La giornata
La Ue risponde ai dazi di Trump, COLPITI beni Usa fino a 26 miliardi
- Giorgetti: “i dazi di Trump possono danneggiare l’economia italiana”
- Lagarde, rischio rialzi dell’inflazione con gli shock commerciali e la spesa per la difesa
- Meloni: “andiamo avanti con il modello Caivano, 180 milioni per i nuovi progetti”
- Centesimo sollevamento del Mose di Venezia. In cinque anni evitati danni per oltre 2.6 miliardi di euro
IN SINTESI
Arriva la risposta dell’Unione Europea ai dazi imposti dall’Amministrazione Trump. Nel mirino finiscono beni Usa per un valore che può arrivare fino a 26 miliardi. “In risposta all’imposizione di nuovi e ingiustificati dazi statunitensi sulle importazioni di acciaio e alluminio nell’Ue, la Commissione europea ha avviato contromisure rapide e proporzionate sulle importazioni statunitensi nell’Unione europea”, ha annunciato ieri la Commissione Ue. “La Commissione deplora la decisione degli Stati Uniti di imporre tali tariffe, ritenendole ingiustificate, dirompenti per il commercio transatlantico e dannose per le imprese e i consumatori, in quanto spesso si traducono in un aumento dei prezzi”, sottolinea Bruxelles.
La risposta della Commissione “è attentamente calibrata e si basa su un approccio in due fasi: in primo luogo, la Commissione lascerà scadere il 1° aprile la sospensione delle contromisure esistenti contro gli Stati Uniti per il 2018 e il 2020. Queste contromisure riguardano una serie di prodotti statunitensi che rispondono al danno economico subito da 8 miliardi di euro di esportazioni di acciaio e alluminio dell’Ue. La decisione della Commissione di ripristinare le contromisure 2018 e 2020 contro gli Stati Uniti avrà effetto immediato il 1° aprile. In secondo luogo, in risposta ai nuovi dazi statunitensi che colpiscono oltre 18 miliardi di euro di esportazioni dell’Ue, la Commissione sta presentando “un pacchetto di nuove contromisure sulle esportazioni statunitensi”. Tali misure entreranno in vigore a metà aprile, dopo aver consultato gli Stati membri e le parti interessate. In totale, le contromisure dell’Ue potrebbero quindi applicarsi alle esportazioni di beni statunitensi per un valore fino a 26 miliardi di euro, corrispondendo alla portata economica dei dazi Usa. “Nel frattempo, l’Ue rimane pronta a collaborare con l’amministrazione statunitense per trovare una soluzione negoziata. Le suddette misure possono essere revocate in qualsiasi momento qualora si trovi una soluzione”, conclude la nota.
“Le relazioni commerciali tra l’Unione europea e gli Stati Uniti sono le più grandi del mondo. Hanno portato prosperità e sicurezza a milioni di persone e il commercio ha creato milioni di posti di lavoro su entrambe le sponde dell’Atlantico. Da questa mattina gli Stati Uniti applicano una tariffa del 25% sulle importazioni di acciaio e alluminio. Deploriamo profondamente questa misura. Le tariffe sono tasse. Sono un male per le imprese e ancora peggio per i consumatori. Queste tariffe interrompono le catene di approvvigionamento. Sono fonte di incertezza per l’economia. I posti di lavoro sono a rischio. I prezzi aumenteranno. In Europa e negli Stati Uniti. L’Unione europea deve agire per proteggere i consumatori e le imprese”, ha dichiarato Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, commentando le contromisure annunciate oggi in risposta ai dazi Usa.
“Le contromisure che adottiamo oggi sono forti ma proporzionate. Mentre gli Stati Uniti applicano dazi per 28 miliardi di dollari, noi rispondiamo con contromisure per 26 miliardi di euro. Questo corrisponde alla portata economica dei dazi statunitensi. Le nostre contromisure saranno introdotte in due fasi. A partire dal 1° aprile e a regime dal 13 aprile. Nel frattempo, resteremo sempre aperti ai negoziati. Crediamo fermamente che, in un mondo pieno di incertezze geopolitiche ed economiche, non sia nel nostro interesse comune appesantire le nostre economie con dazi. Siamo pronti a impegnarci in un dialogo significativo. Ho incaricato il commissario per il Commercio Maros Sefcovic di riprendere i colloqui per esplorare soluzioni migliori con gli Stati Uniti”, conclude la presidente.
