La giornata
Trump-Putin, oggi la TELEFONATA. Meloni: l’Occidente rimanga unito
- Pnrr, Foti: “chiuso il 60,86% dei progetti. Disposti a riprogrammazione se necessario
- A febbraio lieve accelerazione dell’inflazione, +1,6%, si scaldano i prezzi dei beni energetici
- Bce: i prezzi delle case sono elevati e potrebbero salire ancora
- Energia, Pichetto: “bene piano Commissione ma servono azioni a breve termine
- Appalti, Cgil: è sempre più diffuso il ricorso a quelli illeciti. Una guida per le vertenze
IN SINTESI
“Parlerò con Putin domani mattina”. Ad annunciarlo è stato ieri il Presidente Usa, Donald Trump, visitando il Kennedy Center. “Stiamo cercando di fare la cosa giusta. Non è stato facile. Vogliamo un cessate il fuoco e poi un accordo di pace”, ha detto Trump. “Joe Biden ha dato 350 miliardi di dollari all’Ucraina, è stato un incompetente, è uno scandalo quello che ha fatto”, ha aggiunto. Trump ha anche riferito che il presidente cinese Xi Jinping verrà negli Stati Uniti in “un futuro non lontano”. Intanto, Trump non allenta la morsa sui dazi e conferma quelli all’Europa dal 2 aprile su alluminio, acciaio, auto, prodotti agroalimentari e vino.
Meloni prepara l’intervento in Parlamento: “l’Occidente rimanga unito”
Evitare ogni rischio di una divisione dell’Occidente, che mai come ora deve restare unito, tanto sulla crisi ucraina quanto nella partita sui dazi. È questo il fulcro dell’intervento che la premier, Giorgia Meloni, terrà oggi al Senato in vista del Consiglio europeo che si svolgerà il 20 e 21 marzo a Bruxelles. Palazzo Chigi e maggioranza hanno lavorato ieri alla risoluzione unitaria che si preannuncia all’insegna del compromesso nel tentativo di ricompattare le diverse posizioni all’interno della coalizione di governo.
Pnrr, Foti: “chiuso il 60,86% dei progetti. Disposti a riprogrammazione se necessario”
“Non mi pare si debba prendere lezione da persone che hanno la laurea nelle spese inutili, basterebbe vedere gli ultimi anni per vedere quale disastro c’è stato sul debito pubblico. Questo piano si regge su 270.406 progetti, di questi ne sono stati completati 164.566, pari al 60,86%; quanto al valore dell’importo è pari a 46,43 miliardi che su 141 miliardi, che è quanto si compone il paniere degli interventi, è pari al 33%. Ora non mi pare che aver completato il 60% dei progetti debba essere interpretato come un dato negativo”. A sottolinearlo è stato il ministro degli Affari europei, le Politiche di coesione ed il Pnrr, Tommaso Foti, intervenendo in Aula alla Camera nel corso della discussione delle mozioni sul Pnrr. “Non sono tra coloro i quali che dicono tutto va bene – ha detto – stiamo monitorando e premendo sugli enti attuatori per una accelerazione sotto il profilo dei lavori e della spesa”. Quanto alla divulgazione dei dati sul piano e ai progetti nel Sud Foti ha sottolineato: “Avevo promesso che ci sarebbe stata una relazione, e la relazione è uno dei motivi per cui viene convocata la prossima settimana una Cabina di regia. Dopodichè verrà inviata al Parlamento, in modo che il Parlamento possa avere tutti i dati che richiede”. “Perché continuare a dire – ha concluso – che i dati non sono disponibili? Vi è una pigrizia da parte di chi lo dice. Perché basterebbe andare sul sito ‘Italia Domani’ e ci sono tutti i dati aperti. Ognuno può andare a vedere singolarmente lo stato di attuazione, progetto per progetto”.
