Talmente tanto, che ad una delle edizioni successive tra il pubblico siede anche Simony Monteiro, ballerina di origine brasiliana, nata a New York, e formata presso la prestigiosa SAB – School of American Ballet – e l’Alvin Ailey Dance Theatre. La folgorazione per lei, arrivata a Moncalvo per amore, è immediata e decide di generare proprio lì uno spazio destinato alla creazione e alla condivisione della danza, per accogliere persone da tutte le parti del mondo e promuovere la danza contemporanea a livello internazionale. Nasce così una fondazione no profit, che apre ufficialmente le porte nel 2016, con un primo studio di danza in quello che era il magazzino della settecentesca Cascina Orsolina.
Da allora, in quasi dieci anni, il centro si è evoluto molto, ma sempre in modo coerente e ponderato, e oggi Orsolina 28 è un centro internazionale per la danza e una residenza artistica per coreografi e ballerini professionisti, con cinque studi di danza di altissima qualità e un teatro all’aperto con una capienza di 880 persone, un ristorante con prodotti degli orti e dei campi situati nei ventimila metri quadri di terra di proprietà coltivata secondo i principi dell’agricoltura biologica, un residence e un confortevole glamping sotto le stelle riservati ai partecipanti alle iniziative della fondazione. Come ha ben detto Marie-Agnès Gillot, danseuse Étoile de l’Opéra de Paris e prima collaboratrice di Simony in questa avventura, “…un luogo libero con pace, poesia, aria buona e cibi sani”.
Da subito, l’idea-guida è stata chiara: coniugare la creatività e l’espressione coreutica con la natura, con il paesaggio e con la quiete dello stare in un luogo così ritirato. In una grande città, la valenza di Orsolina28 non sarebbe stata possibile. La sua unicità sta nell’offrire una esperienza immersiva, che è professionale ma anche umana, che utilizza, valorizzandole, le specificità del luogo, offrendole però allo sguardo sovralocale degli artisti che vengono da altrove (il 94% dei fruitori non è italiano), che a loro volta restituiscono lì e poi altrove, in giro per il mondo, quello che hanno raccolto e ricevuto, attraverso le esibizioni e lo sviluppo degli spettacoli che hanno creato durante il soggiorno ad Orsolina.
Alla fine di ogni residenza artistica, infatti, si svolge una “prova aperta”, in cui gli artisti mostrano gratuitamente agli altri ospiti, ma anche alla comunità locale, i frutti del loro lavoro, generando un fertile incontro tra locale e internazionale. Proprio questa forma di restituzione ha permesso di vincere le iniziali diffidenze dei “locals” verso la nuova struttura, che portava persone così diverse e particolari in una città così piccola…E ha permesso sinergie sempre crescenti con il Festival Moncalvo in Danza, che quest’anno, per la prima volta, ha avuto una co-direzione artistica condivisa tra gli storici organizzatori e i referenti di Orsolina28, che da anni ormai ospita parte delle iniziative del Festival presso le proprie strutture. La valorizzazione delle bellezze e delle ricchezze del territorio attraverso l’arte, massimamente espressa dagli spettacoli nell’arena all’aperta affacciata sul paesaggio del Monferrato, ha permesso poi di aprire nuovi canali di relazione con le comunità locali; banalmente, l’indotto su Moncalvo, tra ospiti, visitatori, genitori, curiosi che fruiscono dei servizi della città e lavoratori occupati in Orsolina, è notevole. A poco a poco il ristorante, inizialmente riservato solo agli ospiti, si è in parte aperto agli esterni. A tutti vengono offerti anche corsi di yoga, pilates, gravity, nuoto, cucina. E Orsolina – ci dice Andrea Limone, segretario generale della Fondazione – è adesso molto richiesta anche per feste e matrimoni. Richieste a cui però la Direzione risponde a modo proprio: Orsolina non è una location, Orsolina è un mondo che può aprirsi anche a iniziative esterne, ma sempre a modo proprio, mantenendo una propria cifra riconoscibile e la valorizzazione dei propri valori, in un equilibrio difficile tra inclusione e identità.
