajani – spiega Feltrin – che il Governo insista perché la Commissione Europea concluda quanto prima l’accordo del Mercosur che sbloccherebbe dai dazi esistenti una zona molto interessante per il nostro export, a partire dal Brasile, paese che – come dimostrano anche i dati sui visitatori del Salone del Mobile.Milano – apprezza in modo netto i prodotti del nostro design e ha un grande potenziale di crescita e sviluppo per le imprese del legno-arredo. Un’azione rapida che darebbe risultati immediati alla nostra filiera per recuperare, almeno in parte, il mercato USA in cui stiamo già perdiamo competitività”. Inoltre,  “la riunione è stata inoltre l’occasione anche per accendere i riflettori sull’India, altro paese in cui l’introduzione di certificazioni obbligatorie per il nostro settore rischia di bloccare un altro mercato ad alto potenziale. Due esempi concreti per dire che per le imprese del nostro settore è indispensabile che il governo e l’Europa si concentrino per definire misure per l’internazionalizzazione: la nostra è una filiera 100% made in Italy che esporta oltre il 50% del suo fatturato. Proprio per questo – conclude Feltrin – ho ribadito anche la necessità generale di garantire sostegno concreto alle imprese che partecipano alle fiere internazionali in Italia, riconosciute come momenti cruciali per la promozione del settore e dell’intero Paese a livello globale”.

Dazi, Foti: quadro non chiaro per utilizzo fondi Pnrr  per le aziende colpite

“Per quanto riguarda l’ipotesi di utilizzare le risorse del Pnrr per compensare le aziende colpite dai dazi, non c’e’ un quadro sufficientemente chiaro, atteso che il tema chiaramente e’ quello di verificare gli impatti delle esenzioni, concesse o meno. Sicche’ non e’ possibile avanzare alcuna valutazione fino a quel momento e tantomeno prospettare una rimodulazione coerente del Pnrr. A tacer del fatto che questo ultimo verra’ rappresentato e discusso in Parlamento e non sui media, essendo quello l’organo deputato a decidere’. Lo dichiara in una nota Tommaso Foti, ministro per gli Affari Europei, il Pnrr e le Politiche di coesione.

Fs, nasce la nuova società Fs Energy. Donnarumma: un passo strategico per contribuire alla decarbonizzazione

Nasce FS Energy, la nuova società del Gruppo FS con l’obiettivo di rendere l’approvvigionamento energetico più sostenibile ed economico e accelerare la decarbonizzazione del Paese favorendo la transizione energetica. FS Energy, con il presidente Massimiliano Garri e l’amministratore delegato Antonino Giunta, guiderà lo sviluppo delle attività energetiche per tutte le società del Gruppo FS attraverso l’implementazione di impianti fotovoltaici per incrementare la produzione e ottimizzare l’autoconsumo. La NewCo permetterà di gestire in modo più efficiente l’energia residua esposta al mercato mediante un sistema evoluto di gestione del rischio commodity. “La nascita di FS Energy rappresenta un passo strategico e concreto per contribuire alla decarbonizzazione del Paese e favorire lo sviluppo di un sistema energetico sostenibile”, afferma l’Amministratore Delegato e Direttore Generale del Gruppo FS, Stefano Antonio Donnarumma. “La nuova società rappresenta una delle chiavi di sviluppo del Piano strategico 2025-2029. Si tratta di un’operazione di rilevanza strategica che unisce il settore energetico e ferroviario permettendo di contribuire concretamente nell’economia dell’intero sistema Paese, con un risparmio in termini di costi e un’ottimizzazione in termini di efficientamento delle risorse. Il Gruppo FS, leader della mobilità, intende guidare da protagonista la transizione energetica”. Obiettivo del Gruppo FS, primo consumatore di energia elettrica del Paese con circa il 2% della domanda nazionale, è la decarbonizzazione dei consumi energetici attraverso la produzione da fonti rinnovabili e l’installazione di 1,1 GW (circa 1,5 TWh in caso di fotovoltaico) di capacità rinnovabile entro il 2029, pari al 19% di tutti i consumi del Gruppo FS, e di circa 2 GW (3 TWh in caso di fotovoltaico) entro il 2034, ovvero il 40% dei consumi.

Il tema energia è parte degli obiettivi del Piano Strategico 2025-2029 che prevede 100 miliardi di euro di investimenti per innovare i trasporti e migliorare l’esperienza di viaggio, con l’obiettivo di costruire un sistema di mobilità integrato, sostenibile, connesso all’Europa e al futuro. Con interventi mirati a ottimizzare e ridurre i consumi energetici di tutto il Gruppo, FS Energy eseguirà le diagnosi energetiche e si occuperà della pianificazione ed esecuzione di interventi di efficientamento energetico su stazioni e infrastrutture. Introdurrà, inoltre, tecnologie avanzate per ridurre i consumi, abbattere le emissioni di CO₂ e potenziare la sostenibilità complessiva del sistema ferroviario.

Le principali leve per la realizzazione del nuovo piano di sviluppo di produzione da fonti rinnovabili sono la realizzazione di impianti in proprio, l’acquisizione di impianti fotovoltaici di terzi, la stipula di Power Purchase Agreement (PPA) e la realizzazione degli impianti in co-development. Grazie all’importante contributo delle principali Società del Gruppo, è stata recentemente aggiudicata la prima gara pubblica in Italia per la fornitura di lungo termine di energia elettrica da fonti rinnovabili per usi non strettamente connessi alla trazione dei treni. La gara, dal valore di 204,2 milioni di euro, prevede l’acquisto a prezzo fisso di 275GWh l’anno suddivisi in cinque lotti: Lotto 1 profilo solare fotovoltaico 45 GWh per 10 anni, aggiudicatario Enel Energia; Lotto 2 profilo eolico 45 GWh per 10 anni, aggiudicatario Edison Energia; Lotto 3 profilo eolico 55 GWh per 10 anni, aggiudicatario ERG Power Generation; Lotto 4 profilo baseload 60 GWh per 5 anni, aggiudicatario ERG Power Generation; Lotto 5 profilo baseload 70 GWh per 5 anni, aggiudicatario ERG Power Generation

Lo sviluppo di impianti fotovoltaici attraverso il co-sviluppo rappresenta uno dei principali strumenti per raggiungere 1,1 GW di capacità rinnovabile entro il 2029. È attualmente in corso la gara del valore di 46 milioni di euro per selezionare operatori energetici qualificati, con l’obiettivo di sviluppare impianti funzionali alla realizzazione di circa 200-300 MW di potenza installata. Nel dettaglio la gara prevede lo sviluppo di 18 impianti fotovoltaici connessi ad altrettante sottostazioni, 10 dei quali con potenza tra i 6 e i 12 MW e 8 con potenza compresa tra 25 e 90 MW.

Servizi, si apre al Mit il Tavolo tecnico sulla revisione dei prezzi

Si è aperto al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti il Tavolo tecnico dedicato alla revisione dei prezzi nei contratti di servizi, alla presenza del vice ministro Edoardo Rixi. L’iniziativa risponde alle richieste avanzate dalla Consulta dei Servizi, in particolare alla necessità di garantire l’equilibrio contrattuale, in linea con quanto stabilito dal nuovo Codice dei contratti pubblici, che all’articolo 60 disciplina le clausole di revisione dei prezzi. Il Tavolo nasce con l’obiettivo di definire indirizzi operativi per le stazioni appaltanti, al fine di promuovere un utilizzo corretto ed efficace delle clausole di revisione, con particolare riferimento a quelle ordinarie, previste dal comma 2-bis dell’articolo 60. Tali clausole permettono di adeguare i prezzi del contratto anche quando non si raggiunga una soglia di incremento del valore del contratto del 5%, salvaguardando l’equilibrio economico dei contratti di servizi — soprattutto quelli ad alta intensità di manodopera — e garantendo un giusto rapporto qualità/prezzo a vantaggio delle stazioni appaltanti. Ai lavori hanno partecipato rappresentanti della Presidenza del Consiglio dei Ministri, del MEF, di diversi ministeri competenti in materia di servizi, dell’ANAC, dell’ISTAT, della Consulta dei Servizi e delle strutture tecniche del MIT. Il Tavolo lavorerà anche attraverso sotto-gruppi settoriali.

 

Porti, Salvini nomina Latrofa commissario straordinario Autorità Mar Tirreno centro settentrionale

Il vicepresidente del Consiglio e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, ha firmato il decreto di nomina di Raffaele Latrofa quale Commissario straordinario dell’Autorità di Sistema Portuale del Mare Tirreno centro settentrionale, che comprende i porti di Civitavecchia, Fiumicino e Gaeta.Il provvedimento, adottato secondo quanto previsto dalla normativa vigente, e avrà efficacia fino al ripristino degli ordinari organi di vertice.