Ieri, intanto, a Palazzo Chigi la Cabina di regia PNRR, dedicata alla Missione inclusione e coesione, convocata e presieduta da Foti, con la partecipazione del Sottosegretario al Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Claudio Durigon, oltre che dei Presidenti delle Regioni e dei rappresentanti della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, per una circostanziata verifica dello stato di attuazione della riforma per la riqualificazione dei servizi di politiche attive del lavoro e della formazione – Programma Garanzia Occupazione Lavoro (GOL) – in ambito regionale. La Cabina di regia Missione inclusione e coesione, che segue quella del 6 marzo scorso dedicata alla Missione Salute, rientra nell’ambito del monitoraggio rafforzato delle misure del PNRR, che vedono le Regioni parte attiva come soggetti attuatori, avviato dal Governo in vista del negoziato con la Commissione europea finalizzato ad una eventuale rimodulazione volta a garantire il conseguimento dei target finali e il pieno impiego delle risorse assegnate. “Le verifiche in corso sullo stato di attuazione del Piano – dichiara il Ministro Foti – consentiranno al Governo di intervenire con azioni mirate per ultimare riforme e investimenti nei tempi previsti, con ricadute positive nella vita reale dei cittadini e per confermare il primato europeo dell’Italia nell’attuazione del Piano, in termini di obiettivi raggiunti, di risorse complessivamente ricevute, di rate incassate e di richieste di pagamento formalizzate”.
Il programma GOL, attuato dalle Regioni e dalle Province autonome, si rivolge prioritariamente alle persone in cerca di occupazione, percettori di ammortizzatori sociali o di una misura di sostegno economico di integrazione al reddito, ma anche ai lavoratori fragili e disoccupati per incentivare percorsi di politica attiva personalizzati rispetto ai differenti bisogni dei destinatari. Nel corso della Cabina di regia è stato fatto il punto sul avanzamento fisico della riforma, che prevede il conseguimento di tre target entro la fine del 2025; ad oggi è stato raggiunto il 65% del target finale, con 1,9 milioni di beneficiari a fronte dei 3 milioni di destinatari previsti; nell’ambito dei suddetti destinatari, 800.000 partecipano alla formazione professionale e di questi ultimi 300.000 sono i beneficiari di percorsi formativi in competenze digitali. Il terzo obiettivo da traguardare è il potenziamento di almeno l’80% dei Centri per l’Impiego, attraverso il miglioramento dei servizi di qualità, l’analisi dei fabbisogni delle competenze, la definizione di piani formativi individuali, l’offerta di servizi efficaci di accoglienza e di orientamento all’occupazione. Allo stesso tempo la Cabina ha preso atto del limitato avanzamento finanziario della misura in capo alle Regioni attualmente pari al 9,3% delle risorse ripartite, al fine di stabilire una rimodulazione della dotazione finanziaria residua della misura in altri progetti virtuosi nell’ambito delle politiche attive per il lavoro, ferma restando l’incessante azione del Governo Meloni per interventi mirati ad implementare l’occupazione, soprattutto nel Mezzogiorno. Al fine di agevolare le Regioni nella verifica dei cronoprogrammi e nel conseguimento degli obiettivi previsti, è stata predisposta un’attestazione per asseverare lo stato di attuazione nel conseguimento del target finale della Riforma GOL secondo la tempistica e le condizionalità del Piano, oltre allo stato di avanzamento finanziario. La ricognizione consentirà alle regioni di chiarire l’attuale avanzamento del target, l’avanzamento della spesa a fronte di quanto assegnato, nonché di rappresentare proposte ed azioni mirate e condivise per l’impiego delle risorse che non saranno assorbite dalla Riforma.
La Struttura di Missione PNRR della PCM, in raccordo con il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, assicura la massima collaborazione alle Amministrazioni titolari per un adeguato supporto nella redazione delle attestazioni.
