La giornata
Urbanistica Milano: chiesti gli ARRESTI per Tancredi e Catella
- Dazi, la delegazione europea vola a Washington
- La Ue presenta il bilancio da 2000 miliardi, è scontro
- Regionali, sul dossier la maggioranza non trova ancora la sintesi
- Ponte sullo Stretto, firmato l’accordo di programma sulle opere propedeutiche
- Eni firma un accordo ventennale di fornitura di Gnl con Venture Global
IN SINTESI
Urbanistica nell’occhio del ciclone giudiziario a Milano. La Procura ha chiesto sei arresti: domiciliari per l’assessore alla Rigenerazione urbana del Comune Tancredi e per il fondatore e ceo del gruppo Coima Catella. Perquisizioni e acquisizioni a Palazzo Marino e da Stefano Boeri, l’archistar che ha realizzato i progetti per lo skyline che ha cambiato la città da Porta Nuova al Pirellino. Un ‘incontrollata espansione edilizia. Un piano territoriale ombra per incarichi e coperture’, per i pm. Il fenomeno, legato ad alcuni profili di incontrollata espansione edilizia, ha assunto dimensioni di rilievo notevolissimo”, ha chiarito il procuratore Marcello Viola. Mentre dalle carte depositate, dopo le perquisizioni e acquisizioni anche a Palazzo Marino del Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf, vengono fuori nomi di altri indagati, più di una ventina, come l’archistar Stefano Boeri (“Sono convinto che io e il mio studio abbiamo operato in maniera corretta”, ha detto) già coinvolto in altri due procedimenti tra cui il caso Beic. Ma anche riferimenti netti e duri dei pm al sindaco Giuseppe Sala. Si parla negli atti di “eversive degenerazioni in cui opera la Commissione per il paesaggio” con una “strumentalizzazione che ne fa la parte politica, principalmente l’assessore Tancredi, in sintonia con il sindaco Sala ed il direttore generale Christian Malangone (servendosi del faccendiere Marinoni), per portare avanti relazioni private con gruppi della finanza immobiliare attivi a Milano e la soddisfazione dei loro interessi”. E ciò “nella cornice di un’azione amministrativa viziata da una corruzione circolare, edulcorata all’esterno”.
“La trasparenza e la legalità sono fondanti per il nostro gruppo e per tutti noi, e avremo modo di affermarlo con determinazione”, ha spiegato Catella. In più, richieste di carcere per Giuseppe Marinoni, presidente della Commissione paesaggio fino ad aprile e definito dagli inquirenti “faccendiere” e “lobbista”, per Alessandro Scandurra, anche lui componente della Commissione, e ancora per l’immobiliarista Andrea Bezziccheri di Bluestone e Federico Pella, manager e socio della società di ingegneria J+S. Sala, intanto, ha fatto presente che “l’Amministrazione non si riconosce nella lettura che viene riportata”. E che Tancredi “si sta confrontando con i suoi legali prima di assumere qualunque iniziativa”. Il sistema “deviato” si sarebbe basato su “varianti” ai piani regolatori, camuffate, secondo i pm, con l’interesse pubblico con richiami “all’edilizia residenziale sociale”, per aumentare volumetrie e altezze a vantaggio delle imprese. Tancredi sarebbe stato la “copertura” politica di Marinoni, nel “patto corruttivo”, per realizzare questo “Piano di governo del territorio (Pgt) ombra”. E quest’ultimo avrebbe incassato, coinvolgendo nel meccanismo società immobiliari e studi, “alte parcelle” dalla J+S di Pella. Mentre Scandurra sarebbe arrivato a prendere anche fino a 2,5 milioni di euro. Nelle centinaia di pagine di atti – tranche seguita all’arresto di marzo di Giovanni Oggioni, ex vicepresidente della Commissione Paesaggio e che avrebbe pure preso parte alla stesura della “Salva Milano” per bloccare le indagini – sono riportate le vicende relative ai numerosi interventi nel mirino: dai Bastioni di Porta Nuova fino agli scali ferroviari di Porta Romana, ossia lo “studentato post Villaggio Olimpico”, e al progetto dell’ex Pirellino-Torre Botanica. Su quest’ultimo fronte, per arrivare al parere favorevole dalla Commissione, Boeri avrebbe parlato anche con Sala usando toni in una chat – dicono i pm – “molto risoluti e di comando”. Sulle sei richieste di arresti dovrà decidere il gip Mattia Fiorentini (che ha già escluso i pericoli di fuga e inquinamento probatorio), dopo gli interrogatori preventivi del 23 luglio. Terremoto giudiziario ma anche terremoto politico. La nuova svolta dell’inchiesta è, infatti, un colpo per il sindaco di Milano Giuseppe Sala di cui Fdi, Lega e Cinque Stelle chiedono le dimissioni dopo le polemiche per il fallimento della norma Salvamilano.