Giorgetti: “i dazi di Trump possono danneggiare l’economia italiana”
“E’ innegabile che la politica di introduzione dei dazi annunciata da dall’amministrazione americana potrebbe danneggiare l’economia italiana e l’economia europea e con un effetto a catena anche il commercio globale”. Ad affermarlo è stato il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, nel corso del question time ieri alla Camera. “Non conviene a nessuno una guerra commerciale – ha aggiunto Giorgetti – però questa forse può essere l’occasione per rimettere a posto un po’ le cose per far nascere un WTO più trasparente” e con maggiore uguaglianza competitiva “tra le imprese che rispettano le normative”. Giorgetti, sempre nel corso del question time, ha quindi ribadito la linea indicata a Bruxelles. “Il finanziamento della difesa non potrà avvenire a scapito di settori fondamentali come sanità e servizi pubblici. Il piano RearmEu – ha aggiunto – prevede la mobilitazione di risorse per 800 miliardi di euro per la sicurezza e difesa europea. Italia ha salutato positivamente attivazione della clausola di salvaguardia per le spese relativa alla difesa ma il Governo ha ben presente che l’attivazione della clausola non deve comportare un aumento significativo del debito pubblico: cosa che aumenterebbe la frammentazione e rischierebbe di compromettere la stabilità finanziaria dell’area dell’euro”.
Lagarde, rischio rialzi dell’inflazione con gli shock commerciali e la spesa per la difesa
“La frammentazione del commercio e una maggiore spesa per la difesa in un settore con capacita’ limitata potrebbero in linea di principio far salire l’inflazione”. E’ quanto ha detto la presidente della Bce Christine Lagarde nel suo intervento alla 25 edizione “the Ecb and its watchers” a Francoforte aggiungendo che tuttavia “i dazi statunitensi potrebbero anche ridurre la domanda di esportazioni Ue e reindirizzare la capacita’ in eccesso dalla Cina all’Europa, il che potrebbe far scendere l’inflazione”. Nel periodo dalla grande crisi finanziaria alla nostra ultima revisione della strategia – ha spiegato Lagarde – abbiamo dovuto affrontare alcuni shock negativi molto grandi alla crescita. L’effetto di questi shock sull’inflazione, tuttavia, ha impiegato del tempo per materializzarsi. Abbiamo assistito a una lenta deriva al ribasso dell’inflazione che alla fine si e’ infiltrata nelle aspettative di inflazione. “Ma guardando al futuro, gli shock potrebbero alimentare l’inflazione in modo piu’ diretto e aumentare la volatilita’. E questo rischio potrebbe essere particolarmente acuto per l’area dell’euro, poiche’ siamo altamente esposti ad alcuni dei nuovi tipi di shock. Ad esempio, l’area dell’euro e’ molto aperta al commercio e fa parte di catene di fornitura integrate. Pertanto, e’ probabile che la frammentazione degli scambi porti a variazioni dei prezzi relativi piu’ ampie e destabilizzanti. Analogamente, l’area dell’euro dipende fortemente dalle importazioni di energia. E’ probabile che i rischi geopolitici determinino una maggiore volatilita’ nei tassi di cambio e nei prezzi dell’energia e delle materie prime, come abbiamo visto nelle ultime settimane. Se gli shock dovessero diventare piu’ ampi, la persistenza dell’inflazione potrebbe in alcune circostanze essere maggiore”.