 

Logistica, il Mit rende noti i termini per i contributi agli investimenti per la digitalizzazione, risorse per 157 milioni

Il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha reso note le modalità e i termini per la presentazione delle domande per ottenere il contributo finalizzato al sostegno degli investimenti dedicati alla digitalizzazione del comparto del trasporto merci e della logistica (cd bando LogIN Business). Come è noto, tale contributo (per il quale sono state stanziate risorse pari a 157 milioni di euro) potrà essere erogato in “regime di cofinanziamento” nel limite massimo del 40 per
cento o in regime “de minimis” fino al 100 per cento dei costi e la scadenza per la realizzazione degli interventi è fissata al 30 aprile 2026. Il Mit ha stabilito che le domande di accesso ai contributi dovranno essere presentate esclusivamente attraverso la piattaforma informatica “LogIN Business” che sarà disponibile nell’apposita sezione dedicata alla misura sul sito del MIT (www.mit.gov.it) e di RAM (www.ramspa.it) La piattaforma sarà disponibile a partire dall’1 settembre 2025 e sarà aperta per 15 giorni.

 

La Bce introduce il ‘fattore climatico’ per una migliore gestione dei rischi finanziari

ll  consiglio direttivo della Bce ha deciso di introdurre una nuova misura nell’ambito del quadro delle garanzie per gestire meglio i rischi finanziari legati alla crisi climatica. Il valore delle garanzie delle controparti nelle operazioni di rifinanziamento dell’Eurosistema, sottolinea la banca centrale in una nota, è sensibile alle incertezze legate ai cambiamenti climatici. Poiché le operazioni di rifinanziamento dell’Eurosistema sono uno strumento fondamentale per il mantenimento della stabilità dei prezzi, il Consiglio direttivo ha deciso di introdurre un “fattore climatico” che potrebbe ridurre il valore assegnato alle attività idonee costituite in garanzia, a seconda della misura in cui un’attività può essere influenzata da tali incertezze. Ciò funge da cuscinetto contro il possibile impatto finanziario delle incertezze legate ai cambiamenti climatici. Integrerà gli attuali strumenti di gestione del rischio dell’Eurosistema, tenendo conto di analisi prospettiche degli scenari climatici e migliorando quindi la resilienza dell’attuazione della politica monetaria dell’Eurosistema. La calibrazione della misura preserverà un’adeguata disponibilità di garanzie. Il Consiglio direttivo ha deciso di introdurre il fattore climatico, concentrandosi sulle attività negoziabili emesse da società non finanziarie e dalle loro entità affiliate, nonché sugli eventi avversi specificamente associati alla transizione verde. Il fattore climatico si applicherà alle singole attività e la sua calibrazione terrà conto dei dati a livello di settore delle obbligazioni delle società non finanziarie nello stress test climatico del 2024 del bilancio dell’Eurosistema. Questa misura dovrebbe essere implementata nella seconda metà del 2026. Sarà regolarmente rivista dal Consiglio direttivo per riflettere la crescente disponibilità di dati e modelli, nonché gli sviluppi normativi e i progressi nelle capacità di valutazione del rischio.

Interporti, MIT: al via riapertura del bando Pnrr per altri 2,2 milioni

Il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha riaperto il Bando Pnrr per gli interporti, pubblicato il 23 febbraio 2024. L’iniziativa permette di utilizzare risorse pari a 2,2 milioni di euro con una spinta ulteriore verso la modernizzazione di porti e interporti nazionali, rendendo la logistica sempre più digitale, veloce e sostenibile. Un passo in più verso un’Italia più connessa, verde e moderna, sottolinea il Mit. Chi lavora in questo settore potrà presentare domanda entro 45 giorni a partire dal 28 luglio 2025, dettagli sul sito del dicastero.

 

Edilizia, Mit: presto presentazione del ddl Delega per la riscrittura del Testo unico

“Come anticipato durante il quinto Tavolo casa tenutosi lo scorso mese al Mit, è prossima la presentazione del disegno di legge delega per la riscrittura del Testo unico dell’edilizia ed il riordino della disciplina in materia di costruzioni, con l’obiettivo di riordinare una materia frammentata e complessa e al contempo assicurare la semplificazione tanto attesa dal comparto”. Lo ha detto il sottosegretario al Mit, Tullio Ferrante, rispondendo a un’interrogazione M5s nel corso del question time in commissione Ambiente alla Camera. “Per quanto riguarda la situazione del mercato immobiliare, i dati più aggiornati indicano, dopo il rallentamento registrato nell’anno 2023, una graduale ma costante ripresa del comparto. Nel primo trimestre 2025, il mercato residenziale italiano ha consolidato la crescita già osservata nella seconda metà del 2024: le compravendite di abitazioni hanno registrato un incremento significativo, con oltre 172 mila abitazioni compravendute a livello nazionale, ben 17 mila in più rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Questo aumento, pari ll’11%, ha coinvolto tutte le aree geografiche”, ha riferito Ferrante. “Anche il mercato delle locazioni – ha proseguito – si è mostrato dinamico, seppur con una crescita più contenuta. Sono stati registrati oltre 257 mila contratti di affitto, con un aumento dell’1% rispetto al primo trimestre 2024”.

 

Genova: l’Agenzia del Demanio pubblica il bando da 18 milioni per la riqualificazione della caserma Nino Bixio

L’Agenzia del Demanio ha pubblicato il bando per la rifunzionalizzazione della Caserma Nino Bixio, nella zona ovest di Genova, che ospiterà nuovi uffici del ministero dell’Interno consentendo risparmi per circa 2,7 milioni di euro annui per la chiusura di locazioni passive. La base d’asta per l’esecuzione degli interventi di realizzazione dei tre edifici all’interno della struttura militare è pari a 18,07 milioni di euro e la scadenza per partecipare è fissata al 10 settembre alle ore 12:00. L’operazione di valorizzazione e rifunzionalizzazione della caserma prevede la realizzazione di nuovi uffici pubblici per oltre 5.500 mq attraverso la costruzione di un complesso immobiliare composto da tre edifici in stretta connessione. Il progetto attribuisce una particolare importanza alla logistica e alle attività del personale, che potrà disporre di uffici moderni, tecnologicamente avanzati e sostenibili, e usufruire di nuove aree verdi grazie alla piantumazione di alberi autoctoni. La riqualificazione della Caserma Nino Bixio è un’iniziativa di rigenerazione basata sui criteri di sostenibilità, che crea valore attraverso servizi dedicati ai cittadini attuali e futuri, destinata a determinare impatti positivi sul territorio circostante e sulla collettività, recuperando un vuoto urbano per destinarlo a nuovi utilizzi. Un intervento ispirato al nuovo approccio dell’Agenzia del Demanio nel processo di valorizzazione del patrimonio immobiliare dello Stato e persegue l’obiettivo della digitalizzazione degli asset attraverso l’uso della metodologia BIM. L’Agenzia è impegnata a svolgere un ruolo di primo piano e innovativo nel processo di rigenerazione, contribuendo alla decarbonizzazione e mirando alla riduzione strutturale della spesa pubblica per le locazioni passive. Il progetto definitivo ed esecutivo di riqualificazione della caserma è stato realizzato dall’RTP Progetto CMR Engineering Integrated Services Srl e Società di ingegneria Politecna Europa Srl. La proposta progettuale, sviluppata interamente in BIM e prevede per l’intero intervento la conformità ai protocolli CAM e nZEB e l’ottenimento della certificazione LEED GOLD per l’edificio che ospiterà l’ufficio immigrazione e la polizia scientifica.

Alta velocità, Cepav due e Saipem: una flotta di droni BVLOS per la sicurezza e la sorveglianza dei cantieri sulla Brescia Est – Verona

Cepav due, Consorzio incaricato della realizzazione della linea ferroviaria AV/AC Brescia Est – Verona commissionata da Rete Ferroviaria Italiana (Gruppo FS), e Saipem lanciano un innovativo progetto per la sicurezza e la sorveglianza dei cantieri lungo i circa 50 km della tratta in costruzione. Per la prima volta in Italia, una flotta di droni operanti in modalità BVLOS (Beyond Visual Line of Sight), ovvero che consente al drone di operare oltre il raggio visivo del pilota, viene integrata con tecnologie ibride all’avanguardia per sorvegliare l’infrastruttura, garantendo un monitoraggio diurno e notturno della linea in costruzione. La flotta di nove droni BVLOS, operativa 24 ore su 24, si integra a sofisticati sistemi di sicurezza: sensori antistrappo a protezione dell’installazione dei cavi, fotocamere multi-tecnologia antintrusione e Security Video-Box dotati di telecamere ad alta definizione e analisi video. Il sistema, coordinato dalla Security Control Room, offre una copertura continua delle aree sensibili, incluse gallerie, sottostazioni e linee elettriche. La piattaforma informatica avanzata di Physical Security Information Management (PSIM) correla i dati raccolti in tempo reale da droni, sensori fotocamere e telecamere, consentendo il monitoraggio georeferenziato dell’infrastruttura e la gestione tempestiva degli interventi, in stretta collaborazione con le forze dell’ordine. Questo aumenta l’efficacia nella prevenzione di furti e di atti vandalici e riduce dell’80% i tempi di intervento delle forze dell’ordine. Il Consorzio Cepav due, con Saipem capofila e di cui fanno parte Impresa Pizzarotti e Gruppo ICM, consolida così il proprio impegno verso soluzioni tecnologiche avanzate garantendo maggiore efficienza operativa durante la realizzazione della linea AV/AC Brescia Est – Verona, infrastruttura strategica del Paese.