Dazi, la delegazione europea vola a Washington
Il capo negoziatore europeo Maros Sefcovic è volato a Washington pronto a sedersi al tavolo con il tandem americano Lutnick-Greer insieme alla squadra di emissari Ue sbarcata con un giorno d’anticipo. Quasi in simultanea, da Pittsburgh, Donald Trump è tornato alla carica paventando nuove tariffe sui farmaci già dal primo agosto, seguite a ruota da una stangata sui microchip. Dichiarazioni che non hanno scalfito la linea di Bruxelles, decisa a disinnescare l’escalation con aperture mirate senza, tuttavia, restare disarmata. Dopo settimane di voci dissonanti, l’asse franco-tedesco è tornato ad avvertire in modo univoco – tramite i rispettivi ministri delle Finanze – che, se la diplomazia dovesse naufragare, la Casa Bianca dovrà aspettarsi “contromisure decisive”. A partire dal primo pacchetto di contro-dazi già in rampa di lancio il 6 agosto.
La Ue presenta il bilancio da 2000 miliardi, è scontro
La Commissione Europea, dopo giorni di dibattiti, tensioni e riunioni a porte chiuse, ha svelato il Quadro finanziario pluriennale (Qfp) per il settennato 2028-34 dalla cifra monstre di 2000 miliardi . È “il più ambizioso di sempre”, ha assicurato la presidente Ursula von der Leyen di fronte alla quale, tuttavia, si staglia un negoziato a dir poco in salita. Regioni, gruppi parlamentari e diverse capitali sono saliti immediatamente sulle barricate. La maggioranza Ursula ha contestato il bilancio sia nell’architettura, sia nelle dotazioni, giudicate “insufficienti”. Mentre molti Paesi sono sul piede di guerra, sostenendo che pagheranno di più e, in alcuni casi, riceveranno meno sulle voci più sensibili. “Il bilancio è più ampio. È più intelligente e più incisivo. È un obiettivo per il nostro futuro”, ha detto von der Leyen, incontrando la stampa al termine di quello che è parso un lungo braccio di ferro al collegio dei commissari. Un braccio di ferro iniziato già venerdì scorso quando il dibattito su cifre, voci, e ripartizioni, è entrato nel vivo, con una parte dei commissari, a partire dal vicepresidente esecutivo Raffaele Fitto, impegnata a difendere i confini di alcuni pilastri dell’attuale bilancio: dai finanziamenti per le regioni meno sviluppate (che saranno pari a 218 miliardi) al Fondo Sociale. Sulla Coesione “l’esigenza di semplificazione e flessibilità è evidente”, ha sottolineato Fitto dicendosi allo stesso tempo “certo” che il confronto con il Pe e i 27 “migliorerà” la proposta. Nel Qfp 2028-34 ci sarà qualche accisa in più (nuove quelle su grandi imprese, tabacco, e rifiuti elettronici). Ma soprattutto potrebbe esserci un aumento importante del contributo dei Paesi: secondo la proposta dall’1,13% all’1,26% del reddito nazionale lordo, sebbene von der Leyen abbia sottolineato che, nell’architettura delle risorse, il contributo resterà “stabile”. L’esecutivo Ue ha fornito rassicurazioni sulla Pac, ma a conti fatti i fondi del comparto scenderanno da 378 a 300 miliardi.