Meloni: “andiamo avanti con il modello Caivano, 180 milioni per i nuovi progetti”
Il governo fa il punto sulla definizione del Piano straordinario previsto dal Decreto Caivano-bis che deve essere finalizzato entro il prossimo 31 marzo, per poi essere portato in Consiglio dei ministri per il suo via libera. La questione è stata al centro ieri di una riunione tra la premier, Giorgia Meloni, e i ministri competenti. Meloni ha assicurato l’impegno ad andare avanti con il modello Caivano. dove “abbiamo dimostrato che le cose possono cambiare”. “Abbiamo individuato le risorse – 180 milioni di euro dai Fondi di Sviluppo e di Coesione – e costruito un meccanismo per individuare, insieme, le iniziative da portare avanti. Concentrandoci, in particolare, sugli interventi di riqualificazione delle periferie e su ciò che fosse più utile per dare una risposta ai bisogni concreti delle famiglie e dei più giovani”, ha ricordato Meloni passando poi in rassegna i progetti in cantiere per altre 8 realtà. “A Rozzano cercheremo di dare concretezza al sogno di Daniele Scardina, campione di boxe conosciuto ai più come King Toretto, colpito nel 2023 da una emorragia cerebrale che gli ha completamente cambiato la sua vita. Da anni sta portando avanti la sua battaglia personale per tornare a camminare, e per costruire nella sua città natale una palestra per insegnare la boxe ai più giovani, in particolare ai disabili. A Roma abbiamo scelto di concentrare la nostra attenzione sul Quarticciolo, quartiere del Municipio V che si trova nel quadrante est della Capitale tra la Palmiro Togliatti e la Prenestina, e di focalizzare la nostra attenzione su ciò che serve di più al territorio, ovvero servizi e strutture per i bambini e per i ragazzi, a partire da asili nido, aree attrezzate e strutture sportive. A Napoli ci concentreremo su Scampia e Secondigliano, e uno degli interventi più significativi che abbiamo intenzione di portare avanti è quello di sgomberare e bonificare l’area del campo rom di Via Cupa Perillo a Scampia e di realizzare al suo posto un campo da rugby, da affidare alla gestione delle Fiamme Oro. A Orta Nova ci occuperemo, invece, di dare un segnale molto importante in termini di sicurezza e legalità, riqualificando l’immobile che ospiterà la tenenza dei Carabinieri. A Rosarno e San Ferdinando la nostra azione si concentrerà su un intervento che reputo estremamente importante, ovvero lo smantellamento e la bonifica totale dell’area su cui sorge ormai da decenni la tendopoli di Rosarno. Un ghetto, una zona franca, che una Nazione degna di questo nome non può tollerare un giorno di più. Noi smantelleremo e bonificheremo la tendopoli, e realizzeremo delle abitazioni dignitose per i tanti braccianti agricoli stagionali che lavorano in quel territorio. A Catania abbiamo scelto di occuparci del quartiere di San Cristoforo, che è uno dei più antichi e popolosi del capoluogo etneo. In particolare, la nostra attenzione si concentrerà sulla riqualificazione di Via Playa. Infine, sempre in Sicilia, Palermo. Insieme al Sindaco Lagalla, che saluto, abbiamo immaginato una serie di interventi molto significativi, e tra questi quello che voglio citare è la scelta di avviare un progetto di manutenzione e risanamento strutturale della Chiesa di San Paolo Apostolo a Borgo Nuovo. La chiesa è un luogo di riferimento del quartiere, ma è chiusa da oltre 20 anni ed è sprofondata nel degrado, diventando un po’ il simbolo dell’abbandono del quartiere.
Ecco, questo è solo un piccolo spaccato di ciò che intendiamo fare nei prossimi mesi e che rientra in una strategia più ampia che vedrà il Governo impegnato in prima linea, esattamente come è accaduto a Caivano, dove ogni articolazione dello Stato si è mossa, ha fatto la sua parte e ha dato il proprio contributo.
Italferr: abbattuti due diaframmi per la nuova linea ferroviaria lungo l’Himalaya
Un’impresa ingegneristica tra le più complesse del pianeta, che prevede la costruzione di 125 km totali di nuova linea ferroviaria lungo il sistema montuoso dell’Himalaya, in India. Italferr, società di ingegneria del Gruppo FS, in joint venture con la svizzera Lombardi, sta eseguendo le complesse attività di progettazione e project management consulting della linea ferroviaria Rishikesh-Karnaprayag. Un progetto eseguito per la RVNL, Rail Vikas Nigam (le ferrovie dell’India) che vede nell’abbattimento simultaneo di due diaframmi un significativo tassello nell’avanzamento della realizzazione dell’opera. L’obiettivo finale è la costruzione di un nuovo tracciato ferroviario nella regione himalayana dello Uttarakhand. Un collegamento dallo sviluppo prevalentemente sotterraneo (105 km su 17 gallerie), che corre in parallelo all’alveo del fiume Gange e che vede la costruzione di 13 stazioni. L’intera costruzione della linea è divisa in dieci lotti complessivi, i cui numeri 1 e 8 sono stati assegnati alla JV con Italferr capogruppo. In particolare, il Package 1 prevede 12 km di linea, comprensivi di una galleria di circa 11 km e una stazione a Shivpuri, mentre il Package 8 include due tunnel, rispettivamente di 6,6 km e 7,1 km interamente realizzati con metodo di scavo tradizionale e due stazioni a Golthir e a Gauchar. Le attività proseguono a pieno ritmo come testimoniano i traguardi raggiunti nel mese di marzo 2025 su entrambi i pacchetti. In particolare, sul Package 1 è stata completata la sezione dell’Escape Tunnel che va dall’Adit (tunnel intermedio a servizio dello scavo) al Portale P2. I lavori di scavo sono iniziati a maggio 2021. Sul Package 8, è stato invece completato l’intero scavo del Main Tunnel, iniziato nel 2022, per una lunghezza totale di oltre 7 km e un diametro di scavo di quasi 9 m. La nuova linea ferroviaria non è solo un’iniziativa di trasporto, ma conferma l’impegno di Italferr per l’innovazione e la resilienza in un contesto geografico e ambientale tra i più difficili del pianeta, aprendo la strada a un collegamento ferroviario cruciale che migliorerà la mobilità e la connettività nella regione.