A febbraio lieve accelerazione dell’inflazione, +1,6%, si scaldano i prezzi dei beni energetici
A febbraio l’inflazione torna ad accelerare leggermente a +1,6%, sulla spinta dei prezzi dell’energia anche quelli dell’alimentare. E’ la dinamica che tratteggiano i dati diffusi ieri dall’Istat, che lima, comunque, la stima preliminare. Nel dettaglio, l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività, al lordo dei tabacchi, aumenta dello 0,2% rispetto a gennaio 2025 e dell’1,6% rispetto a febbraio 2024 (da +1,5% del mese precedente); la stima preliminare era +1,7%. La dinamica tendenziale dell’indice generale risente dell’accelerazione dei prezzi dei beni energetici regolamentati (da +27,5% a +31,4%), del marcato ridimensionamento della flessione di quelli dei beni energetici non regolamentati (da -3,0% a -1,9%) e dell’aumento del ritmo di crescita dei prezzi dei beni alimentari non lavorati (da +2,2% a +2,9%) e lavorati (da +1,7% a +1,9%). Di contro, si assiste a una decelerazione dei prezzi dei servizi relativi ai trasporti (da +2,5% a +1,9%), dei servizi relativi alle comunicazioni (da +1,1% a +0,5%) e di quelli dei servizi ricreativi, culturali e per la cura della persona (da +3,3% a +3,1%). L’“inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, si riduce, così come quella al netto dei soli beni energetici (entrambe le variazioni tendenziali passano da +1,8% a +1,7%). La dinamica tendenziale dei prezzi dei beni evidenzia una nuova accelerazione (da +0,7% a +1,1%), mentre quella dei servizi rallenta (da +2,6% a +2,4%). Il differenziale inflazionistico tra il comparto dei servizi e quello dei beni scende quindi a +1,3 punti percentuali (dai +1,9 di gennaio 2025). Il tasso tendenziale di variazione dei prezzi dei beni alimentari, per la cura della casa e della persona aumenta (da +1,7% a +2,0%), mentre quello dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto diminuisce (da +2,0% a +1,9%). L’aumento congiunturale dell’indice generale è dovuto prevalentemente ai prezzi degli energetici regolamentati (+0,8%) e non regolamentati (+0,7%), ma anche a quelli dei beni non durevoli (+0,4%) e dei servizi relativi all’abitazione (+0,3%); i prezzi dei tabacchi (+2,5%) risentono anche dell’aumento delle accise. Gli effetti dei suddetti aumenti sono stati solo in parte compensati dalla diminuzione dei prezzi dei servizi relativi ai trasporti e dei beni durevoli (entrambi a -0,2%). L’inflazione acquisita per il 2025 è pari a +1,1% per l’indice generale e a +0,6% per la componente di fondo. L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) a febbraio 2025 aumenta dello 0,1% su base mensile e dell’1,7% su base annua (stabile rispetto a gennaio 2025), confermando la stima preliminare. L’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), al netto dei tabacchi, cresce dello 0,2% rispetto a gennaio e dell’1,5% rispetto a febbraio 2024.
Bce: i prezzi delle case sono elevati e potrebbero salire ancora
La flessione dei prezzi delle case nell’Eurozona al 2024 e’ stata “relativamente modesta e di breve durata”. Lo rileva uno studio pubblicato dalla Bce sulla dinamica dei prezzi delle case che raffronta la reazione del mercato immobiliare alla crisi del 2007 con quella successiva alla pandemia. Dai dati del terzo trimestre del 2024 emerge che il prezzo delle case nell’area euro ha superato il picco del 2022. E il recupero e’ stato molto piu’ rapido rispetto a quello successivo alla crisi del 2007. Il calo cumulativo del 3% dell’ultimo anno e mezzo e’ stato “relativamente modesto e di breve durata”. Dopo il ciclo della crisi finanziaria e del debito sovrano, infatti, si registro’ un calo dei prezzi del 5%, in quasi tutti i Paesi. Dal raffronto tra il mercato dopo la crisi del 2007 e quello odierno emerge che molto probabilmente il prezzo medio delle case continuera’ a salire nonostante la flessione dell’ultimo periodo e questa “potrebbe non essere una prospettiva del tutto sana per l’economia nel suo complesso”, evidenzia lo studio. Anche perche’ cio’ ha un impatto negativo “sull’accessibilita’ economica delle abitazioni nonostante una politica monetaria nel frattempo meno restrittiva”.
Energia, Pichetto: “bene piano Commissione ma servono azioni a breve termine”
“Guardiamo con preoccupazione ai differenziali di prezzo con altri Paesi Ue. E della stessa Ue rispetto ai Paesi terzi e agli effetti che essi hanno sulla competitività delle nostre imprese e ricadute sui nostri cittadini e famiglie. Le misure del Clean industrial deal e dell’Action plan for affordable energy sono positive ma portano risultati soprattutto nel medio e nel lungo periodo. Servono piuttosto interventi in grado di abbassare i prezzi nel breve periodo. L’Italia è pronta a dare il proprio contributo ed abbiamo già preso contatti diretti con la direzione Energia per condividere le nostre idee”. Lo ha detto il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, durante il dibattito al Consiglio Ue Energia sul piano d’azione della Commissione per ridurre i prezzi. In una nota, il ministero specifica che le proposte italiane verranno presentate anche ai vice presidenti della Commissione Raffaele Fitto e Teresa Ribera e ai commissari Wopke Hoekstra e Dan Jorgensen. “Sosteniamo con forza – ha ribadito Pichetto Fratin – l’obbiettivo, affermato dalla Commissione, di favorire il decoupling dei prezzi dell’energia elettrica dal mercato del gas naturale attraverso la diffusione dei contratti a lungo termine e i contratti per differenza”.
