IL PIANO DI SVILUPPO 2025

Terna, investimenti in AUMENTO a 23 mld al 2034: 39GW il target scambio

Autorizzata la maggior parte delle opere che entreranno in esercizio al 2030. Target in linea con il Pniec: “Puntiamo ad assicurare un sistema affidabile, resiliente e sostenibile”, ha detto l’ad Di Foggia. Cresce del 40% la capacità di trasporto estero, emissioni di CO2 in discesa a 2mila kt/anno entro fine decennio.

16 Mar 2025

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Terna, investimenti in AUMENTO a 23 mld al 2034: 39GW il target scambio

Più investimenti, più connessioni, più decarbonizzazione, più energia pulita, più trasporto. Il nuovo piano di Terna 2025 è all’insegna di ambizione per pianificare, ammodernare e digitalizzare il sistema di connessione elettrica nazionale. In termini di investimenti, il gruppo guidato da Giuseppina Di Foggia aumenta a 23 miliardi, +10% sul piano precedente, le risorse al 2034 “per il perseguimento degli obiettivi nazionali ed europei di transizione energetica, indipendenza, resilienza ed efficienza del sistema elettrico”. Obiettivi che sono quelli tracciati dal Pniec, il Piano nazionale integrato energia e clima consegnato a Bruxelles a luglio 2024, e ripresi dallo scenario Terna-Snam: aumento della capacità installata solare ed eolica di oltre 65 GW al 2030 e di 94 GW al 2035, entrambi rispetto all’installato al 2023.

Le opere al 2030 e 2034 e gli obiettivi verso il net-zero

Connessioni: gli interventi al 2030 e al 2034 sono tanti. Quelli previsti per fine decennio sono quasi tutti già autorizzati: il Tyrrhenian Link, collegamento sottomarino da 500 kW Sicilia-Campania-Sardegna che opererà dal 2028; l’Adriatic Link, il cavo da mille megawatt e 250 km quasi tutti sottomarini che collegherà dal 2029 Abruzzo e Marche; l’elettrodotto Bolano-Annunziata che verrà ammodernato per connettere Sicilia e Calabria per 2mila kilowatt. Infine, il Colunga-Calenzano: l’elettrodotto a 380 kV lungo 84 km che collegherà Bologna e Firenze. Al 2034, poi, si aggiungeranno il Milano-Montalto (525 kV per 2.100 MW); Central Link (Umbria-Toscana, 220 kV); Dorsale Adriatica (Foggia-Forlì); Montecorvino-Benevento (380 kV). Altri interventi di messa in sicurezza della rete sono quelli, tra l’altro, che opereranno in Sicilia (Chiaramonte Gulfi-Ciminna, Caracoli-Ciminna e Paternò-Priolo) e Lombardia (Milano-Brescia).

Ma le interconnessioni programmate da Terna riguarderanno anche l’estero. Nel piano del gruppo, a tal proposito, figurano il Sa.Co.I.3 che unirà Sardegna-Corsica e Toscana (si veda in coda l’articolo su Diario Diac); Elmed con la Tunisia; il connettore con la Grecia. E, ancora, le Merchant Lines: 11 richieste da oltre 12 gigawatt di capacità.

Decarbonizzazione, energia pulita e trasporto, infine. Con queste opere, Terna punta a ridurre le emissioni di CO2 fino a 2mila kt all’anno al 2030 e 12kila kt/anno al 2040, migliorando del 2,5% l’obiettivo del piano scorso. Inoltre, questi interventi consentiranno un significativo incremento della capacità di scambio di energia tra zone di mercato, raggiungendo circa 39 GW rispetto agli attuali 16 GW, con un aumento del 22% rispetto al precedente target. In aggiunta, il piano punta all’aumento della capacità di trasporto con l’estero di circa il 40% rispetto ai valori attuali, considerando tutte le opere incluse nel Piano anche oltre l’orizzonte decennale, grazie ai futuri progetti di interconnessione elettrica che aumenteranno l’affidabilità e la sicurezza della rete.

Crescono le richieste di interconnessione

“Il piano di sviluppo presentato oggi risponde alle urgenti necessità che il contesto attuale impone. Investire nella pianificazione, nell’ammodernamento e nella digitalizzazione delle reti elettriche è infatti essenziale per far fronte alla crescente domanda di energia e all’integrazione delle fonti rinnovabili. Puntiamo ad assicurare al Paese un sistema affidabile, resiliente e sostenibile”, ha detto Giuseppina Di Foggia, Amministratore Delegato e Direttore Generale di Terna. “Una rete di trasmissione adeguata e interconnessa, insieme alle attuali misure legislative e agli strumenti di incentivazione, è il fattore abilitante per raggiungere i target previsti dal Piano Nazionale per l’Energia e il Clima al 2030″. E ancora: “Le richieste di connessione di impianti rinnovabili, di sistemi di accumulo e, sempre più negli ultimi mesi, di Data Center, sono in costante aumento”. Al 31 dicembre erano pari a circa 30 gigawatt, 24 volte in più sul dato del 2021.

“Per far fronte al rischio di saturazione virtuale della rete e per contribuire a mantenere l’attrattività del Paese per gli investitori, anche internazionali, abbiamo adottato – a seguito dell’approvazione del cosiddetto Decreto-legge Sicurezza Energetica – un nuovo processo di programmazione territoriale delle nostre infrastrutture – ha aggiunto Di Foggia. Questo processo assicura efficienza nella realizzazione delle opere abilitanti la connessione di nuove risorse, consentendo di ridurre le congestioni amministrative, e di minimizzare i costi per il sistema”. L’Italia elettrica del prossimo decennio si prepara ad essere sicura e interconnessa.

 

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