Regionali, sul dossier la maggioranza non trova ancora la sintesi
Non è bastato un vertice di un’ora e mezza ai leader del centrodestra per sciogliere il nodo dei candidati governatori alle Regionali, dove la casella cruciale rimane il Veneto. Giorgia Meloni, Matteo Salvini, Antonio Tajani e Maurizio Lupi hanno dovuto lasciare ancora aperto il dossier al termine ieri di una riunione a Palazzo Chigi in cui si è finito a parlare soprattutto degli scenari relativi al braccio di ferro tra Usa e Ue sui dazi. Nessuno, al momento, è intenzionato a fare rinunce. Tanto che Meloni alla fine avrebbe detto, secondo quanto riferito in ambienti parlamentari: O troviamo un accordo, o decido io. La discussione è aggiornata a lunedì, quando andrà in scena un nuovo incontro. Il confronto era atteso da tempo perché, anche se non ci sono le date delle elezioni in tutte le Regioni al voto (l’ipotesi di un election day a fine ottobre non è ancora scartata), si avvicina il momento delle scelte. “Non si è parlato di Regionali – ha glissato Tajani -. C’è perfetta sintonia, andremo avanti fino alla fine della legislatura: siamo tre partiti diversi, ma l’obiettivo è comune”. “È andata benissimo”, si è limitato a dire Salvini, e ai giornalisti che gli domandavano chi sarà il candidato in Veneto ha risposto in tono scherzoso: “Io”.. FI ha messo sul tavolo Flavio Tosi. Ma il braccio di ferro è tra FdI (i senatori Raffaele Speranzon e Luca De Carlo le prime opzioni) e la Lega, che alla fine dovrebbe spuntarla secondo le previsioni ricorrenti nella maggioranza: Alberto Stefani sarebbe la carta con cui rivendicare la continuità con Luca Zaia, che non potrà ricandidarsi ma negli ultimi giorni ha sottolineato il peso che può avere una lista a suo nome.
Ponte sullo Stretto, firmato l’accordo di programma sulle opere propedeutiche
In attesa del via libera del Cipess, atteso entro la fine di luglio – questa è almeno la scadenza che viene tuttora confermata – l’iter verso la realizzazione del Ponte sullo Stretto di Messina ha segnato ieri una nuova tappa con la firma dell’accordo di programma tra i ministeri delle Infrastrutture e dei Trasporti e dell’Economia, la Regione Siciliana e la Regione Calabria, Rete Ferroviaria Italiana, Anas e Società Stretto di Messina, così come previsto dal decreto-legge n. 35/2023. Accordo, questo, che definisce gli impegni tecnici e finanziari dei soggetti firmatari coinvolti nella realizzazione e gestione del ponte sullo Stretto di Messina e delle opere connesse. Tra questi la determinazione degli interventi propedeutici e funzionali di competenza di Rete Ferroviaria Italiana ed Anas e delle relative modalità realizzative per il miglior coordinamento e sincronizzazione dei lavori di costruzione dell’opera. L’accordo, dunque, indica gli interventi propedeutici e funzionali che saranno di competenza di Anas e Rfi. nel dettaglio, per quanto riguarda la società delle strade, gli interventi riguardano la consegna a Stretto di Messina, a valle della delibera CIPESS, dell’Area di Servizio Villa San Giovanni Est già dismessa; la delocalizzazione dell’area di servizio Villa San Giovanni Ovest, a cura di Stretto di Messina che, inoltre, svilupperà idonee soluzioni progettuali finalizzate al mantenimento in esercizio della attuale Area di Servizio Villa San Giovanni Est; l’assenso alla realizzazione di un attraversamento autostradale fra le due ex aree di servizio di Villa San Giovanni per consentire la funzionalità del cantiere. I costi degli interventi a cura di Stretto di Messina, inerenti le aree di servizio di Villa San Giovanni Est e Ovest, sono già ricompresi nel costo complessivo dell’Opera.
