LA ROADMAP AL CONVEGNO ANCE
L’IA nelle costruzioni può valere fino a 150 miliardi. Deldossi: “E’ la risposta alle tante sfide del settore”
Come spiegato dal vicepresidente dell’associazione dei costruttori, nel comparto dell’Information technology quella dell’edilizia è l’industria che spende meno: 1,2% sul totale dei ricavi. Tra le accelerazioni che potranno generarsi: tempi di preparazione delle offerte nelle gare d’appalto ridotti dell’80%, un taglio dal 20 al 30% dei costi di manutenzione ma anche una diminuzione delle tempistiche di sviluppo della progettazione (30-50%), dei tempi di consegna (50-70%) e una precisione nel controllo della qualità e del design maggiore dell’80%. Butti (Sottosegr. Innovazione): “Bisogna abbinare l’innovazione tecnologica alla formazione dei dipendenti del settore delle costruzioni”.
IN SINTESI
Anche l’edilizia sarà digitale. Secondo lo studio presentato ieri dall’Ance, l’associazione delle imprese delle costruzioni, l’intelligenza artificiale garantirà una migliore produttività, sicurezza e sostenibilità in tutte le fasi di vita delle opere. In termini economici, parliamo di un impatto tra i 90 e i 150 miliardi di dollari. Un vero e proprio boom per un settore che, come ha rimarcato la presidente Federica Brancaccio (si veda l’articolo qui accanto), ha ricevuto poco anche dal Pnrr per la transizione blu.
Eppure, spiega il dossier dell’Ance discusso ieri alla Camera di Commercio di Roma, le imprese che sono partite per prime (2017) nell’adozione dell’intelligenza artificiale sono riuscite in minor tempo ad assorbire l’investimento iniziale e successivamente ad avere maggiori introiti. Al contrario, le altre imprese, partite in ritardo, dovranno attendere il 2030 e oltre per rientrare dall’investimento. Anche guardando a livello mondiale, l’Ia è già sbarcata nelle costruzioni e avanza – anche se ancora a ritmi bassi, 3-5% – tramite nuove partnership tra imprese e società della galassia tech, nonché percorrendo tante – e non una – metodologie, percorsi, di formazione e implementazione. Alla base, però, per l’80% conta e conterà la rivoluzione culturale manageriale e “solo” per un 20% il fattore tecnologico.
Gli effetti dell’Ia nelle costruzioni
Nell’edilizia, si diceva in apertura, l’Ia potrà garantire sicurezza ed efficienza. Riducendo, anzitutto, dell’80% i tempi di preparazione delle offerte nelle gare d’appalto. Ma anche del 20-30% i costi di manutenzione e, si stima, dal 30 al 50% le tempistiche di sviluppo della progettazione. E ancora, l’Ia porterebbe tagli dal 50 al 70% nei tempi di consegna e una precisione maggiore dell’80% nel controllo qualità e design.
Non solo. Come si legge ancora dal dossier dell’Ance, attraverso il monitoraggio in tempo reale delle condizioni di lavoro si possono identificare in anticipo situazioni di pericolo, segnalando accessi non autorizzati, prevedendo incidenti e verificando il rispetto dei protocolli di sicurezza. L’adozione di queste tecnologie permetterebbe di ridurre sensibilmente il numero di infortuni, migliorando il benessere dei lavoratori e la gestione del rischio.
Deldossi: l’industria edilizia spende meno di tutte in It
Disegnando la roadmap sull’Ia nelle costruzioni, il vicepresidente Ance Massimo Angelo Deldossi ha segnalato che nel comparto dell’Information technology quella delle costruzioni è l’industria che spende meno: 1,2% sul totale dei ricavi. Tutte superiori, invece, la manifattura (1.9); elettronica (2.5); farmaceutica (3.8); istruzione (5.3) e banche (8.2).