Terna accelera sugli investimenti a oltre 1,3 miliardi (+26,6%),  ricavi salgono  1,9 miliardi e l’utile a 586 milioni

In un contesto macroeconomico ancora caratterizzato da elementi di incertezza che potrebbero influenzare negativamente la crescita economica mondiale, tra cui le tensioni geopolitiche e quelle commerciali legate all’introduzione di misure protezionistiche, Terna ha proseguito il suo percorso di generazione di valore facendo registrare una crescita dei principali indicatori economico-finanziari. Lo riferisce la società il cui cda ha approvato ieri i risultati al 30 giugno. Il primo semestre ha registrato un’accelerazione degli investimenti per lo sviluppo e la sicurezza del Sistema Elettrico Nazionale e per la transizione energetica, registrando un nuovo primato per il periodo. Da gennaio a giugno del 2025, infatti, Terna ha investito oltre 1,3 miliardi di euro, con una crescita del 26,6% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Nel secondo trimestre del 2025 Terna ha effettuato investimenti per 757,2 milioni di euro (+35,3% sul medesimo trimestre del 2024).  I ricavi si attestano a quota 1.894,2 milioni di euro con un aumento di 139,8 milioni di euro (+8,0%) rispetto al corrispondente periodo del 2024. Tale risultato, spiega la società, è dovuto in prevalenza alla crescita dei ricavi delle attività regolate, imputabile principalmente all’impatto sul corrispettivo di trasmissione e dispacciamento dell’aggiornamento tariffario, parzialmente compensato da una riduzione degli incentivi output based. Significativo anche il contributo delle attività non regolate che riflettono principalmente l’incremento dei ricavi del Gruppo Tamini e del Gruppo Brugg Cables. Nel secondo trimestre dell’anno i ricavi sono cresciuti del 10,7% a 992,4 milioni di euro (896,3 milioni nello stesso periodo del 2024). L’ebitda del primo semestre 2025 si attesta a 1.359,8 milioni di euro, in crescita di 102,6 milioni di euro (+8,2%) rispetto ai 1.257,2 milioni di euro del primo semestre 2024, principalmente grazie al risultato delle attività regolate. Il dato dell’ebitda relativo al secondo trimestre del 2025 mostra un incremento del 12,5% a 707,8 milioni di euro (629,3 milioni nello stesso periodo del 2024). L’ebit del periodo, a valle di ammortamenti e svalutazioni pari a 446,8 milioni di euro, si attesta a 913,0 milioni di euro, rispetto ai 836,1 milioni di euro dei primi sei mesi del 2024 (+9,2%). Gli oneri finanziari netti, pari a 76,4 milioni di euro, rilevano un incremento di 13,0 milioni di euro rispetto ai 63,4 milioni del primo semestre 2024, dovuto essenzialmente all’erogazione di nuovi finanziamenti e alla riduzione dei proventi finanziari rilevati nel periodo, parzialmente compensati da maggiori oneri capitalizzati. Il risultato ante imposte si attesta a 836,6 milioni di euro, in aumento di 63,9 milioni di euro rispetto al primo semestre del 2024 (+8,3%). Le imposte del periodo sono pari a 249,1 milioni di euro, in aumento di 21,9 milioni di euro rispetto al corrispondente periodo del 2024 (+9,6%), principalmente per effetto del maggior risultato ante imposte. Il tax rate si attesta pertanto al 29,8%, in lieve aumento rispetto al dato del primo semestre 2024 (29,4%). L’utile netto di gruppo del periodo si attesta a 587,7 milioni di euro, in crescita di 42,9 milioni di euro rispetto ai 544,8 milioni del primo semestre 2024 (+7,9%). Nel secondo trimestre, l’utile netto ha registrato un incremento del 12,9% a 312,4 milioni di euro (276,6 milioni nello stesso periodo del 2024). La situazione patrimoniale consolidata al 30 giugno 2025 registra un patrimonio netto di Gruppo pari a 7.508,0 milioni di euro, a fronte dei 7.524,2 milioni di euro al 31 dicembre 2024. L’indebitamento finanziario netto si attesta a 11.969,8 milioni di euro, rispetto agli 11.160,4 milioni di euro di fine 2024, a supporto dell’importante crescita degli investimenti per lo sviluppo di un sistema elettrico sempre più sicuro ed efficiente.

Tornando agli investimenti, tra i principali progetti del periodo si segnalano gli avanzamenti del Tyrrhenian Link, il collegamento elettrico sottomarino fra Campania, Sicilia e Sardegna. A maggio, è stata completata la posa – iniziata a febbraio 2025 – del cavo sottomarino del primo polo del ramo est, quello fra Campania e Sicilia. A ciò si aggiungono gli avanzamenti del collegamento tra la Toscana, la Corsica e la Sardegna (Sa.Co.I.3), dell’Adriatic Link, l’elettrodotto sottomarino fra Abruzzo e Marche (per cui, a luglio, è stato avviato il cantiere della stazione di conversione nelle Marche), e quelli delle opere per incrementare l’affidabilità della rete elettrica in alta e altissima tensione nelle aree interessate dai Giochi Olimpici e Paralimpici ‘Milano-Cortina 2026’. Procedono inoltre le attività realizzative dei collegamenti Bolano-Annunziata, fra la Calabria e la Sicilia; Chiaramonte Gulfi-Ciminna (per cui a luglio sono stati avviati i cantieri) e Paternò-Pantano-Priolo, fra le diverse zone del mercato elettrico in Sicilia; Colunga-Calenzano, fra Emilia-Romagna e Toscana, e Cassano-Chiari, in Lombardia. A tali interventi si affianca il proseguimento del piano di installazione di apparecchiature a beneficio della sicurezza della rete, fra cui compensatori sincroni, reattori e resistori stabilizzanti, per complessivi 69,8 milioni di euro investiti nel primo semestre del 2025. I dipendenti del Gruppo, a fine giugno 2025, sono pari a 6.765, in crescita di 345 unità rispetto al 31 dicembre 2024. L’incremento è riconducibile alla politica di rafforzamento delle competenze distintive del Gruppo e alla copertura dei fabbisogni necessari alla realizzazione dell’ambizioso piano di investimenti previsto dall’aggiornamento del Piano Industriale 2024-2028. “Chiudiamo la prima metà del 2025 con risultati positivi nei principali indicatori economico-finanziari, che confermano la solidità delle azioni strategiche intraprese e ci consentono di guardare con fiducia al perseguimento degli obiettivi indicati nell’aggiornamento del Piano Industriale 2024-2028”, ha dichiarato Giuseppina Di Foggia, amministratore delegato e direttore generale di Terna. “Anche nel secondo trimestre dell’anno è proseguita la forte accelerazione dei nostri investimenti. Gli oltre 1,3 miliardi di euro impegnati dall’inizio del 2025 testimoniano il valore strategico delle infrastrutture di rete di Terna, fondamentali per ridurre la dipendenza da fonti estere di approvvigionamento, aumentare il livello di sicurezza energetica nazionale ed abilitare la decarbonizzazione. Allo stesso tempo, continuiamo ad investire sull’attrazione di talenti e sulla formazione e sviluppo delle competenze delle nostre persone, affinché si sentano parte attiva nella gestione delle sfide che l’attuale complessità del sistema elettrico impone”, ha aggiunto.

Quanto alle prospettive per l’intero 2025, è previsto che il Gruppo Terna possa conseguire ricavi per 4,03 miliardi di euro, un ebitda pari a 2,70 miliardi di euro e un utile netto di Gruppo pari a 1,08 miliardi di euro. Con specifico riferimento al Piano Investimenti, il Gruppo ha un target 2025 pari a circa 3,4 miliardi di euro. Tali obiettivi saranno perseguiti mantenendo l’impegno a massimizzare la generazione di cassa necessaria ad assicurare una sana ed equilibrata struttura finanziaria. In uno scenario di crescita moderata e di rallentamento dell’economia globale, il gruppo Terna sarà focalizzato sulla realizzazione di quanto previsto nell’aggiornamento del Piano Industriale 2024-2028. Nella seconda metà del 2025, il gruppo intensificherà gli sforzi per migliorare l’efficienza operativa e la gestione della rete di trasmissione attraverso l’adozione di tecnologie innovative e la digitalizzazione degli asset della rete di trasmissione, grazie anche all’implementazione di tecnologie IIoT (Industrial IoT). Ciò includerà, a titolo esemplificativo, l’implementazione delle più avanzate tecnologie di rete mobile, il potenziamento di sistemi di monitoraggio e lo sviluppo di algoritmi predittivi avanzati al fine di ottimizzare la manutenzione delle infrastrutture e migliorare la resilienza della rete.

