LA LISTA DELLA COMMISSIONE UE

Via LIBERA ai 47 progetti strategici europei sulle materie prime. Per l’Italia Portovesme, Itelyum, Recover It e Alpha di Solvay Chimica

Tutti progetti sul riciclo quelli riguardanti il nostro Paese. Per l’Ue, investimento da 22,5 miliardi. Autorizzazioni in 15-27 mesi.

25 Mar 2025 di Mauro Giansante

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Via LIBERA ai 47 progetti strategici europei sulle materie prime. Per l’Italia Portovesme, Itelyum, Recover It e Alpha di Solvay Chimica

Nei giorni in cui il dibattito internazionale è arricchito dal possibile accordo Usa-Ucraina sulle terre rare, l’Unione europea prova a ritagliarsi un suo spazio nella partita del secolo. Ad oggi dominata dalla Cina. Ieri, infatti, la Commissione ha pubblicato la lista definitiva dei 47 progetti strategici sulle materie prime “che rafforzeranno la filiera europea”. Sono, li ha definiti palazzo berlaymont, “un’importante pietra miliare nell’attuazione del Critical Raw Material Act (in vigore da maggio 2024), che mira a garantire che l’estrazione, la lavorazione e il riciclaggio europei di materie prime strategiche soddisfino rispettivamente il 10%, il 40% e il 25% della domanda dell’Ue entro il 2030.

 

Primo elenco di progetti strategici ai sensi della legge sulle materie prime critiche

 

Nel dettaglio, i47 nuovi progetti strategici sono distribuiti in 13 Stati membri dell’Ue: Belgio, Francia, Italia, Germania, Spagna, Estonia, Repubblica Ceca, Grecia, Svezia, Finlandia, Portogallo, Polonia e Romania. Progetti che coprono uno o più segmenti della filiera delle materie prime: 25 progetti sulle attività di estrazione, 24 di lavorazione, 10 di riciclaggio e 2 di sostituzione delle materie prime. In termini di materie prime strategiche coinvolte, sono 14 su 17 quelle interessate rispetto alla lista del Crm Act. Sul litio 22 progetti, sul nichel 12, sul cobalto 10, sul manganese 7 e sulla grafite 11. Progetti, questi, che andranno a beneficio in particolar modo della filiera delle materie prime per batterie dell’Ue, garantendo il raggiungimento dei target 2030 per l’estrazione, la lavorazione e il riciclaggio (litio e cobalto). Inoltre, un progetto coinvolge il magnesio e altri tre il tungsteno. Questi, contribuiranno alla resilienza dell’industria della difesa dell’Ue, che fa affidamento sull’uso di questi materiali. E anche in questo senso il tema è caldo dopo la pubblicazione del libro bianco e il piano ReArm/Readiness 2030.

Investimento complessivo da 22,5 miliardi. Autorizzazioni in 15-27 mesi a seconda dei progetti

Questi progetti, ha spiegato ieri la Commissione, sono stati selezionati in quanto contribuiscono alla fornitura sicura di materie prime strategiche dell’Ue, aderiscono a criteri ambientali, sociali e di governance e sono tecnicamente fattibili. Inoltre, i progetti selezionati hanno anche dimostrato chiari benefici transfrontalieri. Per diventare operativi, i 47 progetti strategici hanno un investimento di capitale complessivo previsto di 22,5 miliardi di euro, potranno beneficiare del supporto coordinato della Commissione, degli Stati membri e delle istituzioni finanziarie per diventare operativi, in particolare per quanto riguarda l’accesso ai finanziamenti e il supporto per entrare in contatto con gli acquirenti interessati. Beneficeranno, inoltre, di disposizioni semplificate in materia di autorizzazioni, per garantire la prevedibilità per i promotori dei progetti, salvaguardando al contempo gli standard ambientali, sociali e di governance. In linea con il Crm Act, la concessione delle autorizzazioni non supererà i 27 mesi per i progetti di estrazione e i 15 mesi per gli altri progetti. Attualmente, invece, i processi di autorizzazione possono durare dai cinque ai 10 anni.