“Condividiamo le posizioni della Commissione – ha evidenziato Pichetto Fratin – sulla volontà di proseguire gli sforzi sul monitoraggio dei mercati energetici e su quella di promuovere gli investimenti per la flessibilità e per l’adeguatezza del sistema elettrico, purché sia lasciata agli Stati membri sufficiente libertà di manovra circa l’implementazione. Riteniamo di fondamentale importanza – ha aggiunto il ministro – lo sviluppo delle interconnessioni tra Paesi Ue e con Paesi extra Ue, in particolare quelle che collegano Nord Africa ed Europa, al fine di diversificare le fonti e creare mercati più competitivi ed integrati con effetti positivi sui differenziali di prezzi”.
Energia, Jorgensen: “la roadmap sullo stop all’import dalla Russia verrà presentata molto presto”
“Molto presto presenteremo una tabella di marcia per diventare completamente indipendenti dall’import della Russia. Non posso condividere la data esatta ma sarà molto presto. Dobbiamo essere 100% indipendenti”. Lo ha detto il commissario Ue all’Energia, Dan Jorgensen, arrivando al Consiglio Ue Energia. Nelle scorse settimane la presentazione della roadmap per porre fine alle importazioni di energia dalla Russia è stata eliminata dall’agenda provvisoria dei prossimi Collegio Ue. In un primo momento, la presentazione era fissata per il 26 marzo.
Appalti, Cgil: è sempre più diffuso il ricorso a quelli illeciti. Una guida per le vertenze
“Sempre di più, in molti settori, le imprese ricorrono a forme illecite di appalti, subappalti, distacchi e forniture, per mascare forme di lavoro irregolare, se non di vero e proprio sfruttamento. Occorre una stretta normativa che impedisca il ricorso sistematico ad ‘imprese serbatoio’, ai finti distacchi, all’utilizzo di voci in busta paga per mascherare palesi violazioni degli orari di lavoro, truffando Inps e Inail. Anche per questo, come Cgil nazionale, abbiamo redatto un vero e proprio ‘Manuale per le vertenze’ per sostenere le tante iniziative sui territori”. A dichiararlo è Alessandro Genovesi, responsabile contrattazione inclusiva, appalti e contrasto al lavoro nero della Cgil Nazionale. “Da pochi giorni – fa sapere il dirigente sindacale – è disponibile per Futura Editrice un vero e proprio Manuale per le Vertenze, con introduzione del segretario generale Maurizio Landini, dal sottotitolo esplicito: ‘come contrastare falsi appalti, sfruttamento e caporalato’”. “Un manuale interdisciplinare – prosegue Genovesi – frutto del lavoro delle diverse aree della Cgil Nazionale, per fornire strumenti, dalla tutela collettiva a quella individuale, dalla conoscenza delle norme a indicazioni pratiche su quali leve agire. Un manuale per la contrattazione, che va oltre la denuncia, con tutto ciò che questo implica, per esempio ai sensi della legge 231/01, ma anche sul possibile controllo giudiziario e su come salvaguardare l’occupazione e accompagnare la regolarizzazione e l’inserimento di questi lavoratori, spesso migranti”.
“Un manuale – aggiunge Genovesi – che si inserisce pienamente dentro la più generale campagna della Cgil per cambiare un modello di impresa che alimenta concorrenza sleale e sfruttamento, dando continuità e sostanza alla stessa campagna referendaria del sindacato, volta a rafforzare diritti e tutele anche dei lavoratori e lavoratrici in appalto. Del resto, dobbiamo usare quelle ‘frecce’ che ci siamo conquistati in questi anni di lotte: dalla legge 199/2016 contro lo sfruttamento lavorativo al nuovo comma 1 bis dell’articolo 29 del Dlgs. 276/03. Norme che ci siamo conquistati con gli scioperi contro i morti sul lavoro, contro i morti da sfruttamento e che certo non superano i limiti di un sistema che, dalla Bossi-Fini al Collegato Lavoro, questa destra vuole rafforzare e che noi vogliamo invece contrastare, con tutti gli strumenti a nostra disposizione, con la contrattazione, le vertenze, le campagne per nuove norme di legge”, conclude Genovesi.