Per quanto riguarda Rfi, gli interventi propedeutici e funzionali di competenza della società che gestisce l’infrastruttura ferroviaria riguardano il completamento, nell’ambito della realizzazione della linea Av/Ac Battipaglia – Reggio Calabria, del lotto Buonabitacolo-Praia e del lotto Gioia Tauro– Reggio Calabria; la realizzazione del collegamento, entro il 2032, tra l’intervento di competenza Stretto di Messina e la linea tradizionale Battipaglia-Reggio Calabria, costituito dai rami di connessione alla linea ferroviaria verso Villa San Giovanni e Reggio Calabria; la realizzazione, entro il 2032, dei rami di collegamento tra la galleria Santa Cecilia e la linea Messina-Catania; la realizzazione della nuova Stazione di Messina Gazzi, previa condivisione con gli enti locali per larifunzionalizzazione di Messina Centrale. Stretto di Messina si impegna a realizzare le fermate metropolitane nelle località di Papardo, Annunziata ed Europa, per l’utilizzo della nuova infrastruttura ferroviaria anche come sistema metropolitano. La società provvederà poi alle opere di mascheramento della Variante Ferroviaria di Cannitello e al completamento della riqualificazione del lungomare di Villa San Giovanni. Anche in questo caso, i costi degli interventi a cura di Stretto di Messina sono già ricompresi nel costo complessivo dell’opera. Il nuovo accordo di programma sancisce, come già previsto dal precedente, le competenze dei firmatari dopo l’entrata in esercizio del collegamento stabile. In particolare, sarà in capo a RFI la manutenzione ordinaria e straordinaria della parte ferroviaria dell’opera. Il Mit si impegna a porre in essere ogni iniziativa atta a consentire la realizzazione, nell’ambito del collegamento autostradale Giostra-Annunziata, della seconda galleria e adeguamento della esistente; la realizzazione del collegamento tra il nuovo svincolo di Curcuraci-Fiumara Guardia e la Strada Panoramica dello Stretto.
“Il nuovo Accordo di Programma – ha dichiarato l’amministratore delegato della Stretto di Messina, Pietro Ciucci – è un ulteriore importante step dell’iter realizzativo dell’Opera, in vista dell’approvazione del Cipess. L’obiettivo dell’Accordo è definire e regolare preventivamente gli impegni e i ruoli di ciascuno per ottimizzare i tempi di realizzazione del ponte e dei suoi raccordi garantendo la piena funzionalità trasportistica del collegamento stabile tra le due coste. Il ponte è infatti una tessera fondamentale della mobilità stradale e ferroviaria del Paese. Il documento firmato oggi è la testimonianza dell’impegno e della condivisione dell’intero sistema italiano, Governo, RegioneSiciliana, Regione Calabria e i maggiori operatori infrastrutturali, RFI e Anas”.
Eni firma un accordo ventennale di fornitura di Gnl con Venture Global
Eni ha firmato un accordo di fornitura di gas naturale liquefatto (GNL) a lungo termine con Venture Global. Eni acquisterà 2 milioni di tonnellate all’anno (MTPA) per 20 anni dalla Fase 1 del progetto di liquefazione CP2 LNG, con consegne a partire dalla fine del decennio. L’impianto di Venture Global avrà una capacità massima di produzione di 28 MTPA ed è attualmente in fase di sviluppo presso Cameron Parish, Louisiana, Stati Uniti. L’accordo rappresenta per Eni la prima fornitura a lungo termine di GNL dagli Stati Uniti ed è una tappa fondamentale nella strategia di espansione e diversificazione del portafoglio di GNL. Una parte di questi volumi contribuirà alla diversificazione delle forniture di gas in Europa. Il riconosciuto successo di Venture Global nella realizzazione di impianti di liquefazione supporterà Eni nella crescita del proprio portafoglio di GNL fino a circa 20 MTPA di volumi contrattualizzati entro il 2030, e nell’espansione della propria attività di trading per soddisfare le esigenze in continua evoluzione dei clienti nei principali mercati mondiali.