Inwit, nel primo semestre utile a 184,6 milioni

Inwit chiude il semestre con un utile netto di 184,6 milioni grazie a un secondo trimestre che registra profitti per 93,4 milioni (+4,6%). L’Ebitdal, che rappresenta il principale margine operativo per la societa’ delle torri, si attesta nel semestre a 390,6 milioni (+5,5%) e i ricavi crescono a 535,3 milioni (+4,6%). Aumenta l’indebitamento finanziario netto, pari a 4.938 milioni (+6%) rispetto al giugno 2024 per effetto, spiega la societa’ in una nota, della maggiore remunerazione agli azionisti (dividendi) e riacquisto di azioni proprie e anche la leva finanziaria, in termini di rapporto tra indebitamento netto ed Ebitda, e’ in aumento. Inwit per l’esercizio 2025 stima una crescita dei ricavi nel range 1.070-1.090 milioni, un EbitdaL margin oltre il 73%, in crescita rispetto al 2024, un recurring free cash flow in crescita nel range 630-640 milioni e un dividendo per azione in crescita del 7,5% in linea con la politica dei dividendi. I target, ricorda Inwit, non includono gli impatti del piano di buyback per 400 milioni e della distribuzione di un dividendo straordinario di circa 200 milioni. Nel secondo trimestre ha proseguito nella sua attivita’ di sviluppo del business aumentando il numero di ospitalita’ sui propri siti di circa 720 unita’, sviluppando la propria infrastruttura e ampliando il proprio parco torri di circa 210 unita’. Al 30 giugno 2025 il numero medio di operatori per sito (tenancy ratio) cresce ulteriormente attestandosi a 2,36x, confermandosi, scrive Inwit, tra i piu’ alti del settore. Il direttore generale della societa’ delle torri, Diego Galli, commenta i numeri del secondo trimestre: “i risultati confermano la resilienza del nostro modello di business, fondato su ingenti investimenti e ritorni nel lungo termine e in grado di sostenere in modo efficiente la crescente necessita’ di investimenti infrastrutturali per la digitalizzazione”.

 

Risanamento riduce le perdite semestrali a 3,8 milioni

Risanamento chiude il primo semestre del 2025 con una perdita netta consolidata di 3,8 milioni di euro che si confronta con la perdita di 25 milioni registrata nello stesso periodo dello scorso anno.  Il fatturato e’ stato pari a 26,15 milioni, mentre il risultato operativo e’ stato negativo per 4,671 milioni. L’esercizio 2024 – a partire dal dato semestrale – è stato negativamente influenzato dagli effetti correlati ai maggiori costi di bonifica pari a 20 milioni di euro (di cui 17 milioni di euro stanziati per l’adeguamento del fondo bonifiche). Il patrimonio netto consolidato si attesta a 1,3 milioni di euro contro i 5,2 milioni di euro del 31 dicembre 2024 mentre la posizione finanziaria netta risulta pari a 29,1 milioni di euro (positiva) che si confronta con quella registrata al 31 dicembre 2024 pari a 14,4 milioni di euro (positiva). L’attività del Gruppo continua a concentrarsi sulla realizzazione delle rilevanti e complesse opere di bonifica e infrastrutturali previste per lo sviluppo dell’area di Milano Santa Giulia – così come concordato nell’ambito degli accordi relativi a Project Starfighter e sue successive modifiche – e sulla valorizzazione delle iniziative immobiliari in portafoglio. In particolare e con riferimento specifico alle attività di competenza del gruppo Risanamento – nell’ambito del progetto Milano Santa Giulia – il gruppo fa presente che per quanto riguarda le opere infrastrutturali i lavori di ampliamento dello svincolo di Mecenate sono stati avviati in data 19 giugno 2024, sono regolarmente in corso e, al momento, nonostante le problematiche da affrontare in fase esecutiva siano aumentate per eventi imprevisti e imprevedibili causati anche dalla ritardata esecuzione di altre opere, è prevista la messa in esercizio dell’opera entro lo svolgimento delle Olimpiadi: a tal proposito, Risanamento segnala che in linea con le previsioni, nel corso del mese di giugno è avvenuto il varo del nuovo ponte che rappresenta la lavorazione principale dell’intero appalto. Il  21 marzo sono stati avviati i lavori di costruzione della Via Toledo con la previsione che anche questa opera sia messa in esercizio entro lo svolgimento delle Olimpiadi. Difatti, i lavori sono stati avviati e stanno proseguendo a pieno ritmo. Nell’ambito dei lavori di bonifica si segnala che a valle della approvazione definitiva della cosiddetta Il fatturato e’ stato pari a 26,15 milioni, mentre il risultato operativo e’ stato negativo per 4,671 milioni. si è proceduto con l’avvio dei lavori già dalla fine del mese di dicembre 2024; a tale riguardo si anticipa il 24 aprile 2025 è stata certificata l’avvenuta bonifica di due lotti nei quali è prevista, a carico di Lendlease SGR, la realizzazione di alcune delle opere di urbanizzazione funzionali all’evento olimpico. Successivamente, nei mesi di giugno e di luglio 2025 è stata ottenuta la certificazione di ulteriori 4 Lotti.

Endesa:  nel primo semestre utile in crescita del 30% a oltre 1 miliardo

Endesa, gruppo spagnolo dell’energia controllato da Enel, ha chiuso il primo semestre con un utile netto di 1,041 miliardi di euro, in aumento del 30% rispetto a un anno fa, e un margine operativo lordo migliorato del 12% a 2,711 miliardi. I ricavi sono cresciuti del 4% a 10,88 miliardi di euro. Al 30 giugno l’indebitamento netto si attesta a 9,9 miliardi di euro, in aumento del 6,5% rispetto a dicembre 2024. I flussi di cassa da attivita’ operative sono quasi raddoppiati rispetto a un anno fa a 2,356 miliardi di euro. Stabili gli investimenti (+1,2%) a 935 milioni.

 

Anas, al via la collaborazione strategica con le autostrade tedesche

Sicurezza del traffico e delle infrastrutture: è questo l’obiettivo della collaborazione strategica tra Anas e le autostrade tedesche. Ad avviarla è stato l’incontra tra l’amministratore delegato di Anas, Claudio Andrea Gemme, e una delegazione della società federale Die Autobahn, che gestisce tutte le autostrade tedesche, guidata dal ceo Michael Güntner. L’incontro si è svolto nello Smart Road Center Anas a Fiumicino, nella città metropolitana di Roma, uno spazio che rappresenta un’eccellenza sotto il profilo tecnologico e ambientale. Una struttura dedicata alla mobilità del futuro, sostenibile, costruita con criteri green e alimentata da sistemi fotovoltaici. Durante la visita l’ad di Anas ha illustrato la missione della società del Gruppo FS e si è soffermato sulle “strade intelligenti” basate sull’innovativo paradigma della Smart Mobility, che utilizza un’infrastruttura digitale per incrementare la sicurezza, la connettività e la sostenibilità delle strade. Nel corso dell’incontro è emerso l’interesse da parte della delegazione tedesca per il know-how tecnologico di Anas e in particolare per i progetti sulla digitalizzazione delle strade e lo Structural Health Monitoring, che consentono il monitoraggio digitale del traffico e delle infrastrutture. “Strada digitale significa sicurezza e sostenibilità – ha dichiarato Gemme – . Grazie ai sensori e all’intelligenza artificiale le nostre infrastrutture possono comunicare il proprio stato di salute ed eventuali criticità prima che queste si presentino. L’obiettivo è la programmazione efficace degli interventi di manutenzione”. “La Smart Road è inoltre sostenibile – ha proseguito Gemme – perché si alimenta di energia rinnovabile prodotta dalle Green Island, presenti ogni 30 km e dotate anche di droni, pronti a decollare per raggiungere i punti più impervi della strada ed utili anche per portare i primi strumenti di soccorso in caso di incidente. Solo attraverso la strada digitale e le tecnologie più innovative sarà possibile conseguire gli sfidanti obiettivi sulla sicurezza fissati dall’Unione europea e che Anas intende perseguire con il massimo impegno: dimezzare il numero dei morti sulle strade entro il 2030 e azzerarli entro il 2050”. Güntner, che ha definito la Smart Road Anas come “il futuro”, ha invitato Gemme e la sua delegazione Anas a Berlino, per discutere di come finalizzare questa collaborazione tra le Autostrade Tedesche ed Anas centrata soprattutto sulla sicurezza del traffico e delle infrastrutture. I tedeschi hanno da pochi anni centralizzato la gestione e realizzazione delle autostrade precedentemente affidata ai 16 Lander.