Sicurezza ‘Tutela a 360 gradi’, inaugurato il primo sportello di assistenza psicologica Feneal Uil e ItalUil
E’ stato inaugurato, ieri a Milano, presso la sede FenealUil Milano Cremona Lodi Pavia il primo Sportello Sicurezza Uil “Tutela a 360 gradi”. Un progetto nazionale del sindacato delle costruzioni FenealUil e del Patronato ItalUil, lanciato dal segretario generale Pierpaolo Bombardieri nell’ultimo congresso della confederazione, la cui sperimentazione partirà proprio dal sindacato di categoria milanese guidato dal segretario responsabile Salvatore Cutaia. “L’idea – spiega la sigla sindacale – nasce dalla necessità di offrire risposte concrete alla carenza di assistenza psicologica per i lavoratori vittime di gravi infortuni sul lavoro o colpiti da malattie professionali e ai familiari di lavoratori deceduti a causa del lavoro. Molto spesso – spiegano Vito Panzarella – Segretario Generale FenealUil e Giuliano Zignani – Presidente ItalUil – il supporto psicologico alle famiglie dopo un lutto così grave, quando c’è, si limita ad essere prestato solo nell’immediatezza del caso. Per questo, nell’ambito della nostra volontà comune di offrire una tutela a 360 gradi a tutti lavoratori, abbiamo deciso di creare questo ulteriore servizio con l’apporto di nostri consulenti medici”. Un’iniziativa nazionale che verrà sperimentata per la prima volta in questa città proprio perché aggiungono “siamo in una delle regioni più colpite dagli infortuni sul lavoro così come il settore costruzioni è in cima alla lista di quelli più a rischio. I dati Inail del 2024 confermano un quadro allarmante con 1.090 morti sul lavoro, di cui 131 vittime proprio in Lombardia, mentre 156 sono i decessi a livello nazionale nel settore costruzioni, e oltre il 21% in più le denunce di malattie professionali registrate rispetto allo stesso periodo del 2023.”
“Non vogliamo con questa iniziativa sostituirci a quanto le istituzioni preposte fanno – concludono i due sindacalisti – ma invece sollecitare una maggiore attenzione e cura anche per le famiglie colpite da queste tragedie. La nostra attenzione è massima come lo dimostra la campagna ‘ZEROMORTISULLAVORO’ portata avanti con costanza dalla Uil e i vari progetti messi in campo anche dalla Feneal e dall’Ital, non ultimo quello sulle tutele attive in materia di malattie professionali. Un tema ancora troppo trascurato e poco studiato mentre tantissime sono le patologie che colpiscono le lavoratrici e i lavoratori. Con il progetto “Costruiamo Tutele e diritti” abbiamo, infatti, cercato in quest’ultimo anno proprio di diffondere tra i lavoratori del comparto dell’edilizia una maggiore consapevolezza del diritto a lavorare in sicurezza e conoscere le tutele che gli spettano anche in questo ambito.”
Lo sportello FENEAL ITAL sarà aperto alla cittadinanza tutti i lunedì pomeriggio dalle 15 alle 17,30 presso la sede FENEALUIL, in via Nino Bixio 6, Milano.