“L’integrazione dell’intelligenza artificiale per il settore delle costruzioni – ha detto Deldossi – è un percorso inevitabile e necessario che va governato per sfruttarne al meglio il potenziale. Con la roadmap strategica che abbiamo disegnato vogliamo accompagnare grandi, medie e piccole imprese nel processo di digitalizzazione che richiede un vero cambiamento culturale nella gestione di impresa. Solo così – ha aggiunto – si potranno ottenere vantaggi competitivi, ottimizzare l’efficienza dei processi, ridurre tempi e costi di costruzione, migliorando sicurezza e benessere dei lavoratori”.
D’altronde, ha ricordato, “oggi facciamo cose che fino a ieri sembravano impossibili”. Quanto al domani, da una prospettiva esterna l’uso di Ia nelle costruzioni accelererà i cambiamenti nei modelli commerciali e aumenterà il valore dei dati. Come cambiamenti competitivi una forte spinta verrà data allo spostamento dei pool di valore, valorizzando le aziende guidate dai software. Internamente, ci sarà una accelerazione del multitasking e della produttività e quindi una forte spinta sui tempi di consegna, con conseguenti costi inferiori.
Su 428 imprese intervistate, il 61% punta sull’Ia
Guardando poi a un sondaggio effettuato su 428 imprese, il 61% ritiene che l’Ia e gli strumenti digitali nelle costruzioni saranno “abbastanza” o “molto” indispensabili per restare competitivi nel settore. Nel dettaglio, il trend dell’ “abbastanza” è prevalente tra le imprese con fatturato sotto il milione di euro, tra 1 e 10 milioni e da 10 a 50mln. La maggior parte delle imprese con fatturato sopra i 50 mln, invece, considera l’uso dell’Ia “molto” indispensabile per restare competitivi nel settore, segnalando una visione più avanzata e strategica rispetto a quelle di dimensioni minori.
Ancora, il 46% delle imprese dichiara di essere “abbastanza” disposto ad investire in strumenti di Ia per migliorare l’efficienza della propria azienda. Il trend dell’ “abbastanza” è prevalente tra le imprese sotto i 50 milioni di euro, al di sopra prevale una predisposizione a investire “molto” in strumenti di Ia dimostrando di attribuire una maggiore priorità alle strategie digitali.
Butti: “Attiviamo un tavolo per contributi, soluzioni e tecnologia”
“L’Ia è già una realtà con cui bisogna misurarsi” e “bisogna abbinare l’innovazione tecnologica alla formazione dei dipendenti del settore delle costruzioni. Nessuno qui oggi è in grado di definire quali siano esattamente le ricadute economiche dell’uso dell’Ia” sul settore delle costruzioni “e su molti altri settori”: “è un problema di metrica e per questo il governo è molto attento a quello che sta accadendo anche nel mondo delle Big Tech”. Così, ieri al convegno Ance, Alessio Butti, sottosegretario di Stato alla presidenza del Consiglio dei ministri per l’innovazione tecnologica. “Confrontandoci con le Big Tech che frequentano in questo momento palazzo Chigi e la presidenza del Consiglio stiamo approcciando un nuovo paradigma che associa token, dollaro e Watt” e “ci permetterà di valutare l’impatto economico dell’Ia”, ha aggiunto. Per poi ribadire l’apertura del governo al confronto con il settore edile: “attiviamo anche un tavolo dove far convergere contributi, soluzioni, tecnologia”.
Il ruolo di Sace
Interessante anche il ruolo di Sace, illustrato da Valerio Perinelli, Chief Business Officer del gruppo. “Sace supporta gli investimenti in innovazione e intelligenza artificiale che potenziano le opportunità di crescita delle imprese e il mondo italiano delle costruzioni sta puntando sempre più in questa direzione”. Ancora Perinelli: “Edilizia intelligente, ottimizzazione delle risorse, integrazione delle fonti rinnovabili – ha spiegato – sono solo alcune delle sfide del settore dove l’intelligenza artificiale gioca un ruolo cruciale. Noi di Sace siamo orgogliosi di essere al fianco con oltre 4 miliardi di euro mobilitati nell’ultimo anno per la competitività in Italia e nel mondo”. Il volano per più export, grazie all’Ia, può valere il 15%.