Rigenerazione urbana, Invimit incontra Ance
Si è tenuta ieri nella sede nazionale di Ance la presentazione delle attività di Invimit (la società interamente detenuta dal MEF che si occupa della valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico), nell’ambito del Consiglio Generale dell’associazione dei costruttori edili di cui fanno parte circa 160 componenti da tutto il territorio. L’incontro, al quale hanno partecipato circa 100 persone in presenza e 70 in collegamento, è stata l’occasione da parte della governance della SGR “per ribadire l’importanza del rapporto con le imprese e gli sviluppatori locali, al fine di cercare partner con cui sviluppare le potenzialità degli immobili e ricreare valore per il territorio”. Nello specifico, dopo una panoramica generale sulle attività di Invimit SGR, la presentazione si è focalizzata su REgenera, la missione strategica di Invimit SGR dedicata alla rigenerazione del patrimonio immobiliare pubblico in disuso o sottoutilizzato e per il cui sviluppo la SGR ricerca partner privati, da cui ricevere idee e proposte di progettualità nei territori in cui sono gli immobili. L’incontro si inserisce nel programma di confronto di Invimit SGR con gli associati Ance avviato in tutto il territorio nazionale e che, dopo gli appuntamenti tenutisi nelle settimane passate in Umbria e in Puglia, proseguirà nei prossimi mesi. La governance della SGR ha tenuto a “ringraziare Ance per l’importante occasione di dialogo, parte della collaborazione strategica avviata dalle due entità, che vedrà la partecipazione di Invimit SGR alla conferenza ‘Città nel futuro 2030-2050’, promossa dall’associazione e in programma a Roma dal 7 al 9 ottobre”. La presidente di Ance, Federica Brancaccio, aprendo i lavori, ha ringraziato i vertici di Invimit per la “preziosa opportunità di confronto, indispensabile per fare un salto in avanti nei processi di rigenerazione urbana del Paese. Mettere a sistema pubblico e privato, proporre idee e soluzioni vantaggiose e efficaci per tutta la collettività sono gli obiettivi che vogliamo raggiungere con la Conferenza Città nel futuro 2030-2050, per questo siamo particolarmente orgogliosi di avere Invimit al nostro fianco in questa avventura”.
Rilevazione annuale OICE/CEr: +11,3% produzione 2024. Associati OICE e stime a +9,1% per il 2025
Fatturato 2024 delle società di ingegneria e architettura OICE a 4,4 mld. (+11,3% sul 2023). Stime 2025 a circa 4,8 miliardi (+9,1%); all’estero il 26% della produzione. Addetti a 34.700 unità nel 2024 (+12,6% sul 2023), nel 2025 la stima raggiunge le 37.000 unità (+6,9%). Per oltre il 74% delle imprese i contratti PNRR coprono il 25% del fatturato. Difficoltà a reperire personale per il 77% delle imprese; gli under 35 sono il 34,5% e le donne il 35,3%. Lupoi, OICE: “Il nostro settore è ancora in salute ma le stime sul 2025 sono meno ottimistiche rispetto allo scorso anno; occorre assicurare continuità alla spesa pubblica e agevolare sempre più l’internazionalizzazione”. Sono questi i dati principali della 41esima Rilevazione OICE/CEr sull’andamento delle società di ingegneria e architettura associate a OICE illustrati oggi in un partecipato webinar organizzato dall’Associazione delle società di ingegneria e architettura.
Il Report OICE/CEr 2025 conferma, migliorando anche le previsioni del precedente Rapporto, come anche il 2024 sia risultato un anno molto positivo per le società di ingegneria e architettura aderenti all’associazione confindustriale, con quasi 4,4 miliardi di euro di valore della produzione, corrispondente ad un aumento dell’ 11,3% rispetto al 2023. Va rilevato però come, nell’Indagine dell’anno precedente, il tasso di crescita del 2023 sul 2022 era stato quasi il doppio (circa 25%). Al di sopra della media risultano gli aumenti di produzione della classe con più di 126 addetti (+15,2%), mentre la classe di imprese con meno di 26 addetti (+8,8%) e quella con numero di addetti tra 26 e 125 (+5,2%) restano al di sotto del valore medio.