Vianini Lavori, nel 2024 ricavi operativi 137 a 301,4 milioni, portafoglio ordini a 1,6 miliardi
Vianini Lavori, società del Gruppo Caltagirone attiva nel settore delle infrastrutture e grandi opere, chiude il 2024 con risultati in forte crescita. Il progetto di bilancio, approvato ieri dal cda, mostra ricavi operativi pari a 301,4 milioni e un risultato netto di gruppo di 11,4 milioni. Crescita a tre cifre in un anno per il valore della produzione (VdP) pari a 2,5 volte il dato del 2023 e 3,8 volte quello del 2022: 293,6 milioni di euro a fronte dei 116,2 milioni del 2023 (+153%) e dei 76,3 milioni del 2022 (+285%). Positiva anche la posizione finanziaria netta, che al 31 dicembre 2024 risulta pari a 181,4 milioni di euro. Con un portafoglio lavori che a fine 2024 ha raggiunto i 1,6 miliardi, l’attività di Vianini Lavori è oggi ben distribuita sia territorialmente – con un impegno del 59% nelle aree del Centro Italia, del 23% nel Nord e del 17 % nel Sud e Isole – che per aree di business, con focus sulle infrastrutture (metropolitane, ferrovie, strade, acquedotti e porti) e sull’edilizia civile e industriale.
Anche l’aumento del personale riflette l’andamento della società: i dipendenti del Gruppo sono passati nel 2024 da 111 alle 208 unità, rafforzando un’organizzazione dinamica caratterizzata da elevati livelli di professionalità, motivazione e spirito di squadra. Cresce di pari passo l’impegno sul fronte della sicurezza e della sostenibilità, con obiettivi rendicontati in un proprio Bilancio di Sostenibilità. “Siamo molto fieri dei risultati raggiunti, che premiano un percorso avviato a luglio del 2021 e sono frutto della professionalità e dell’impegno di tutto il personale della Vianini Lavori. L’obiettivo del 2024 era quello di consolidare la crescita, rafforzando la struttura organizzativa, avviando la produzione delle numerose commesse acquisite nel corso del 2023 e stabilizzando il portafoglio lavori. Possiamo dire di averlo ampiamente raggiunto e continuiamo a guardare alle opportunità del mercato per consolidare i dati positivi”, ha commentato l’ad della Vianini Lavori, Vincenzo Onorato.
Centesimo sollevamento del Mose di Venezia. In cinque anni evitati danni per oltre 2.6 miliardi di euro
Cento sollevamenti del Mose, tra il 2020 al 2025, hanno evitato danni a Venezia per oltre 2.6 miliardi di euro. E’ il bilancio che traccia il ministero delle Infrastrutture e Trasporti. Il maggior numero di sollevamenti, ben 44 è stato attivato per maree dagli 80 cm al metro e dieci. Caso eccezionale si è riscontrato il 22 novembre 2022 con l’innalzamento dell’acqua oltre 1.80 metri che salvò il centro storico di Venezia a dimostrazione del fondamentale funzionamento del sistema Mose. “La diga salva-Venezia è citata da Matteo Salvini come esempio di ambizione ed eccellenza italiana, una sfida vinta nonostante i troppi No del passato”, sottolinea il Mit in una nota.