Orsolina28 vuole infatti essere “aperta” e non vivere la propria presenza sul territorio come un UFO o una enclave, per quanto bella e internazionale, ma vuole esserlo senza snaturarsi e senza perdere quel forte legame con l’arte, il paesaggio e la natura che l’ha fatta nascere proprio lì. Ecco perché anche le varie iniziative con cui la Fondazione ha deciso di “restituire” ulteriormente all’intorno territoriale hanno un carattere riconoscibile: con una serie di progetti a vocazione sociale Orsolina28 si è aperta a comunità fragili e vulnerabili del Piemonte, che vanno lì per delle esperienze a stretto contatto con la natura e con artisti creativi, in un’ottica olistica di benessere. Alcuni dei partner di queste iniziative sono la Fondazione Paideia, l’Associazione Asai, la Fondazione Oz, il reparto oncologico dell’Ospedale infantile Regina Margherita di Torino, la Fondazione Faro e l’Associazione Mosaico – Azioni per rifugiati, che collaborano nell’organizzare soggiorni ed esperienze laboratoriali ad Orsolina per i propri gruppi di riferimento.
Nella stagione estiva è solitamente previsto un calendario di oltre 20 eventi aperti al pubblico, il Festival Moncalvo in danza ho portato quest’anno in città migliaia di visitatori, da tutta Italia e dall’estero vengono persone per usufruire delle opportunità di The Eye, la struttura architettonica interna ad Orsolina e progettata insieme al coreografo Ohad Naharin, per accogliere i seminari Gaga, la tecnica messa a punto dall’artista israeliano e dedicata sia ai professionisti che al pubblico di non esperti, con seminari appositi per ogni categoria.
In questo periodo, poi, insieme ad associazioni del territorio, Orsolina sta collaborando al recupero di un edificio sacro a San Pietro in Vincoli, per farne un luogo di incontro collettivo.
E poi ci sono gli effetti indiretti: a poca distanza ha aperto un nuovo glamping, iniziativa “…che ci ha fatto piacere – dice ancora Andrea Limone – perché vuol dire che è passato il valore da noi proposto dello stare nella natura”.
In modo molto evidente, poi, negli ultimi anni il Monferrato, soprattutto la zona di Moncalvo, sta rivalutando l’importanza dell’arte e il suo legame con la natura. Le collaborazioni con associazioni e fondazioni culturali stanno creando nuove opportunità di promozione del territorio e stimolando nuove forme di contaminazione culturale, contribuendo alla rigenerazione sociale di un’area interna potenzialmente “marginale”.
E Orsolina28 in questo è sempre presente, sempre disposta a collaborare, a crescere e aiutare a fare crescere, perché vuole essere un Centro di Creazione che ti segue, che sta nella storia di un luogo e delle persone.
I numeri parlano di un territorio che si è attivato, l’internazionalizzazione derivante dai “flussi indotti” da Orsolina ha dinamicizzato economicamente e socialmente Moncalvo e il suo contesto, la voglia di recuperare i luoghi e riappropriarsi del paesaggio ha contaminato altre realtà locali. Questo è, a tutti gli effetti, un processo di Rigenerazione.
Non era scontato, probabilmente nemmeno voluto, ma è evidente che, in questa esperienza nata per caso, nulla è davvero per caso.
In primo luogo c’è la fiducia nella potenza dell’arte: l’arte che fluisce dentro Orsolina e i suoi corpi in movimento, l’arte che è sempre provocazione, sguardo inatteso e talvolta destabilizzante su luoghi dati spesso per scontati o svuotati di senso, qui ha “riacceso la scintilla” del territorio, per chi viene da fuori e per chi lo abita. L’arte, di qualsiasi tipo, è sicuramente una grande alleata della Rigenerazione Urbana, e questo Diario tornerà su questo aspetto.
Poi c’è la forza della bellezza: a Orsolina28 è stata perseguita con ostinazione, nella semplicità e nel rispetto di ciò che c’era, per tirarne fuori il valore. La bellezza è un grande catalizzatore nei processi di Rigenerazione, dà energia, stimola la cura, attira altra bellezza. Qui è stata perseguita non come ostentazione, non come gesto di autoreferenzialità, bensì come legame profondo con il luogo e il territorio. Ed è stata molto efficace.