Pa, Unadis sottoscrive l’accordo per il contratto della dirigenza Funzioni centrali

Unadis ha sottoscritto ieri  con Aran l’ipotesi di accordo per il contratto collettivo nazionale di lavoro della Dirigenza delle Funzioni Centrali, relativo al triennio 2022–2024. La firma, pur giungendo con notevole ritardo rispetto al triennio di riferimento, rappresenta un passaggio importante e positivo. Ogni rinnovo contrattuale costituisce, infatti, un progresso concreto, sia sul piano economico che normativo, per i dirigenti dei Ministeri, degli Organi a rilevanza costituzionale, delle Agenzie fiscali, di INPS, INAIL e di altri enti statali a rilevanza nazionale. “Per la dirigenza costituisce un ulteriore passo verso un assetto contrattuale più moderno e soprattutto un progressivo allineamento delle decorrenze temporali. È stato il frutto di un dialogo costruttivo e leale tra le parti, anche se alcune istanze non sono state accolte integralmente dalla parte pubblica. Il contratto sottoscritto, infatti, pur essendo il migliore conseguibile in questo contesto, non risponde pienamente alle attese e agli obiettivi di UNADIS. Sul fronte economico, le risorse stanziate dalle recenti leggi finanziarie riescono a compensare solo parzialmente la perdita di potere d’acquisto causata dall’inflazione nel triennio. Sul piano normativo, si è registrata una persistente chiusura su alcune modifiche sostanziali (esclusione dalla contrattazione dei criteri per il conferimento degli incarichi dirigenziali e piena attuazione del diritto all’incarico)”, riferisce Unadis.

Tra i risultati più significativi di un rinnovo comunque di valenza positiva si evidenziano: il riconoscimento della esclusività delle relazioni sindacali della Dirigenza, funzionale alla futura contrattazione integrativa presso Ministeri ed Enti; l’introduzione di criteri e parametri oggettivi per la graduazione delle funzioni dirigenziali; l’obbligo per le Amministrazioni di seguire procedure trasparenti e di motivare il conferimento degli incarichi, con particolare rilievo nei casi di nomina di soggetti esterni; l’inserimento di innovazioni specifiche per la dirigenza sanitaria del Ministero della Salute e dell’Agenzia per il Farmaco;
la contrattazione sui criteri per l’attribuzione degli incentivi alle funzioni tecniche anche ai dirigenti di cui all’art. 45 del d.lgs. n. 36/2023; l’eliminazione del vincolo della spesa storica per gli interventi di welfare. Il nuovo contratto non è solo un insieme di norme: è una dichiarazione di fiducia nel ruolo della dirigenza, nella sua capacità di guida, innovazione e servizio, afferma Unadis. Spetterà adesso alla contrattazione integrativa sviluppare direttamente i temi che più incidono sulla vita professionale del dirigente, e su questo UNADIS conferma il proprio impegno su ogni tavolo. “Si spera che le procedure di certificazione possano concludersi in tempo utile da consentire l’erogazione dei nuovi stipendi e degli arretrati entro il corrente anno. Questi ultimi, a ottobre 2025 compreso, saranno pari mediamente ad euro 8.000 e 9.700 per i dirigenti di seconda fascia rispettivamente di Ministeri e Agenzie fiscali e a euro 17.900 e 20.000 per i dirigenti di prima fascia di Ministeri e Agenzie fiscali”, conclude Unadis.

 

Energy Release 2.0 : firmato il decreto dopo il via libera della Commissione UE

Il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, ha firmato oggi il decreto che modifica il meccanismo dell’“Energy Release. Il nuovo atto giunge a valle del confronto con la Commissione Europea, che aveva inviato all’Italia una “confort letter” nella quale la misura veniva ritenuta compatibile con il diritto europeo a fronte del recepimento di alcune modifiche. La norma, nella versione già emanata nel corso del 2024, prevede l’anticipazione di energia a prezzo calmierato per i comparti industriali che ne fanno più elevato uso, a fronte dell’impegno nella realizzazione di impianti rinnovabili con i quali restituire, nei successivi venti anni, l’energia anticipata. Il nuovo decreto prevede l’introduzione di una procedura competitiva per la selezione dei soggetti incaricati della realizzazione di nuova capacità di generazione e della restituzione dell’energia anticipata. Si interviene poi con l’inserimento di una clausola che evita l’eventuale sovra-remunerazione dell’investimento nello sviluppo di impianti a fonti rinnovabili al termine dei venti anni contrattuali, anche tenendo conto dell’anticipazione triennale dell’energia a prezzo calmierato. Le modifiche adottate tutelano il corretto funzionamento del mercato e sono in linea con l’obiettivo prioritario del MASE: non pregiudicare l’assegnazione dell’energia anticipata già avvenuta a marzo 2025, salvaguardare il legittimo affidamento degli operatori e mantenere la sostenibilità economica dell’operazione per i beneficiari.

“L’Energy Release 2.0 – ha dichiarato il ministro Pichetto Fratin – è uno strumento strategico per accompagnare lo sviluppo di nuova capacità rinnovabile in Italia e sostenere la competitività del nostro sistema industriale, in particolare delle imprese energivore. Abbiamo lavorato con la Commissione Europea con spirito costruttivo, ottenendo un risultato che rafforza la solidità giuridica e l’efficacia della misura, senza ritardi o ripercussioni sulle assegnazioni già effettuate”. Il decreto nel confermare l’allocazione dell’energia anticipata a 65 €/MWh secondo le domande già accolte dal GSE a marzo scorso, prevede lo svolgimento di una procedura competitiva aperta a tutti i soggetti interessati alla realizzazione della nuova capacità (energivori, aggregatori, produttori di rinnovabili, terzi delegati) e un meccanismo di compensazione economica e di clausola di estensione automatica dei contratti, nel caso in cui emerga un vantaggio economico residuo al termine del periodo ventennale. Il decreto sarà adesso trasmesso alla Corte dei Conti e sarà disponibile sul sito del Ministero una volta pubblicato in Gazzetta Ufficiale.

Officine Maccaferri completa l’acquisizione  di Cpt Group e si rafforza nel tunneling

Officine Maccaferri, leader mondiale nelle soluzioni ingegneristiche durevoli e a basso impatto ambientale, ha acquisito CPT Group, azienda italiana che vanta un portafoglio completo di tecnologie per lo scavo meccanizzato di infrastrutture sotterranee. La società combina impianti di prefabbricazione robotizzati (Robofactory), software per il monitoraggio delle Tunnel Boring Machines (TBM) e distanziatori a basso impatto ambientale, consentendo di ottimizzare il processo di scavo, aumentare efficienza, sicurezza e rapidità operativa anche in contesti geologicamente complessi. Ad annunciarlo è Ambienta Sgr, asset manager poniere negli investimenti focalizzati sulla sostenibilità ambientale.

Fondata oltre 30 anni fa e con sede a Nova Milanese (Italia), CPT è un punto di riferimento per i principali EPC contractor a livello internazionale. L’azienda vanta una presenza consolidata in Europa (Italia, Regno Unito, Francia) e una crescita progressiva in Australia e nel Sud-est asiatico. La sua offerta integra un portafoglio completo di tecnologie per lo scavo meccanizzato di infrastrutture sotterranee, che combina in modo sinergico impianti di prefabbricazione robotizzati (Robofactory), software per il monitoraggio delle Tunnel Boring Machines (TBM) e distanziatori a basso impatto ambientale. Già adottate con successo da Maccaferri per l’installazione delle sue centine in acciaio semi-automatiche, queste tecnologie stanno contribuendo a portare l’automazione nei cantieri sotterranei. L’integrazione tra automazione robotica e tecnologie proprietarie avanzate consente di ottimizzare il processo di scavo, aumentando efficienza, sicurezza e rapidità operativa anche in contesti geologicamente complessi. Con l’acquisizione di CPT Group, Officine Maccaferri consolida la propria posizione tra i principali player globali nel tunnelling, offrendo una piattaforma integrata di soluzioni tecnologiche avanzate e fortemente complementari. Il Gruppo sarà in grado di servire un mercato in rapida espansione da oltre 1 miliardo di euro, accelerando la propria trasformazione in leader tecnologico nello sviluppo di soluzioni ingegneristiche per l’adattamento al cambiamento climatico nel settore delle infrastrutture sostenibili. L’operazione segna un’ulteriore tappa strategica nel percorso di crescita di Maccaferri sotto la guida di Ambienta. Dopo l’ingresso nel capitale avvenuto nel 2024, il Gruppo ha implementato una strategia di M&A selettiva, affiancando alla crescita organica il consolidamento di realtà ad alto valore tecnologico, sempre nel rispetto dei più elevati standard ESG. Il mercato globale del tunnelling è in forte espansione, alimentato da fattori strutturali come urbanizzazione, investimenti in infrastrutture resilienti al cambiamento climatico e la crescente complessità delle opere sotterranee moderne. Le tecnologie di scavo meccanizzato crescono rapidamente grazie alla loro velocità, sicurezza e adattabilità a condizioni geologiche difficili. Parallelamente, le tecniche di scavo tradizionale restano una componente fondamentale del settore, largamente adottate e parte integrante del patrimonio tecnologico e competitivo di Maccaferri. In questo scenario, l’ingresso di CPT rafforza l’offerta del Gruppo permettendo a Maccaferri di espandere la propria presenza in mercati ad alta crescita e rispondere in modo più efficace alla crescente domanda globale di infrastrutture sotterranee resilienti, sicure e a basso impatto ambientale. Le tecnologie sviluppate da CPT sono pienamente coerenti con l’Environmental Impact Analysis (EIA) di Ambienta, contribuendo in modo tangibile all’efficienza nell’uso delle risorse naturali e al contenimento dell’inquinamento. In particolare, la piattaforma proprietaria Robofactory consente una produzione automatizzata e continuativa, che migliora significativamente la produttività e riduce l’impatto ambientale. Rispetto alle soluzioni tradizionali, garantisce una riduzione del 25% nell’utilizzo di oli disarmanti e del 30% nei difetti dei componenti prefabbricati in calcestruzzo. Questi risultati si traducono in una maggiore sicurezza nei cantieri, in un uso più efficiente dei materiali e in una tracciabilità più accurata dei processi produttivi.