Potenziamento asse Porrettana, confronto al Mit con Anas e sindaci
Si è svolto ieri al MIT un incontro con ANAS, Regione Emilia-Romagna e Comuni dell’Appennino Bolognese sul potenziamento della SS64 “Porrettana”. Al centro del confronto, l’ammodernamento dell’asse tra Sasso Marconi e Vergato e la Bretella Reno-Setta, previsti dal Contratto di Programma MIT-ANAS 2021-2025. È stato presentato un approfondimento tecnico sui benefici dell’intervento, mirato a migliorare sicurezza e viabilità, ridurre i tempi di collegamento con l’A1 e alleggerire il traffico nei centri abitati. Il MIT e ANAS confermano l’impegno a valutare le soluzioni più efficaci e sostenibili, con ulteriori incontri previsti per definire il percorso attuativo.
Industrial Deal, Urso: “il documento va tradotto rapidamente in azioni”
“Il Clean industrial deal va rapidamente tradotto in azioni concrete, con tempi certi e risorse adeguate”. È quanto ha dichiarato – comunica una nota – il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, intervenendo oggi al Consiglio Ue Competitività in corso a Bruxelles, durante la discussione sul documento strategico sull’industria europea presentato dalla Commissione. In questo contesto, il ministro Urso ha ribadito la posizione dell’Italia sul rilancio del settore automotive: “È fondamentale affermare il principio di neutralità tecnologica, che deve includere pienamente anche i biocarburanti e l’idrogeno”, ha spiegato Urso, sottolineando l’urgenza di prevedere risorse finanziarie comuni per stimolare la domanda di veicoli Made in Europe. Il ministro ha ricordato il ruolo dell’Italia in Europa a sostegno del settore, a partire dal non-paper promosso insieme alla Repubblica Ceca e supportato da altri tredici Paesi membri, oltre che dalle principali associazioni industriali europee. “Un’azione che ha permesso di inserire nel documento strategico sull’automotive della Commissione due condizioni ritenute fondamentali, assolutamente necessarie ma non sufficienti: il rinvio delle sanzioni previste per il 2025, che avrebbero portato al collasso dell’intero comparto industriale, e l’anticipo alla seconda metà di quest’anno della revisione del regolamento sui veicoli leggeri, inizialmente prevista per la fine del 2026”, sottolinea il ministero. “Ora occorre far fronte comune per superare l’impostazione ideologica del Green Deal – ha aggiunto Urso – Questi sono mesi decisivi, serve il massimo impegno da parte di tutti. Se non daremo risposte all’altezza, vedremo l’industria europea soccombere rispetto agli altri attori globali”.
Eolico, Consulta boccia la moratoria sarda: Anie, una vittoria per la transizione verde
ANIE Rinnovabili esprime soddisfazione per la sentenza della Corte Costituzionale che ha accolto l’impugnazione della prima legge della Regione Sardegna in materia di aree idonee per le fonti rinnovabili. La decisione conferma quanto già segnalato dall’Associazione, ovvero l’incompatibilità della normativa regionale con i principi introdotti dal decreto legislativo di recepimento della Renewable Energy Directive II, essenziali per il raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione al 2030.
“Accogliamo con favore la pronuncia della Corte Costituzionale, che conferma la necessità di un quadro normativo chiaro, univoco, trasparente e conforme alla legislazione nazionale ed europea in materia di transizione energetica” ha dichiarato Andrea Cristini, Presidente di ANIE Rinnovabili. “Normative locali non coordinate con i principi nazionali, come quella bocciata dalla Corte, non solo ostacolano il percorso di decarbonizzazione del Paese, ma bloccano investimenti strategici per il territorio, rallentando la crescita della filiera italiana delle rinnovabili e penalizzando le imprese locali con ripercussioni rilevanti anche sulle opportunità di lavoro nell’isola.”