Prysmian ed Edison Energia firmano un accordo pluriennale per la fornitura di energia rinnovabile
Prysmian, leader mondiale nel settore dei sistemi in cavo per l’energia e le telecomunicazioni, e Edison Energia, società del Gruppo Edison attiva nella fornitura di energia elettrica e gas a imprese e famiglie e di servizi a valore aggiunto al segmento retail, hanno firmato un Corporate Power Purchase Agreement (PPA) pluriennale per la fornitura di energia 100% rinnovabile. Questo agreement è perfettamente in linea con l’impegno di Prysmian nella sostenibilità e nella riduzione delle emissioni CO2. Edison Energia fornirà a Prysmian circa il 25% del suo attuale consumo annuo di energia elettrica in Italia. L’energia elettrica sarà prodotta da un impianto fotovoltaico di nuova costruzione in provincia di Viterbo in Italia, con una capacità installata totale di circa 150 MWp (Megawatt-peak). Maria Cristina Bifulco, Chief Investor Relations, Sustainability and Communication Officer di Prysmian, ha commentato: “L’accordo raggiunto è uno step importante nel percorso di riduzione delle emissioni. Assicurandoci un approvvigionamento a lungo termine di energia rinnovabile, non solo miglioriamo il nostro impatto ambientale, ma riusciremo anche ad avere costi stabili. Il PPA siglato è assolutamente in linea con i nostri obiettivi ESG e dimostra il nostro impegno nella transizione energetica”. Laura Colli, Chief Purchasing Officer di Prysmian, ha aggiunto: “ Questo accordo rientra nella strategia di sourcing di Prysmian, che mira alla costruzione di partnership con una base di fornitori sostenibili. Garantendo fonti di energia pulita, non solo assicuriamo l’affidabilità della supply chain, ma contribuiamo ad avere un impatto positivo sull’ambiente, promuovendo un futuro più green e sostenibile per le nuove generazioni ”. Massimo Quaglini, amministratore delegato di Edison Energia, ha dichiarato: “L’accordo di fornitura di energia verde siglato con Prysmian sottolinea l’impegno di Edison Energia nel supportare i clienti nel loro percorso di decarbonizzazione. Ai nostri clienti industriali e retail offriamo sia energia prodotta da fonti rinnovabili sia la nostra vasta esperienza come operatore di riferimento a livello nazionale. Puntiamo su qualità del servizio, flessibilità e contratti su misura. Il nostro obiettivo è essere un partner affidabile, facendo leva sugli asset del nostro Gruppo per accompagnare i clienti verso un consumo sostenibile con un impatto ambientale ridotto”.
Pessina (Federagenti): “attirare la grande finanza nella logistica, nei porti e nelle infrastrutture”
“La velocità con cui stanno cambiando gli scenari internazionali e i mercati è ormai palesemente incompatibile con i tempi della burocrazia e delle procedure amministrative, per non parlare dei veti incrociati. Nei prossimi mesi, e forse già nelle prossime settimane, anche il nostro sistema logistico e portuale si troverà a far fronte a stress che non hanno precedenti storici e che non si conciliano con le rigidità, non solo italiane, ma anche comunitarie, in tema di finanziamenti e priorità nella realizzazione delle grandi infrastrutture. È quindi necessaria una vera e propria rivoluzione che consenta agli investitori privati internazionali di trovare in Italia un terreno fertile”. Ad affermarlo è Paolo Pessina, Presidente di Federagenti, che ribadendo anche alcune indicazioni provenienti dalla politica ha affermato la necessità di costruire un quadro di riferimento, anche normativo, per sciogliere nodi del sistema logistico e portuale che ormai si ripresentano da anni e talora da decenni. “La percezione che le grandi partite per il controllo del commercio mondiale, nonché delle risorse in termini di materie prime, si giochino su uno scacchiere globale sta accendendo anche per la grande finanza internazionale i riflettori sul comparto della logistica, dei porti e delle grandi infrastrutture di trasporto. Ma per tradurre questo interesse in fatti concreti, in finanza di progetto in investimenti – prosegue il presidente di Federagenti – il Sistema Paese deve garantire certezza di tempi e di regole, nonché azzeramento di rischi amministrativi e giudiziari ed eliminazione di posizioni di monopolio nel controllo delle reti”.
“L’intervento di Blackrock, in partnership con uno dei maggiori Gruppi container del mondo – conclude Pessina – e quindi l’acquisto di quasi 50 terminal strategici, dimostra che le risorse per investire in questo settore e fargli compiere il salto di qualità esistono. Esistono anche nel sistema bancario e finanziario europeo e italiano. Ma non si può perdere tempo e lo Stato deve far pervenire alla comunità finanziaria internazionale un messaggio chiaro anche cambiando rotta sulla redditività delle grandi opere e sui tempi di ritorno degli investimenti, ad esempio attraverso quella formula del pay per use, che è di gran voga oggi nei Paesi anglosassoni, ma che, non lo dimentichiamo, ha consentito all’Italia, prima in Europa, di dotarsi di una rete autostradale”.
Tir: Trasportounito conferma fermo nazionale dal 31 marzo
TrasportoUnito conferma il fermo nazionale dell’autotrasporto di merci dal 31 marzo al 4 aprile. L’assemblea organizzata da Trasportounito ad Anagni nella giornata del 16 marzo scorso ha approvato l’affidamento della gestione dell’iniziativa ad una commissione esecutiva composta da imprenditori sia aderenti a Trasportounito sia ad altre organizzazioni di rappresentanza che si ritrovano nelle motivazioni della protesta e nell’emergenza in atto per l’intero comparto dell’autotrasporto.
Maria Cristina Carlini