Andrea Venturini, Private Equity Partner di Ambienta, ha commentato: “Questa acquisizione rafforza l’ambizione di Officine Maccaferri di diventare la piattaforma globale di riferimento per le soluzioni ingegneristiche dedicate all’adattamento al cambiamento climatico. L’ingresso di CPT amplia la capacità del Gruppo di sviluppare nuove linee di business, integrare tecnologie avanzate e guidare il consolidamento di nicchie industriali altamente specializzate. È un passo ulteriore nella costruzione di un leader solido, diversificato e resiliente, attivo nei principali mercati delle infrastrutture del futuro”. Stefano Susani, ceo di Officine Maccaferri, ha aggiunto: “L’integrazione di CPT rappresenta un’opportunità unica per rafforzare la nostra divisione tunnelling e trasformarla in un punto di riferimento globale. Unendo soluzioni meccanizzate, tecnologie tradizionali e sistemi di automazione avanzata, saremo in grado di offrire una piattaforma integrata ai principali operatori infrastrutturali a livello mondiale, supportando i progetti più complessi con soluzioni innovative, affidabili e sostenibili.” Per Klaus Pini, co-founder di CPT, “entrare a far parte di Officine Maccaferri rappresenta un’evoluzione naturale per CPT. Condividiamo valori industriali solidi, una visione di lungo periodo e un impegno comune verso l’eccellenza ingegneristica. Questa partnership ci consentirà di accelerare lo sviluppo delle nostre tecnologie e creare ancora più valore per i clienti, contribuendo attivamente all’evoluzione globale del settore del tunnelling”.

Proedil sceglie Metriks AI per guidare la trasformazione digitale del gruppo: tecnologia e dati al centro della partnership

Metriks AI, data company specializzata nello sviluppo di soluzioni B2B innovative basate sui dati e potenziate dall’intelligenza artificiale, secondo un paradigma “Service as a Software” annuncia l’avvio di una partnership con Proedil , società attiva dal 1988 e riconosciuta per il proprio impegno nell’innovazione tecnologica applicata ai settori ingegneristico ed edilizio. Con sede in Toscana, Proedil opera nella progettazione, realizzazione e ristrutturazione di immobili di alta qualità, distinguendosi per competenza tecnica, cura dei dettagli e una solida esperienza nel settore delle costruzioni. Proedil è controllata dalla famiglia Andreini, attiva da anni nel settore edilizio attraverso un gruppo imprenditoriale di riferimento che comprende anche Logica Tre, pmi innovativa specializzata nello sviluppo di brevetti, prodotti e piattaforme digitali per l’ingegneria sismica e il monitoraggio, con soluzioni ad alto contenuto tecnologico per la sicurezza strutturale. Il gruppo si contraddistingue per una visione orientata all’eccellenza costruttiva e all’adozione continua di soluzioni tecnologiche all’avanguardia. Proedil ha individuato in Metriks un partner tecnologico capace di supportare e accelerare il proprio percorso di trasformazione digitale, attraverso l’adozione della piattaforma di Business Performance Management Metriks Suite. La soluzione permette un controllo integrato dei dati aziendali, rafforzando la capacità di analisi, la data governance e la qualità dei processi decisionali. Questa collaborazione conferma la crescente attrattività di Metriks nel segmento delle PMI e il valore della Suite come leva per migliorare performance, resilienza e competitività, dimostrando la scalabilità della piattaforma anche in settori ad elevata complessità gestionale e operativa, come quello delle costruzioni, tradizionalmente meno digitalizzati ma in forte evoluzione. “Grazie alle soluzioni di ultima generazione offerte da Metriks, Proedil intende costruire un futuro orientato all’eccellenza tecnologica, in cui i dati rappresentino un vero e proprio driver di competitività e crescita strategica”, ha dichiarato Lorenzo Andreini, Managing Partner di Proedil,  ceo e founder di Logica Tre. L’ingresso di Proedil si inserisce in un percorso di crescita che ha già visto numerose realtà imprenditoriali affidarsi alle tecnologie sviluppate da Metriks per accelerare la propria evoluzione digitale, anche nel settore edilizio e ingegneristico. Metriks, quotata su Euronext Growth Milan e presente con sedi a Milano, Arezzo, Perugia, Terni e Firenze, si distingue per un approccio modulare e integrato che unisce innovazione tecnologica, sostenibilità e consulenza strategica. La sua offerta è costruita secondo una logica di “One Stop Shop”, pensata per rispondere in modo completo e centralizzato alle esigenze digitali delle PMI: un unico interlocutore che combina soluzioni tecnologiche avanzate e servizi di consulenza specializzata, all’interno di un ecosistema integrato e orientato alla crescita.

Lattonedil: entra nel capitale Isomec con il suppporto di Banco Bpm

Il Gruppo Lattonedil, leader in Europa nella produzione e commercializzazione di pannelli isolanti con ricavi di oltre 420 milioni di euro nel 2024, comunica l’ingresso nella compagine societaria di Isomec, realta’ italiana con sede a Pieve d’Alpago (Belluno) specializzata nella produzione e compravendita di pannelli isolanti e termoacustici. L’operazione – realizzata con il supporto finanziario di Banco Bpm – rappresenta una nuova tappa strategica per Lattonedil, che prosegue il proprio sviluppo in segmenti ad alta marginalita’ e sinergici al core business. L’azione dimostra la volonta’, attraverso un percorso di verticalizzazione dell’offerta e rafforzamento delle linee di business, sia di potenziare la presenza sul territorio nazionale – scommettendo su aziende espressione del Made in Italy – sia di crescere nei mercati chiave europei, come testimoniato dalla recente partnership con il romeno Proinvest Group.

Versalis e Acea Ambiente firmano un accordo per promuovere il riciclo avanzato delle plastiche

Versalis, società chimica di Eni, e Acea Ambiente, società di Acea attiva nella gestione del ciclo integrato dei rifiuti e nella valorizzazione energetica, hanno firmato un Memorandum of Understanding (MoU), sottoscritto da Adriano Alfani, amministratore delegato di Versalis, e da Gabriele Di Cintio, amministratore delegato di Acea Ambiente. L’accordo sancisce l’avvio di una collaborazione con l’obiettivo di promuovere l’economia circolare, sviluppando iniziative congiunte per la valorizzazione delle plastiche post-consumo e post-industriali attraverso diverse tecnologie di riciclo. Le due società lavoreranno insieme per analizzare e selezionare i flussi di rifiuti provenienti dagli impianti Acea Ambiente, al fine di valutarne l’idoneità ai processi di riciclo di Versalis. L’obiettivo condiviso è sviluppare una filiera industriale integrata capace di produrre plastiche riciclate di alta qualità, anche grazie a eventuali investimenti in nuovi impianti e all’ottimizzazione dei processi esistenti. L’accordo prevede inoltre la valutazione congiunta di soluzioni di riciclo chimico, tra cui la tecnologia Hoop®, per la valorizzazione dei rifiuti plastici non riciclabili meccanicamente.

“Con questo accordo – ha dichiarato Alfani – rafforziamo il nostro impegno nello sviluppo di un’economia circolare delle plastiche, mettendo a sistema le nostre competenze industriali e tecnologiche con quelle di un partner strategico come Acea Ambiente. A Porto Marghera abbiamo avviato nel marzo scorso un nuovo impianto per la produzione di plastiche a partire da materie prime riciclate meccanicamente, che è in grado di produrre fino a 20.000 tonnellate all’anno di polistirene cristallo (r-GPPS) e polistirene espandibile (r-EPS), mentre a Mantova da un mese è operativo l’impianto dimostrativo Hoop® per il riciclo chimico dei rifiuti in plastica mista, che sarà realizzato a Priolo, nell’ambito del Protocollo di Intesa sul Piano di Trasformazione della Chimica Eni-Versalis, in taglia industriale da 40mila tonnellate/anno. Puntiamo a costruire filiere più sostenibili e replicabili, capaci di dare valore ai rifiuti plastici e di contribuire alla transizione verso un futuro a ridotte emissioni”. “Acea Ambiente da tempo sviluppa soluzioni innovative e sostenibili. Questo accordo rappresenta un passo strategico verso un modello industriale integrato che valorizza i rifiuti plastici, contribuendo concretamente all’economia circolare del Paese e rafforzando il nostro ruolo nella transizione ecologica e nella progressiva decarbonizzazione dei processi industriali”, ha affermato Di Cintio, che aggiunge: “La collaborazione con Versalis unisce la nostra esperienza nel trattamento dei rifiuti e nella gestione di impianti complessi con il know-how di un partner leader nel settore chimico. Acea Ambiente dispone di una rete consolidata di piattaforme di selezione e impianti dedicati al recupero e riciclo delle plastiche, risorsa fondamentale per creare filiere efficienti e tracciabili. L’obiettivo è valorizzare anche le plastiche più difficili, producendo nuova materia prima seconda di qualità e riducendo l’impatto ambientale complessivo”.