Positiva anche l’impugnazione da parte del Consiglio dei Ministri dello scorso gennaio della successiva legge sarda sulle aree idonee, per la quale auspichiamo il medesimo esito. Essa, infatti, presenta evidenti profili di contrasto con la normativa nazionale vietando la realizzazione di progetti già autorizzati, violando i principi introdotti dall’art. 20 del D.lgs. n. 199/2021 e compromettendo lo sviluppo di nuovi impianti da fonti rinnovabili e sistemi di accumulo. Questa legge frena investimenti stimati tra 8 e 12 miliardi di euro entro il 2030, con un impatto diretto anche sulla gestione e manutenzione degli impianti che nel 2030 raggiungerà il valore di circa 400 milioni di euro. “L’Italia ha l’opportunità di diventare un hub strategico per le energie rinnovabili, ma questo può avvenire solo se si garantisce certezza normativa e coerenza con le politiche nazionali ed europee. Continueremo a lavorare affinché il settore possa crescere senza ostacoli ingiustificati, favorendo nuove opportunità occupazionali e sviluppo per tutto il territorio, inclusa la Sardegna,” ha concluso Cristini.
Cinque nuovi impianti fotovoltaici per Seapower in Campania
Continua, senza sosta, l’attività di Seapower, centro di ricerca consorziato con l’Università di Napoli “Federico II”, che da oltre trent’anni è impegnato nella ricerca e nello sviluppo di sistemi per le energie rinnovabili. L’ultimo traguardo, in ordine temporale, è stato raggiunto con la connessione alla rete elettrica nazionale di tre nuovi impianti fotovoltaici in Campania, di medie dimensioni su terreni agricoli, a Buonabitacolo, che garantiranno 2,41 MWp di energia pulita. Seapower è partner strategico per tutta l’attività ingegneristica, di Cogefeed spa, un operatore diversificato per servizi di efficientamento energetico e di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, di recente quotato in Borsa. Il centro di ricerca partenopeo si occupa, dunque, di tutte le fasi tecniche, dalla progettazione di base ed autorizzazione degli impianti, alla progettazione esecutiva, la direzione lavori, il coordinamento della sicurezza e la supervisione per le attività realizzative, fino a tutta la gestione dei cantieri con incarico di EPC management. Il tutto sia per i campi fotovoltaici, che per le opere di connessione che il proponente aveva scelto di realizzare in proprio. I primi due impianti di potenza complessiva 1,25 MWp, sono stati realizzati con moduli in silicio monocristallino, montati su strutture fisse per ottimizzare la produzione in base alla morfologia del terreno. Il terzo, di potenza 1,16 MWp, situato su terreni pianeggianti, è stato realizzato sempre con moduli in silicio monocristallino, ma montati su strutture tracker a rotazione monoassiale. A quest’ultimo, saranno presto affiancati altri due impianti di 1,96 MWp, per i quali è previsto il collegamento alla rete entro il primo semestre 2025. La potenza totale sarà di 4,37 MWp, per una producibilità attesa di 6.900 MWh/anno e 3663.9 ton/anno di emissioni potenzialmente evitabili di CO2. “È stata per noi una grandissima soddisfazione vedere questi primi tre impianti completati e collaudati con il gestore di rete, perché abbiamo seguito tutte le fasi dell’intero progetto e ringrazio personalmente Cogefeed per la fiducia che ha riposto nelle nostre competenze e nella nostra professionalità”, afferma il vicepresidente Seapower Francesco Lioniello. “Siamo già operativi sugli ultimi due impianti, che contiamo di consegnare nei prossimi mesi. Di fatto abbiamo completato il nostro naturale processo di evoluzione, ampliando i nostri servizi con quelli di una vera e propria EPC Engineering, procurement and construction company, dunque, oggi siamo in grado di offrire un servizio completo, dall’autorizzazione degli impianti, fino alla loro completa realizzazione, garantendo, per ogni fase, la presenza di nostre figure professionali esperte, sia in ufficio, che in cantiere”. Con oltre 90 progetti in corso e un imponente portafoglio di 2.300 MW di energia da fonti rinnovabili, distribuita su 11 regioni italiane, Seapower conferma le competenze tecniche e il know-how del gruppo e i servizi innovativi che offre nel settore. Seapower è oggi strutturata in due divisioni: la project division;, focalizzata sulla progettazione di impianti fotovoltaici, sistemi di accumulo energetico (BESS), biogas e eolico, sia onshore che offshore, e la Technology transfer division;, frutto di una storica evoluzione da gruppo di ricerca all’interno dell’Università degli Studi di Napoli Federico II, ad un centro di ricerca indipendente con partecipazioni pubblico-private.