Séjourné: “Il litio cinese non sarà il gas russo di domani. Centrale per acquisti congiunti al 2026”

“All’inizio delle nostre catene di fornitura più strategiche ci sono le materie prime. Sono anche indispensabili per la decarbonizzazione del nostro continente. Ma l’Europa attualmente dipende da paesi terzi per molte delle materie prime di cui ha più bisogno”, ha detto ieri Stéphane Séjourné, Vicepresidente esecutivo per la prosperità e la strategia industriale. “Dobbiamo aumentare la nostra produzione, diversificare la nostra fornitura esterna e fare scorte. Oggi abbiamo identificato 47 nuovi progetti strategici che, per la prima volta, ci aiuteranno a garantire la nostra fornitura interna di materie prime. Questo è un momento fondamentale per la sovranità europea come potenza industriale”.

Il vicepresidente ha quindi ammonito: “Lo dico chiaramente: non vogliamo sostituire la nostra dipendenza dai combustibili fossili con una dipendenza dalle materie prime. E il litio cinese non sarà il gas russo di domani”. Come Europa, “oggi dobbiamo estrarre di più e aprire più miniere. Dobbiamo anche trasformare di più – è una sfida la trasformazione poiché è anche una questione di dipendenza – e dobbiamo anche riciclare di più perché è una catena”, ha aggiunto. Quindi l’annuncio: ” Entro il 2026 la Commissione europea lancerà una centrale per gli acquisti congiunti per le materie prime”. L’esempio da seguire sono i vaccini in epoca Covid e lo stesso si vorrebbe/dovrebbe fare per la difesa. “Vogliamo scegliere da chi acquistare e quando acquistare allo scopo di ridurre il costo delle materie prime e assicurare che la catena di fornitura sia sostenibile nel lungo termine. Inoltre, la Commissione europea creerà anche un sistema di scorte strategiche”.

I quattro progetti selezionati per l’Italia

Quanto all’Italia, sono quattro i progetti selezionati. “Un importante risultato”, lo ha definito il ministro dell’Ambiente Pichetto: “su 10 progetti di riciclo riconosciuti strategici a livello europeo, 4 sono italiani. “Dà l’avvio ad una nuova visione del settore delle materie prime in Italia, incentrata sulla competitività ma anche sulla sostenibilità ambientale, economica e sociale. I progetti italiani che hanno ottenuto il riconoscimento di progetti strategici confermano il forte orientamento del nostro Paese verso la circolarità, la valorizzazione e l’uso efficiente delle risorse”.

“L’Italia è protagonista della sfida europea per l’autonomia strategica e l’approvvigionamento delle materie prime critiche, essenziali per garantire la sicurezza e la continuità delle nostre filiere industriali”, ha affermato il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso. “Confermiamo così la nostra leadership tecnologica nel settore del riciclo e dell’economia circolare”, prosegue Urso. “Le competenze italiane daranno un contributo decisivo alla riduzione della dipendenza europea da Paesi terzi, rafforzando così la sovranità strategica dell’Europa in un settore sempre più fondamentale per il futuro”.

Nel dettaglio, i territori coinvolti sono Veneto, Toscana, Lazio e Sardegna con Alpha Project Recycling di Solvay Chimica Italia Spa, Life 22 di Itelyum Regeneration SpA, Portovesme Crm hub di Portovesme srl e Recover It di Circular materials srl. Il più noto, forse, è quello isolano che prevede la realizzazione di un impianto per dare nuova vita alle batterie al litio esauste e refusi di produzione. Tale impianto localizzato sul sito Glencore di Portovesme, sarebbe uno dei più grandi stabilimenti industriali di produzione circolare di materiali per le batterie elettriche di nuova generazione (Litio, Cobalto e Nickel) in Europa, con una capacità di materiali equivalenti ad una produzione di circa 600.000 veicoli elettrici all’anno. Poche ore dopo l’ok della Commissione Ue, la società ha accolto con favore, in una nota, la decisione del Comitato europeo per le materie prime critiche. “Il progetto di Portovesme Sardegna sarà uno dei più grandi hub d’Europa per il riciclo delle batterie”.

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