Olimpiadi 2026, Mit: iniziati i lavori per l’impianto di risalita Apollonio-Socrepes

“Avviato il cantiere del nuovo impianto a fune Apollonio – Socrepes, strategico per i Giochi. L’opera prevederà l’installazione di 10 piloni e la realizzazione di tre stazioni – valle, intermedia e monte – con 50 cabine da 10 posti, capaci di trasportare 2.400 persone all’ora. Si tratta di un intervento per rivoluzionare la mobilità e l’accessibilità nella località che ospiterà i Giochi, attraverso un sistema di trasporto moderno e intermodale. Forte soddisfazione del vicepresidente del Consiglio e ministro, Matteo Salvini, che nelle scorse settimane ha personalmente seguito il dossier, anche di concerto con SIMICO, specialmente vista l’importanza dell’opera per il successo di diversi eventi olimpici e paralimpici”.

Imprese, Mimit: nei primi 7 mesi del 2025 siglati 16 accordi di reindustrializzazione, salvaguardati circa 11.500 posti di lavoro

Da Beko a La Perla, da Berco a Diageo, passando per Piombino: sono 16 gli accordi di reindustrializzazione o i percorsi strutturati di rilancio produttivo finalizzati nei primi sette mesi del 2025 al Ministero delle Imprese e del Made in Italy con la salvaguardia o la stabilizzazione di circa 11.500 posti di lavoro. E’ il bilancio che traccia il Mimiti. “Si tratta – sottolinea il dicastero – di un risultato importante nella gestione delle crisi industriali, che segna un passo in avanti nella strategia delle politiche di reindustrializzazione e riqualificazione industriale portate avanti dal Mimit”. Tra gennaio e luglio 2025, il Mimit ha convocato 126 tavoli plenari e condotto 270 incontri tecnici ristretti o istruttori, a conferma di un’attività quotidiana intensa e strutturata nella gestione delle crisi aziendali. A oggi, i tavoli attivi a Palazzo Piacentini sono 37, in calo rispetto ai 55 del 2022, con un coinvolgimento complessivo di 33.174 lavoratori, contro gli 80.000 occupati diretti interessati di tre anni fa. Per consolidare questo approccio strutturato e rendere permanente il confronto istituzionale, il Mimit si appresta ad aggiornare la direttiva ministeriale sulle crisi industriali, introducendo un coinvolgimento strutturato e periodico con Regioni e parti sociali. L’obiettivo è rafforzare il monitoraggio preventivo delle situazioni di crisi, valorizzare la condivisione delle buone pratiche tra i territori e migliorare l’efficacia degli strumenti di intervento a disposizione del sistema Paese, valorizzando in questo modo il ruolo delle amministrazioni territoriali, delle rappresentanze dei lavoratori e delle imprese. “Abbiamo trasformato crisi, anche di lungo corso, in opportunità, introducendo efficienza e trasparenza nella gestione delle vertenze. Nessuno è rimasto indietro. Un risultato che è stato possibile grazie all’impegno congiunto di istituzioni, imprese, investitori, lavoratori e parti sociali, con un ruolo attivo del Mimit in ogni fase: dalla mediazione e progettazione alla verifica dei piani industriali”, ha affermato il ministro delle Imprese e del Made in Italy, sen. Adolfo Urso. “Ora – ha aggiunto – ci apprestiamo a modificare la direttiva ministeriale per la gestione delle crisi, prevedendo un coinvolgimento strutturale di Regioni e parti sociali”.

Confetra: reverse charge anche agli appalti logistica una novità chiesta da noi per legalità e trasparenza settore

Ci sono voluti alcuni anni ma finalmente la nostra richiesta di estendere il reverse charge – ovvero la possibilità per il committente di versare direttamente l’IVA allo Stato anziché all’appaltatore garantendo in questo modo la massima trasparenza fiscale – è realtà”. Lo dichiara in una nota il Presidente di Confetra, Carlo De Ruvo. “Un sentito ringraziamento – continua De Ruvo – al Ministero dell’Economia e delle Finanze ed in particolare al Viceministro Maurizio Leo che ci ha ascoltato ed ha compreso l’importanza di questa misura. Il settore potrà applicare una norma che consentirà allo Stato di recuperare un gettito IVA nell’ordine di circa 600 milioni di euro”.
“La logistica negli ultimi anni – prosegue – è stata spesso al centro di accuse e sospetti legati a pratiche illecite negli appalti. Per contribuire alla trasparenza del settore, Confetra sta operando su più fronti. Per prevenire i fenomeni di frode fiscale diffusi e pericolosi, un intervento legislativo – che consenta una deroga al pagamento dell’imposta – si è quindi reso necessario nel settore degli appalti di logistica”. Secondo Confetra con la pubblicazione del Decreto direttoriale da parte dell’Agenzia delle Entrate, cha ha approvato il modello di comunicazione per l’esercizio dell’opzione del meccanismo dell’inversione contabile sollecitato più volte da Confetra “è finalmente operativa la norma che rappresenta il risultato di un dialogo costante e proficuo instauratosi con il MEF e con il Viceministro Maurizio Leo”. “La pubblicazione del Decreto direttoriale di attuazione dell’Agenzia delle Entrate – conclude De Ruvo – dovrebbe rafforzare l’applicazione del reverse charge all’intera filiera della logistica. Ma l’azione di Confetra non si conclude qui: sul tema appalti intendiamo proseguire il lavoro proponendo un disegno di legge che possa ulteriormente fare chiarezza sulla materia per rimarcare la volontà delle imprese del settore di operare nella legalità ed in un contesto sempre più sicuro per i lavoratori”.

Enea, emissioni in crescita ma consumi fermi nel I semestre, prezzi tra i più alti d’Europa

Dopo due anni e mezzo di diminuzioni, tornano a crescere nel I semestre 2025 le emissioni di CO2 (+1,3%), nonostante i consumi energetici complessivi siano rimasti stazionari (gas +6%, petrolio -2%, generazione elettrica da rinnovabili -3%). Lo evidenzia l’Analisi ENEA del sistema energetico nazionale, che rileva, inoltre, prezzi di elettricità e gas tra i più elevati in Europa e un trend negativo per la transizione energetica (-25%) misurato dall’indice ISPRED[1].
In particolare, riguardo ai prezzi, quello dell’energia alla Borsa italiana (120 €/MWh media semestrale) è risultato doppio rispetto a quello di Spagna (62 €/MWh) e Francia (67 €/MWh). “Di fatto, ne risente la produzione industriale dei settori energy intensive, che resta inferiore di oltre il 10% rispetto a quella dell’intera industria manufatturiera, già sui minimi di lungo periodo”, spiega Francesco Gracceva, il ricercatore ENEA che cura l’aggiornamento trimestrale.
Dall’analisi emerge che nel primo trimestre le fonti rinnovabili hanno registrato un forte calo della produzione idroelettrica (-20%) ed eolica (-12%), non compensato dall’aumento del fotovoltaico (+23%), che è cresciuto in linea con il progressivo incremento della capacità installata (+3,3 GW). I consumi di gas naturale sono stati invece sostenuti dal clima rigido del primo trimestre 2025, che ha spinto i consumi per il riscaldamento.
Una situazione che rispecchia sostanzialmente il quadro europeo dove l’inverno rigido ha fatto salire il consumo di gas (+ 5%), mentre sono diminuite le rinnovabili (-3%), con il solo fotovoltaico in crescita (+20%). Segno positivo anche per la produzione di energia nucleare (+2%), legata all’aumento della produzione francese. “Nel complesso i consumi energetici dell’area euro sono stimati stazionari, e così le emissioni di CO₂, un dato in chiaro contrasto con la traiettoria necessaria per il target 2030[2], che richiede un calo medio annuo di circa il 7%”, sottolinea Gracceva.
A livello di settori, in Italia si rileva una contrazione dei consumi nei trasporti (-1%), concentrata nel primo trimestre, e un incremento nel civile (+3%), attribuibile principalmente all’aumento della domanda di gas per riscaldamento e alla maggiore domanda elettrica del settore terziario. Nel complesso, nel semestre la domanda elettrica nazionale risulta in lieve aumento (+0,4%), confermando la sostanziale stazionarietà del grado di elettrificazione dei consumi energetici in Italia. Il peggioramento dell’indice della transizione ENEA ISPRED è da attribuirsi soprattutto alla componente decarbonizzazione: “Nei prossimi cinque anni le emissioni di CO2 dovranno scendere del 6%, quasi il doppio di quanto fatto negli ultimi 3 anni. Se la traiettoria delle emissioni seguisse il trend degli ultimi 3 anni, il target 2030 sarebbe raggiunto non prima del 2035”, prosegue Gracceva.
Sul fronte sicurezza energetica, e con particolare riferimento al gas, il sistema è risultato solido anche per la bassa domanda invernale. Un contributo è arrivato anche dall’entrata in funzione del rigassificatore di Ravenna, che a maggio e giugno ha portato il gas liquefatto ad essere la prima fonte di approvvigionamento di gas italiana (35% del totale), superando l’import dall’Algeria.
Nel sistema elettrico europeo sono divenute sempre più frequenti le ore con prezzi zero o negativi, fino a un massimo raggiunto in Spagna con una media di oltre 6 ore al giorno. “Si tratta di segnali di un eccesso di produzione di elettricità da fonti intermittenti, in primis il fotovoltaico, e di flessibilità non adeguata a gestire la variabilità delle rinnovabili. Ma è notevole come sul mercato italiano questi effetti risultino al momento radicalmente più contenuti, con prezzi zero solo nello 0,5% delle ore nella zona Sud, a conferma del persistente ruolo del gas nella fissazione dei prezzi sul mercato all’ingrosso”, conclude Gracceva.