Per l’anno in corso si attende un incremento del 9,1%, comunque minore rispetto al tasso di crescita del 2024. I circa 4,8 miliardi sono distribuiti per 3,5 miliardi sul mercato italiano e per i restanti oltre 1,2 miliardi sul mercato estero, ma con un effetto traino (+11,5%) superiore rispetto all’anno scorso (+8.2%). Per il 53,8% delle imprese intervistate nell’avvio del 2025 le attività e le opportunità dell’impresa sono migliorate rispetto al 2024. L’aumento dei livelli produttivi ha effetti sulla crescita degli occupati, previsti oltre le 37mila unità nel 2025 (sono state 34.700 nel 2024, rispetto ad una stima di 33mila fatta lo scorso anno), con un aumento pari al 6,9%. Diminuisce rispetto allo scorso anno (dal 60,6% al 50%) la quota delle imprese che dichiara l’intenzione di aumentare il personale nel corso dell’anno, obiettivo che continua a scontrarsi tuttavia con le difficoltà incontrate nel reperimento di nuovo personale, denunciato dal 76,7% degli intervistati, con un picco di circa l’80% per le imprese fra 26 e 125 addetti. La carenza di personale permane quindi un limite all’espansione delle imprese OICE.
Il mercato domestico rappresenta il 74,6% del totale della produzione nel 2024, per poi arretrare lievemente nel 2025, scendendo al 74,1%, con il mercato estero (a 1.108 milioni nel 2024) che invece giungerebbe a garantire nel 2025 quasi il 26% della produzione complessiva OICE con 1.235 milioni. Per il 2025 l’attesa di incremento è maggiore per le attività all’estero (+11,5%) rispetto a quelle del mercato interno (+8,3%). La presenza delle donne nelle imprese appare in crescita, passando da poco meno del 31,0% nel 2023 a quasi il 36% nel 2025. Il dato è più alto rispetto alla precedente Indagine. La presenza di donne è sostanzialmente uniforme a partire dal 2024, con quote comprese tra il 35,2% delle grandi imprese e il 36,5% delle medie. Nella previsione del 2025 sono le grandi imprese a primeggiare, prevedendo una percentuale di donne pari al 36,2% degli occupati, con le piccole che si attestano al 35%. Sostanzialmente stabile la presenza femminile nei consigli d’amministrazione delle imprese OICE: partendo dal 23,8% del 2023 si sale di qualche decimo nel 2024, per poi attestarsi al 23,5% nella previsione per il 2025. In progressivo aumento la quota degli addetti under 35: nel 2023 hanno rappresentato il 31,3% del totale, nel 2024 il 34,5% e nel 2025 il 35,0%.
In generale la Rilevazione evidenzia anche un problema molto avvertito dalle imprese: le difficoltà incontrate nel reperimento di nuovo personale dal 76,7% degli intervistati, con un valore vicino all’80% per le imprese fra 26 e 125 addetti. La carenza di personale anche quest’anno permane un limite all’espansione delle imprese OICE. Nel triennio 2023-2025 la quota di produzione connessa al PNRR risulta in crescita passando dal 20,6% del 2023 al 24,1% del 2024, per poi assestarsi al 22,5% nel 2025. Questo dato mostra in modo inequivocabile come le attività legate al PNRR stiano rappresentando una porzione significativa delle attività delle imprese associate, in parte controbilanciando il venir meno dei bonus edilizi. Va però notato che per il 41,4% delle imprese intervistate le prospettive di acquisizione di lavori nell’anno corrente sono migliori rispetto al recente passato, contro il 14,4% che le ritiene peggiori. Con riferimento ai rischi di natura macroeconomica, le imprese OICE confermano una bassa esposizione alle conseguenze del conflitto in Ucraina, dell’aumento dei prezzi dell’energia e dell’alta inflazione.
Per le tematiche legate alla sostenibilità ambientale dall’Indagine emerge che soltanto il 49,4% delle imprese ha familiarità con i concetti di sostenibilità ESG, ma tale percentuale scende al 28,6% per le piccole imprese. Entrambi i dati sono in crescita, ma quello relativo alle piccole imprese è cresciuto di ben 10 punti rispetto al precedente.