Sangalli confermato presidente di Confcommercio
L’assemblea di Confcommercio-Imprese per l’Italia, in rappresentanza delle imprese associate del commercio, del turismo, dei servizi, dei trasporti e logistica, della cultura e delle professioni, ha confermato per acclamazione Carlo Sangalli alla guida della Confederazione per il prossimo quinquennio. Un rinnovo che sancisce la continuità dell’impegno di Confcommercio a sostegno delle imprese del terziario di mercato in un momento di grande incertezza e di profonde trasformazioni economiche, tecnologiche e sociali. Trasformazioni che richiedono anche un’accelerazione dei cambiamenti organizzativi del sistema confederale. Nel suo intervento all’assemblea, il presidente Sangalli ha delineato gli ambiti di intervento prioritari della nuova Consiliatura che, nel rispetto dei principi di responsabilità, partecipazione e innovazione, si pone tra gli obiettivi la valorizzazione della rete territoriale e di categoria, lo sviluppo di strumenti concreti per supportare sempre di più il sistema imprenditoriale e, più in generale, il rafforzamento dell’azione sindacale rispetto ai temi cruciali per il futuro del Paese: dalle grandi riforme strutturali alla trasformazione digitale con l’Intelligenza Artificiale generativa, dalla sostenibilità ambientale, economica e sociale alle strategie per rendere le città più vivibili e competitive. Sarà, inoltre, determinante la valorizzazione del contributo delle imprese del terziario di mercato ad una nuova e più avanzata fase del progetto europeo.
Tappa ad Ancona di Architettura Italiana Contemporanea, al centro il concetto di “Strati”
Si è svolta, ieri, presso l’Università Politecnica delle Marche, la settima tappa di Architettura Italiana Contemporanea (AIC), un progetto di confronto culturale e scientifico – patrocinato dal Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR) e dalla società scientifica della Progettazione Architettonica PROARCH – sul rapporto tra pensiero e progetto. Un’iniziativa voluta da architetti, docenti di progettazione architettonica e di storia dell’architettura delle Università italiane. Nove appuntamenti che percorrono l’Italia. Dopo Palermo, Trieste, Aversa, Firenze, Roma e Milano; questa volta l’iniziativa si è fermata ad Ancona e ha messo al centro il concetto di “Strati”, parlando del progetto come interprete della stratificazione spaziale su scala urbana. Le città italiane si sviluppano stratificandosi nel tempo, creando palinsesti urbani complessi e unici. Ancona incarna questa caratteristica attraverso la sua orografia e le opere di architetti come Vanvitelli, Sangallo e Gregotti. La stratificazione urbana diventa così elemento di riflessione progettuale, favorendo processi di rigenerazione sostenibile. Come dichiarato da Dario Costi, Coordinatore del Comitato Scientifico Architettura Italiana Contemporanea: “Le forme delle città italiane crescono e si accumulano, nel corso della storia, per sovrapposizione di strati e di memoria. Le modalità con cui la sovrapposizione delle epoche si estendono nei territori e nei brani di città, il modo con cui si intersecano e si scontrano, le possibili inclinazioni e pieghe che possono assumere, i gradi di porosità con cui uno strato contamina gli altri, sono tutti aspetti che determinano la storia, la complessità, le forme e il carattere di una città e del suo sviluppo spaziale”. La tappa di Ancona è stata curata da: Francesco Chiacchiera e Francesco Paci. I contributi sul tema, provenienti da tutt’Italia, sono stati raccolti in una mostra, aperta al pubblico fino al prossimo 16 marzo, presso la Mole Vanvitelliana di Ancona (info e prenotazioni all’indirizzo email aicancona.univpm@gmail.com)
Le prossime tappe dell’iniziativa saranno: Bari e Parma dove sarà presentata la Carta dell’architettura italiana. In ogni appuntamento, al centro del dialogo, un tema cardine, dopo “Luogo” a Palermo, “Confini” a Trieste, “Città Discontinua” ad Aversa, “Sezione” a Firenze, “Spazio” a Roma, “Progetto Urbano” a Milano e “Strati” ad Ancona; la prossima tappa sarà dedicata ad “Architettura e Patrimonio”. AIC nasce per volontà di Dario Costi, Professore di Composizione Architettonica e Urbana presso l’Università di Parma, e dei Professori Luca Lanini (Università di Pisa) e Renato Capozzi (Università di Napoli Federico II) che hanno intuito l’importanza del dialogo intorno all’esperienza di chi lavora oggi sul rapporto tra Teoria e Progetto e tra Storia e Progetto. Due questioni che hanno costituito un peculiare carattere della cultura architettonica italiana del Novecento.
