SICUREZZA SUL LAVORO
Calderone rilancia su protocollo Caldo e qualificazione delle IMPRESE
La ministra del Lavoro ha annunciato la convocazione delle parti sociali per domani sulle iniziative per fronteggiare le emergenze climatiche. Sulla sicurezza sul lavoro ha rassicurato le imprese: implementeremo la qualificazione. Attesi i decreti attuativi della patente a crediti, annunciati per fine maggio.
Sul ‘Protocollo Caldo’, si ritenta. E questa volta per arrivare a un’intesa. ll ministro del Lavoro, Marina Calderone, rilancia e convoca un nuovo tavolo con le parti sociali un tavolo per avviare un confronto sulle emergenze climatiche e definire le iniziative da assumere per fronteggiarle. Il primo appuntamento è convocato per giovedì prossimo al dicastero di Via Flavia. Ad annunciarlo è stata Calderone nel suo intervento all’assemblea dell’Ance, rispondendo alle sollecitazioni sui temi del lavoro e della sicurezza sul lavoro giunte dalla presidente dell’associazione dei costruttori edili, Federica Brancaccio. “A partire da giovedì sia l’Ance che Confindustria e tutte le parti sociali saranno convocate al tavolo del ministero del Lavoro per riaprire la partita sul ‘Protocollo caldo’”, ha affermato. “L’anno scorso abbiamo provato a raggiungere un punto di convergenza, non ci siamo riusciti. Oggi dobbiamo farlo”, ha evidenziato, assicurando da parte sua “l’impegno assoluto all’ascolto e alla gestione delle materie e dei temi di mia competenza”.
Ma c’è anche un altro impegno che Calderone ha voluto assicurare alle imprese di costruzioni sempre in materia di sicurezza sul lavoro, in risposta alla questione posta con forza dalla presidente dell’Ance nella sua relazione. Per aumentare la sicurezza dei cantieri serve «la qualificazione delle imprese edili anche per i lavori privati, come già avviene per i lavori pubblici”, ha detto Brancaccio riconoscendo al ministro «il merito di aver avviato un proficuo confronto con tutte le parti sociali e una seria riflessione sul tema della sicurezza, rafforzando anche il sistema dei controlli”. Ma questo non basta: “noi vogliamo ancora di più». «La patente a crediti interviene infatti dopo e in senso sanzionatorio – ha rimarcato – mentre il modello che abbiamo in mente è quello di un’impresa qualificata, con una reputazione e un futuro da preservare. Un’impresa che sa garantire il risultato del proprio lavoro, riferimento per un’occupazione stabile e sicura e sinonimo di correttezza ed onestà». A stretto giro, è arrivata la risposta di Calderone: “c’è un capitolo della patente a crediti che va implementato ed è quello della qualificazione”. “Credo che sia importante lavorare sulla qualificazione delle imprese, ci siamo e ci saranno il governo e il Ministero che presiedo, la qualità delle imprese è imprescindibile, qualità e garanzie per lo sviluppo di un mercato del lavoro in cui la parola chiave sia legalità. Oggi – ha detto – è importante combattere la concorrenza sleale che desertifica e non costruisce, non si può costruire nulla di proficuo su chi pensa di poter fare lo sconto su diritti e tutele”. Sui possibili interventi sul fronte della qualificazione, Calderone non ha però fornito indicazioni di merito. Quello che il ministro ha tenuto s ribadire è che la sicurezza sul lavoro “è il tema principale” e il Ministero è una finestra sul mondo, sulle necessità del lavoro e sui bisogni delle persone, parlare della sicurezza vuol dire aprirsi a una riflessione complessiva su quello che è lo sviluppo del mondo del lavoro, noi promuoviamo il lavoro buono, che si basa sul rispetto delle regole, sosteniamo le aziende che fanno delle regole il loro vivere comune”.
A proposito di patente a crediti, mancano ancora però all’appello – e non sono sono arrivate oggi indicazioni dal ministro – i decreti attuativi delle misure in materia di sicurezza sul lavoro previste dal Pnrr-bis, che entrerà in vigore dal primo ottobre prossimo. A inizio maggio, in un momento drammatico segnato dalla tragedia sul lavoro a Casteldaccia in Sicilia in cui hanno perso la vita cinque lavoratori, la stessa Calderone aveva annunciato alle parti sociali un’accelerazione sulla stesura di questi decreti. Al momento, spiegano fonti sindacali, i tavoli tecnici stanno andando avanti e si sta lavorando ai testi. In sede di conversione, era intervenuta una serie di modifiche e per il capitolo Patente a crediti per imprese e lavoratori autonomi che intendano operare nell’ambito dei cantieri edili, è previsto che la patente possa essere estesa ad altri ambiti di attività individuati con decreto del ministero del Lavoro, sentite le organizzazioni sindacali dei datori di lavori e dei lavoratori. Restano esclusi dall’obbligo del possesso della patente i soggetti che eseguono mere forniture o prestazioni di natura intellettuale e quelli in possesso di un documento equivalente di un altro Stato e le imprese in possesso dell’attestato di qualificazione SOA. Inoltre, sarà sempre un decreto del ministero del Lavoro a individuare le modalità di presentazione della domanda, i contenuti informativi della patente, presupposti e procedimento per l’adozione del provvedimento di sospensione della patente, l’individuazione di criteri di attribuzione di crediti ulteriori rispetto al punteggio iniziale, nonché le modalità di recupero dei crediti decurtati.
Tornando, invece, al ‘Protocollo Caldo’, va ricordato che nel luglio del 2023, era stato avviato tra i ministeri del Lavoro e della Salute e le parti sociali per definire ministero del Lavoro per definire un protocollo condiviso con le linee guida per le emergenze climatiche. Protocollo che non è stato sottoscritto mentre venivano, invece, varate con un decreto misure urgenti in materia di tutela dei lavoratori in caso di emergenza climatica che prevedeva, in caso di sospensione o riduzione dell’attività lavorativa effettuata dal primo luglio al 31 dicembre 2023, estendeva alle imprese del settore edile, lapideo e delle escavazione l’esclusione dai limiti di durata degli interventi di cassa integrazione ordinaria determinata da eventi oggettivamente non evitabili. Le bozze di protocollo circolate poco più di un anno fa prevedevano il ricorso al lavoro da remoto nelle giornate più calde quando possibile; una riorganizzazione e pianificazione delle attività quando le temperature consentono condizioni migliori per i lavorare in sicurezza soprattutto se la mansione prevede uno sforzo fisico. In alcuni casi è prevista anche l’interruzione delle attività se considerate a rischio. Venivano individuate una serie di patologie legate al caldo e tra queste il colpi di calore ai quali sono esposti soprattutto gli over 65, chi ha patologie croniche, chi assume determinati farmaci o è in gravidanza, prevedendo per questi soggetti , l’interruzione delle attività in presenza di fattori di rischio. Si tratta ora di vedere se il Governo riproporrà queste linee di guida come base della trattativa per arrivare a un’intesa.