Inwit porta 50 infrastrutture digitali ‘5G Ready’ in oltre 50 hotel di lusso
Inoovazione, Confindustria e CRUI lanciano un nuovo modello di collaborazione tra industria e università
Si è svolto ieri a Roma l’incontro promosso da Confindustria e CRUI – Conferenza dei Rettori delle Università Italiane – con l’obiettivo di rilanciare il dialogo strategico tra il mondo universitario e quello industriale, delineando un nuovo modello di collaborazione a sostegno della competitività nazionale ed europea. Durante l’evento è stata annunciata l’attivazione, nei prossimi mesi, di tavoli tematici permanenti dedicati ai settori strategici ed emergenti: dalle due transizioni green e digital all’aerospazio, dal turismo all’ambito farmaceutico e biomedico, dalla mobilità del futuro all’intelligenza artificiale, dalla manifattura avanzata alla catena del cibo. I tavoli permanenti costituiranno un’occasione di confronto costante, valorizzando le sinergie esistenti e creando nuove opportunità di sviluppo condiviso. Industria e università, infatti, sono protagoniste della filiera dell’innovazione: se operano in piena sinergia rappresentano la leva fondamentale per il progresso del sistema Paese attraverso processi virtuosi di trasferimento tecnologico, sviluppo di nuovi prodotti e servizi e promozione del benessere sociale. “Per la prima volta, Confindustria accoglie i Rettori della CRUI per un confronto su un tema strategico per il futuro del Paese: il trasferimento tecnologico. Un incontro di rilievo, che sancisce la volontà di consolidare un rapporto strutturale tra ricerca e impresa, accademia e manifattura, didattica teorica e applicata, tra umanesimo e nuove tecnologie, perché l’Italia può guidare la nuova economia della conoscenza”, ha dichiarato Riccardo Di Stefano, delegato del presidente di Confindustria per Education e Open Innovation. “Confindustria e CRUI collaborano da tempo su questi temi – ha aggiunto Di Stefano – ma l’evento di oggi rappresenta un momento di sintesi e valorizzazione di questo lavoro congiunto, già attivo nella promozione di spin-off, nei dottorati industriali e nella terza missione. Si tratta di un passaggio fondamentale per rendere strutturale un’alleanza strategica tra università e impresa, motore di sviluppo per il Paese, radicato nella tradizione italiana e orientato a una dimensione globale”. “In Italia ci sono università eccellenti e imprese straordinarie, ma troppo spesso si trovano su binari paralleli: è ora di costruire un’alleanza stabile e strutturale per trasformare il sapere in valore. Serve un approccio condiviso che unisca ricerca pubblica e industria, a partire da quattro ambiti prioritari: la nuova strategia europea di crescita che punti su R&S per la competitività; la piena riuscita del PNRR e la sostenibilità del sistema di R&S nazionale; la valorizzazione delle risorse umane, a partire dai dottorati innovativi e la crescita delle filiere ad alto contenuto tecnologico. Abbiamo bisogno di regole nuove, strumenti semplici e una cultura del risultato che premi la collaborazione tra pubblico e privato”, ha detto Francesco De Santis, vicepresidente per la Ricerca e Sviluppo di Confindustria. “Se la prosperità di un Paese fosse un albero, l’innovazione sarebbe il suo tronco. Non solo l’innovazione tecnologica, ma anche quella culturale, quella sociale, quella insita nel rinnovamento relazionale fra istituzioni, e fra queste e i cittadini”, ha affermato Giovanna Iannantuoni, presidente CRUI. “Non c’è dubbio però che le radici sarebbero costituite dal rapporto fra Università e Imprese. Dalla collaborazione che rende la scoperta scientifica processo o prodotto utile al miglioramento della qualità della vita. Ovvero la linfa vitale della prosperità. Quello che abbiamo compiuto oggi è un atto rivoluzionario ispirato dal futuro. Abbiamo deciso insieme, università e imprese, di ripiantare l’albero della prosperità, ormai solido ma forse stanco, in un terreno nuovo concimato dagli atti: i nove tavoli permanenti che sono partiti con questo evento rappresentano una promessa concreta con cui CRUI e Confindustria si impegnano a contribuire – in maniera strutturata e costante – perché il Paese si trovi pronto ad affrontare le sfide che ci attendono nel futuro prossimo”.