Dl Sport, la Camera approva con 168 voti favorevoli

È stato approvato, in aula alla Camera, il dl Sport. I voti favorevoli sono stati 168, i contrari 109, gli astenuti 6. Il testo passa ora al Senato.

 

Antitrust: firmato protocollo d’intesa con Garante Privacy

Il presidente dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, Roberto Rustichelli, e il presidente del Garante per la protezione dei dati personali, Pasquale Stanzione, hanno sottoscritto un protocollo d’intesa che definisce il quadro della collaborazione tra le due istituzioni. L’obiettivo dell’accordo è quello di perseguire una più efficace azione delle due Autorità in ambiti attinenti alle rispettive sfere di attività e di interesse comune attraverso il coordinamento dei propri interventi in casi particolari in cui è rilevante il trattamento e l’utilizzo dei dati di carattere personale. In particolare, AGCM e Garante Privacy coopereranno attraverso segnalazioni reciproche laddove, nell’ambito di procedimenti di rispettiva competenza, emergano ipotesi di violazione di norme di competenza dell’altra Autorità. Inoltre, si scambieranno reciprocamente e periodicamente informazioni sulle linee generali di intervento, sulle attività svolte nell’esercizio delle rispettive competenze, sui procedimenti avviati in relazione a casi di interesse comune e sul relativo esito. L’Antitrust e il Garante Privacy potranno anche collaborare svolgendo insieme indagini conoscitive ed elaborando segnalazioni congiunte al Parlamento e al Governo su materie di interesse comune. Infine, le due Autorità potranno consultarsi nell’ambito di istruttorie avviate ai sensi della disciplina di riferimento. Per la realizzazione e il coordinamento delle attività di interesse comune verrà istituito un Tavolo tecnico – composto dai responsabili degli uffici competenti in relazione alle materie trattate – che si riunirà quando sarà ritenuto opportuno ed esaminerà, oltre alle questioni relative alle attività delle due Istituzioni, anche profili di natura tecnica relativi all’attuazione, modifica e integrazione del Protocollo. Con il Protocollo, che ha la durata di tre anni, AGCM e Garante Privacy si impegnano anche a organizzare incontri periodici su materie di interesse comune e a promuovere campagne di informazione e attività formative.

IA,  Legacoop: un italiano su due dichiara di averne una buona comprensione ma c’è gap rispetto ad altri Paesi

Un italiano su due dichiara di avere una buona comprensione dell’intelligenza artificiale, ma con un evidente divario culturale e informativo rispetto ad altri paesi. Da un’indagine a campione effettuata su un panel di cittadini di età inferiore ai 75 anni di 30 paesi dei cinque continenti, l’Italia risulta infatti, sotto questo aspetto, al penultimo posto (seguita dal Giappone, col 41%) e con 17 punti percentuali in meno rispetto alla media globale (67%).  È quanto emerge dal report FragilItalia “Intelligenza artificiale e ruolo della tecnologia”, realizzato da Area Studi Legacoop e Ipsos, in base ai risultati di un sondaggio condotto su un campione rappresentativo della popolazione di 30 paesi (Italia inclusa) e, per la parte specificamente dedicata alle tecnologie, della popolazione italiana, al fine di testarne le opinioni relative al tema.
Per il nostro Paese va meglio, in termini relativi, per quanto riguarda la conoscenza di prodotti e servizi che utilizzano l’intelligenza artificiale, appannaggio del 46% degli italiani, che si collocano a metà classifica, con una differenza di soli 6 punti rispetto alla media (52%) e per la convinzione che questi prodotti e servizi presentino più vantaggi che svantaggi, espressa dal 53% degli italiani, con soli tre punti di differenza dalla media globale (56%). Prevale di poco la percentuale di chi si dichiara di essere entusiasmato dai prodotti e servizi che utilizzano l’IA (il 49%, 3 punti in meno della media) rispetto a quella di chi invece li percepisce come fonte di ansia (il 44%, 9 punti in meno della media).
“Siamo nel mezzo di una rivoluzione silenziosa ma vorticosa -sottolinea Simone Gamberini, presidente Legacoop- che non può essere lasciata a sé stessa o, peggio, al mercato. Si profila con chiarezza un duplice scenario: da un lato, l’Italia sta vivendo una profonda trasformazione legata all’evoluzione tecnologica, che ha già cambiato radicalmente le abitudini quotidiane, il lavoro, e soprattutto l’accesso all’informazione; dall’altro, permane un significativo ritardo culturale e informativo verso l’intelligenza artificiale, rispetto ad altri Paesi. Ebbene, è fondamentale colmare questo divario. È necessario promuovere conoscenza, consapevolezza e un approccio critico alle nuove tecnologie, affinché l’innovazione non sia vissuta con paura o distacco, ma come leva di inclusione, sviluppo sostenibile e giustizia sociale. È anche evidente che l’adozione dell’IA e delle tecnologie emergenti dovrà essere accompagnata da politiche pubbliche e da un patto tra istituzioni, imprese, mondo del lavoro e cittadini per gestire il cambiamento, tutelare i diritti, garantire la privacy e salvaguardare l’occupazione. Il futuro non è scritto: sta a noi decidere se queste trasformazioni saranno al servizio delle persone o se lasceranno indietro i più fragili. Il movimento cooperativo è pronto a fare la sua parte per un’innovazione giusta e condivisa ed è già impegnato ad investire sul fronte della formazione per adeguare le competenze di chi lavora nelle cooperative e per agevolare il trasferimento dell’innovazione alle imprese”.

Se l’intelligenza artificiale è ancora un terreno da esplorare, la tecnologia in generale ha già trasformato profondamente la vita degli italiani. Negli ultimi cinque anni, il cambiamento più rilevante ha riguardato il modo di informarsi, indicato dal 90% degli intervistati. Seguono, per impatto percepito, la quotidianità pratica (72%), il modo di viaggiare (66%), le relazioni con gli amici (64%), il modo di lavorare (59%, ma il 75% tra gli under 30 e il 71% tra i laureati). Più limitato, invece, l’effetto su relazioni familiari e vita sentimentale. Interrogati sulle tecnologie emergenti che avranno il maggior impatto nei prossimi anni, gli italiani non hanno dubbi: l’intelligenza artificiale è al primo posto (75%, e 81% tra i laureati). Seguono, a notevole distanza, la robotica e l’automazione (39%; e 46% tra gli over 64 e il ceto popolare), le energie rinnovabili e le tecnologie sostenibili (38%, e 44% nel Nord Ovest), le biotecnologie e l’ingegneria genetica (31%).  Ma questa trasformazione non è vista solo in chiave positiva. Prevalgono, anzi, visioni piuttosto pessimistiche: secondo molti italiani, le nuove tecnologie porteranno a una maggiore dipendenza, a una compromissione della privacy e a un profondo cambiamento del mondo del lavoro. Lo spettro della disoccupazione tecnologica e l’erosione della sfera personale sono percepiti come rischi reali. Al primo posto, tra le preoccupazioni, l’aumento della dipendenza dalla tecnologia (40%, ma 50% al Centro Italia), la compromissione della privacy (33%; 40% tra le donne e al Nord Est), le radicali trasformazioni del modo di lavorare (30%), la perdita di posti di lavoro e l’aumento dei disoccupati (23%; 34% nel ceto popolare), la concentrazione del potere nelle mani di pochi e ricchi (22%).

 

Maria Cristina Carlini

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