LA DECISIONE DEL CDM

Polizze catastrofali, approvato il rinvio di tre mesi ma DIVERSIFICATO per piccole, medie e grandi imprese

28 Mar 2025 di Maria Cristina Carlini

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Fumata bianca dal Consiglio dei ministri al rinvio dell’obbligo di sottoscrizione da parte delle imprese delle polizze catastrofali. Come era nelle attese (si veda l’articolo di Diario Diac di oggi), il Cdm ha approvato ‘fuori sacco’ una norma ad hoc che dispone lo slittamento di quest’obbligo che, altrimenti, sarebbe scattato il 31 marzo. Ma a sorpresa, rispetto all’ipotesi piu’ accreditata fino all’ultimo momento di un rinvio tout court di tre mesi per tutti, ha licenziato un provvedimento  con modalità più articolate con un differimento diversificato per piccole, medie e grandi aziende. Nel dettaglio, come hanno riferito fonti di Palazzo Chigi, il termine del primo aprile è differito al primo ottobre per le medie imprese e al primo gennaio 2026 per le piccole e micro imprese.  Rimane fermo al primo aprile il termine per le grandi imprese, ma per tali soggetti non si tiene conto, per ulteriori 90 giorni, dell’eventuale inadempimento dell’obbligo di assicurazione nell’assegnazione di contributi, sovvenzioni o agevolazioni di carattere finanziario a valere su risorse pubbliche, anche con riferimento a quelle previste in occasione di eventi calamitosi e catastrofali. Andava proprio in questa direzione l’ultimo appello  rivolto dal presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, che chiedeva di sospendere almeno le sanzioni per tre mesi.

Oltre al pressing delle aziende, forti sono stati i segnali politici giunti dalla maggioranza erano a favore di un rinvio più lungo di 90 giorni. Mentra era in corso il Consiglio dei ministri, è arrivata la notizia dell’emendamento al Dl Pa, presentato dalla Lega, a prima firma Alberto Gusmeroli, per far slittare l’obbligo al 31 dicembre di quest’anno. Prima ancora, era stato l’esponente di Fratello d’Italia, Riccardo Zucconi, a presentare un emendamento al decreto Bollette, in esame alla Camera, che prevedeva il rinvio di sette mesi. La proposta di modifica non è stata ammessa. Ma, comunque, i tempi parlamenti non erano compatibili con la scadenza del 31 marzo fissata dal decreto attuativo pubblicato il 27 febbraio in Gazzetta Ufficiale.

Il Mimit, dove nei giorni scorsi si sono svolti tavoli tecnici per arrivare a una soluzione, ha convocato per il 31 marzo tutte le parti in causa e, cioè, Ania, Unipol, Ivass, Sace, Confindustria, Confesercenti, Confartigianato, Confcommercio, Casartigiani, Cna, Confapi, Federdistribuzione, Ancd e Ancc-Coop.

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