Acea e IIT insieme per il primo laboratorio di robotica per le reti industriali in Italia
È stato firmato ieri a Roma, presso la sede di ACEA, un accordo strategico dalla durata triennale tra a.Quantum, società del Gruppo dedicata allo sviluppo di soluzioni innovative per il mercato non regolato, e l’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT),centro di eccellenza nella ricerca scientifica e tecnologica. Questa firma sancisce ufficialmente la costituzione di un Robotic Joint Lab, un laboratorio congiunto dedicato alla progettazione e allo sviluppo di soluzioni robotiche avanzate per la realizzazione, gestione e la manutenzione delle infrastrutture industriali, in ambito idrico, energia ed ambiente. L’iniziativa, la prima nel suo genere in Italia, rappresenta un passo significativo verso una gestione sempre più innovativa delle infrastrutture e si inserisce nel piano di attuazione delle strategie del Gruppo ACEA orientate alla sostenibilità e alle smart infrastructure presentate nel Piano Strategico 2024-2028 “Green Diligent Growth”.
All’interno del Robotic Joint Lab, ricercatori dell’Istituto Italiano di Tecnologia e specialisti di ACEA collaboreranno fianco a fianco per sviluppare tecnologie e soluzioni robotiche in grado di migliorare l’efficienza, la resilienza, la sicurezza e la sostenibilità delle infrastrutture. Il laboratorio congiunto nascerà dall’unione delle infrastrutture dell’IIT a Genova e di ACEA a Roma.
La progettazione e la prototipizzazione dei robot e delle tecnologie avverranno principalmente nei laboratori dell’IIT – in particolare presso il Center for Intelligence Systems e il Center for Joint Industrial Research, entrambi con sede a Genova – mentre lo spazio a Roma sarà ospitato all’interno di un edificio a vocazione industriale, messo a disposizione dal Gruppo, oggetto di un intervento di riqualificazione architettonica e funzionale, pensato per favorire la collaborazione tra ricerca e impresa. L’edificio sarà articolato in due aree principali: una zona dedicata alla progettazione condivisa, dove ricercatori e tecnici potranno co-progettare soluzioni in un ambiente stimolante e flessibile, e una seconda area destinata al testing dei prototipi e alla finalizzazione delle versioni beta delle soluzioni robotiche, in vista del loro lancio sul mercato. In linea con una concezione di laboratorio aperto, modulare e orientato all’innovazione, Acea metterà inoltre a disposizione i propri impianti e le proprie infrastrutture per testare sul campo le soluzioni sviluppate.
L’accordo siglato ieri, il primo ad essere promosso da una utility, rappresenta un importante passo in avanti nella collaborazione tra industria e ricerca, mettendo a sistema competenze multidisciplinari per affrontare con strumenti innovativi le sfide poste dalla transizione ecologica, dalla digitalizzazione delle infrastrutture e dalla crescente complessità nella gestione di reti e impianti. Un progetto che consolida il ruolo di ACEA come attore di riferimento nell’innovazione industriale a servizio dei territori e delle comunità.
Data Center, al via la consultazione pubblica sulla Strategia per attrazione investimenti industriali esteri
La Strategia – elaborata dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy, in collaborazione con il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, il Ministero dell’Università e della Ricerca e il Dipartimento per la Trasformazione Digitale (DTD) della Presidenza del Consiglio dei Ministri – costituisce un testo di indirizzo essenziale per orientare lo sviluppo e la distribuzione delle infrastrutture digitali strategiche sul territorio e mira a favorire la nascita di un ecosistema competitivo per i Data Center. Il documento punta, altresì, a promuovere la posizione dell’Italia come hub di investimenti per il settore, garantendo una localizzazione equilibrata e sostenibile, in linea con le caratteristiche e le esigenze delle diverse aree del Paese.
La strategia si articola in cinque capitoli che partendo dall’analisi dello scenario competitivo nazionale e internazionale arrivano a delineare le misure di politica industriale per attrarre nuovi investimenti e a individuare le aree di sviluppo più promettenti per il settore.
La partecipazione è aperta a tutti gli stakeholder interessati. I partecipanti sono invitati ad esprimere commenti e osservazioni per ciascuno dei capitoli della Strategia con contributi della lunghezza massima di 300 caratteri. Le proposte potranno essere inviate entro il 16 agosto 2025 all’indirizzo email: dgtel@pec.mimit.gov.it.
Maria Cristina Carlini