IL PAPER DI AIS

La sicurezza nei cantieri SOLO con formazione, nuove tech e condivisione

Secondo l’associazione infrastrutture sostenibili presieduta da Lorenzo Orsenigo, occorre anticipare i rischi e promuovere una sostenibilità etico-sociale. Senesi (Fillea Cgil): “Sarebbe importante agire nella fase di progettazione delle opere, per quantificare sia il costo della manodopera, che gli oneri della sicurezza. Di fronte al consistente numero di infortuni e morti sul lavoro, chiediamo l’istituzione di una procura nazionale, composta da magistrati e professionisti con competenze specifiche, che possa pronunciarsi adeguatamente e con maggiore puntualità sui temi di salute e sicurezza”.

15 Giu 2025 di Mauro Giansante

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Troppi infortuni, troppe vite spezzate, troppe parole non seguite da azioni. Serve un cambio di marcia adesso. Ecco perché il nuovo position paper di Ais, l’associazione infrastrutture sostenibili, ha messo in fila le priorità per il settore edilizio italiano, che in Europa vanta il triste record sugli incidenti mortali. Nel 2024, ha registrato l’Inail, si è toccato quota 23,3% di decessi sul totale delle morti. Dal 2023, il nostro Paese ha fatto segnare un aumento del 2,8% di denunce di infortuni sul lavoro nei cantieri, dove seppur vi sia stato un lieve miglioramento (-0,7%) serve una vera rivoluzione.

Fatta di cosa? Le quattro mosse imprescindibili sono: partecipazione, digitalizzazione, formazione e sostenibilità. Sviscerandole una ad una, la prima attiene al coinvolgimento e la responsabilizzazione di tutti gli attori della filiera, dai committenti ai lavoratori, per evitare che il processo sia verticale. Sul secondo elemento, l’innovazione tecnologica anche nei cantieri è ormai una realtà: tecnologie intelligenti, sistemi di monitoraggio in tempo reale, sensori e modelli Bim permettono di trasformare il cantiere in un ambiente dove i rischi sono identificabili, gestibili e prevenibili in modo pro-attivo. Il tutto, non sostituendo bensì potenziando le competenze umane aumentando l’efficienza e anticipando le criticità del lavoro. Cosa che tuttora, invece, avviene molto poco. Nel paper, in materia di digitalizzazione, tra le diverse tecnologie cui fare ricorso ci sono anche le piattaforme di collaborazione e Ambiente di condivisione dati (ACDat) o Common Data Environment (CDE) nella sua definizione internazionale; l’intelligenza artificiale, la visione artificiale (Computer vision); il machine e deep learning; la realtà aumentata, virtuale e mista; neuroscienze e monitoraggio della salute psico-fisica; digital twin; Game-Based Learning e Serious Game per sfruttare gli elementi ludici per facilitare gli obiettivi di educazione ed istruzione; dispositivi IoT e blockchain. “Non è facile portare una tecnologia, per quanto performante, su un pc in un cantiere”, avverte l’Ais. “È per questo che bisogna investire su applicazioni mobile (tablet o smartphone) che senza cavi e fili consentono a tutti di erogare la formazione anche al coordinatore della sicurezza”.

Terzo fattore: promuovere la cultura della prevenzione, rafforzare la comunicazione efficace e riconoscere le diversità – di lingua, di genere, di esperienza – come elementi da valorizzare nei percorsi formativi è il modo per rendere ogni lavoratore consapevole del proprio ruolo nella catena della sicurezza. Infine, la sostenibilità va diffusa e integrata con la sicurezza. Per Ais, garantire la salute e l’incolumità nei luoghi di lavoro non è solo un imperativo etico, ma una componente fondamentale della sostenibilità sociale. Prevenire infortuni significa ridurre sprechi, inefficienze, ritardi e danni reputazionali, contribuendo in modo diretto alla qualità complessiva delle opere realizzate.

Secondo Paola Senesi, segretaria nazionale Fillea Cgil, “la sicurezza sul lavoro nei cantieri passa soprattutto dall’applicazione dei Ccnl sottoscritti dalle organizzazioni sindacali più rappresentative e attraverso gli enti bilaterali di settore”. E “sarebbe importante agire nella fase di progettazione delle opere, per quantificare sia il costo della manodopera che gli oneri della sicurezza”. Di qui la richiesta di “istituzione di una procura nazionale, composta da magistrati e professionisti con competenze specifiche, che possa pronunciarsi adeguatamente e con maggiore puntualità sui temi di salute e sicurezza”.

 

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