HALL BUILDING E ALTRI EDIFICI

Fusione nucleare, AVANZA il progetto DTT di Enea: gara da 76 milioni per costruire una “casa” al reattore Tokamak superconduttore

21 Mag 2025 di Mauro Giansante

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Fusione nucleare, AVANZA il progetto DTT di Enea: gara da 76 milioni per costruire una “casa” al reattore Tokamak superconduttore

“L’Italia è l’unica nell’Unione europea che si sta cimentando in questa macchina. Una macchina tutta italiana, molto complessa, sulla quale sarà importante mantenere alte le competenze e il livello di competitività industriale”. E che cerca una casa, nel senso che è di questi giorni la pubblicazione del bando per la progettazione esecutiva e i lavori per le strutture che dovranno ospitare l’impianto.

Paola Batistoni, responsabile della divisione Sviluppо energia da fusione di Enea, lo spiega chiaramente parlando a Diario Diac. Il progetto si chiama Dtt, acronimo di Divertor Tokamak Test Facility: cioè, il nuovo dispositivo di fusione nucleare in costruzione a Frascati, presso il centro di ricerca di Enea. “Una macchina per studiare alcuni aspetti degli impianti a fusione”, spiega Batistoni, che si inserisce in un quadro europeo dove l’Unione ha un suo programma chiamato Demo (abbreviazione di Demonstration Power Plant), cioè un prototipo di reattore nucleare a fusione studiato dal consorzio europeo Eurofusion come ideale successore del reattore sperimentale Iter. E anche il progetto Dtt gode dell’approvazione di Eurofusion con un finanziamento da 60 milioni di euro. “L’impianto – da cronoprogramma – sarà operativo dal 2030 e siamo in linea con i tempi”, aggiunge Paola Batistoni.

Anche perché “Dtt è già in costruzione”. Lunedì prossimo a La Spezia si terrà la presentazione del primo magnete dei diciotto che formeranno il cuore tecnologico del Dtt: servirà a contenere il plasma del divertore, che potrà raggiungere temperature pari a 200 milioni di gradi, circa dieci volte l’interno del Sole, generando un campo magnetico pari a centomila volte quello terrestre.

Scendendo più nel tecnico, il Dtt è un tokamak completamente superconduttore in grado di generare un campo magnetico molto simile a quello di Iter e Demo. I tre sistemi superconduttori sono il campo toroidale (TF), il campo poloidale (PF) e il solenoide centrale (CS). E la potenza di riscaldamento ausiliaria del Dtt, accoppiata al plasma alla massima potenza, sarà di 45 MW, ripartita tra i tre sistemi di riscaldamento utilizzati in Iter e previsti in Demo: riscaldamento a risonanza ciclotronica ionica ed elettronica e fasci di ioni negativi. Ancora: i ​​sistemi di riscaldamento saranno installati in tre fasi successive di funzionamento del Tokamak per raggiungere la massima potenza accoppiata nella fase 3 del programma operativo. E, aggiunge Paola Batistoni, l’impianto “sarà tecnologicamente molto avanzato – racconta la responsabile di Enea – con la copertura interna totalmente in tungsteno, uso della robotica, mentre l’intelligenza artificiale verrà adottata per le fasi di sperimentazione per comprendere il comportamento dei gas di idrogeno”.

Dopo i magneti, come accennato, “arriveranno i nuovi edifici”, dice Batistoni. Il bando – visionato da Diario Diac – per la gara di realizzazione della hall building e gli edifici ausiliari riguarda un appalto integrato per progettazione esecutiva ed esecuzione dei lavori dal valore stimato di 76.477.341,87 euro. Il termine per la richiesta di informazioni supplementari è fissato al 13 luglio alle 12 mentre le offerte dovranno essere presentate entro le 23.59 del 23 luglio prossimo.

Questo lavoro si inserisce in un contesto in cui “c’è molto fervore sulla fusione nucleare. Al mondo ci sono cinquanta startup attive e diversi miliardi di investimenti privati tra Usa, Uk e Ue. Riscontriamo un crescente interesse dei privati e l’avanzamento del modello di partnership con soggetti pubblici”. Citando i casi del progetto Step portato avanti in Inghilterra dalla Uk Industrial Fution Solutions e del Cfs (Commonwealth Fusion Systems) portato avanti dal Mit di Boston e al quale partecipa anche Eni, Batistoni conclude che “per l’Italia è molto importante avere questo progetto Dtt. Il nostro Paese è attivo nel settore, basti pensare che per il programma Iter (il progetto internazionale che punta a realizzare un reattore a fusione nucleare sperimentale al 2034) 2,2 miliardi per componenti e servizi sono arrivati proprio da noi”. Insomma, l’Italia lavora per essere in prima linea sulla fusione nucleare.

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