LA CITTA' DELLE RELAZIONI

Viva l’architettura! … questa sconosciuta

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Poi, la rimanente parte dell’anno, scompare quasi completamente l’interesse in un Paese che dedica pochissime risorse al tema e pochissimo tempo nell’orario delle scuole (poca attenzione alla formazione artistica, nulla ovviamente a quella architettonica). Una nazione l’Italia che vede scomparire le mostre di architettura come fatto culturale appena si esce dai circuiti disciplinari, universitari o ordinistici, o dei grandi appuntamenti internazionali. Pochissimi si interessano di architettura. Scompaiono i libri dagli scaffali delle librerie perché nessuno li compra. I momenti di confronto e di ragionamento sul rapporto vitale, necessario e decisivo tra architettura e città sono ridotti ad azioni comunicative degli Assessorati all’Urbanistica, mentre i processi partecipativi sono diffusamente sterilizzati e procedure formali da cui le persone comprensibilmente scappano.

Nello specifico il contesto universitario presenta difficoltà non meno evidenti. L’iniziativa sull’Architettura Italiana Contemporanea promossa come una esplorazione nazionale sui professori di progettazione che ancora progettano (sembra una ovvietà ma in realtà è una provocazione) evidenza per differenza i limiti operativi della cultura architettonica italiana che non riesce a mantenere un ruolo significativo nel dibattito nazionale e internazionale. In quello professionale e amministrativo poi registriamo ancora quello che sappiamo, tristemente, da sempre: che le opere di architettura e fin i restauri sono professionalmente praticati da figure professionali di vario tipo, molte delle quali poco o per nulla formate, aprendo un contesto diffuso di operatori che non garantiscono la sensibilità e l’attenzione che il patrimonio architettonico e paesaggistico italiano merita.

In questo scenario non esaltante compaiono, una volta l’anno, queste preziose occasioni. La cosa bella dei 10 Festivals che vedremo è la loro vitalità che nasce dai contesti, la loro crescita dal basso, il loro legarsi alle identità dei territori, il loro caratterizzarsi per i campi di applicazione e per i temi che ogni luogo offre.

Tra le altre conosco bene, per essere coinvolto, le iniziative di quello modenese «Industria|Architettura» che mette in valore le tante azioni che il distretto ceramico, la casa automobilistica Ferrari e l’indotto industriale del contesto provinciale oggi sviluppano, e il Festival «All’in su» che ha base nella valle Camonica ma che guarda a tutta l’Italia e promuove meritoriamente l’idea di architettura che viene elaborata nei contesti montani come strumento etico e misurato di supporto alle comunità.
Questi segnali sono davvero interessanti se li colleghiamo all’identità multiforme e ricchissima che l’Italia ha sempre offerto. Se ci pensiamo bene il nostro è il Paese delle 100 città e dei molti paesaggi, è un contesto che, nei tempi della storia, per la propria conformazione geografica e per l’articolazione politica e culturale che ha coltivato, ha sempre visto una sedimentazione viva di esperienze architettoniche differenti e dialoganti, legate ai luoghi, alla costruzione della città e alle dinamiche delle comunità.

Proprio per quello che l’Italia ha rappresentato nella Storia dell’Architettura e della città questa gloriosa tradizione merita di essere riportata al centro dell’agenda culturale e politica, anche grazie ai segnali di vita dei Festivals nazionali.
Come noto in Francia nel 1977 è stata approvata, anche lì contro le fisiologiche resistenze che ci sono in ogni contesto, una legge per l’architettura che ha segnato la centralità della cultura in ogni processo di costruzione e ha cambiato il contesto professionale e la qualità degli interventi insediativi.

In Italia, quasi cinquant’anni dopo, si affaccia nuovamente nel dibattito politico una proposta di legge sull’Architettura che rimane per il momento confinata prevalentemente al dibattito legislativo.

Da noi colpevolmente l’architettura è ancora concepita come attività di servizio e non come opera di ingegno e tutte le dinamiche che vanno dalla selezione dei progettisti alla realizzazione degli interventi difficilmente riescono a ricercare qualità e condivisione sociale.

Se vogliamo sperare di arrivare anche qui ad un risultato così importante sarà necessario estendere l’attenzione che i Festivals avranno per sette giorni alle altre settimane dell’anno, sarà opportuno un coordinamento vero e non solo formale dei molti soggetti (scolastici, universitari, istituzionali, professionali, industriali, culturali) che possono promuovere insieme questo salto in avanti.

Andrà fatto non solo nei convegni o nelle aule parlamentari. Andrà sviluppato innanzitutto con azioni diffuse sul territorio a partire dalle scuole e con occasioni distribuite nell’anno che rianimino un contesto culturale nazionale oggi indifferente, assopito e distante, davvero lontano da essere pronto per questo premio. Solo da un’azione diffusa, continua e coordinata potrà arrivare la base necessaria perché una legge sulla qualità architettonica possa essere finalmente sentita, attesa e alla fine approvata.

Viva l’architettura allora, nelle sue belle e varie declinazioni e nelle sue molte profondità di radicamento, sperando che possano accendersi presto, prima e dopo i fuochi fatui dei 10 Festival nazionali, mille luci dappertutto capaci di rischiarare il buio culturale che ci circonda e in cui dormiamo sonni tranquilli.

 

 

Fonti:
HTTPS://CREATIVITACONTEMPORANEA.CULTURA.GOV.IT/FESTIVALARCHITETTURA-EDIZIONE3-VINCITORI/

HTTPS://THEVISION.COM/ARCHITETTURA/ARCHITETTURA-VALORE-LEGGE/

HTTPS://ILGIORNALEDELLARCHITETTURA.COM/2024/10/22/LEGGE-SULLARCHITETTURA-SARA-LA-VOLTA-BUONA/#:~:TEXT=L’ITALIA%2C%20NONOSTANTE%20IL%20SUO,UNA%20LEGGE%20SPECIFICA%20SULL’ARCHITETTURA.

https://www.archiportale.com/news/2025/01/architettura/verso-una-legge-per-l-architettura_102909_3.html

Dario Costi
di Dario Costi

Architetto, Professore, Progettista

Dario Costi, architetto Phd è professore ordinario in progettazione architettonica e urbana presso l’Università di Parma. Direttore della Serie The City Project per Springer Berlin e di altre collane editoriali, scrive per la Scuola Nazionale di Amministrazione le Linee guida per la Rigenerazione Urbana in Italia, è consulente del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici per il Piano Casa Italia e Direttore del Laboratorio Smart City 4.0 Sustainable LAB promosso dalla Regione Emilia Romagna. Si occupa dell’integrazione possibile tra progetto urbano, rinaturazione delle città e innovazione tecnologica attraverso l’architettura sia in ambito di ricerca applicata che sul piano professionale grazie allo Studio MC2AA con cui lavora prevalentemente sui temi della rigenerazione, dell’edificio e dello spazio pubblico, del social housing, della transizione degli insediamenti industriali verso il modello degli Smart Eco-District. d.costi@mc2aa.it

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