Il Piranesi Prix de Rome alla carriera 2025 all’architetto vicentino Franco Stella
Il Comitato Scientifico del Piranesi Prix de Rome, in collaborazione con L’Ordine degli Architetti, Paesaggisti, Pianificatori e Conservatori di Roma e provincia hanno indicato l’architetto italiano vicentino Franco Stella – per l’assegnazione del Piranesi Prix de Rome alla Carriera. Franco Stella ritirerà il prestigioso riconoscimento all’alta formazione classica in architettura, sabato 15 marzo 2025 alla Casa dell’Architettura – Acquario Romano di Roma, dove offrirà una Lectio Magistralis nella quale ripercorrerà la vicenda della ricostruzione del celebre Berliner Schloss – Humboldt Forum di Berlino, sua
opera principale. L’annuncio era stato divulgato ad ottobre 2023 congiuntamente dal Presidente Emerito dell’Accademia Adrianea, Prof Romolo Martemucci, il Presidente dell’Ordine degli Architetti PPC di Roma e provincia, Alessandro Panci, il Direttore del Piranesi Prix de Rome, Luca Basso Peressut e Pier Federico Caliari, Presidente – Presidente dell’Accademia Adrianea, dopo ampio dibattito sulle candidature – avviato già dal mese di marzo scorso – con gli altri membri del Comitato Scientifico, i professori Emilio Faroldi, Pro Rettore Politecnico di Milano, Luca Ribichini, Università La Sapienza di Roma, e Luigi Spinelli, Università Politecnico di Milano. Il problema della ricostruzione del Berliner Schloss – Humboldt Forum di Berlino è stato uno dei temi più sensibili e discussi, non solo nel dibattito politico tedesco dopo la caduta del Muro nel 1989, ma anche nel quadro del dibattito scientifico e artistico sul tema della ricostruzione in architettura a partire da posizioni anche molto distanti se non contrapposte tra favorevoli e oppositori. La questione della ricostruzione ha sempre generato forti tensioni, in ambito accademico e non solo, da quando accreditate teorie del restauro ne hanno posto la problematicità in termini di rapporto tra l’unità tra originale-autentico e la necessità del ridisegno della forma-figura a valle della scomparsa di un monumento dal paesaggio visibile. Se dal punto di vista politico la Germania ha affrontato il problema con un dibattito parlamentare ed un voto a larga maggioranza del Bundestag favorevole alla ricostruzione – avviata nel 2003 e terminata nel 2020 – in ambito scientifico e disciplinare il tema è ancora molto scottante a partire dal fatto che un voto parlamentare, quindi un provvedimento istituzionale nazionale, abbia completamente esautorato ed emarginato le posizioni accademiche contrarie alla ricostruzione. Nel mondo del restauro e delle sue teorie quindi, il caso del Berliner Schloss ha generato una ferita difficile da rimarginare anche a fronte di tempi lunghi; un vulnus che
ci riporta ai tempi dei dibattiti sulla ricostruzione della Stoà di Attalo nell’Agorà di Atene ad opera dell’American School of Classical Studies; sulla ricostruzione dei Ponti di Verona distrutti dai nazisti, fortemente voluta da Piero Gazzola; sulla ricostruzione del Teatro Romano di Sagunto in Spagna, promossa da Tomas Llorens ed realizzata da Giorgio Grassi e Manuel Portaceli. Il bando pubblicato contestualmente al decreto di demolizione del Palast der Republik, l’edificio costruito dalla DDR sulle vestigia dello Schloss, è stato interpretato da Franco Stella con grande intelligenza e visione politica e culturale, con la proposta di un edificio dal doppio registro espressivo, capace di dialogare con la storia monumentale berlinese e allo stesso tempo, di introdurre un secondo livello di riferimento costituito da un panorama interno contemporaneo. Una strategia che si è rivelata vincente grazie a questo doppio dispositivo che di fatto costituisce una duplice risposta al tema posto dal bando, tra esigenza figurativa e riposizionamento istituzionale nel quadro della cultura germanica contemporanea ispirata all’azione culturale dei fratelli ed eruditi prussiani Wilhelm e Alexander von Humboldt.
Maria Cristina Carlini